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Estratto del documento

URBANISTI ITALIANI. PERCORSI DI RICERCA E FORME DEL PIANO

- L’urbanistica cambia non solo cronologicamente

- Otto urbanisti come laboratorio per riconoscere diversi programmi di ricerca e differenze nell’urbanistica

italiana

PLINIO MARCONI (1893-1974)

- Dare all’urbanistica sistematicità, compiutezza e divulgabilità

- Impegno per la normalizzazione della pratica progettuale

- L’urbanistica è principalmente un tecnico che fa un uso professionale e non problematico del suo sapere

- Conferire comprensibilità ai percorsi tecnici e trasparenza a quelli decisionali

GIUSEPPE SAMONÀ (1898-1983)

- Una identificazione difficile entro un contesto dell’urbanistica normale

- Una figura divergente che pratica una espansione del discorso

- Rifiuto di soluzioni codificate, consuetudini disciplinari e interpretazioni universalizzanti

- Riflessione sullo statuto metodologico e tecnico dell’urbanistica

- Necessità della riflessione teorica e di una incessante opera di ri-contestualizzazione

- Irriducibilità della specificità delle situazioni alle interpretazioni universalizzanti

- Nonostante ciò non era una figura isolata, ma autorevole

LUIGI PICCINATO (1899-1989)

- Fare urbanistica, costruire la città (più di cento piani in Italia e nel mondo)

- Fiducia nelle possibilità della disciplina

- Poche regole di buon senso, ma di grande portata

- Urbanistica come figura sfaccettata (artista, filantropo, medico e giudice)

LUDOVICO QUARONI (1911-1987)

- Contestualizzare, rappresentare e progettare la città fisica

- Integrare una poetica con un metodo

- Il piano come momento di costruzione della disciplina

- Attenzione critica alla sistematizzazione delle conoscenze che rischia di far perdere la dimensione locale

dell’agire

GIOVANNI ASTENGO (1915-1990)

- Costruzione razionale della disciplina per dotare l’urbanistica di uno statuto scientifico

- Diffonderne i risultati nella società civile

- L’urbanistica è connotata da una concezione etico-politica (scelte non solo razionali ma anche giuste)

- Impegno nella codificazione del sapere disciplinare

GIANCARLO DE CARLO (1919-2005)

- Organizzazione dello spazio fisico come centro del piano

- Differenza come attributo della specificità delle situazioni locali

- Il progetto come esplorazione e sondaggio nel sociale e per individuare possibilità inedite

- Produzione urbanistica limitata, ma fuori dai canoni

GIUSEPPE CAMPOS VENUTI (1926)

- Raccoglie l’impegno degli architetti moderni e lo arricchisce con la consapevolezza del peso che possiede il

settore immobiliare nella costruzione della città

- Rinnovo graduale della legislazione e impegno nell’amministrazione dell’urbanistica

- Urbanistica riformista

BERNARDO SECCHI (1934-2014)

- Modo inedito di considerare l’urbanistica

- Continuo e inquieto sconfinamento disciplinare

- Sguardo attento al cambiamento del rapporto tra spazio, economia e società

- Mitigazione dell’usuale dimensione oggettivamente di descrizione/interpretazione del territorio

- Fondazione argomentativa del progetto nelle sue diverse espressioni

- L’ordine del discorso progettuale fondato su una dimensione morale, sull’assunzione di responsabilità

- Docenti universitari

- Autori di testi importanti per la cultura urbanistica (saggi, volumi e articoli), redattori, direttori di riviste

- Hanno ricoperto cariche pubbliche (accademiche, istituzionali e politiche)

- Dirigenti dell’istituto nazionale di urbanistica

- Progettisti di piani, progetti urbani e anche architettonici

- Ciascuno di essi ha praticato l’urbanistica prediligendo uno o più di questi aspetti sugli altri. Le diverse

proporzioni nella pratica di questi ambiti dell’azione caratterizzano ciascuna figura

COSA HANNO IN COMUNE E COSA LI DIFFERENZIA

Si tratta di progettisti che condividono una mentalità progettuale, pur essendo intesa in vario modo la convinzione:

- Che il progetto sia destinato a risolvere problemi vs che il progetto costruisca problemi

- Che il progetto intrattenga una relazione casuale con la descrizione che lo precede vs che progetto e

descrizione siano due entità fra loro in un rapporto circolare di determinazione

- Che la conoscenza dei bisogni definisca le azioni vs che sia l’immagine del futuro quella che orienta l’azione

- La scelta dell’azione al centro della propria attività pone il problema della sua legittimazione, quindi di una

giustificazione entro due campi: apparato tecnico e metodologico condiviso dalla comunità scientifica e ragioni

convincenti e accettabili da parte della società e del sistema politico

- Nella convinzione che la legittimazione provenga: dalla solidità del sapere disciplinare (che porta a ricercare

una sua fondazione scientifica) e dall’istituzionalizzazione della pratica di pianificazione (che porta a

promuovere leggi)

LA RIDUZIONE DEL DISCORSO (Bernardo Secchi)

- Una riduzione semantica consente di essere trasparenti

- Ridurre le ambiguità

- Aumentare il livello della comunicazione fra i tecnici

- La riduzione è fertile quando consente la circolazione delle idee nella comunità scientifica e quando costruisce

un linguaggio che consente la comunicazione intersoggettiva

- La codificazione spinta, però, rischia di aprire ai tecnicismi e all’allontanamento della sfera sociale

ESPANSIONE DEL DISCORSO (Bernardo Secchi)

- L’espansione del discorso urbanistico è associata al tentativo di misurarsi con uno spettro di fenomeni che

appaiono come nuovi, nella convinzione che il linguaggio e le categorie in uso sia insufficienti allo scopo

- Il discorso è più denso, maggiormente interpretativo

- Una forma discorsiva espansa crea problemi nella comunicazione

- Problemi di traducibilità fra loro di enunciati costruiti su paradigmi differenti

IL MOMENTO STORICO in ciascuno di essi opera: Piccinato e Marconi cominciano a operare in un momento

iniziale dell’urbanistica, identità sul piano tecnico e riconoscimento istituzionale. Compito: codificare e divulgare i

caratteri del piano. Gli altri invece devono confrontarsi con la destrutturazione dell’impalcato tradizionale. Instabilità

disciplinare emergente già a metà degli anni cinquanta e una sua crisi negli anni settanta.Già Samonà negli anni

cinquanta sottolinea l’occasione perduta dei piani di ricostruzione poi sconfitta del progetto riformista dei primi

anni sessanta (proposta per la riforma della legge urbanistica del 1942. Piccinato, Samonà, Astengo e Quaroni) la

percezione dei guasti prodotti dall’espansione sregolata degli anni sessanta. L’emergere di nuovi processi

economici e territoriali che mutano la dimensione della città (seminario di Stresa – De Carlo)

- Da queste situazioni usciranno diverse linee di ricerca a seconda che l’interpretazione porti verso l’idea che le

carenze fossero tecniche piuttosto che politiche. L’urbanistica di Secchi prende colpo in un momento di forte

delegittimazione del piano e dell’urbanistica. Quindi differenze tra coloro che hanno concorso a costruire le

basi dell’urbanistica italiana e coloro i quali si sono trovati a dare una interpretazione della sua crisi

PICCINATO E MARCONI

- Tra i primi a scegliere l’urbanistica in modo preminente nella loro attività (entrambi architetti di formazione)

- Piccinato è il titolare del primo insegnamento universitario di urbanistica a Napoli nel 1932

- Nel 1946 sono entrambi nella commissione del manuale dell’architetto del CNR

- Nel 1952 nel gruppo per la stesura dei criteri dei piani territoriali di coordinamento (con Astengo e Quaroni)

- Luogo comune: razionalista e progressista Piccinato, accademico e conservatore Marconi

PICCINATO

- Nel 1947 pubblica un manuale dove i presupposti etici e critici sembrano prevalere sulle soluzioni tecniche.

Insistenza sul quadro delle motivazioni che sostengono il progetto urbanistico

- Padre dell’urbanistica italiana

- Idea guida: la città è un organismo fisico e sociale

- Il tecnico ha il compito di intervenire sui processi spontanei che rompono l’equilibrio storico degli

insegnamenti. La sua è una missione

- La società civile e le istituzioni devono riconoscere come necessario il suo ruolo

- La sua è una battaglia, perché l’urbanistica si legittimi come pratica di interesse civile

- Ricorso alla metafora organica (città come corpo che possiede regole armoniche e soggetto a malattie)

- Teoria semplice capace di coniugarsi con i dettati funzionali della carta di Atene

- Un razionalismo che dà importanza alla storia

- Relazione forte tra urbs e civitas (città fisica e società)

- L’armonia della città è possibile solo se connessa a un suo democratico funzionamento

- Un ruolo autorevole per l’urbanista

- Ottimismo

- Fiducia nell’utilità dell’azione, istituzionale e politicamente orientata

MARCONI

- Un manuale di applicazioni tecniche a partire dalla produzione artigianale di piani costruiti con un metodo

costante. Impiega la forza dell’esempio esemplare

- Fissa i caratteri del procedimento progettuale

Mettere a punto una forma di piano ripetibile e attuabile:

- Le indagini preliminari forniscono una conoscenza oggettiva (ruolo della matematica e della statistica) ed

esauriente (estesa all’intero campo pertinente)

- Criteri da seguire per un corretto dimensionamento degli interventi (il piano come tabella metrica)

- Stabilire con certezza dove e quanto costruire

- Linguaggio trasparente univocamente interpretabile

- Rigore scientifico e duttilità

- L’urbanista non è un eroe, non ha missioni particolari da compiere

- Non può pretendere di ostacolare i processi fisiologici

- All’urbanista non sono consentite forzature, il suo compito consiste nella soluzione di problemi che

concretamente pongono

- Concezione logico deduttiva del processo di piano: la conoscenza precede temporalmente e concettualmente

gli obiettivi, l’attuazione è intesa come sviluppo nel dettaglio del piano e concezione adattativa del piano e del

ruolo dell’urbanista

- Codificazione del linguaggio

- Strutturazione del procedimento analitico e progettuale

SAMONÀ, QUARONI E DE CARLO

- Sfuggire dalla sfera di attrazione del credo cognitivista

- Il piano come interpretazione – progetto della forma del territorio

- Formazione diverse per ragioni anagrafiche e gli ambienti frequentati -> Samonà: Sicilia degli anni venti

(frequentazione Giovanni Gentile), Quaroni: Roma degli anni trenta (Giovannoni e Piacentini), De Carlo: Milano

della resistenza e del primo dopoguerra (il politecnico di Vittorini)

Per tutti il tema è

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
48 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/21 Urbanistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ale_polimi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Urbanistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Infussi Francesco.