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ROMANZI PREVERISTI
Vengono scritti in un periodo tardo romantico, rappresentando ambienti aristocratici e incentrandosi su passioni complesse o violente di anime elevate, scritte con un linguaggio enfatico ed emotivo.
ROMANZI VERISTI (impersonalità)
1878, svolta verista con "Rosso Malpelo", storia di un garzone di miniera che vive in un ambiente disumano, narrata con un linguaggio nudo e scabro. La svolta al verismo è il frutto di una chiarificazione progressiva e la conquista di strumenti concettuali e stilistici maturi (concezione materialistica della realtà e impersonalità).
Si propone di studiare i meccanismi della società a partire dalle basse sfere fino agli strati superiori. Lo scrittore non deve comparire nel narrato con le sue riflessioni ma deve "eclissarsi" nei personaggi, in modo tale che il lettore assista a fatti che si svolgono davanti agli occhi e non ha impressione di sentire un racconto. L'opera deve sembrare essere
fatta da sé. Il punto di vista dello scrittore si colloca all'interno del mondo rappresentato, allo stesso livello dei personaggi, "regredisce" al loro livello culturale. Questo è un "artificio" che Verga utilizza per mimetizzarsi nei personaggi stessi. I personaggi si fanno conoscere con le loro azioni e le loro parole, man mano che la narrazione procede eliminando ogni artificiosità letteraria. Perciò il lettore all'inizio dei vari racconti si trova davanti a personaggi e luoghi di cui possiede solo notizie parziali o non essenziali e se la voce del narratore commenta e giudica lo fa solo con la visione elementare della collettività popolare, che non riesce a cogliere le motivazioni psicologiche delle azioni e deforma tutto in base alle proprie capacità. Il linguaggio utilizzato in queste opere è spoglio e povero, ricco di proverbi, modi di dire, imprecazioni popolari e strutture dialettali. IDEOLOGIA VERGHIANA AllaBase della visione di Verga ci sono posizioni radicalmente pessimistiche: la società umana è per lui dominata dal meccanismo della lotta per la vita, per cui il più forte schiaccia il più debole. Gli uomini non sono mossi da interessi ideali, ma economici, alla ricerca dell'utile, nel nome dell'egoismo e della sopraffazione. La letteratura per Verga non può contribuire a modificare la realtà, ha solo la funzione di studiare ciò che è dato e di riprodurlo fedelmente. La tecnica dell'impersonalità di Verga scaturisce dalla sua visione pessimistica del mondo. Il pessimismo è la sua condizione basilare per il suo valore conoscitivo e critico. Verga non è uno scrittore che offre facili evasioni o immagini consolatorie, anzi è uno scrittore scomodo che urta il lettore e stimola così una riflessione critica.
VERISMO DI VERGA E NATIRALISMO DI ZOLA
La profonda differenza che separa Verga da Zola è sul
piano narrativo. Nei romanzidi Zola, la voce che racconta riproduce i modi di esprimersi dell'autore, del borghesecolto che guarda dall'esterno e spesso interviene con giudizi sulla materia trattata.Tra il narratore e i personaggi vi è un netto distacco. Con Verga questo non avvienemai. Nei suoi testi, il giudizio di Zola è implicito ed è rivelato dalla presenza di unparticolare termine che riflette la visione dell'autore (es. in "Germinal" in uncontesto basso utilizza il termine AVVELENANA, caratteristico dei borghesi). InZola, le parti in cui è il narratore a parlare, presentano un linguaggio letterario colto,lontano dal gergo in cui traspare sempre il giudizio dell'autore su quel mondo cosìdiverso dal proprio e sulla degradazione propria degli ambienti popolari.L'impersonalità zoliana e diversa da quella di Verga. Per Zola l'impersonalità vuoldire assumere il distacco dello scienziato
che si allontana dall'oggetto per osservarlo dall'esterno, mentre per Verga significa eclissarsi nell'oggetto. Zola interviene a commentare e a giudicare la realtà, crede che la scrittura possa contribuire a cambiare la realtà, a fiducia nella funzione progressiva della letteratura come studio dei problemi sociali e stimola le riforme, in Verga invece vi è il pessimismo di chi ritiene che la realtà data sia immodificabile e che la letteratura non possa in nessun modo incidere su di essa, lo scrittore deve quindi limitarsi alla riproduzione oggettiva di ciò osserva. Zola è uno scrittore borghese e democratico, che ha di fronte a sé una realtà dinamica, una società pienamente sviluppata dal punto di vista industriale, di conseguenza lo scrittore sa di potersi rivolgere ad un pubblico in grado di percepire il suo messaggio. Verga invece, è il tipico proprietario terriero conservatore, estraneo alla visione.dinamica del capitalismo moderno, che ha di fronte a sé una borghesia ancora parassita.VITA DEI CAMPI (1880)
Raccolta di opere di impostazione verista, pubblicata tra il 1878 e il 1880. In questi racconti spuntano le figure caratteristiche della vita contadina siciliana, a cui viene applicata la tecnica dell'impersonalità, che consiste nell'eclissi dell'autore e nella regressione della voce narrante entro il punto di vista del mondo popolare. Si può trovare ancora traccia di un atteggiamento romantico di vagheggiamento nostalgico di quell'ambiente arcaico come una sorta di paradiso perduto, di autenticità, innocenza, al di là della modernità, dominato da passioni in antitesi con l'artificiosità della vita contadina. Il tema ricorrente di queste novelle è il conflitto tra l'individuo e il contesto sociale che lo rifiuta e lo espelle. In Verga in questo periodo è ancora in atto una contraddizione tra le
Tendenze romantiche della sua formazione e le nuove tendenze veriste che lo inducono a studiare le leggi del meccanismo sociale e a riconoscere che il mondo rurale è dominato dalla stessa legge della lotta per la vita che regola la società contadina.
CICLO DEI VINTI
Parallelamente alla novella, Verga concepisce il disegno di un ciclo di romanzi che riprende il modello di Zola. Pone al centro del ciclo l'intento di tracciare un quadro sociale passando in rassegna tutte le classi, dai ceti popolari, ai ceti borghesi, all'aristocrazia. Il criterio è il principio della lotta alla sopravvivenza, che riprende da Darwin, e lo applica alla società umana. Tutta la società è caratterizzata da una lotta e soltanto il più forte trionfa. Verga sceglie come oggetto della narrazione i vinti. Il primo romanzo sono "I Malavoglia" (lotta per i bisogni primari); nei romanzi successivi si passa ad altre classi sociali e man mano il linguaggio e lo stile si adattano alle diverse realtà rappresentate.
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I MALAVOGLIA (1881)
Intreccio: è la storia di una famiglia di pescatori siciliani, i laboriosi e onesti Toscano, chiamati i Malavoglia, perché per tradizione i soprannomi rappresentano il contrario della qualità di chi le porta. Vivono ad Aci Trezza, posseggono una casa e una barca e vivono in tranquillità. Nel 1863 il giovane 'Ntoni deve partire per il servizio militare, la famiglia si trova così in difficoltà e deve prendere un lavoratore. Si aggiungono alla situazione una cattiva annata di pesca e il fatto che la figlia maggiore Mena abbia bisogno della dote per sposarsi. Padron 'Ntoni per superare la difficoltà compra un carico di lupini da zio Crocifisso per poi rivenderli, ma la barca naufraga in una tempesta, Bastianazzo muore e il carico va perduto. C'è la perdita degli affetti e un forte debito da pagare, ma la cosa viene peggiorata da Luca, il secondo genito che muore in battaglia.
madre Maruzza è uccisa dal colera; la "Provvidenza" viene recuperata e riparata ma naufraga ancora e i Malavoglia sono costretti a lavorare a giornata. 'Ntoni non si adatta più alla vita di dure fatiche (ha vissuto in città) e comincia a frequentare le osterie, il contrabbando e finisce per dare una coltellata a una guardia doganale. Ottiene una condanna mite. Lia ormai disorientata fugge dal paese e finisce in una casa di malaffare. Mena non può più sposare Alfio e Padron'Ntoni va a morire in ospedale, atterrato dalle sventure. L'ultimo figlio Alessi riesce a riscattare la casa e continua il mestiere del nonno. 'Ntoni uscita dalla prigione si allontana dalla famiglia. L'introduzione alla storia: i Malavoglia rappresentano un mondo rurale arcaico dominato da una visione della vita tradizionale che si fonda sulla saggezza antica dei proverbi. Non è un mondo immobile, il romanzo è la rappresentazione delprocesso per cui la storia penetra in quel sistema arcaico disgregandone la compattezza e rompendone gli equilibri. L'azione, infatti, ha inizio all'indomani dell'Unità 1863 e mette in luce questo momento di rapida trasformazione. Il sistema sociale del villaggio, che già al suo interno non è affatto una comunità di soli umili, è molto articolato in diversi strati di classe, ed è ora investito e trasformato da questi movimenti dinamici che vengono dall'esterno. I Malavoglia causa delle difficoltà economiche sono costretti a diventare negozianti e subiscono un processo di declassazione sociale.
Modernità e tradizione: nel giovane 'Ntoni si incarnano le forze disgregatrici della modernità. Egli è uscito dall'universo chiuso del paese ed è venuto al contatto con la realtà moderna e per questo non può più adattarsi a un'esistenza di fatiche e miserie, accetta il
suo fatalismo immobilista. Il nonno, invece, rappresenta lo spirito tradizionalista per eccellenza. Sotto queste forze, la famiglia si disgrega e così con la coltellata alla guardia doganale questo processo di disgregazione tocca il fondo. Alessi riuscirà a ricomporre parte del nucleo familiare ma il romanzo si conclude con la partenza di 'Ntoni. È un finale emblematico: il personaggio inquieto che già aveva messo in crisi quel sistema se ne allontana per sempre verso la realtà del progresso. Il superamento dell'idealizzazione romantica: Verga, ormai approdato ad un verismo pessimistico, sa che quel mondo non è soltanto comparso, ma è un mondo mitico che non è mai esistito. Prima di essere investito dalle forze disgregatrici della modernità, era già dominato al suo interno dalla legge della lotta per la vita. La fisionomia del mondo popolare non è data solo dai valori tradizionali, maanche dall'avarizia dell'usuraio Crocifisso, dall'attaccamento alla proprietà di PatronCipolla, dalla ma