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DELLO SPETTACOLO
Scienze e Tecnologie della Comunicazione Università
degli Studi di Ferrara, A.A. 2012/2013
a cura di Marta Pellizzi 3
Indice
INTRODUZIONE
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1. L’EDIFICIO TEATRALE NELLA GRECIA ANTICA 3
2. L’EPOCA ROMANA E GLI ANFITEATRI 3
3. VITRUVIO: IL SUO CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEI TEATRI ANTICHI 5
4. L’ASSENZA DEL TEATRO NEL MEDIOEVO 5
5. IL CLASSICISMO RITROVATO NEL RINASCIMENTO 6
6. L’EDIFICIO TEATRALE TRA LE MERAVIGLIE DEL BAROCCO 7
7. IL LUOGO TEATRALE CONTEMPORANEO 9
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INTRODUZIONE
Ho deciso di passeggiare nel tempo per ritrovare in tutte le sue forme l’edificio teatrale. Dalla
lontana Grecia antica fino al contemporaneo edificio teatrale. Un lungo susseguirsi di eventi storici,
di civiltà diverse, di concezione del luogo teatrale, ne hanno fatto cambiare la sua importanza e
rilevanza col passare del tempo.
La nascita del teatro, seppur con estrema complessità, si può attribuire alla civiltà greca del V
secolo a.C. Nonostante la storia del teatro sia molto più vasta, dirompente e necessariamente varia,
la nostra contemporaneità vuole approfondire ciò che più da vicino ci tocca e tende a restringere il
campo alle forme teatrali occidentali, tralasciando forse anche il rilevante teatro degli altri
continenti.
Le origini del teatro si ritrovano negli antichi riti religiosi ed in effetti nella Grecia antica del V
secolo, la tragedia nasce proprio dai riti in onore del dio del vino, Dioniso. Dunque una stretta
connessione vi è tra la religione ed il teatro, connessione che forse viene meno per i latini che
assimilano non in tutto le forme teatrali nei secoli successivi alle origini.
Il teatro che vive nella civiltà, che più o che meno racconta la storia dell’umanità e che attraverso di
essa vive. Un’importante forma di comunicazione, un’arte che per anni è stata fonte di
insegnamento e momento di aggregazione, che poco o tanto è stata qualcosa per la vita di qualcuno.
Un tempo ed un luogo, senza di essi non vi sarebbe teatro.
Proprio il luogo teatrale e nello specifico l’edifico teatrale, verranno descritti di seguito, attraverso
una cronologia essenziale e descrizioni semplificate che non pretendono di essere esaustive. 5
1. L’EDIFICIO TEATRALE NELLA GRECIA ANTICA
L’edificio teatrale della Grecia antica è il luogo dove agiva il Coro e gli attori, che erano
generalmente tre. Nel secolo V a.C., il luogo teatrale per la cultura greca era una sorta di complesso
ricavato da un pendio naturale ove venivano poste delle gradinate (cavea o koilon) posizionate a
formare un semicerchio. Il semicerchio di gradinate abbracciava a metà il coro, che a livello terra,
in uno spazio circolare, sostava; tale parte era detta orchestra. Alle spalle dell’orchestra e di fronte
alla cavea (koilon) vi era la skené, un edificio rettangolare di legno con tre porte (due laterali) che
serviva ai cambi dell’attore, che fungeva anche da scenografia e da mezzo per attuare effetti speciali
come ad esempio il posizionamento di scale nascoste che consentivano all’attore di trovarsi in varie
parti della skené.
A dividere la skené dal koilon vi erano due passaggi detti parodoi, mentre tra l’orchestra e la skenè
vi era una pedana (in legno o pietra) per gli attori chiamata logèion.
I materiali usati per la costruzione dei teatri, dapprima mobili e poi stabili, erano il legno e la pietra.
Le gradinate nei teatri inizialmente erano formate da panche di legno, solo dopo, con i teatri stabili,
ogni elemento è divenuto di pietra.
Tra gli innumerevoli teatri dell’epoca
classica ve ne sono due che meritano
particolare attenzione. Uno è il Teatro
di Dioniso ad Atene (nella figura a
fianco), che è il teatro greco più antico
che risale al 544 a.C. L’altro teatro,
quello meglio conservato, è il Teatro di
Epidauro del 350 a.C.; esso poteva
contenere fino a 12.300 persone.
2. L’EPOCA ROMANA E GLI ANFITEATRI
Il modello del teatro greco si ripropone nell’epoca romana con una sostanziale innovazione che non
sfrutta più il naturale pendio. Si tratta di una struttura a gallerie che osservata da fuori assumeva
l’aspetto di una serie di arcate ad ordini sovrapposti.
Questa modalità di costruzione consentiva di edificare teatri ovunque, a differenza dei greci che per
le loro costruzioni teatrali ricercavano nello specifico zone con un terreno in pendenza che bene si
prestavano al posizionamento del koilon.
L’orchestra invece, che era di forma circolare, si trasforma qui divenendo un cerchio a metà. Anche
la sckené cambia. Si chiamava così scaenae frons la skené modellata, divenuta più ampia, più
maestosa che possedeva più piani. Tra l’orchestra e la scaenae frons vi era il palcoscenico rialzato
chiamato proscaenium; esso era lateralmente delimitato da due quinte (parascaenia). Proprio in un
solco, ai piedi del palcoscenico vi era un sipario di stoffa che scompariva ad ogni inizio di
spettacolo, il cosiddetto aulaeum, inventato proprio dai romani. 6
Il primo teatro in pietra a Roma risale al 55 a.C., si tratta del Teatro di Pompeo. Notevoli e
spettacolari anche il Teatro di Orange (Francia) e il Teatro di Sabratha (Libia).
Il Teatro di Marcello invece, in parte conservato, è il teatro più monumentale che conteneva fino a
20.000 persone; voluto dall’Imperatore Augusto risale al I secolo a.C.
La religione, che è stata la fonte per il teatro tragico greco, viene meno in quello latino. La
spettacolarità domina, attrae e coinvolge i sensi ed è proprio in questo che potremmo appoggiare la
concezione di nuovi edifici, gli anfiteatri.
L’anfiteatro (teatro doppio) è un’arena ove gli spettatori siedono tutt’intorno, dove non esiste
palcoscenico e dove si possono accogliere molte migliaia di persone. Gli anfiteatri erano di forma
ellittica e raggiungevano dimensioni stravolgenti.
Gli anfiteatri accoglievano tutto ciò che era spettacolarità, dalle esecuzioni fino ai combattimenti
crudi e sanguinosi tra gladiatori. L’impiego di armi, macchine da guerra e addirittura di animali
feroci era molto comune. Il pubblico godeva di questi spettacoli. Esso veniva separato dall’area
dove avvenivano i combattimenti da reti metalliche che venivano alzate all’inizio dello spettacolo.
Tali spettacoli si protraevano per molte ore, o addirittura giorni. Inoltre, gli anfiteatri avevano un
velario, che serviva a riparare il pubblico dal sole e dalla pioggia.
I primi combattimenti tra gladiatori risalgono al 264 a.C., da questo momento sono decine gli
anfiteatri che si costruiscono. In Italia abbiamo l’Anfiteatro di Verona (o Arena di Verona del 30
d.C.) che è quello meglio conservato e che tutt’oggi viene utilizzato per spettacoli di musica
leggera.
Il più noto degli anfiteatri è invece il Colosseo (anche detto Anfiteatro Flavio) costruito a Roma
nell’80 d.C. per ordine dell’Imperatore Vespiniano (si veda la figura in basso). L’architetto che lo
ideò è sconosciuto, ma la monumentale opera fu costruita con l’utilizzo di mattoni, cementizi,
travertino e marmo ed è di straordinaria grandezza, i diametri esterni sono infatti 188x156 metri. La
precisione, i decori di alto livello e la raffinatezza si pensano siano derivati da personale
specializzato e ben pagato che lo costruì. Il Colosseo poteva contenere fino a 50.000 persone ed
ospitava ogni tipo di spettacolo, specie le cacce di animali e i combattimenti tra belve – tigri,
coccodrilli, rinoceronti - o tra gladiatori. 3. VITRUVIO: IL SUO
CONTRIBUTO ALLA
CONOSCENZA DEI
TEATRI ANTICHI
Marco Vitruvio Pollione
nasce nell’80 a.C. e muore
all’età di cinquantasette
anni, nel 23 a.C. Lui,
architetto prima che
scrittore, è ritenuto il primo
teorico dell’architettura.
A Vitruvio, teorico romano,
si attribuisce l’aver
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trasformato l’architettura in un qualcosa di scritto:
esso ha infatti, oltre ad aver analizzato macchine
belliche perché ingegnere nel campo e aver scritto
delle dimensioni del corpo umano, ha preso
coscienza delle opere architettoniche e ne ha
descritto tutto ciò che era possibile. Il suo lavoro è
stato fonte e tutt’ora è fonte per gli specialisti del
settore. Anche Leonardo Da Vinci accinse dalle
informazioni sulle proporzioni del corpo umano
creando il famoso disegno a matita e inchiostro detto
Il Vitruviano (o Uomo Vitruviano) del 1490 (si veda
il disegno in alto).
Rilevante e di importanza unica è il trattato De
Architectura scritto in latino dal Vitruvio intorno al
30-20 a.C., suddiviso in dieci libri. Per l’edificio
teatrale è importante il contenuto del libro V, che
tratta di edifici pubblici e della struttura teatrale.
4. L’ASSENZA DEL TEATRO NEL MEDIOEVO
Dalla persecuzione di Nerone fino all’Editto di tolleranza di Costantino (313 d.C.), i cristiani come
la Chiesa sono i punti cardine per capire l’evoluzione del fenomeno teatrale e la non presenza di
edifici nelle epoche successive alla fine dell’Impero Romano (476 d.C.).
Sebbene i teatri e gli anfiteatri vennero costruiti, dopo la fine dell’Impero Romano d’Occidente, la
Chiesa incominciò un’aspra sfida al fenomeno teatrale. Siamo dunque nel Medioevo, di certo gli
spettacoli sanguinosi e cruenti non sono più tollerabili; la spettacolarità è un vizio e il teatro (e gli
attori) rappresentano il diavolo. Infatti in tutti questi secoli non si costruiscono più teatri e il
fenomeno teatrale si affievolisce, anzi, il tutto cade in malora.
Seppur da un lato abbiamo una Chiesa che opera per l’allontanamento del teatro dall’altro lato, con
l’evoluzione e molto tempo, abbiamo una spettacolarizzazione delle prediche che dà il via al teatro
religioso. Dunque, la mancanza di edifici specifici nel periodo Medievale c’è, ma comunque ci
sono minimi allestimenti che permettono al dramma liturgico di procedere. Dapprima abbiamo,
nelle chiese stesse, piccoli palchetti con tendaggi chiamati sedes o mansions (scena multipla), poi
invece il teatro – nel tardo Medioevo - passa al di fuori della chiesa per spopolare nelle piazze con
le Rappresentazioni Sacre. Le Rappresentazioni Sacre proseguiranno anche nel Rinascimento con
l’allestimento di minime scenografie.
5. IL CLASSICISMO RITROVATO NEL RINASCIMENTO
La fine del Medioevo (1492) sancisce per l’Italia la riscoperta del classicismo, dunque di tutto il
patrimonio greco e latino. Vi è la riscoperta dei testi di Plauto e Terenzio e della tragedia greca,
dapprima recitati in lingua originale e poi tradotti.
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