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SQUILIBRIO FINANZIARIO PERDITE ECONOMICHE INSOLVENZA
Approccio transizionale
Postulato: "l'innovazione continua come unicavia per il successo aziendale"
Le aziende continuamente ricercano e riformulano la propria strategia competitiva, intervenendo sulla propria catena del valore.
Le aziende sono "perennemente in crisi".
Approccio "entity based"
Impostazione "ibrida": qualunque approccio va riferito alla specifica realtà aziendale osservata.
L'analisi delle cause, i modelli di misurazione e previsione, la scelta della strategia di risanamento richiedono una profonda conoscenza dello stato dell'azienda, delle sue fonti di vantaggio competitivo e della concorrenza.
Osservazione del declino "localizzato" presso i fattori critici di successo dell'azienda: risanamento non come generalizzato ridisegno della catena del valore ma "mirato".
Opzioni di risanamento nell'approccio Entity
based:- Risanamento interno (risorse dell'impresa e degli stakeholders interni)/crisi non manifesta/interventi industriali-finanziari;
- Coinvolgimento stakeholders esterni (crisi manifesta);
- Coinvolgimento dell'autorità giudiziaria o amministrativa (attuazione di procedure giudiziali-concorsuali di risanamento)/crisi conclamata e non altrimenti risolvibile.
DISPENSA N.11. Note sul concetto di disfunzione e di crisi
"L'analisi della letteratura di riferimento sulla crisi d'impresa evidenzia come il concetto di crisi sia stato diffusamente e variamente definito. La maggior parte delle definizioni incorporano terminologie derivanti dall'osservazione delle modalità attraverso le quali la crisi d'impresa si rende manifesta. Ne sono esempi l'uso del termine crisi per indicare condizioni aziendali caratterizzate da tensioni di liquidità, insolvenza, dissesto, ecc. In tali casi, la crisi è sinonimo della"
incapacità dell'azienda di far fronte alle proprie obbligazioni. In altri casi, il termine crisi è impiegato per indicare condizioni aziendali caratterizzate da declino delle performance, assenza di profitti, mancanza di economicità. In tale prospettiva la crisi è interpretata come il risultato di un processo gestionale negativo determinato da un continuo deterioramento delle condizioni di redditività dell'impresa e del collegato equilibrio finanziario-patrimoniale. Altri lavori invece, prevalentemente riconducibili nel filone di studi di management, nel definire il concetto di crisi si sono focalizzati sugli aspetti caratterizzanti il fenomeno. La crisi è stata così definita come "situazione contraddistinta da forte incertezza le cui cause ed i cui effetti sono sconosciuti", "evento che ha bassa probabilità di verificarsi ma che può minacciare la sopravvivenza dell'azienda", "situazione che".concede poco tempo di risposta", "condizione che genera un dilemma decisionale sul processo di cambiamento necessario". "..........spostare il focus di analisi sul significato del termine. A tal fine, appare allora proficuo derivare il concetto di crisi dalle condizioni di funzionalità che qualificano il fenomeno aziendale, ossia osservando i meccanismi attraverso i quali i "sistemi aziendali" entrano in crisi"."........L'utilizzo dell'approccio sistemico consente di porre in rilievo alcune fondamentali condizioni di funzionalità aziendale utili all'analisi e alla comprensione del concetto di crisi nella prospettiva sopra indicata. Specificatamente, rispetto ai nostri fini, assumono rilevanza i seguenti aspetti:- i collegamenti e le interrelazioni che avvincono le componenti del sistema azienda;
- il perseguimento di condizioni durevoli di equilibrio economico dinamico;
- il carattere di "istituto"
Qualificare l'esistenza o meno dell'equilibrio economico (e dunque che giustifica l'esistenza dell'azienda e l'assenza di crisi): l'equilibrio economico deve dunque essere accertato rispetto al tempo, ossia deve qualificarsi come condizione capace di proiettare nel futuro le condizioni di esistenza dell'azienda. Ne consegue che la valutazione dello stato di crisi rispetto all'esistenza delle condizioni di equilibrio economico dovrà basarsi su una ricerca prospettica e non rivolta al solo tempo attuale".
Così, di fronte ad una eventuale perdita di capacità reddituale, appalesata attraverso una riduzione dei flussi economici sul piano storico, nei processi di diagnosi tesi ad accertare e a valutare eventuali fenomeni di patologia aziendale in atto, non possono trovare applicazione unicamente tecniche e metodologie di analisi di andamento delle performance economico-reddituali basate sul dato storico.
Le informazioni da esse ottenute andranno ulteriormente valutate in un'ottica prospettica. La considerazione dell'elemento temporale conduce quindi a circoscrivere ancora di più la fenomenologia della crisi d'impresa; essa infatti può schematicamente essere ricondotta nell'ambito delle due seguenti ipotesi: - quando non vi è una condizione di equilibrio economico e le prospettive future non indicano una possibile inversione di tendenza entro un termine ritenuto adeguato; - quando sussistono condizioni attuali di equilibrio economico ma si percepisce che entro un determinato intervallo di tempo saranno perse. 2. Le cause della crisi d'impresa. Premesso che le osservazioni sviluppate nel precedente paragrafo dovrebbero condurre all'accoglimento di un approccio secondo il quale la crisi trae origine da un rapporto di reciproca influenza tra forze interne ed esterne, i criteri generalmente adottati per.individuano quando le cause che le generano provengono da fattori esterni all'impresa, come ad esempio cambiamenti nel mercato, crisi economiche o politiche, cambiamenti normativi, concorrenza agguerrita, ecc. Le crisi di origine interna, invece, si verificano quando le cause che le generano sono interne all'impresa, come ad esempio problemi di gestione, errori strategici, mancanza di competenze o risorse, conflitti interni, ecc. Il grado di controllabilità e prevedibilità da parte del management può essere valutato attraverso due approcci: - Approccio oggettivo: in questo caso, la crisi è considerata controllabile e prevedibile in base a indicatori oggettivi, come ad esempio dati finanziari, indicatori di performance, analisi di mercato, ecc. - Approccio soggettivo: in questo caso, la crisi è considerata controllabile e prevedibile in base a valutazioni soggettive del management, come ad esempio intuizioni, percezioni, esperienze passate, ecc. Di seguito è riportato uno schema che presenta in modo integrato i principali approcci utilizzati per classificare le tipologie di crisi rispetto ai due criteri sopra indicati: Approcci alla individuazione delle tipologie di crisi: - Crisi di origine esterna e controllabile oggettivamente - Crisi di origine esterna e controllabile soggettivamente - Crisi di origine esterna e non controllabile - Crisi di origine interna e controllabile oggettivamente - Crisi di origine interna e controllabile soggettivamente - Crisi di origine interna e non controllabile In ogni fenomeno di crisi, concorrono cause interne ed esterne di diversa tipologia. Pertanto, sarà possibile qualificare una crisi come di tipo interno o esterno o di tipo oggettivo o soggettivo solo rispetto alla valutazione del peso e del ruolo di ciascuna di esse. Ciascuna tipologia di crisi aziendale si caratterizzerà per avere una connotazione prevalente rispetto ad uno dei caratteri sopraindicati come originari. Le crisi di origine esterna si individuano quando le cause che le generano provengono da fattori esterni all'impresa, come ad esempio cambiamenti nel mercato, crisi economiche o politiche, cambiamenti normativi, concorrenza agguerrita, ecc. Le crisi di origine interna, invece, si verificano quando le cause che le generano sono interne all'impresa, come ad esempio problemi di gestione, errori strategici, mancanza di competenze o risorse, conflitti interni, ecc. Il grado di controllabilità e prevedibilità da parte del management può essere valutato attraverso due approcci: - Approccio oggettivo: in questo caso, la crisi è considerata controllabile e prevedibile in base a indicatori oggettivi, come ad esempio dati finanziari, indicatori di performance, analisi di mercato, ecc. - Approccio soggettivo: in questo caso, la crisi è considerata controllabile e prevedibile in base a valutazioni soggettive del management, come ad esempio intuizioni, percezioni, esperienze passate, ecc. Di seguito è riportato uno schema che presenta in modo integrato i principali approcci utilizzati per classificare le tipologie di crisi rispetto ai due criteri sopra indicati: Approcci alla individuazione delle tipologie di crisi: - Crisi di origine esterna e controllabile oggettivamente - Crisi di origine esterna e controllabile soggettivamente - Crisi di origine esterna e non controllabile - Crisi di origine interna e controllabile oggettivamente - Crisi di origine interna e controllabile soggettivamente - Crisi di origine interna e non controllabile In ogni fenomeno di crisi, concorrono cause interne ed esterne di diversa tipologia. Pertanto, sarà possibile qualificare una crisi come di tipo interno o esterno o di tipo oggettivo o soggettivo solo rispetto alla valutazione del peso e del ruolo di ciascuna di esse.rafici. Le crisi settoriali, invece, sono legate a specifici settori dell'economia e possono essere causate da fattori come la concorrenza, l'innovazione tecnologica o la saturazione del mercato. Le crisi ecologiche sono invece generate da problemi ambientali, come l'inquinamento o lo sfruttamento delle risorse naturali, che possono influenzare negativamente l'operato delle aziende. Infine, le crisi catastrofiche sono eventi imprevisti e di grande portata, come terremoti, alluvioni o incidenti industriali, che possono causare danni significativi alle aziende. È importante che le aziende siano consapevoli di queste diverse tipologie di crisi e adottino strategie adeguate per affrontarle e minimizzarne gli effetti negativi.