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PUBBLICITA’
- nuove concessionarie pubblicitarie
- la pubblicità diventò più aggressiva e attenta all’impatto con il pubblico
- ’90 advertainment: i diversi spot sono organizzati quasi in termini seriali, si
assiste ad una finzionalizzazione del messaggio
Tipologie:
- sociali (di sensibilizzazione, proposte dallo Stato)
- commerciali: Jacopo Volpato Pag. 18
di prodotto
di brand (mettere in mostra la marca)
di responsabilità sociale (es. olio di palme/ consumo sano delle merendine
accompagnato a un frutto / pan di stelle con finanziamento su cioccolato
prodotto in alcuni Paesi dell’Africa)
CONVENZIONE STATO – RAI
26 gennaio 1952
Punti chiave:
- concessione di 20 anni
- obbligo di trasferire la direzione generale a Roma
- trasferimento all’IRI della maggioranza delle azioni Rai
- Rai proprietaria degli impianti tecnici di trasmissione e diffusione, che
all’estero erano dello Stato
- massiccia presenza nel Cda di rappresentanti ministeriali
- aliquota pubblicitaria al max 5% e conferma della Sipra
- conferma del canone riscosso tramite gli uffici di registro
1956 e 1958 tentativo di intaccare il monopolio
1960 Corte costituzionale invita la Rai alla pluralità di pensiero
Nel 1972 scade la concessione alla Rai ma non c’è nessun’altra legge a sanare
quella precedente
Pasolini scrive una critica sulla televisione, definita come uno strumento
“livellatore”. La tv è da lui descritta come autoritaria e repressiva. Lancia infine
l’invito ai dirigenti della televisione a promuovere il consumo alla lettura e ai
libri in modo libero.
ORDINE DI SERVIZIO 376 DEL 1969
Bernabei tenta di trasformare profondamente i vertici Rai. L’organigramma
viene dilatato all’inverosimile con la duplicazione di strutture inesistenti. (es.
Bernardi che aveva il ruolo di coordinatore generale dei settori amministrativi è
eliminato e sostituito da L. Piccioni, Beretta, Vasari nominati vicedirettori
generali ma senza ottenere il potere di coordinamento che viene accentrato
nelle mani di Bernabei – direttore generale).
Processi di lottizzazione (esclusione dei comunisti) Jacopo Volpato Pag. 19
(es. programmi radiofonici ad Antonelli (socialista), programmi culturali a
Fabiani, licenziato dal tg; spettacolo a Romanò (democristiano avanzato) ma
programmi musicali, varietà e speciali a DC e prosa e sceneggiati a PSI)
Il gruppo aziendale fu tranciato per lasciare più spazio alle differenti anime
politiche.
1969 Dimissioni di Granzotto che si rifiuta di firmare l’ordine di servizio.
26/11
1969-1975 (Slide su Cellulare, ricopiare)
A partire dal ’75 vi è una maggiore concorrenza per la Rai, grazie ad alcuni
imprenditori che interpretano la legge in modo particolare.
Vi sono due differenti strumentazioni per la televisione, quella via Cavo (che
all’inizio sembrava la migliore) e quella via Etere. La Tv via Cavo sembrava
essere la migliore per i costi abbordabili ed il rapporto uno ad uno con il
pubblico, più limitato e identificabile.
Nella posticipazione della convenzione Rai-Stato vi è la nascita delle TV Locali,
la più famosa è sicuramente Telebiella con Beppo Sacchi dirigente, con
formazione Rai. L’esperienza, comunque, è brevissima, un anno. Telebiella
divenne la prima tv extra-Rai a produrre Telegiornali. Infatti, le apparecchiature,
i giornalisti e quant’altro venivano caricati su un furgoncino ed il telegiornale
veniva montato nel viaggio di ritorno.
La maggior parte di queste televisioni hanno portata limitata, a diffusione
locale. Esse si muovono in un vuoto legislativo dovuto al Monopolio Rai.
Oltre ai competitor italiani, quelli locali, ne emergono alcuni esteri. Questo
veniva considerato come pericoloso, dato il movimento di capitali,
apparecchiature e personale, verso l’estero.
I due principali competitor erano Tele Capodistria e la Radio Televisione della
Svizzera Italiana. Esse trasmettevano a colori, nonostante la Rai fosse già
pronta a trasmettere in questo modo.
Nel 1974 viene ottenuta la possibilità di abbattere i ripetitori, tuttavia
successivamente venne stabilito di dover concedere un rimborso alla RTSI, data
la sentenza iniqua.
Una delle più grandi iniziativa fu quella di TeleMalta, un’emittente straniera
tutta italiana. L’editore Rizzoli stipula un accordo con il governo maltese, per la
produzione di un’emittente italiana che tenta dapprima di raggiungere la
Sicilia, e successivamente almeno Roma con il segnale. L’investimento iniziale
fu di 2 miliardi, fino ad un potenziale di 16. Questo capitale doveva essere
Jacopo Volpato Pag. 20
investito nel potenziamento delle infrastrutture maltesi per poter raggiungere
la penisola italiana. Inizialmente, venivano destinate 3 ore per il pubblico
italiano e vi era un notiziario alle 17.30 grazie al Corriere della Sera. Inoltre,
stanti le leggi maltesi, non vi è la convenzione con la SIPRA e vi è la possibilità
di avere nuovi investitori pubblicitari. A causa di accordi non conclusi con il
governo maltese, non vi è una vera e propria trasmissione.
Oltre alla sentenza precedentemente citata, vengono emesse delle altre
sentenza per quanto riguarda la via Cavo e quella via Etere. Tuttavia, la
televisione via Cavo venne giudicata troppo lenta sul suolo italiano e gli
spettatori fidati vengono costretti a cambiare metodo di ricezione e/o le società
trasmettenti in questo modo vengono acquisite da altre aziende.
Nel 1975, con la legge 103, vi è la riforma Rai.
1. Rai resta una S.P.A. che passa sotto il controllo del Parlamento
2. La pubblicità non supererà il 5% dell’emesso, con concessione sempre a
SIPRA
3. La diffusione dei programmi su scala nazionale resta allo stato,
nonostante l’apertura pluralistica di Rai
4. Vi è la possibilità di Reti Televisive via Cavo locali, con un bacino di
utenza che non può superare i 150 mila abitanti
5. Le Tv Straniere possono trasmettere in Italia a meno che non disturbino il
segnale Rai e non raccolgano pubblicità in territorio italiano
6. Concorrenza tra Primo e Secondo canale, con la nascita del Terzo nel
1978
Data la liberalizzazione del mercato televisivo entrano in gioco dei nuovi
editori:
Gli editori, avendo i loro interessi prettamente nella carta stampata,
conoscevano già i gusti del pubblico, un pubblico diverso da quello Rai e
diversificato al suo interno
Rizzoli con TeleMalta nel 1976 e con Pin nel 1980-81. Rizzoli rimane nella
televisione con l’acquisizione di CineRiz e con l’acquisizione di Costanzo
dalla Rai, che divenne il volto del Talk Show
Rusconi con Circuito Italia 1 nel 1982. Si parla di circuito data
l’acquisizione di più reti locali, per avere un Network diffuso su scala
nazionale. Vi è l’acquisizione di una Library Paramount, per la
trasmissione su scala nazionale di film/serie. La library venne pagata a
caro prezzo, tuttavia le prime visioni vennero esaurite nel corso di 3-4
mesi e questo portò ad un flop nei mesi a seguire. A seguito del forte
indebitamento Rusconi fu costretto a vendere a “ Sua Eminenza (come fu
chiamato da Aldo Grasso) “ , Berlusconi.
Inoltre, acquistano i diritti per i cartoni animati giapponesi, non ancora
trasmetti sul suolo italiano abituato ai cartoons d’oltreoceano. La
concessionaria della pubblicità non è propria, interna, ma esterna
Jacopo Volpato Pag. 21
Mondadori nel 1982 con Retequattro, che all’inizio aveva un carattere
distintivo differente da quello attuale. La raccolta pubblicitaria è data a
due concessionarie esterne. I programmi sono nazionalisti, con la
presenza di giornalisti quali Biagi, Costanzo e Freccero.
Nel 1982 vi è un accordo con ABC e TV Globo, data la scarsa possibilità di
produzione.
Rai, negli anni precedenti, compra i diritti per la serie Tv Dynasty, ma non
comprendendo la cronosequenza di una Soap Opera (le puntate venivano
trasmesse in ordine casuale) li rivende a Retequattro che riesce ad avere
un maggiore successo. Mondadori fu costretta, a seguito di una lotta di
ascolti, a vendere a Berlusconi che l’acquistò a basso prezzo
Berlusconi iniziò la sua attività come imprenditore Edile, successivamente
spostò i propri interessi all’editoria ed in seguito alla televisione. La sua prima
esperienza fu quella di Telemilano, nel 1974 e successivamente con Reteitalia
nel 1979. Vennero create delle società per la produzione dei programmi
(Videoprogram) e Reteitalia per l’acquisto e la distribuzione. La raccolta
pubblicitaria fu affidata ad una concessionaria interna, la Publitalia ’80. Non
essendoci alcun canone, il canale televisivo non aveva introiti, ma l’unica
società ad essere in attivo era la Publitalia ’80. Questa strategia gli permise di
aver una costante produzione televisiva e la possibilità di stipulare accordi. I
programmi nativi erano di scarso pregio e considerati solamente come
riempitivi per alcune fasce orarie. Un esempio è sicuramente “ Il Pranzo è
Servito “, che aveva trasmissione quotidiana e con durata decennale.
A seguito dell’acquisizione di Circuito Italia 1 a basso prezzo, vi è anche
l’ottenimento degli accordi precedentemente stipulati. Questi accordi, con ABC
e Tv Globo, vennero ampliati con altre reti americane quali Cbs e Nbs.
A causa della impossibilità di intaccare il monopolio Rai, fu copiato il sistema
americano.
Il palinsesto era il medesimo per tutte le reti locali (circuito), ma per non
intaccare il monopolio Rai ed il limite a 150000 spettatori, veniva sfalsato di
qualche minuto. Solamente nel 1984, dieci anni dopo la liberalizzazione del
1974, venne stabilito che questa diffusione è illegale. Tuttavia, poiché vi è un
impiego massiccio di forza lavoro, vi è il decreto salva private-Craxi del
20/10/1984. Nel 1985 vi è un nuovo oscuramento delle reti private, ma
immediatamente bloccato da un decreto bis.
Quando fu aperta l’asta per il Mundialito la Rai si mosse con estrema lentezza
con lo scopo di ridurre l’esborso. Berlusconi a questo punto compra i diritti in
esclusiva. Nonostante questo, vi è la necessità dell’acquisto di satelliti per la
trasmissione. A quel punto, Berlusconi chiese l’utilizzo dei satelliti alla Rai, che
gli nega la possibilità. Anche il Ministero delle Poste, a cui Berlusconi si rivolse
per costringere Rai a dover concedere i satelliti, gli nega questa possibilità.
Rai venne messa così in crisi dalla pubblicità fatta alla rete berlusconiana che
fu costretta a chiedere a Berlusconi i diritti del Mundialit