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NON SONO CAPITALIZZABILI:
-costi di manutenzione
-costi di aggiornamento , perché beni a rapida obsolescenza.
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI- IAS: N^ 38
per essere definiti attività immateriale:
− devono fruttare benefici economici futuri relativi al costo considerato
− valutazione del costo dv essere attendibile
− se non sono soddisfatti i requisiti → costo d'esercizio
NON SONO ATTIVITA' IMMATERIALI:
− spese di ricerca
− spese di costituzione e avviamento di attività o di azienda
− spese di formazione del personale
− spese di pubblicità o promozione
− spese di riorganizzazione di rami d'azienda
IAS 38 prevede per i BENI IMMATERIALI
− definisce attività immateriale (o asset intangibile) quelle risorse non monetarie e prive di
consistenza fisica che presentano le caratteristiche di identificabilità, di controllo , di futuri
benefici economici, valutazione attendibile.
– applicazione del criterio DEL COSTO.
− il piano di ammortamento sistematico a quote ( costanti, decrescenti, per unità di prodotto)
− Il periodo max è di 20 anni, salvo eccezioni documentabili.
− Negli esercizi successivi al 1^ si può passare al FAIR VALUE ( valore corrente)
Il Fair Value iscritto a bilancio è quello RIVALUTATO ( il fair value in data di rivalutazione al netto degli
ammontari complessivi degli ammortamenti) :
− F.V. > costo = differenza → specifica riserva patrimoniale non distribuibile
− F.V. < costo = X → si iscrive nel CE ( solo se non > al valore recuperabile)
IAS 38 prevede per i BENI PLURIENNALI
− non sono mai CAPITALIZZABILI, ad eccezione dei costi di sviluppo per i quali la capitalizzazione è
obbligatoria a determinate condizioni.
TUIR-TESTO UNICO DELLE IMPOSTE SUI REDDITI
Deducibilità: è la sottrazione delle spese deducibili dal reddito prima di calcolare l'imposta.
Reddito – Costi deducibili= Reddito imponibile
→ ART. 103 stabilisce che:
− le quote di ammortamento sono componenti negative per il reddito fiscale
− non si può ammortizzare più del 10 %
è prevista la deducibilità per i costi dei diritti di concessione in misura corrispondente alla durata del contratto di
utilizzazione
− anche i costi di AVVIAMENTO non possono superare il 10% del costo totale dell'esercizio
− Nasce un problema di FISCALITA' DIFFERITA:
3^ comma: TUIR prevede per l'avviamento l'ammortizzazione in
minimo 10 anni.
Il Codice civile , invece. Concede un massimo di 5 anni.
→ ART. 108 ( per i costi pluriennali, costi relativi a più esercizi) stabilisce che:
− I costi di ricerca e studio sono deducibili 1) nell'esercizio in esame
2) a quote costanti in non più di 4 esercizi
− I costi di pubblicità e di propaganda = come sopra
− I costi di rappresentanza sono deducibili per 1/3 dell'ammontare con un piano di ammortamento a quote
costanti in max 5 anni.
− Per tutte le altre spese, esse sono deducibili NEL LIMITE DELLA QUOTA COMPETENTE a ciascun
esercizio → trattamento civilistico
− i costi di IMPIANTO e di AMPLIAMENTO sono in egual modo, deducibili in 5 esercizi a partire
dall'esercizio nel quale iniziano i ricavi.
CRITERI PER LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Per essere Immobilizzazione Materiale deve soddisfare le condizioni di:
− generazione futura di benefici economici
− il suo costo deve essere attendibilmente determinabile
CODICE CIVILE : lo stesso trattamento dei beni immateriali.
PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI → Doc. N^ 16:
− prevede un PIANO DI AMMORTAMENTO costruito in seguenti fasi:
1) valutazione della vita utile del bene → senescenza ( grado di utilizzazione, la politica di manutenzione
seguita)
2) Valutazione della convenienza economica ( budget)
→ obsolescenza del processo tecnologico (grado di tecnologia)
→ obsolescenza del prodotto (utilità del bene)
+ altre 3 variabili .
− 3)si stabilisce LA DURATA PREVISTA DELL'IMMOBILIZZAZIONE (< senescenza)
− 4) si stabilisce IL PIANO DI AMMORTAMENTO:
- a quote crescenti (escludere)
- a quote costanti (preferibile)
- a quote decrescenti ( escludere se vi sono sottoutilizzi)
NOTA BENE: sotto il profilo finanziario
se i ricavi > costi sostenuti + ammortamento → AUTOFINANZIAMENTO IMPROPRIO
AUTOFINANZIAMENTO PROPRIO: Utili non distribuiti con effetti permanenti.
− esiste un criterio alternativo → criterio del valore recuperabile:
è il valore dei flussi di cassa che scaturiranno dal bene;
SE V.R. < costo → criterio alternativo (prudenza)
PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI- IAS: = Principi contabili + fair value
TUIR → art.102
− le quote di ammortamento sono deducibili a partire dall'es. In cui il bene funziona.
− La deduzione è in misura non superiore a quella risultante dall'appl. al costo dei beni dei coefficienti
stabiliti dal decreto del ministero, ridotti della metà nel 1^ esercizio. (si ipotizza che l'impianto non sia
stato sfruttato nella sua interezza)
I coefficienti sono stabiliti per categorie di beni omogenei in base al normale periodo di deperimento e consumo
nei vari settori produttivi.
COSTI DI AMPLIAMENTO, MIGLIORAMENTO e AMMODERNAMENTO
Il codice civile non dice nulla.
Principi contabili → n^16
Tali costi possono essere ammortizzati capitalizzandoli ai beni ai quali si riferiscono se determinano:
− un aumento della CP del bene, della produttività, della sicurezza nell'utilizzo e nella sua vita utile.
− → Nuovo valore contabile = Costo del bene + costi di ampliamento – parte eliminabile
− N.v.c → VERIFICA DI PRUDENZIALITA' → < del valore di mercato
< del valore recuperabile
COSTI DI MANUTENZIONE e DI RIPARAZIONE
− costi di manutenzione ordinaria → costi d'esercizio
− costi di manut. straordinaria → vengono capitalizzati come quelli sopra.
TUIR → art. 102 V^ comma:
− E' deducibile al massimo il 5% dei costi totali ed è imputabile come costo d'esercizio.
− Il residuo sarà ammortizzato in 5 anni successivi a quote costanti.
CRITERI PER LE RIMANENZE DI MAGAZZINO
Le rimanenze sono beni destinati direttamente o indirettamente ad essere venuti.
Se il costo non è prudente, il criterio alternativo → Valore di presumibile realizzo, dedotto dall'andamento del
mercato.
Distinguiamo per tipo di imprese:
(A) IMPRESE INDUSTRIALI o MANIFATTURIERE
Rimanenze: materie prime, semilavorati, prodotti finiti.
CODICE CIVILE → art. 2426
− si utilizza “il costo industriale + eventuali oneri finanziari derivanti”
− Se il V.D.P.R < costo → criterio alternativo.
− Per i beni fungibili i criteri utilizzati sono anche: → Nota integrativa
1) Il costo medio ponderato
2) LIFO
3) FIFO
PRINCIPI CONTABILI → Doc. n^ 13
Bisogna ragionare sulla TIPOLOGIA DI RIMANENZE per determinare il criterio adatto:
1) Materie prime e sussidiarie: criterio del costo perché acquistate ( beni fungibili criteri alternativi)
– V.D.P.R. O Valore di mercato determinato considerando il costo di sostituzione(costo di riacquisto).
2) Semilavorati di acquisto : stessa logica delle materie prime.
3) Semilavorati di produzione, prod. in corso di lavorazione, prodotti finiti:
Scelta tra il criterio di costo o
Il valore di mercato= il prezzo di vendita presunto – costi commerciali -costi industriali non sostenuti.
(B) IMPRESE COMMERCIALI
Rimanenze: prodotti finiti.
− Logica dei prodotti finiti in (A)
(C ) IMPRESE CHE PRODUCONO SU COMMESSA
Rimanenze: beni in corso di lavorazione soggetti ad una lavorazione pluriennale
CODICE CIVILE → art. 2426
− i lavori in corso su ordinazione possono essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con
ragionevole certezza.
− Criterio di base: il costo, costo standard o effettivo, NO LIFO, NO FIFO.
− Criterio alternativo: V.D.P.R. → è il costo concordato con il cliente , che viene iscritto in base allo stadio
di avanzamento del semilavorato.
PRINCIPI CONTABILI → doc. n^ 23
− preferiscono V.D.PR. Siccome si è di fronte ad una commessa di durata pluriennale.
− Due criteri: per V.D.P.R 1) valutata al costo completato
2) valutata al metodo % di completamento
IAS: = Principi contabili, ad eccezione dei beni fungibili → metodi convenzionali, tranne LIFO.
TUIR → art. 92 prevede:
− valutazione al costo a “beni specifici o “a categorie omogenee di beni”.
− Se ci sono beni distinguibili → valutazione al costo specifico
− se ci sono beni fungibili → nel 1^ es. si valutano al c.m.p e nei successivi LIFO.
− Deroga: se civilisticamente si è usato un metodo convenzionale, il fisco lo accetta.
− Se il criterio scelto > valore normale medio ( valore di mercato calcolato in media dell'ultimo mese)
→ si valuta al valore normale.
→ art. 92 : Opere, forniture e servizi di durata ultra annuale
rimanenze: lavori in corso su ordinazione
− = principi contabili nazionali
−
CRITERI PER I TITOLI
Li distinguiamo in due categorie:
A) ATTIVO CIRCOLANTE
B)IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE
ATTIVO CIRCOLANTE → suscettibili all'alienazione ( soggetti alla vendita)
CODICE CIVILE → art. 2426
− = rimanenze
− = per i beni fungibili
PRINCIPI CONTABILI → Doc. n^ 20
− = rimanenze
− per il criterio del costo , il problema nasce soltanto per i beni fungibili ( siccome sono beni acquistati);
Si sceglie il minore tra il costo (specifico) e il valore di mercato.
− Valore di mercato si determina distinguendo tra:
a) Titoli e partecipazioni quotati in mercati regolamentati:
si determina facendo la media dei p di borsa dell'ultimo mese, tenendo conto delle fluttuazioni :
- se c'è flessione → si considera l'ultima settimana
-se è grave → si tiene conto anche del periodo successivo
b) T e P non quotati in mercati regolamentati:
--distinguiamo tra OBBLIGAZIONI E TITOLI DI STATO ( che attribuiscono un credito o debito):
- si guarda se in borsa ci sono titoli similari per scadenza o per % di i applicato, e se ci sono
vengono considerati come riferimento;
- se non ci sono → valutazione + soggettiva :
-valore nominale ( p di rimborso) < costo
- si rettifica il valore tenendo conto del rendimento e della solvibilità del debitore.
– e AZIONI: titoli rappresentativi di un diritto di proprietà.
− La logica è la stessa, ma non considera il rendimento.<