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LE VICENDE DELLO STATO ITALIANO: LO STATO LIBERALE
Lo Statuto Albertino ( dal nome del re piemontese Carlo Alberto), fu la prima Costituzione dello
Stato italiano. Promulgato nel 1848 nel Regno Sardo-piemontese, successivamente, con la
promulgazione del Regno d’Italia nel 1861 fu esteso a tutto il territorio italiano.
Lo Statuto rappresentò una riforma della monarchia
assoluta in senso liberale. Esso era il frutto di un
compromesso tra il vecchio e il nuovo mondo: era una
carta costituzionale concessa dal sovrano ai suoi sudditi.
Nel caso dello Statuto Albertino il re sulla spinta dei moti
insurrezionali che nel 1948 scossero l’Europa e in
particolare anche il Piemonte fu indotto o piuttosto
costretto, a concedere lo Statuto, scendendo a patti con la
borghesia contro il proletariato. Lo Statuto rappresentò
appunto questo patto difensivo. L’oggetto dell’accordo tra
il re e la borghesia fu l’instaurazione di una monarchia
costituzionale o rappresentativa.
Questa formula indicava un tipo di organizzazione costituzionale lo Stato liberale borghese.
Nello Statuto il re fece alla borghesia due concessioni:
I diritti di libertà e di proprietà ( la proprietà si definisce come quel diritto che un soggetto
“il proprietario” ha di godere e disporre liberamente di un certo bene in modo piene ed
esclusivo, cioè ricavando da esso ogni sorta di utilità, nell’ambito dei limiti e con
l’osservanza degli obblighi previsti dalla legge), contro gli arbitri dell’ Antico regime;
L’istituzione di una Camera in cui la borghesia aveva la possibilità di eleggere i propri
rappresentanti.
La monarchia costituzionale fu realizzata per mezzo di un nuovo organo la Camera dei
Deputati, che rappresentava i cati medio-alti della borghesia.
La monarchia era un regime intrinsecamente instabile. Basandosi su due organi tra loro
indipendenti, il Re e la Camera dei Deputati, poteva funsionare solo in base al loro accordo.
La Camera dei Deputati divenne il vero centro della vita politica e il Re pur non rinunciando
a gestire alcuni settori che si consideravano di “ regia prerogativa”, come la politica estera
e militare, in generale si piego alla volontà della Camera.
I fattori decisivi di questa evoluzione furono due:
La trasformazione del Governo da organo del re a organo della maggioranza;
L’estromissione del re dall’attività legislativa.
Il sistema parlamentare è infatti quello incentrato sulla prevalenza politica del Parlamento
e, in particolare, sulla dipendenza del Governo dalla fiducia parlamentare e sull’esercizio
esclusivo da parte del Parlamento della potestà legislativa.
Camera dei deputati
Finora si è parlato della Camera dei Deputati e del predominio assunto nel corso
dell’Ottocento.
La Camera era l’unico organo elettivo previsto dallo Statuto albertino, ma era eletto a
suffraggio ristretto. Le condizioni per esercitare il diritto di voto consistevano nel saper
legegre e scrivere e nel pagare una certa imposta sul reddito.
Dal voto erano inoltre escluse le donne, e lo saranno fino al 1946, perché sosteneva che le
donne non avrebbero espresso voti consapevoli, ma avrebbero seguito le indicazioni dei
parocci o dei mariti.
Nel 1912, infine venne emanata la riforma elettorale, con la quale si introduceva il
suffraggio universale maschile. A quel punto, si può dire che il regime liberale censitario si
era trasformato in regime democratico con l’ingresso sulla scena politica delle grandi forze
popolari, organizzate nei grandi partiti di massa.
Caratteristiche dello Statuto Albertino
La 1°. caratteristica dello Statuto albertino è quella di
essere “ ottriata” dal francese “ octroyèe”, che significa
concedere.
In altri termini Carlo Alberto metteva bene in chiaro che lo
Statuto Albertino, non poteva essere preteso dal popolo
ma era come se fosse stato un suo regalo. Il significato di
questo termine era quello di sottolineare che in ogni
istante il re poteva riprendersi questo suo “regalo”.
La 2°. caratteristica dello Statuto Albertino è quella di
essere una Costituzione flessibile, Carlo Alberto si riservava
anche la possibilità di modificare la Costituzione in ogni istante e in ogni momento, a suo
motivo e piacimento senza che il popolo potesse dire nulla.
La 3°. caratteristica dello Statuto è quella di essere una costituzione breve ossia conteneva
pochi articoli.
I poteri dello Stato sotto Carlo Alberto
Fasi dello Statuto Albertino
1° Fase 3° Fase 4° Fase
2° Fase
Fase dello Stato Fase che va dalla fine L'ultima fase coincide
Fase che va dall'Unità
liberale o della del fascismo ai lavori con l'entrata in vigore
d'Italia fino all'avvento
monarchia per la creazione della della nuova
del fascismo.
costituzionale. nuova Costituzione. Costituzione Italiana.
Analisi delle trasformazioni dello Statuto Albertino
La prima trasformazione dello Statuto si ebbe sotto Vittorio Emanuele II ed è costituita dal
passaggio da monarchia costituzionale a monarchia Parlamentare, in quanto il Parlamento
incomincia ad assumere un importanza preponderante perché i Ministri e il Capo dello
Stato devono ricevere la fiducia del Parlamento anche se vengono nominati dal re.
La seconda trasformazione si ha sotto il Ministro Giolitti nel 1912. A questa data si ha il
suffragio universale maschile, con la possibilità di votare ed essere votati, anche se nulla
tenenti. In definitiva possiamo dire che poco prima dell’avvento del fascismo il Regno
d’Italia dal niente si mette alla pari con gli Stati Europei di molta più lunga tradizione.
La fase del fascismo , con l’avvento di Mussolini, porterà a una radicale regressione.
La crisi dello Stato liberale, il Fascismo
Già fin dagli ultimi decenni dell’Ottocento, il regime Parlamentare incontrava notevoli difficoltà di
funzionamento, che derivavano dall’acuirsi della questione sociale e dall’incapacità delle forze
presenti in Parlamento di elaborare politiche all’altezza dei gravi problemi del momento.
Il fascismo considerava i diritti dei singoli ( l’individualismo, centro della politica degli Stati liberali)
la causa del disordine sociale. La restaurazione fascista dello Stato si attuò perciò attraverso il
rovesciamento dei principi, che trascendono
gli individui e possano perfino giungere a
schiacciarli. Il diritto dello Sato è
incompatibile con i diritti dei singoli: di fronte
allo Stato i singoli hanno solo doveri.
Con la nomina di Mussolini a Capo del
Governo si apre la fase del fascismo.
Mussolini comprende subito che il suo
avversario politico non è il Re ma il
Parlamento e per tanto ben presto impedisce le elezioni e scioglie le Camere. Istaura una vera e
propria Dittatura impedendo ogni manifestazione di dissenso. L’unico organo ammesso era il Gran
Consiglio del fascismo che in teoria avrebbe dovuto consigliare Mussolini, ma in realtà era tutto
composto da altri esponenti del regime.
“ Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo
Stato”.
Benito Mussolini.
Dal fascismo alla nuova Costituzione
con l’arresto di Mussolini e la nomina del Generale Badoglio, dal punto di vista giuridico finisce la
fase del fascismo e si apre un periodo di transazione che durera fino all’avvento della nuova
Costituzione.
In questa fase emerge un organismo importantissimo che prende il nome di C.N.L., ossia Comitato
di liberazione Nazionale, che è composto tutto da antifascisti.
All’interno dell’ C.N.L. c’erano tre gruppi politici in lotta tra di loro: Comunisti, Cattolici e Socialisti.
Il comitato di liberazione nazionale fece una scelta strategica importantissima per il destino
dell’Italia, infatti a guerra finita decise di dare la parola al popolo per stabilire se ci deve essere di
nuovo la Monarchia o la Repubblica. Questa volta votarono anche le donne, e si introduce il “
suffragio universale”.