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Segni e sintomi tardivi
• Ematuria intermittente
• Accentuazione della pollachiuria
• Presenza di frammenti neoplastici nell’urina
• Coliche renali, idronefrosi
• Dolore pelvico
• Edemi agli arti inferiori
• Sintomi da compressione rettale
• Priapismo neoplastico
Diagnosi
Ecografia percutanea o transrettale
Cistoscopia
Urografia
Cistografia per via retrograda
Stadiazione
TC addome e pelvi
Scintigrafia ossea TNM
Decorso
• Diffusione locale: può essere in senso
accrescitivo o in profondità verso gli strati
profondi dell’organo e verso l’esterno.
• A seconda della sede del tumore interessa il
collo vescicale, la prostata, le vescicole
seminali, la parete anteriore della vagina, il
retto, i tessuti pelvici, il peritoneo
retrovescicale.
• Per via linfatica: LFN della catena otturatoria,
iliaci interni, iliaci esterni.
• Per via ematica: polmone (24%), fegato
(21%), scheletro (6%).
Decorso
• La velocità di crescita delle neoplasie vescicali
è estremamente variabile.
• Esistono forme che rimangono confinate alla
vescica per mesi o anni e forme che si
propagano rapidamente ai linfonodi e agli
organi pelvici.
• Le forme papillari hanno crescita lenta, le
forme indifferenziate hanno ritmo di crescita
rapido.
• I papillomi, pur essendo a basso grado di
malignità tendono a recidivare, i carcinomi
papillari, dopo resezione, recidivano nel 45-
70% dei casi.
• Più alta è la frequenza delle recidive, più alta è
la probabilità di invasività.
Fattori di rischio
Screening
Nessuno degli esami di sreening ha un
valore assoluto, essi tuttavia sono utili
quando danno risultati positivi nei pz ad
evevato grading.
• Esame delle urine
• Citologia urinaria
• Citofluorimetria a flusso
Strategia terapeutica
• Un trattamento corretto richiede la definizione
di una serie di variabili: la sede, il tipo
istologico, il grado di malignità, lo stadio
clinico e patologico, la multicentricità nel
tempo e nello spazio.
• Si definiscono superficiali le neoplasie Tis, Ta
e T1
• Si definiscono invasive le forme T2, T3 e T4.
• Le modalità di trattamento attualmente
disponibili, singolarmente considerate,
permettono di curare solo una minoranza dei
casi.
• Poiché nessuna terapia sembra essere
migliore delle altre, le potenzialità di
guarigione sembrano dipendere dalla
attuazione di interventi combinati.
Chirurgia
• E’ il trattamento di scelta nelle forme localizzate,
ma rappresenta uno strumento palliativo utile
anche nelle forme avanzate.
• La chirurgia transureterale (TUR) rappresenta il
mezzo terapeutico principale nelle neoplasie di
piccole dimensioni, non infiltranti la
sottomucosa e di basso grado, anche se non
mette al riparo da recidive.
• I limiti di questo intervento sono la
multicentricità ed il rischio di resezione
incompleta, soprattutto nelle forme che infiltrano
la sottomucosa (T1).
• Alla TUR va sempre associata una terapia
adiuvante con instillazione endovescicale di
sostanze ad azione antitumorale che si è
dimostrata efficace nel prevenire le recidive e
nell’aumentare l’intervallo libero da malattia.
• E’ indispensabile un attento follow up dopo TUR.
Chirurgia
• La cistectomia radicale consiste, nell’uomo,
nell’asportazione della vescica con il tessuto
adiposo perivescicale, della prostata, delle
vescicole seminali ed, in casi particolari,
dell’uretra; nella donna è prevista anche
l’asportazione dell’utero, degli annessi, della
parte anteriore della vagina e dell’uretra.
• Alla resezione va sempre associata la
linfoadenectomia pelvica che secondo alcuni
ha solo un ruolo nella stadiazione, secondo
altri avrebbe anche un significato curativo in
quanto la prognosi dei pz. sarebbe
influenzata dalla accuratezza e
dall’estensione della linfoadenectomia.
Chirurgia
• L’intervento radicale trova indicazione in tutte le
forme che infiltrano lo strato mucolare e ad
elevato grading, primitive o secondarie a forme
superficiali, nelle forme papillari globali anche
se non infiltranti, in caso di carcinoma in situ
non altrimenti asportabile, in casi di recidive
ripetute e ravvicinate nel tempo.
• La cistectomia semplice può essere effettuata
per finalità palliative (controllo dell’ematuria, di
altri sintomi vescicali o per risolvere
un’ostruzione uretrale bilaterale).
• La diversione urinaria rappresenta il
completamento della cistectomia radicale e può
essere effettuata in diversi modi: uretero-
cutaneostomia, uretero-enterostomia, uretero-
ileo-cutaneostomia, neovescica continente.