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CANTO X
Legenda:
Già son levati: “già sono sollevati” e quindi non occorre aprirli;
• nessun guardia face: nessuno impedisce ai dannati di uscire;
• 16-18: poiché le tombe resteranno aperte a lungo e perchè qui sono gli epicurei, si darà
• presto soddisfazione qui dentro, nel sepolcro, alla domanda che è stata posta di potere di
vedere qualcuno, e anche al desiderio intuito da Virgilio, di incontrare Farinata;
21: non solo di fronte al messo celeste, ma anche presso l'Acheronte;
• d'ubidir disideroso: desideroso di rispondere alla domanda di Farinata, piuttosto che alla
• raccomandazione di Virgilio: Dante vuole far conoscere al suo interlocutore i propri illustri
natali in risposta al suo sdegno;
47: “a me e alla mia famiglia” cioè alla mia parte, ovvero quella Ghibellina;
• 48: tanto fieramente nemici che non è bastata una sola volta, ma due volte, ho dovuto
• sconfiggerli mandandoli in esilio;
do'gne parte: dai vari luoghi d'esilio ove erano stati dispersi;
• l'una e l'altra fiata: nel 1251 dopo la battaglia di Figline e nel 1266, dopo la battaglia di
• Benevento;
quell'arte: di ritornare in città, essendo ancora banditi nel 1300;
• la vista: l'apertura del sepolcro;
• un'ombra: Cavalcante Cavalcanti, padre di Guido;
• cieco carcere: inferno, perchè buio e abitato da ciechi;
• mio figlio: cioè Guido Cavalcanti;
• 62-63: Virgilio mi conduce attraverso l'inferno forse a chi Guido disprezzò, cioè a Beatrice;
• letto: metafora per “sepolcro”;
• 79-80: non trascorreranno 50 mesi: la profezia rinvia al maggio del 1304, quando i Bianchi
• sperarono di rientrare grazie ai buoni uffici del cardinale di Niccolò Da Prato ma in seguito i
Bianchi furono sconfitti alla Lastra;
98: il futuro;
• 99: comportamento opposto, perchè non vedono le cose presenti;
• conoscenza: la conoscenza deriva dall'intelletto;
• del futuro... la porta: cioè dopo la fine del mondo, quando finirà il tempo e sussisterà un
• perpetuo presente; e con la porta del futuro saranno chiusi anche gli avelli;
il secondo Federico: Federico II di Svevia;
• Il cardinale: Ottaviano degli Ubaldini;
• raggio: sguardo.
•
Commento
Ancora nel sesto cerchio: gli eretici. Il sepolcro degli epicurei: Farinata degli Uberti e Cavalcante
Cavalcanti. La preveggenza dei dannati e la loro incapacità di conoscere il presente. Altri epicurei
custoditi nella tomba: l'imperatore Federico II di Svevia e il cardinale Ottaviano degli Ubaldini.
Il peccato dell'eresia consiste nel dissenso rispetto alla fede, cioè alla dottrina della Chiesa, dovuto a
una personale interpretazione delle scritture ed è quindi un atto di presunzione e superbia.
L'elemento che caratterizza la colpa è la pervicacia, quella di coloro che rifiutano la correzione e
continuano a professare le loro errate opinioni. I peccatori sono puniti all'interno di tombe più o
meno infuocate, a seconda della gravità dell'eresia seguita, contenenti ciascuna una setta con i
relativi iniziatori. Delle numerose sette eretiche presenti Dante dedica un cenno a quella dei seguaci
della dottrina monofisita di Acacio e prende in considerazione solo quella degli epicurei. La loro
dottrina è riassunto dal poeta nella negazione dell'immortalità dell'anima.
Mentre le anime dei beati tutto conoscono perchè vedono direttamente in Dio, quelle degli eretici,
per una sorta di presbiopia, hanno notizia del presente solo grazie alle anime nuove arrivate ma in
compenso hanno la capacità di prevedere il futuro.
Il primo personaggio con cui Dante viene in contatto e Farinata, della nobile famiglia degli Uberti,
capoparte dei ghibellini. Egli fu condannato per eresia e le sue spoglie più quelle della moglie
vennero non seppellite ma bruciate. Vinse i guelfi nel 1248, con l'aiuto delle forze dell'imperatore
Federico II e li esiliò. Dopo essere anch'esso stato esiliato inferse una sconfitta ai fiorentini a
Montaperti, castello situato nei pressi di Siena. Egli si oppose inoltre al partito che voleva radere al
suolo la città.
Il colloquio con Farinata è interrotto da Cavalcante Cavalcanti, padre del poeta Guido.
Nel sepolcro degli epicurei sono custoditi anche l'imperatore Federico II di Svevia e il cardinale
Ottaviano degli Ubaldini.