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Didattica e progettazione (G. Messetti)
Capitolo 1: LAVORARE PER PROGETTI
1.1 IL PROGETTO
Il progetto (dal latino “gettare avanti”) è un’impresa complessa, unica, di durata,
per raggiungere uno o più obiettivi, in un percorso di pianificazione e controllo, con
(Archibald).
vincoli di costi e benefici
+ risorse e limiti, responsabilità e delega, work breakdown structure
(scansione delle attività).
PROJECT CYCLE MANAGEMENT (PCM): Capacità di leggere il territorio Capacità di
ideare progetti rispondenti alle necessità del territorio/servizio Capacità di farsi
accettare e finanziare il progetto
I modelli della progettazione:
- M. lineari-sequenziali: logica di lavoro algoritmica (navigatore satellitare).
Caratt. da: precisazione dei percorsi e traguardi, aderenza, razionalità, controllo.
Critiche: i bisogni educativi non sono sempre subito chiari, la definizione degli
obiettivi va revisionata sulle risposte del target, non coinvolgere i beneficiari
provoca meno motivazione.
- M. della Progettazione Partecipata: logica di lavoro basata sull’empowerment
di gruppo, che implica valorizzazione ma anche responsabilità (amici in vacanza).
Caratt. da: condivisione e coinvolgimento degli stakeholder nella progettazione,
adattabilità. Critiche: difcile gestione delle relazioni, rischio di dispersione e
dilatamento della tempistica.
- M. di Ricerca-Azione o Euristici: esasperazione del secondo modello, non v’è
percorso ne meta precisa ma tutto si costruisce in corso d’opera (Avventura nel
mondo).
Il Team di progetto/attuazione (TdP)
- Capacità di cooperare, Flessibilità, Efcienza e efcacia
- Assunzione condivisa di responsabilità
- Istituto della delega (presa in carico di interventi di afdare a singoli o
sottogruppi).
- Documentazione dell’attività: per
1. Mantenerne memoria in chiave formativa (archivio)
2. Gestione amministrativa
3. L’azione di monitoraggio e verifica
4. La comunicazione e pubblicizzazione del progetto.
1.2 LE FASI DELLA PROGETTAZIONE
1. L’analisi dei bisogni
Studio del contesto e delle condizioni, di gap analysis (analisi dello scarto tra la
situazione presente e il cambiamento che si vorrebbe conseguire) ma anche di
comparazione dei costi previsti con quelli che si dovrebbero comunque afrontare
lasciando lo status quo (es. ragazzi devianti).
Prevede l’Identificazione (di possibili stakeholder, dati necessari, fonti e degli
strumenti di raccolta); la raccolta delle informazioni e la determinazione dei bisogni.
Strumenti per la raccolta dei dati: le testimonianze autorevoli, il questionario, il
Focus Group (con moderatore e osservatore), l’intervista, l’osservazione.
La formalizzazione dei dati in tabelle o grafici (es. grafico ad albero, mappe
concettuali).
2. La definizione degli obiettivi
Indicare i cambiamenti che si intendono realizzare. Buono identificare prima
l’obiettivo generale (scopo globale) e poi relativi obiettivi e sotto-obiettivi (spesso
correlati ai bisogni e sotto bisogni).
OG: descrizione sintetica dello scopo che si intende raggiungere con il progetto,
esprime una situazione che rappresenta una vasta gamma di cambiamenti
OS: esprime in modo chiaro le conoscenze, le abilità e le competenze che si
vogliono far acquisire. Gli obiettivi specifici devono essere:
- Espressi con un verbo che indichi un’azione
- Rilevanti
- Realizzabili
- Osservabili/misurabili
- Chiari e precisi
3. La pianificazione del processo: chi fa cosa, come e quando
Esplicita: metodi (come si ritiene di operare), attività (cosa fare), luoghi e tempi
(diagramma di Gant).
Utile usare la Work Breakdown Structure (WBS): strumento che consente la
scomposizione analitica del lavoro da svolgere e la sua rappresentazione, non
meccanico ma ipotesi di organizzazione flessibile. Una buona WBS risponde a criteri
di:
- Completezza e essenzialità, evidenziazione aspetti focali
- Definizione degli obiettivi, attività e strumenti di controllo
- Facilita la comprensione
- Individua punti di forza/debolezza e possibili percorsi alternativi
4. La definizione del budget (Bilancio preventivo e conto consuntivo)
5. Presentazione del progetto
Quality frame per accertare l’accettabilità di un progetto:
- Rilevanza: livello di risposta del progetto ai bisogni
- Fattibilità: correttezza e la congruità della progettazione
- L’efficacia e la buona gestione: garanzie sui benefici attesi che emergono dal
progetto
Esempio di un bando: Esempio di formulario o struttura di un
1. Presentazione e Area progettuale progetto:
2. Criteri di ammissibilità; Criteri 1. Nome cooperativa e info
qualitativi e di priorità nella 2. Titolo
3. Origine e motivazione
valutazione 4. Destinatari e modalità di
3. Selezione e valutazione (chi e individuazione
procedure) 5. Obiettivi
4. Condizioni di finanziamento e 6. Attività: modalità, descrizione delle
erogazione attività
5. Modalità di rendicontazione richiesta 7. Rete dei soggetti e volontari coinvolti
6. Monitoraggio in itinere 8. Divulgazione, innovazione
7. Pubblicizzazione del progetto 9. Sistema di monitoraggio e
8. Presentazione dei progetti (info) valutazione
6. Il lancio e l’attuazione
7. Verifica (monitoraggio in itinere) e Valutazione(retrospettiva)
Utili gli Indicatori o Ovi (Objectively Verifiable Indicators): segnalatori in grado di
dare informazioni circa l’efettivo raggiungimento degli obiettivi. Devono essere
SMART:
- Specific (espressamente relativi ai singoli obiettivi)
- Measurable
- Available (disponibili a costi accettabili)
- Relevant (rilevanti rispetto all’informazione che si vuole ottenere)
- Time-bound (utilizzabili nei tempi compatibili)
8. La chiusura del progetto
Report finale che dà senso e costituisce una panoramica del lavoro svolto e risultati
conseguiti.
- Descrive l’esito finale e i singoli risultati
- Parere degli utenti e stakeholter
- Descrive tempi e dà il conto consuntivo
- Valuta la performance del team; i Punti di forza/debolezza
- Ripercorre il progetto, specificando variazioni
Capitolo 3: LAVORARE “CON” I GRUPPI E “NEI” GRUPPI
3.1 IL GRUPPO: DEFINIZIONI
Il gruppo è un insieme di individui che interagiscono influenzandosi reciprocamente e
che condividono interessi, scopi, caratteristiche e norme comportamentali.
Definizione di Kurt Lewin: totalità dinamica caratterizzata dalla interdipendenza.
Coesione di gruppo: 2 dimensioni coinvolte
1. Dimensione operativa: attività, valori e obiettivi comuni fanno da collante sociale
2. Dimensione socio-relazionale: processo di socializzazione e comunicazione che
sviluppa aspettative ruoli, regole del gruppo.
Il ciclo vitale di un gruppo (il modello di Tuckman, 1977).
5 stadi di sviluppo:
1. FORMING fase di FORMAZIONE del gruppo attraverso comportamenti che
favoriscono l’accettazione. Comportamenti e vissuti: Lieve tensione ed alte
aspettative, Valutare la situazione (“annusamento”), Dipendenza dal leader, Desiderio
di stabilizzarsi.
2. STORMING fase dei CONFLITTI:
- Socializzazione: man mano che si sviluppa l’accettazione si crea un senso di
fiducia e migliorano i livelli di aggregazione e coesione, la comunicazione
diviene più fluida
- Conflitto: cominciano le ostilità perché i bisogni dei membri si scontrano fra
loro, si strutturano i ruoli, la distanza/vicinanza tra i membri
3. NORMING fase NORMATIVA. Negoziazione delle regole e delle linee direttive del
gruppo; si attenuano i conflitti, c’è coesione e scambio, consolidamento afettivo dei
rapporti