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ANALISI: "ANNIENTAMENTO"
Nel titolo abbiamo una parola astratta dalla doppia interpretabilità: annullamento, fragilità o la
vertigine cosmica di Leopardi. Pasolini trova un'ulteriore interpretazione, mistica e religiosa. Sei
strofe, versi liberi. La poesia parla del tempo di ieri ed oggi legato al percorso del fiume Isonzo (che
insieme alla Senna, al Serchio ed al Nilo sono i fiumi della vita del poeta) colto nell'attimo dagli
oggetti chiave presenti in ogni strofa. Verbi tutti riflessivi, parole chiave: tempo, cuore, mani.
STROFA I: oggetto chiave -> lucciole
STROFA II: oggetto chiave -> grilli
STROFA III: oggetti chiave -> margherite e spinalba
STROFA IV: "oggi" -> indicazione temporale; l'io lirico si specchia sulla superficie del fiume
("asfalto azzurro"), vede il fondo ("la cenere del gretto") e trapassa verso le nubi ("e mi trasmuto in
volo di nubi")
STROFA V: in questa strofa viene espressa la soggettività, ovvero il sentimento che regola tempo
e spazio, annullandoli. Fa sì che l'io lirico sia felice.
ANALISI: "SILENZIO"
Undicesimo sonetto del "Porto Sepolto". Versi brevi e lunghi alternati, importanti gli spazi bianchi di
silenzio, fondamentali per metrica ritmica. Dodecasillabi sdruccioli (come il verso alessandrino
francese tipico della poesia Simbolista: Ungaretti inizia da simbolista con la poesia di Baudelaire,
linguaggio cifrato, per pochi eletti). La poesia tratta il tema dell'uscita dall'esilio/distacco dalle radici
fittizie. Il poeta scappa a bordo di una nave e ricorda la sua città natale.
STROFA I: ricordo della luce del mezzogiorno, la magia di quell'ora in cui la luce ha un senso
epifanico (ricordiamo le ambientazioni dei quadri di De Chirico)
STROFA II: il poeta ci fa capire che è sera, e quindi non c'è luce, sebbene l'intera poesia si snodi
su un gioco di luci
STROFA III: verso delle cicale -> altro riferimento alla sera, e alla dimensione fonica della poesia. Il
"limio" è un suono ossessivo, che rimane dentro, come un ricordo, un legame con la terra
STROFA IV: il "bastimento" ci dà un senso di dimensione fiabesca nella descrizione di ciò che il
poeta vede dissolversi (uso di tecniche cinematografiche in poesia) allontanandosi: "la mia città"
nella nebbia, un poco illuminata dalle lucciole, intreccio di luci. Il tutto ci dà un senso di distacco,
sradicamento, sospensione.
ANALISI: "NOSTALGIA"
Parole sillabate, talvolta isolate, come in un inno o in una preghiera, distici. Il titolo, dal greco
nostos-algos, significa il dolore nel ritorno.
STROFA I: ci vengono rivelati il tempo giornaliero ("alba") e stagionale ("poco prima di primavera")
e lo spazio, vuoto e deserto ("di rado / qualcuno passa").
"poco prima di primavera" -> allitterazione in P, valore fonico della poesia
STROFA II e III: il poeta pensa a Parigi mentre si trova in trincea, e Parigi è il riflesso del suo
dolore, perché si dissolve. Ripresa del titolo.
"canto-pianto" -> rima che unisce le due strofe. Ci viene rivelato il soggetto: oltre all'autore, la
"ragazza tenue", "illimitato silenzio" della quale viene contemplato da Ungaretti (citazione di
Leopardi). la figura della ragazza è in dissolvenza, come la città in "Silenzio".
STROFA IV e V: "Le nostre / malattie / si fondono" -> i mal di vivere dei due diventano un tutt'uno: il
primo è nostalgico pensando a Parigi, la ragazza è in uno stato esistenziale di illimitato silenzio. Si
trovano insieme in uno smarrimento epifanico-onirico, nel quale chiunque vorrebbe trovarsi. Essi si
amano in un presente assoluto e vengono portati via insieme (come Paolo e Francesca nel vento).
Finale dispersivo, nostalgico. Chiusura della poesia nello stesso stato dell'apertura: ciclica.
ANALISI: "PELLEGRINAGGIO"
Ventiquattresima poesia del "Porto sepolto". Tre strofe. Caratteristica la violenza espressionista. Il
titolo: andare verso un luogo sacro.
STROFA I: Sin dall'incipit dalle immagini violente e crude capiamo che il poeta si trova in trincea
("budella", "macerie", "strisciato", "la mia carcassa / usata dal fango / come una suola / o come un
seme"), immagini rovinose, si avverte la pesantezza del momento. Ripresa della spinalba, flora
della città di Alessandria.
STROFA II: compare il nome del poeta "Ungaretti", il quale afferma di soffrire, e ammette di
accontentarsi di un'illusione per trovare coraggio, l'illusione di poter cntinuare a vivere. "Coraggio-
pellegrinaggio" -> rima che lega la poesia al titolo.
STROFA III: descrizione dell'illusione: "un riflettore / di là / mette un mare / nella nebbia", una luce
nella nebbia, che dà speranza, che rende l'oscurità della nebbia luminosa come il mare. Il coraggio
sta nell'illusione, cioè nella luce (tema ricorrente nella poetica di Ungaretti).
Il tema del deserto in Ungaretti è differenziato tra:
1) esteriore -> il deserto della città di Alessandria d'Egitto, concreto. Gli ricorda la sua infanzia e
lo condiziona nella sua poesia. ("Il Porto sepolto" e poi "L'Allegria" sono caratterizzati
dall'influenza del ritmo arabeggiante).
2) interiore -> deserto lasciato in ogni persona dalla distruttività della guerra. Sensazione di
vuoto, mancanza, spaesamento e morte connotano la scrittura petrosa, l'aridità della poesia e
il linguaggio carsico (Carso -> luogo della trincea, simbolo della vita in guerra.)
Il deserto è poi simbolo di miraggio di un qualcosa che sollecita l'immaginazione, stimolo della
poesia. Ognuno ha il suo deserto interiore e questo si mostra nel modo di ciascuno di fare poesia.
La seconda raccolta della produzione ungarettiana è "Il Sentimento del Tempo" (1936). È divisa
in sette sezioni (7 -> numero simbolico, religioso, magico):
1. "Prime" (1919-1924)
2. "La fine di Crono" (1925-1924) -> presenza del mito e della classicità nella poesia. È una
poesia nettamente diversa da quella dell' "Allegria", poiché segue la tradizione. Crono è il dio
del tempo, un titano figlio di Urano e Gea.
3. "Sogni e Accordi" -> unione della psiche, la dimensione interiore e della musica, quella dei
versi (riconquistati con la classicità) e quella interiore.
4. "Leggende"
5. "Inni"
6. "La morte meditata"
7. "L'amore"
Il tema della raccolta è la riconquista del tempo come stato interiore, che scorre inesorabile, è
mutevole ed è breve, effimero. La poesia è fatta da quello che lascia il tempo.
Nella raccolta si distinguono due modi di vedere il tempo:
• lineare e consistente (classico)
• sgretolato, sconnesso, misurato in attimi -> quando il tempo è percepito così, la poesia diventa
epifanica, rivela e si rivela come un miraggio (è il tempo angoscioso tipico del Novecento, reso
esplicito nella poesia)
e tre modi di sentirlo:
• il tempo nel paesaggio -> profondità storica, rapporto fra natura e storia
• tempo percepito nella consapevolezza della minaccia di morte per gli uomini (creata dopo la
Prima Guerra Mondiale). È tempo del destino dell'uomo, effimero, ma che si rapporta con
l'eterno attraverso la guerra.
• nell'ultima sezione "L'amore" il tempo è sinonimo di invecchiamento e quindi morte. È il tempo
interno al poeta, la percezione del deterioramento del suo corpo, della sua rovina.
Caratteristiche formali della raccolta:
si riconquista il verso e l'endecasillabo tradizionale, ed elementi come la punteggiatura e i piedi
metrici.
⁃ versi di endecasillabi, settenari, novenari, piedi metrici strutturati dagli accenti e dal ritmo
(musica interiore)
⁃ sintassi ipotattica, classica latina, uso dei tempi verbali: presente assoluto / imperfetto
narrativo - evocativo
⁃ figura di un uomo non più nomade, esule, spaesato e spatriato (dell' "Allegria") ma uomo di
pena (ricorda "Pellegrinaggio") che diventa protagonista della raccolta "Il dolore" negli anni
Quaranta.
Per introdurre la prossima raccolta è necessario un excursus sul contesto storico. Ci troviamo a
degusto della Prima Guerra Mondiale:
⁃ 1919 presa di Fiume
⁃ 1921 il PSI diventa PCI a Livorno con Gramsci
⁃ 1922 marcia su Roma
⁃ 1930 alba del Fascismo, movimento inizialmente rivoluzionario, in seguito legato alla
borghesia industriale. Le masse diventano la nuova realtà dopo una guerra che sconvolge e
crea spaesamento totale.
I poeti, in una sorta di ribellione, di scelta morale, si chiudono nell'ermetismo e nel disimpegno
sociale e politico. Per il bisogno di un ritorno all'ordine in seguito alla crisi ed all'inquietudine i poeti
si esprimono nel mensile "La Ronda", diretto da Vincenzo Cardarelli dal 1919 al 1922, in 34
fascicoli. Nel prologo della rivista "Prologo in due parti", Cardarelli esprime le frustrazioni, le
problematiche vissute dai poeti ed il loro bisogno di tornare alla tradizione. È un manifesto
differente di quello del Futurismo, il quale cerca innovazione; nella "Ronda si ricerca l'ordine e la
tradizionale prosa dei classici (ad esempio Leopardi). È l'espressione dell'isolamento di un artista
sprezzante nei confronti delle masse e del conformismo, che rifiuta il romanzo (ritenuto
commerciale) e il Futurismo, esaltando la prosa lirica ed il frammentismo vociano ("La voce" era la
rivista precedente la "Ronda" pubblicata prima della guerra), una prosa che tende alla poesia,
frammenti lirici che trovano finitezza in un macrotesto, uniti ad altre prose, incomplete se isolate.
Raggiungimento del modello del versetto biblico di Witman. L'artista è considerato superiore alle
masse.
Nel 1950 Ungaretti commemora i duemila anni di Virgilio con la raccolta "La Terra
Promessa" (precedentemente chiamata "Frammenti di una Terra Promessa"). Commemora il
Virgilio delle "Georgiche" de dell' "Eneide" come pretesto per la celebrazione del regime fascista (la
prefazione è infatti di Benito Mussolini), dell'autarchia, della romanità e dell'Italia, intesa appunto
come la terra promessa. Il personaggio di Enea, destinato a raggiungere l'Italia, è l'emblema della
romanitàà, è come un Cristo ante litteram caratterizzato dalla PIETAS, valore precristiano e punto
fermo della retorica fascista. Sebbene Enea sia il centro della raccolta, non viene mai nominato,
come del resto