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Sciaccaluga : Il Macbeth è conosciuto nel teatro inglese come the scottish tragedy.
Quello che colpisce più del Macbeth di verdi è la sua ingenuità. Nel capolavoro di
Shakespeare quello che prevale è il monologo interiore del flusso di coscienza. Macbeth è
un personaggio che ha un rapporto tra razionale e irrazionale un continuo filtro: l’inconscio
è popolato da sabotatori interni , una pulsione di morte che il conscio assume come verità
e che trasforma la percezione dell’essere in un magma nauseabondo.
In Macbeth la coscienza è una prigione. In verdi tutto questo nn c’è, il suo personaggio
sembra un fantoccio triste, nelle mani dell’unico personaggio che è lady Macbeth.
È assente il monologo che trasforma la coscienza in crisi irreversibile.
Mentre il monologo del pugnale prima dell’assassinio di Duncan è ridotto all’essenziale,
manca la dimensione intellettuale mentre il monologo dopo la morte della moglie diventa
un piccolo riassunto.
Nel Macbeth di Shakespeare si mette in scena un dolore straziante della morte di un figlio
ma allo stesso momento l’invito ad essere uomo come impongono le leggi d’onore
riconosciute da Shakespeare come forme dell’identità umana e da verdi invece espresse
con aria piagnucolosa.
Altro elemento che stona è la trasformazione dei due sicari in esercito che si scaglia
contro Banquo. Grave è anche far diventare un coro il terzetto delle streghe.
Verdi cerca di trasformare tutta l’opera in una grande sinfonia del male.
Shakespeare aveva prodotto l’opera disegnando i personaggi come iberi artefici di se
stessi, senza trovare una legge morale per giudicarli, mentre invece in verdi si sente una
tentazione moralistica che trova esiti in un demonismo musicale serioso e programmatico.
Iovino: il fantastico è una novità assoluta nel periodo verdiano.
Verdi un contadino della bassa padana, lontano anni luce da streghe e ninfe rende a mio
modo con genialità il contrasto tra fantastico e realistico.
Tra l’inizio del 700 e il 1847 vi sono del Macbeth 7 lavori ispirati alla tragedia di
Shakespeare nessuno prodotto in Italia.
Il Macbeth arriva in ita mediante le traduzioni di Shakespeare e in campo musicale con
Busseto. Le traduzioni italiane che troviamo sono:
• di Carlo Rusconi 1838 Padova tutto il teatro di Shakespeare
• di Michele leoni
• di Andrea Maffei amico di verdi, lo aiuterà a correggere il Macbeth
Nella traduzione di Rusconi manca il riferimento alla sessualità che in Shakespeare è
presente.
Sciaccaluga: non è presente, è fondamentale per esempio quando lady mac invoca gli
spiriti.
Iovino: in verdi non se ne trova traccia. Verdi sottolinea quali sono le figure fondamentali
ossia, streghe Macbeth lady.
Mentre per lui la figura di Macduff è di scarso interesse. Le scelte di verdi sono legate alla
tradizione operistica che impone un certo numero di personaggi principale e cori.
Ecco perché vi è la moltiplicazione di sicari e streghe.
Non a caso nel 1847 a Firenze alla prima accade di tutto , gli animi si accendono anche in
un opera poco risorgimentale. Verdi presenta lady come in una scena solistica, prima di
farle cantare un aria le fa leggere una lettera.
Questa scelta ci fa notare la disponibilità di verdi a sacrificare la musica per la
drammaturgia.
Verdi quando sceglie i protagonisti vuole un attrice e non una virtuosa cantante. In
particolare per la scena del sonnambulismo, scena importantissima per il teatro.
Verdi indica come modello l’attrice Adelaide ristori.
Lady si presenta in modo autorevole. Macbeth poi prende il sopravvento e lady è colta dai
sensi di colpa cade in delirio e muore.
Macbeth ha imboccato una strada autonoma senza aver più bisogno della moglie, liquida
la sua morte con poche battute. Un altro elemento è l’assenza d’amore, tra Macbeth e lady
nn c’è un momento di amore. Lady appare avvelenata di ambizione, si trasforma
all’incontro con le streghe. Non possiamo sapere come era prima.
Sciaccaluga: proprio come in Shakespeare non vi sono spiegazioni. La storia dell’eroismo
di Macbeth e del tradimento di Cawdor viene raccontata da un moribondo.
Il sangue diventa metafora di tragedia.
La morte è una macchia invisibile ed eternamente incancellabile della nostra vita. Duncan
è un re gentile, in verdi è solo una comparsa, Piave non gli dedica neanche un verso.
Con questo si sottolinea l’inspiegabilità del male.
Samuel Johnson parlava del male senza motivazioni. tanto più cerchiamo di rintracciare le
sue radici tanto più ci sembra incomprensibile. Beckett accoltellato da un clochard dopo il
risveglio dal coma incontra il suo aggressore per capire xk l’ha fatto lui risponde, niente nn
lo so, in quel niente vede il significato dell’esistenza umana.
Rilegge Macbeth, cerca di capire la morte di Duncan, quali motivi avevano Macbeth e
lady??? Ambizione, frustrazione ma tutto si riduce all’illogico.
In Shakespeare il male è un contesto di delicatezza, che si trova nell’assassinio di moglie
e figli di Macduff. Vi è la rappresentazione del mondo infantile, la dolcezza di una madre,
all’improvviso i sicari. I sicari di verdi sembrano pronti per un assedio piuttosto che ad un
lavoretto criminoso. Nell’opera di verdi anche la musica sembra errata.
Iovino: non bisogna dimenticare che il canto lirico è in bilico tra ricerca di una sincerità
espressiva e le esigenze della vocalità, sempre a un passo dal diventare contro natura.
Sciaccaluga: tutto ciò si può estendere anche agli attori, la specificità dei 2 mondi non va
mai incrinata in nome di una forma di teatro che li faccia assomigliare.
Ci ha provato P. Brook nella Carmen e nel flauto magico, taglia l’organico orchestrale, si
hanno 2 bellissime opere, ma non funziona. Se scrivessi un Macbeth contemporaneo lo
farei per un tenore.
Iovino: un Macbeth tenore avrebbe infranto la convenzione 800esca, il tenore è
l’innamorato.
Otello: credo in un dio crudel…
2.
Iovino: prima di parlare di Otello, è necessario un indugio su Arrigo Boito, i rapporti con
verdi sono stati segnati da umori opposti. Si conoscono nel 1862, si incontrano di nuovo
per il rifacimento di Simon Boccanegra nel 1881.
L’esito della collaborazione di Otello a Falstaff e un’amicizia profonda. Il primo Otello in
musica arriva nel 1816 di rossini.
Sciaccaluga: è un capolavoro ma rispetto all’originale, verdi lo semplifica, rinuncia al tema
razziale, passano subito alla scena di Desdemona e Otello. In Shakespeare vi è l’inno alla
libertà che in verdi manca.
Iovino: la tematica razziale era stata un problema anche per Rossini, era impensabile
pensare che una donzella si innamorasse di un nero.
Uno dei momenti teatrali + importanti è il duetto d’amore. Si avverte una tensione emotiva,
grazie anche ai musicisti. Una forza che si trova anche nella morte di Desdemona.
Sciaccaluga: forza che si trova anche nella scena dell’accusa alla moglie di tradimento.
Otello funziona ma meno piacevole è Jago che incarna una nuova visione: il male del
mondo è senza motivo. Shakespeare fa spesso confessare a Jago le motivazioni dei suoi
comportamenti ma più parla meno di fornisce spiegazioni credibili. Verdi invece cerca di
farsi carico di dare una spiegazione. Shakespeare non fa parlare Jago dopo la morte di
Desdemona, non xk non vuole rivelare una tragedia, ma xk non c’è nulla da dire.
Verdi invece scrive il credo, una pagina dove trasforma un criminale senza coscienza in
un demone consapevole. Il credo è meraviglioso ma nn è Shakespeare.
Il Jago shakespeariano non soffre e se lo fa, lo fa in una zona della sua mente che noi nn
conosciamo.
Iovino: il Jago di rossini era un tenore xk aveva nel cast del san Carlo 3 bravissimi tenori.
In verdi l’Otello è molto più credibile.
Sciaccaluga: era una scelta + shakespeariana. Non sono d’accorso sull’Otello.
La sua personalità timida in preda alla malinconia di un guerriero stanco che trova
nell’amore il riposa è tutt’altro che eroica. Il colpo di scena che fa cadere nella malinconia
è giustificato sul piano della costruzione drammatica.
Iovino: tra verdi Shakespeare il più saggio è rossini che fa rinsavire l’Otello.
Sciaccaluga: Boito cerca di spiegare il malanimo di Jago e la buona fede di Otello quando
si cerca di spiegare si semplifica, nel campo dell’arte questo è stato sempre pericoloso.
Iovino: la semplificazione c’è ma è riscattata nella partitura musicale, fondamentale è
quando Jago parla con Cassio. gli tira fuori quel che vuole farsi dire. Il taglio del primo atto
è stata una scelta felice, facendo partire l’opera di verdi in modo travolgente. Il coro
svolge il ruolo di partecipazione emotiva alla vicenda.
Sciaccaluga: io continuo ad avere nostalgia di quel primo atto e di altri sacrifici dolorosi di
personaggi che sembrano semplici narratori di una scena. Mentre nell’originale hanno una
funzione importante. Non sento in verdi la centralità di Jago.
Iovino: io parlo di una centralità di carattere psicologica e non musicale.
Sciaccaluga: Jago è il grande burattinaio e i personaggi i suoi soldatini. Tra le due
Desdemona di verdi e Shakespeare di vede la differenza di sguardo.
Iovino: la Desdemona di vedi è una idealizzazione, ma quante sono le donne angelicate
eroine dei melodrammi?? Con il taglio del 1 atto si capisce subito cosa succede a
desdemona.
Falstaff: tutto nel mondo è burla
3.
Iovino: 9 luglio 1889 Boito scrive a verdi, verdi era preoccupato di non riuscire a portare
avanti l’opera.
Fa bene ad insistere, nasce l’ultimo capolavoro di verdi. Falstaff più che un’opera comica è
una commedia musicale, che sfrutta alcuni meccanismi tipici del teatro buffo sin dalla sua
nascita, in maniera del tutto nuova. Ognuno dei 3 atti è articolato in 2 parti, il discorso
musicale scorre libero, è pieno di melodie diverse.
La fase di preparazione dell’opera è lunga dopo l’Otello verdi si impegna socialmente, nel
1889 vi è il 50° anno del suo debutto teatrale, rifiuta ogni invito a festeggiamenti Boito
cerca di convincerlo x Falstaff.
Sciaccaluga: il teatro comico deve farci ridere di noi stessi ma ci fa anche sbigottire. Nel
Falstaff vi è l’ambiguità di molte commedie come dodicesima notte, come vi piace, un
mondo sempre in bilico tra il sogno e la realtà. Il primo atto ci porta subito alla gioia di
vivere, provocazione, scherzo, ma tutto ciò ha un qualcosa di angoscioso.
Ve