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RICOSTRUZIONE E DISMISSIONE DELLA CITTÀ INDUSTRIALE
Le ondate speculative e l’affollarsi di attori con scarse conoscenze tradizionali nel secondo dopo guerra hanno
influenzato la costituzione della città portandola all’oblio. A partire della seconda metà degli anni Sessanta le
condizioni della vita appaiono meno sopportabili. Nasce una questione urbana e la questione delle abitazioni. Vivere
in città richiedeva sforzi che non vengono sempre compensati da ciò che la città offre.
La città di shrinks.
Le città antiche vengono abbandonate per essere poi ricostruite in altre zone (fenomeno antico). Le attività iniziano
a cessare di esistere oppure si trasferiscono in territori limitrofi oppure regioni lontane e come conseguenza
vengono abbandonate anche intere parti di città perché manca il lavoro.
Non c’è più l’obbiettivo di limitare la crescita urbana, ma le città passano al centro dell’attenzione della rivoluzione
industriale e aspirano a divenire centri di servizi a scale più vaste e danno il compito di rappresentare il nuovo ruolo
all’architetto. Esposizioni universali e grandi eventi vengono in loro aiuto per cambiare il ruolo. Anche i musei, stadi,
teatri e altri luoghi pubblici cambiano il ruolo della città. L’aeroporto diventa una della più importanti icone della
città. Una città importante dal punto di vista culturale e lavorativo ha sempre un aeroporto anche nei giorni d’oggi.
L’efficacia delle politiche amministrative e politiche iniziano lasciar desiderare perché nei paesi e nelle parti più
povere si trovano ancor più in difficoltà per via delle città costruite abusivamente. Ci sono resistenze alle leggi per via
della modifica della costruzione del progetto urbanistico della città.
“l’idea del progetto urbano si fonda su interventi puntuali, limitati e discreti nei luoghi strategici.” Il problema del
progetto di rinnovamento è quello della sua legittimità, perché quegli interventi e non altri, perché in quei luoghi e
non in altri ecc.
Il recupero di aree e delle infrastrutture dimesse appare in molti casi come una grande occasione persa. L’immagine
della città e dell’architettura aspira a divenire globale e non trova più resistenza, né riferimenti alla specificità del
luoghi, né nella pur importante riflessione sul regionalismo critico.
IL TEMPO
Di fronte alla dispersione urbana da un lato, debbono dare risposte rapide e immediate ad una società sempre più
esigente, dall’alto divengono sempre più consapevoli dell’inerzia e della durabilità dei propri prodotti. Aspirano alla
durabilità! Il territorio appare come un enorme palinsesto sul quale le differenti generazioni hanno lasciato il
deposito del loro passaggio e ciò porta a nuove considerazioni fatte con occhi diversi rivolti verso la città.
L’architettura e l’urbanistica diventano le materie del tempo in un’accezione forse diversa da quella di altre
discipline. Le città più urbanizzati appaiono connotati dalla porosità più che dalla sola dispersione. Porosità, vuoto e
pieno, spazio edificato e inedificato non si contrappongono ma sfumano l’uno nell’altro costruendo un unico sistema
di relazioni spaziali. Architetti, urbanisti ed economisti vedevano nella nuova possibilità di costruire una nuova forma
urbana e sociale.
ADIANO OLIVETTI, una delle ultime figure della borghesia laica e illuminata italiana, negli anni tra le 2 guerre
mondiali aveva studiato negli USA e nel secondo dopo guerra riprende a Ivrea e nel Canavese idee che avevano nel
New Deal una delle loro radici. In una regione che si sviluppava grazie all’industria lui propone insediamenti di
piccole dimensioni, in parte radicati in un’antica struttura insediativa, insediamenti nei quali si possa riconoscere lo
spirito comunitario della città dell’uomo. Le sue proposte erano allo stesso tempo tardive e premature. Solo alla fine
del secolo viene data alle sue idee maggiori attenzioni per risolvere i problemi ambientali. Il tentativo di inserire un
tempo intermedio!
Le politiche, i piani ed i progetti vengono ritenuti in parte a ragione, responsabili della frammentazione dello spazio
urbano, della sua eterogeneità visiva, della sua separatezza funzionale e del suo impoverimento semantico. Fino
allora l’architettura e le politiche urbani si disperdono in una sorta di nomadismo consumatore di immagini e la città
appare come l’esito di una miriade di risposte individuali a problemi dei quali si stenta a cogliere il carattere
generale.
SIENA
O apparire strano inserire in un libro dedicato alla città del ventesimo secolo cena, la città medievale per eccellenza.
Eppure centri antichi sono parte fondamentale dell'esperienza urbana del secolo XX così come le questioni connesse
alla loro conservazione, riuso e risanamento. Percepiti da prima igienisti l'amministratore come parte della città
oscura è malsana, ventre della città ove la povertà può accompagnare servizi alla criminalità, i centri antichi lungo
buona parte del XX secolo sono stati oggetto di sventramenti e le demolizioni radicali. Tutte le città europee
compresa Siena possono raccontare una propria storia questo proposito. Si era da sempre fortemente sollecitato
l'immaginario individuale e collettivo e chiunque abbia più tentato con curiosità ed attenzione alla città non può che
cogliere la forza con la quale un fascio di immagini si è depositato su di essa. Siena, come altre città antiche europee,
fa parte della coscienza storica di una vasta parte del nostro mondo. Il ventesimo secolo, storicamente più
consapevole forse di quelli che hanno preceduto, ha sempre progettato la città con un occhio rivolto a quella del
passato, interpretando nei modi banali o sofisticati le principali elezioni. Alla fine del secolo la città antica di cena le
propone forse tre maggiori:
1 la prima a che fare con l'esperienza comune in quanto negli ultimi decenni del secolo i centri antichi sono amanti
frequentati da folle numerosi. Un amore strano professato da persone che risiedono stabilmente altrove e che nel
centro antico si recano solo per i loro riti di acquisto o passeggio. il grande successo di Siena ci dice piuttosto che gli
spazi urbani del centro antico sono più confortevoli di quelli della città moderne della città contemporanea. Ne è un
esempio Piazza del Campo sulla quale si affacciano edifici di cinque diversi secoli.Che abbia provato ad osservare a
lungo la piazza, ad osservare come nelle diverse stagioni l'ombra il sole si spostano e come vengono frequentate le
diverse parti, che ha provato a rimanere seduto sul pavimento di questa piazza, riparata dal vento, ad apprezzare il
calore una Guido dei mattoni la sua pendenza, non può che convenire che soprattutto il grande confort questo
spazio del pubblico ciò che appartiene all'esperienza comune e lo fa amare.
2 la seconda lezione riguarda la natura dello spazio aperto e dunque delle strade, delle piazze, delle corti, dei
Giardini racchiusi dalla cinta muraria. Ciò che lascia stupiti interdetti in molte città europee del XX secolo e
all'assenza di un'esperienza significativa e sistematica dello spazio aperto. Lo spazio aperto di Siena invece come
molte altre città medievali europee A tre principali statuti: Il primo è quello dello spazio pubblico nel quale si
svolgono i principali riti collettivi, il secondo è il grande spazio aperto e prossima alla campagna virgola delle colline,
dell'esterno della città, legato agli usi produttivi più che alle pratiche i riti collettivi, il terzo infine quello degli spazi
segreti, della più assoluta privacy, e del silenzio quali gli spazi del lavoro dello zio ma anche della vita in comune
come corti chiostri e orti.
3 l'ultima lezione riguarda la grammatica e la sintassi del testo urbano antico. Siena bella per il rigoroso controllo
della grammatica e della sintassi compositiva dei suoi materiali. Ciò che con nota lo spazio urbano e il territorio
senese e l'intimo rapporto che si è stabilito conservato nel tempo tra segno è suo significato, tra forma della città e
del territorio il ruolo e funzioni svolti da ciascuno degli elementi che la costituiscono. A Siena i percorsi più rilevanti
dal punto di vista della Costituzione morfologica dell'insediamento sono anche quelli lungo i quali si dispongono le
attività principali più rappresentative e che sono più assiduamente frequentati. Questi percorsi congiungono i luoghi
altrettanto rilevanti edifici fuori scala che rappresentano l'eccezionalità del loro ruolo l'insieme di questi luoghi e di
percorsi costituisce delimita lo spazio centrale di Siena che ha uno spazio interno che più frequentemente di altre
sue ruolo di spazio collettivo è questa certamente una situazione precedente la riduzione quantitativa delle moderne
metropoli, che a Siena potuto conservarsi a lungo e che fa della città più ed oltre che un monumento integrale
oggetto di conservazione, un immenso serbatoio concettuale che impartisce lezioni ancora importanti. Durante tutto
il XX secolo si è rimasta al margine della modernità fino a quasi la fine del secolo XX .Siena come ha molte altre città
antiche europee ci propone una questione grandissima rilevanza ossia una città come Siena si è costituita attraverso
una continua interpretazione individuale di una stessa struttura dello spazio collettivo, all'opposto la città moderna si
è costituita come tentativo di dare un'interpretazione collettiva a esigenze individuali. 2 programmi di ricerca
fortemente giustificati, ma profondamente diversi.
LA FINE DELLA CITTA’ MODERNA
Il secondo racconto è quello di una grande generazione che opera entro diversi campi artistici e di ricerca costruendo
una società differente è un uomo nuovo cosciente delle dimensioni della propria libertà.
1. Una grande generazione (Henry Codard)
All’inizio del 19esimo secolo, una generazione che aveva vissuto le speranze della Rivoluzione Francese e gli orrori
del Terrore, i sogni del periodo napoleonico e le frustrazioni della restaurazione elabora, nelle due declinazioni del
fourierismo e del saint-simonismo, un pensiero utopico al centro del quale la città, il territorio e le loro
trasformazioni divengono rappresentazione di una possibile diversa direzione della storia. Il secondo conflitto
mondiale ha dato luogo ad importanti conseguenze sul piano sociale e geopolitico. Le esperienze della shoah e di
Hiroshima ma anche i conflitti, le dittature, i compromessi ed i malintesi sembrano aver gelato in Europa e