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avvenimenti. La famiglia Cerchi acquistò a Firenze una sontuosa magione situata presso quella dei
Donati, famiglia di antica nobiltà, di cui il principale rappresentante era Corso. Per l'invidia di
quest'ultimo nacque inimicizia con i Cerchi. I sostenitori dell'uno e dell'altro si costituirono in 2
parti, rispettivamente chiamate dei Neri e dei Bianchi, tra le quali scoppiarono varie contese e ci fu
la zuffa della vigilia di San Giovanni del 1299.
Scoperta una congiura per colpire i Bianchi, ci fu la cacciata dei Neri, ma Corso Donati con l'aiuto
di Bonifacio VIII rientrò a Firenze e il pontefice chiese Carlo di Valois, fratello del re di Francia, di
intervenire come “paciaro”, con l'intenzione di estendere la propria egemonia su Firenze. Valis entrò
a Firenze e i Bianchi vennero cacciati.
Manca l'illustrazione del vizio della gola e il solo personaggio che funge da exemplum non si
sofferma minimamente sulla sua colpa. Riguardo allo stile, come per la lussuria il punto di
riferimento ero stato la lingua cortese, lo stile si mantiene su un piano elevato, prendendo a
riferimento l'Eneide per quanto riguarda la figura di Cerbero e suggerisce il modo di placarlo con un
boccone. Il canto si caratterizza per il suo tema politico: alcuni commentatori antichi ritengono che
l'introduzione dell'argomento politico sia dovuta alla personalità di Ciacco in quanto “uomo
pratico” perchè frequentatore dei ricchi convivi dell'alta società.
Il valore simbolico del peccato di gola è che esso è sinonimo di mollezza e rilassatezza dei costumi,
e una delle principali cause della rovina delle città. Il sui contrario la Sobrietà, caraterizza invece
l'età dell'Oro e dell'antica Roma. Cioè i tempi di concordia sociale.
Di qui la diagnosi politica del poeta che individua le cause della rovina di Firenze proprio nella
corruzione dei costumi.