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COMPLICANZE METABOLICHE
DISLIPIDEMIA
In età scolare l’obesità si associa più frequentemente ad ipertrigliceridemia e riduzione del
colesterolo HDL. Si associa più debolmente ad aumento del colesterolo LDL e alla riduzione del
diametro delle LDL.
N.B. anche in bambini possono avere sindrome metabolica nel contesto di un’obesità infantile.
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INSULINO-RESISTENZA e DMT2
L’obesità infantile si associa a insulino-resistenza e iperinsulinemia compensatoria. Durante
l’adolescenza si assiste ad un naturale aumento dell’insulino-resistenza che può scompensare
l’equilibrio raggiunto nel bambino obeso e causare DMT2.
Come si decide il set point della glicemia a digiuno? Ci sono dei fattori che la fanno aumentare e altri
che la fanno ridurre, ma dal punto di vista biochimico non sappiamo cosa stabilisce il giusto valore
di glicemia a digiuno, e la proporzione di insulina e glicemia per farla rimanere tale. Infatti a seconda
dei livelli di queste molecole, si delinea un diverso quadro fisiologico o patologico: se ho normali
livelli di glicemia e insulina sono in una situazione fisiologica, se ho un DMT1 ho la glicemia alta e
non ho insulina, mentre se ho un DMT2 o insulino-resistenza, ho sicuramente l’insulina alta, e la
glicemia può essere sia alta che normale. L’insulina non è solo un ormone ipoglicemizzante, ma è un
ormone anabolizzante, è necessaria per immagazzinare gli amminoacidi nelle proteine, e gli acidi
grassi nei TG (serve a molti metabolismi). Quello che aumenta nel picco di crescita puberale è la
massa proteica e quella grassa (scorte), e per fare questo serve tanta insulina, senza abbassare la
glicemia, grazie anche all’aiuto dell’IGF1. Con tutta questa spinta anabolica creerei ipoglicemia: infatti
durante la pubertà l’insulinemia aumenta, ma il metabolismo diventa più resistente all’azione
dell’insulina, e questa è una cosa che nasce dalla fisiologia del picco di crescita puberale; per cui chi
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ha un DMT1 insorto in età infantile, quando arriva in età puberale, va incontro a livelli altissimi di
glicemia, perché è un momento di notevole insulino-resistenza fisiologicamente.
Ma se un bambino è obeso ed è già insulino-resistente, quando arriva alla pubertà può diventare
diabetico di tipo 2, infrangendo una sorta di dogma: il diabete di tipo 2 infatti non è solo il diabete
nell’anziano. Sono aumentati molto infatti i casi di DMT2 durante la pubertà. Infatti il DMT2,
inizialmente riscontrato in minoranze etniche, oggi è in aumento anche tra i caucasici.
Nell’adolescenza la prevalenza di DMT2 in Giappone (7.3/100 000) ha superato quella del DMT1,
mentre rappresenta l’8-45% di tutte le diagnosi di diabete negli USA. Per cui quando si diffonde
molto l’obesità infantile, in quel momento e in quei territori la prevalenza di DMT1 e DMT2 si rovescia.
Le diagnosi di alterata tolleranza al glucosio e di DMT2 vanno sempre considerate nel bambino
obeso.
I dati ad oggi disponibili in Italia mostrano che la prevalenza di DMT2 in adolescenti obesi è compresa
tra 0.14-0.56%. È sempre una prevalenza inferiore rispetto a quella dell’anziano, ma a seconda dei
vari reports l’intolleranza al glucosio o disglicemia è molto elevata.
Quasi tutti i bambini italiani con DMT2 sono obesi. Non tutti i diabetici sono obesi, in quanto esiste
anche il DMT1, il quale prevede la presenza di auto-anticorpi specifici e l’assenza di peptide C (se sto
trattando un paziente con insulina e voglio capire quanta insulina ha prodotto, misuro il peptide C,
che è prodotto in maniera equi-molecolare all’insulina). Il DMT2 invece prevede una quantità elevata
di peptide C e auto-anticorpi negativi.
Da notare l’elevata frequenza di ipertensione, dislipidemia, steatosi epatica.
Il diabete ha delle complicanze micro- e macro-vascolari; quelle micro-vascolari sono retinopatia
diabetica, neuropatia diabetica e nefropatia diabetica. Il diabete è una delle principali ragioni per cui
gli adulti vanno in dialisi.
L’accoppiata diabete-ipertensione è letale per il rene: i capillari normali filtrano, ossia lasciano passare
i metaboliti, ma sono a bassa pressione. Invece i capillari del glomerulo renale non sono veri capillari,
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ma arteriole, e hanno dei manicotti costituiti dai podociti è un apparato di filtrazione che agisce
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ad alta pressione. Il glucosio in caso di iperglicemia e aumentata pressione danneggia il glomerulo
per ragioni non ancora del tutto spiegate, che diventa più permeabile alle proteine, che vanno nelle
urine: microalbuminuria. Alla lunga il glomerulo soffre, e il nefrone muore. La nefropatia diabetica
consiste nella morte dei nefroni, quindi in una ridotta capacità di filtrazione glomerulare. Se riduco
la capacità di filtrazione glomerulare, una delle conseguenze è l’aumento della pressione, che causa
un’aumentata pressione nel glomerulo, che va a accelerare ulteriormente il danno. È una situazione
delicata, per cui si va a cercare un biomarker, la microalbuminuria.
Un certo numero di bambini con obesità tende a sviluppare ipertensione e diabete, e il rene inizia a
soffrire in età infantile microalbuminuria, indicatore della presenza di complicanza renale.
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SINDROME DELLE APNEE NOTTURNE (OSAS)
Nel bambino, come nell’adulto, l’obesità grave porta ad apnee notturne (sindrome di Pickwick), e
prima al russamento. La OSAS è un’entità clinica caratterizzata da episodi ricorrenti di completa o
incompleta ostruzione delle vie aeree superiori, che si associano ad ipossiemia intermittente,
frammentazione del sonno e conseguente sonnolenza diurna. Si tratta di una condizione di rischio
per gli incidenti stradali. La prevalenza è del 2% nella popolazione pediatrica generale. L’obesità
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aumenta 4.5 volte il rischio. In casistiche di bambini obesi in cui si è ricercata l’OSAS, quest’ultima è
stata riscontrata in quasi la metà dei casi.
L’altra ragione per cui non va bene la OSAS è che porta a periodi di desaturazione dell’emoglobina,
e ipercapnia. Se il soggetto ha periodi di ipossia, si ha quindi a un aumento della pressione,
attivazione simpatica e alterazione della funzione endoteliale. La terapia è una maschera, legata a un
ventilatore, che determina una ventilazione positiva, per cui se il soggetto non ventila, aumenta la
pressione nelle vie aeree e si determina la respirazione forzata (si tratta del CPAP).
La riduzione dell’obesità, si vede un miglioramento del problema, senza il bisogno di CPAP →
bisogna sempre dire al soggetto i vantaggi che può avere nel trattare la patologia.
Se non trattata, l’OSAS di lungo termine può causare ipertensione polmonare (quindi non soltanto
sistemica) e cuore polmonare (ipertrofia del ventricolo destro).
ASMA
Le prevalenze di asma ed obesità stanno aumentando in parallelo, il che suggerisce un nesso
potenzialmente causale, anche se non si sa ancora bene. Potrebbe anche solo essere che l’ambiente
obesogeno è iperallergenizzante, oppure l’ambiente attuale è sempre più inquinato; in questi casi
non ci sarebbe un nesso causale, ma solo l’influenza di un ambiente che causa sia asma che obesità.
Questa relazione è molto stringente anche nei Paesi in via di sviluppo, in cui ci sono molti bambini,
l’obesità sta marciando in maniera sempre più veloce, e il controllo ambientale è scarso, con livelli
elevati di inquinamento, es. nelle grandi città indiane. Studi prospettivi e recenti metanalisi mostrano
che i bambini con un accentuato incremento ponderale nell’infanzia sono a rischio di asma nei primi
6 anni di vita. La velocità di incremento ponderale è un predittore più importante rispetto al livello
di eccesso ponderale ad ogni età specifica I meccanismi non sono chiari. L’asma si associa ad
aumentato stato infiammatorio sistemico che può essere esacerbato dall’obesità stessa, in quanto
gli adipociti producono anche delle citochine pro-infiammatorie, es. TNFα che aumenta
all’aumentare del tessuto adiposo.
COMPLICANZE GASTRO-INTESINALI
REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO
Il reflusso gastro-esofageo colpisce il 13% dei bambini obesi.
La prevalenza stimata di reflusso gastro-esofageo (GOR) e malattia da reflusso gastroesofageo
(GORD) nella popolazione francese di ragazzi tra 0-17 anni per classi di età:
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Il reflusso gastro-esofageo aumenta ogni volta che aumenta la pressione all’interno dell’addome,
che aumenta se aumenta il grasso viscerale. Le condizioni frequenti in cui aumenta la pressione intra-
addominale sono la gravidanza e l’obesità, ed entrambe queste situazioni portano ad un aumento
del reflusso gastro-esofageo. In molti casi i soggetti lamentano una tosse laringea continua, con
bruciore e fastidio alla gola e lieve cambiamento della voce. Questo è dovuto al reflusso di materiale
acido che non arriva alla faringe ma alla laringe e dà fastidio. Anche l’asma può essere causata dal
reflusso gastro-esofageo, causato a sua volta dall’obesità.
COLELITASI
I calcoli della colecisti e delle vie biliari sono frequenti negli adolescenti obesi, ed in particolare nelle
femmine.
STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è una condizione caratterizzata da macrovescicole di grasso
negli epatociti. Può progredire verso la steatoepatite non alcolica (NASH), la fibrosi epatica e la cirrosi
epatica.
Il fegato di solito è protetto dalla marea grassa del pasto: i lipidi alimentari vengono idrolizzati
parzialmente e ricostituiti negli enterociti, che producono anche le apoB e costituiscono i
chilomicroni, i quali non vanno al fegato, ma attraverso il circolo linfatico arrivano al dotto toracico.
I grassi alimentari quindi bypassano il fegato, ma il tessuto adiposo viscerale no, il quale è
metabolicamente molto attivo e rovescia in vena porta una grande quantità di AG liberi, che gli
epatociti intercettano, e di cui si riempiono. Questi grassi non si riescono a metabolizzare
completamente, e si trovano in strutture particolari, come le LDL ossidate, che poi vanno a indurre
aterogenesi.
Anche gli epatociti si infarciscono di grasso, ma non accumulano grasso come fanno gli adipociti. Gli
epatociti che si infarciscono di grasso richiamano dei macrofagi e si attiva una sorta di battaglia
infiammatoria nel fegato, per cui il passaggio successivo è l’infiammazione. Dalla NAFLD si arriva
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all’epatopatite (NA