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ATTRIBUZIONE DEL DISAVANZO DI FUSIONE
Il quadro normativo di riferimento in materia di fusione riguarda:
Nazionale: Nazionale: art 2504 bis CC e OIC 4
Internazionale: IFRS 3.
DA FUSIONE: si ha quando il valore contabile è minore rispetto all’aumento di
DISAVANZO
capitale effettuato (disavanzo da concambio) o quando il valore contabile della partecipazione è
minore rispetto al valore di annullamento della stessa (disavanzo da annullamento).
–
1 NORMATIVA NAZIONALE
L’art. 2504 bis tratta la materia dell’imputazione del disavanzo: il disavanzo deve essere imputato
agli elementi dell’attivo e del passivo della società partecipanti alla fusione e per differenza ad
quanto dice l’art. 2426 al n.6: densi di benefici futuri.
avviamento (nel rispetto di
Qualora non possa essere attribuito ad avviamento, il residuo viene imputato a CE, come onere
straordinario.
NB: le voci che possono essere attribuite ad hoc seguono il proprio regime (es. BI non iscritti,
plusvalenze latenti, etc.) quelle che non possono essere attribuite vengono imputate ad avviamento
(es. sinergie e price di maggioranza).
–
1.2 ASPETTI FISCALI
I nuovi valori non hanno rilevanza ai fini fiscali, per questo si creano imposte differite ed anticipate;
tuttavia molte leggi hanno cercato di incentivare il riconoscimento di tali maggiori valori, tramite
aliquote agevolate:
–
2 IFRS 3
I Principi contabili internazionali parlano per tutte le operazione straordinarie di Business
Combination; obbligo di attenersi a Purchase Method: cioè obbligo di attribuire i maggiori valori
prima ai singoli beni poi ad avviamento.
Non siamo di fronte ad una Business Combination quando l’operazione avviene tra imprese sotto un
controllo comune e quando siamo di fronte a joint ventures; deve quindi sussistere una modifica
nell’assetto proprietario.
E’ acquirente colui che detiene il controllo (50 % + 1 del capitale; potere nominare e revocare
maggioranza degli amministratori); la data della BC è la data in cui si configura il controllo.
Il Costo dell’acquisizione coincide con l’insieme dei costi delle diverse transazioni, include quindi i
costi delle fee riconosciute ai legali, advisor e revisori che hanno partecipato all’operazione; non
include invece i costi amministrativi generali non direttamente imputabili.
–
2.1 PURCHASE PRICE ALLOCATION
Il prezzo deve essere attribuito alle attività e passività acquisite indipendentemente che queste siano
presenti o meno nel bilancio; le singole attività e passività devono essere rilevate in bilancio se e
solo se: è disponibile un valore attendibile (es perizia) e è probabile che i benefici economici futuri
affluiranno all’acquirente.
L’avviamento verrà rilevato se residuerà un valore dal prezzo pagato meno le attività e passività
iscritte a bilancio (anche quelle precedentemente non contabilizzate ma che hanno i requisiti per
essere ora rilevate); in altre parole corrisponde al valore delle sinergie attese dall’affare per il
compratore.
Più in generale per capire come allocare il disavanzo seguiremo tale metodo:
I criteri di valutazione ammessi sono due:
Market approach
Income approach: premium price, tassi di royalty, Multi Period excess Earnings.
Dato che I primi due li abbiamo gia visti passiamo ad esaminare l’ultimo, il Multi Period excess
Earnings.
–
2.2 CRITERIO DEL MULTIPERIOD EXCESS EARNINGS
Per “contributory charge” si intendono le component del COIN non contemplate tra i costi diretti; un
esempio può essere la work force (capitale umano) che è compreso nel COIN ma non è
espressamente indicato.
ESEMPIO CALCOLO DEL VALORE DELLA COSTUMER RELATIONSHIP
Si procede al calcolare il margine totale di contribuzione delle singole business unit, conoscendo la
percentuale relativa a ciascuna business unit rispetto al fatturato.
Una volta calcolato vado a sottrarre le spese generali accessorie (non sono contributory charges) e le
imposte relative.
Così facendo trovo il Nopat; adesso devo capire quanto di questo NOPAT, prodotto dalla BU
indicate, dipende dalla Costumer Relationship.
Si arriva a capirlo tramite il calcolo della contributory charges, nel nostro caso la work force
(determinazione del costo reclutamento e di quello di formazione per i nuovi dipendenti ogni anno);
ovviamente non tutta la WF è attribuibile alle nostre BU, quindi con rapporto al fatturato totale
riesco a capire quanta % devo attribuire al NOPAT di prima.
Sottraendo la WF annua al Nopat annuo, ottengo i flussi netti relativi alla CR; adesso li attualizzo e
li somma per trovare il VAN della CR; posso così capire a quanta percentuale del COIN
corrisponde. il VAN della CR, ottengo l’avviamento.
Inoltre sottraendo al disavanzo
NB: per fattore d’attrito intendo la percentuale di fatturato che si perde progressivamente di anno in
anno. METODO VALUTAZIONE MULTIPLI
la valutazione d’azienda è quello dei multipli; questo metodo
Altro metodo molto diffuso per
determina il prezzo che potrebbe avere una eventuale transazione con ad oggetto quella impresa.
Diversamente da i metodi visti fin qui ci da una stima sintetica del valore (è un metodo più facile)
espresso tramite la relazione fra prezzo e grandezza esplicativa di questo; per questo motivo nella
realtà applicativa è forse più corretto utilizzarlo come metodo di controllo piuttosto che come
metodo principale, anche se nella prassi viene spesso utilizzato come unico metodo di valutazione
perché più semplice e immediato.
Il metodo, in sintesi, prevede la scelta di una grandezza aziendale che sia in grado di spiegare il
nesso causale fra prezzo di mercato e valore; una volta individuata si procede nel calcolare il
rapporto prezzo-grandezza per ogni comparable.
Così facendo si giunge alla determinazione di un tasso medio che moltiplicato per la grandezza di
riferimento della target ci permette di trovare il valore della stessa.
Quale grandezza scegliere??
E’ uno dei problemi principali del metodo; primo ci deve essere un nesso di casualità fra valore
impresa e grandezza scelta.
Devo essere in grado di mostrare che c’è un collegamento razionale fra grandezza scelta e valore
economico.
Secondo il nesso di causalità deve essere stabile nel tempo; terzo il multiplo deve essere
interpretabile, perché si possono trovare valori diversi per comparable simili (es. prezzo risente
dell’area geografica di riferimento).
–
1.1 FASI DELLA VALUTAZIONE
Analizziamo brevemente tutte le fasi:
1 Scelta del multiplo:
in questa fase devo scegliere il multiplo da utilizzare, se scegliere una misura di reddito o uno di
cassa.
Per quanto riguardo le misure di reddito parliamo di RN, MON, MOL, fatturato; se utilizziamo
flussi possiamo prendere i CFE, FCF o FCOC.
E’ chiaro che scegliere una grandezze piuttosto che un'altra implica notevoli differenze, spesso
viene scelto il fatturato nonostante non tenga conto dei costi sostenuti.
Possono anche essere usati multipli di struttura, forse più adatti per imprese che stanno sul
mercato e non hanno molte comparable nel settore di riferimento.
Alcuni esempi sono:
Inoltre posso usare multipli prospettici (leading) o multipli trailing (storici); nel primo caso
faccio fede a valori costruiti dalla capacità di analisi del valutatore, mentre nel secondo caso
faccio una semplice media storica fra i valori in oggetto.
2 Selezione Comparable: scelgo società che fanno parte dello stesso settore, stessa dimensione e
profilo di rischio simile.
Per queste vado a prendere prezzi per transazioni simili oppure valore di mercato (questo è
affidabile quando le azioni sono scambiate con frequenza sul mercato); entrambe le tipologie
presentano delle possibili distorsioni del valore che fanno riferimento a fattori congiunturali (es.
scarsi scambi sul mercato, congiuntura economica negativa o positiva; inoltre nel caso delle PMI
è spesso difficile reperire informazioni sul mercato).
3 Raccolta-riconciliazione dati: è necessario adottare una serie di accorgimenti (possibile
disomogeneità):
o Assicurarsi che il multiplo sia stato calcolato con gli stessi metodi contabili adottati per la
mia impresa (es. lifo/fifo, leasing finanziario). Questo vale sia per le misure di struttura che
per quelle di performance.
o Se nella target abbiamo componenti accessorie che nelle comparable non ci sono, devo
provvedere a toglierle dalla grandezza.
4 Calcolo media multipli: pratica diffusa è quella di utilizzare un valore medio fra i multipli trovati
per le singole comparable; questo è giusto in parte, perché così facendo ammettiamo che la
nostra target sta più o meno a metà del settore come risultati.
Risulta quindi più corretto calcolare i possibili quantili e procedere poi a collocare la target nel
giusto quantile rispetto ai suoi valori.
all’azienda target:
5 Applicazione multiplo una volta trovato il multiplo medio lo moltiplica per la
grandezza di riferimento che è a mia disposizione per la target
In Conclusione le formule da applicare sono le seguenti:
ALCUNE PRECISAZIONI:
Metodo empirico, non analitico. Può anche essere usato per singoli asset ma è necessaria una
solida base informativa (database) che in Italia non esiste.
Ai fini valutativi sempre meglio stimare l’EV, perché rappresenta il cuore dell’impresa
(preferibile l’approccio Asset Side).
E’ preferibile un approccio
Scelgo prima il multiplo o il campione delle comparable??
combinato, cioè definire prima il campione poi scegliere il multiplo; se ci rendiamo conto
che non è possibile calcolare il multiplo per quelle comparable, allora posso pensare di
cambiare il campione e di scegliere un altro multiplo.
Non esiste un numero ottimo di comparable!! Più il campione è ampio, migliore sarà la stima
(utilizzare criteri non troppo selettivi).
Come scegliere il multiplo?? Il multiplo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
causale, stabile, interpretabile, coerente.
Inoltre deve essere coerente con i key driver del settore.
Come calcolare il valore medio del multiplo?? Possibile utilizzare diversi metodi statistici:
media, mediana, indice curtosi, media troncata. La scelta dipende da come sono distribuiti i
dati.
Sconto di maggioranza, liquidità: se utilizzo dati di imprese quotate, tale sconto sul valore è
già incorporato nel prezzo azionario; quindi non devo andare a rettificare di nuovo il valore
della mia impresa. METODO EVA (ECONOMIC VALUE ADDED)
Il metodo EVA fa parte dei metodi misti, insieme a quello della stima autonoma
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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