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LA COMPETENZA SOCIALE NELL’INTERAZIONE TRA PARI
La competenza sociale può essere intesa come la capacità di raggiungere obiettivi personali nelle
interazioni sociali e di mantenere relazioni positive con gli altri. Essa è composta da diverse abilità
che fanno riferimento a specifici comportamenti che possono aver luogo nel corso delle interazioni
sociali. In questa prospettiva, lo sviluppo sociale è inteso come l’insieme delle modificazioni che
ognuna di tali abilità subisce nel corso dello sviluppo.
Nei primi anni di vita gli oggetti rivestono un ruolo di mediatori nelle interazioni sociali: un B
interagisce con un compagno toccando l’oggetto con cui questi sta giocando. A queste prime forme
di interazione succedono forme di gioco in cooperazione sempre più complesse fino ad arrivare alla
capacità di impegnarsi con gli altri in giochi dotati di regole. La capacità di giocare insieme in modo
armonioso non è l’unica abilità sociale che dovrebbe svilupparsi nel corso degli anni prescolari. I B
“socialmente competenti” mostrano un’ampia gamma di abilità che li favoriscono nell’instaurare e
mantenere interazioni sociali positive con i pari. Alcuni B sviluppano in modo naturale queste
competenze, altri devono invece essere aiutati.
La rilevazione del tasso di interazione
Il metodo migliore per la rilevazione del tasso di interazione consiste nell’osservare per un certo
periodo di tempo un B segnando su un foglio di codifica tutte le volte che si verifica un contatto
sociale (frequenza), nei successivi 5 minuti si passerà ad osservare un altro B fino all’esaurimento
dei componenti del gruppo. Per ottenere informazioni quanto più complete possibili, l’osservazione
dovrebbe essere ripetuta in giorni diversi e in situazioni diverse. In questo tipo di rilevazione,
sarebbe utile distinguere tra:
- Comportamenti sociali positivi includono lo scambio di oggetti, l’imitazione
reciproca, il fare un gioco insieme, il parlare con un compagno, manifestazioni di
emozioni positive;
- Comportamenti sociali negativi comprendono le manifestazioni verbali e non
verbali di aggressività, sottrazione di oggetti, rifiuto a cooperare, interferenza
distruttiva nelle attività altrui.
Questi due fattori ci permettono di distinguere tra i B che hanno frequenti contatti sociali e quelli
che si trovano in una condizione di isolamento.
La misurazione del tasso di interazione però da sola non fornisce informazioni sufficienti per
specificare adeguatamente i problemi che può avere un B e quindi un passo successivo può essere
quello di analizzare in modo più dettagliato la natura dei contatti sociali che intervengono tra B e il
tipo di comportamento che mettono in atto quando se ne stanno per conto proprio. Questo obiettivo
può essere raggiunto utilizzando uno schema di codifica focalizzato sulla natura del gioco che i B
sono in grado di intraprendere da soli o insieme ai compagni.
Il gioco sociale
Parten osservò che il gioco tra B poteva avere 3 forme diverse:
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1. Gioco parallelo in cui l’attività del B è indipendente da quella del compagno anche se
stanno vicini o utilizzano lo stesso materiale;
2. Gioco associativo definito dal fatto che 2 B giocano insieme ma i loro scopi possono
differire e non c’è una reale cooperazione;
3. Gioco cooperativo definito dal fatto che esiste un’organizzazione sottostante al gioco
condivisa dai partecipanti che potrebbe comportare una differenziazione di ruoli.
A queste può essere aggiunta la categoria del gioco imitativo molto frequente nei primi 3 anni
di vita. Le varie categorie di gioco possono essere arricchite con informazioni sulla complessità
cognitiva del gioco intrapreso dai B ad es. un gioco cooperativo può essere più o meno
simbolico.
Inoltre è importante rilevare se il B passa il suo tempo vagando senza scopo per la stanza
osservando i compagni senza riuscire a trovare il modo di inserirsi nel loro gioco; ciò però non
ha solo una valenza negativa ma si potrebbe parlare anche di “gioco solitario maturo” come ad
es. fare delle costruzioni o completare un puzzle che indica la capacità del B di saper anche stare
da solo ed è correlato positivamente alla competenza sociale dell’individuo.
La rilevazione dei comportamenti prosociali
Per comportamento prosociale si intende un insieme di azioni che hanno come finalità quella di
aiutare o di produrre un beneficio nell’altro senza aspettarsi ricompense esterne. La principale
componente cognitiva di tali comportamenti consiste nella capacità di riconoscere gli stati
emotivi dell’altro e sentire come proprie le emozioni altrui (empatia). Per sviluppare un
programma di educazione al comportamento prosociale può essere utile rilevare quali siano le
spontanee manifestazioni di tale comportamento e lo schema di codifica deve prevedere un
insieme di categorie relative agli eventi antecedenti alla manifestazione del comportamento pro
sociale e un altro insieme relativo alla codifica vera e propria di tale comportamento.
A. Gli antecedenti del comportamento pro sociale sono:
• Richiesta diretta; il comportamento prosociale viene messo in atto in seguito a
una precisa richiesta da parte di colui che sarà il ricevente dell’azione (es. N. e L.
stanno lavorando per completare delle schede. N. fa vedere a L. la sua scheda
completata e gli chiede se va bene. L. risponde che è fatta molto bene
categoria di valutazione positiva);
• Richiesta indiretta da parte di un B: messo in atto in seguito a una richiesta da
parte di un B diverso da colui che sarà il ricevente dell’azione;
• Richiesta indiretta da parte dell’educatore: messo in atto in seguito a una
richiesta o a un suggerimento da parte dell’adulto (es. R. cerca di strappare un
foglio da un blocco ma non ci riesce. L’insegnante dica a N di farlo lei. N strappa
il foglio e lo porge ad R. può essere inserito nella categoria di aiuto);
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• Azione spontanea: messo in atto senza alcuna richiesta da parte di altri es.
osservato da Elena Foglia in una scuola di Verona: E. cerca di prendere un libro
da uno scaffale in alto ma non ci riesce. G. avvicina una sedia ad E, che salitovi
sopra riesce a raggiungere il libro categoria di aiuto;
B. Tipi di comportamento pro sociale:
• Richiesta di aiuto: in presenza di un compagno in difficoltà viene richiesto l’aiuto
della maestra o di un altro B;
• Aiuto diretto: in presenza di un compagno in difficoltà viene fornita una forma
diretta di aiuto;
• Conforto: in presenza di un compagno triste o fortemente a disagio, viene offerta
una consolazione sotto forma verbale o non verbale;
• Valutazioni positive: viene fornito un commento positivo rispetto a quello che un
compagno ha detto/fatto.
La rilevazione degli episodi conflittuali
Il conflitto è relativo alle situazioni in cui c’è un’incompatibilità tra gli obiettivi dei due contendenti
ma l’atto con cui inizia il conflitto potrebbe non avere affatto l’intento di danneggiare il ricevente a
differenza degli episodi di aggressività. Quindi il concetto di conflitto assume una valenza positiva
in quanto inserisce il B in una situazione in cui è costretto a tenere in considerazione anche il punto
di vista altrui. Il B così impara a modulare il proprio comportamento in relazione a quello degli
altri. Importante per l’educatore è il tipo di soluzione che i B sono in grado di mettere in atto per
risolverli. Perché un conflitto possa essere definito tale è necessario che si osservino almeno 3
mosse o turni interattivi:
1. A. fa qualcosa;
2. B. vi si oppone;
3. A. mette in atto un altro comportamento legato a quello esibito nella prima mossa.
Inoltre, esistono 3 tempi fondamentali in cui un episodio conflittuale può essere analizzato:
l’origine, lo svolgimento, la conclusione.
L’origine del conflitto può essere legata al possesso o all’uso di oggetti, al
controllo del comportamento, alla violazione di regole, alla presenza di opinioni
differenti. Questa fase è importante perché lo svolgimento e la conclusione del
conflitto dipendono molto dalla natura di ciò che l’ha scatenato.
Nella codifica dello svolgimento del conflitto sono previste diverse categorie che
devono essere applicate ad ogni mossa dei due contendenti (opposizione,
incremento, reiterazione, ricorso ad altri, esplicitazione, negoziazione). La
proposta di un certo bambino B. di accettare la regola da lui invocata a partire
solo dalla prossima mossa, può essere considerata una Negoziazione perché è una
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modificazione della propria posizione iniziale. A. accettandola, modifica
anch’egli la sua posizione. La soluzione è quindi un accordo tra i due contendenti
basato su un cambiamento delle posizioni di entrambi. Questa, ovviamente, è la
soluzione ottimale di un conflitto che determina quasi sempre un proseguimento
del gioco tra i due contendenti.
Altri possibili esiti del conflitto sono la Vittoria quando uno dei due contendenti
riesce a imporre la sua volontà sull’altro o l’Abbandono quando i due contendenti
semplicemente smettono la disputa senza che nessuno prevalga sull’altro.
Es: - A e B sono uno di fronte all’altro, B guarda A e le dice: il rosa più il bianco fa il
rosso;
- A guarda B e ribatte: No fa rosa (origine del conflitto opinioni differenti);
- B, agitando il dito e dondolando la testa risponde: quando Michela ci ha fatto
colorare i pesci, rosa e bianco fa rosso.(terza mossa esplicitazione);
reiterazione);
- A agita verticalmente la mano sx e dice: ma va’ (quarta mossa
- B ribatte: Sì (quinta mossa reiterazione);
- A, in tono spazientito, risponde alla B: Non capisci proprio niente (sesta mossa
incremento);
- A quindi si volta e va via; anche B si volta e inizia a giocare con altri compagni
(esito:abbandono).
In alcuni casi i B chiedono l’intervento dell’insegnante che dovrebbe aiutarli a trovare la strada per
possibili negoziazioni.
Valutazione delle capacità di interazione tra pari
Il Questionario per la valutazione del comportamento sociale di D’Odorico, Cassibba e Buono,
1999 può essere utilizzato a partire dai 16 mesi di età e consente la valutazione globale della
competenza sociale di un B sulla base dell’osservazione da parte dell’educatore o di un osservatore
esterno, di differenti aspetti dell’interazione tra pari.
La scala di valutazione del comportamento e della competenza sociale (SCBE-30) sviluppata da
Lafreniere valuta invece un B rispetto a 3 differenti componenti de