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ATLETICA LEGGERA
CORSA: Preatletismo: Con il termine preatletismo molto spesso indichiamo quello
generale, cioè una serie di esercitazioni che sviluppano la forza a carico naturale in
età giovanile, favorendo lo sviluppo armonico ed equilibrato e creando i presupposti
muscolari per un corretto apprendimento della tecnica.
preatletismo specifico
Per vanno invece intese esercitazioni che hanno un rapporto
più diretto con la corsa, collegate allo sviluppo della tecnica: tra queste le andature,
che sviluppano le capacità coordinative, la flessibilità, la forza etc.
Nelle andature è fondamentale l’uso dei piedi e la sensibilità si acquista con esercizi
appropriati possibilmente a piedi nudi. Con una (a dire il vero un po’ artificiosa)
suddivisione possiamo distinguere:
1 -Andature prevalentemente per la sensibilità propriocettiva (su avampiedi e talloni,
rullate piede ecc...)
2 -Andature prevalentemente coordinative (corsa laterale, lat. incrociata, ginoc.alte ecc..)
3 -Andature prevalentemente condizionali (balzi a rana, ginocchia al petto ecc...)
4 -Andature prevalentemente tecnico-specifiche ( corsa ampia, doppio appoggio e
superamento ostacolo ecc...)
Ritmo e velocità. Il ritmo e la velocità di corsa sono influenzati da due parametri che
sono la frequenza e l’ampiezza del passo. Fra questi due parametri c’è
interconnessione poiché a velocità elevate, la diminuzione o l’aumento dell’uno
corrisponde all’aumento o alla diminuzione dell’altro. A seconda delle necessità, si
presenta l’esigenza di incrementare o l’uno o l’altro parametro in modo tale da trovare
il miglior compromesso fra i due e sviluppare la maggiore velocità possibile. l’
ampiezza del passo è maggiormente condizionata dalla muscolature flessoria delle
gambe e dalla mobilità delle anche sul rachide, e la muscolatura estensoria condiziona
principalmente la frequenza.
Altre esercitazioni specifiche per le gare di velocità possono essere considerate:
Corsa in salita, Corsa con traino, Corsa con cinture zavorrate.
CORSA VELOCE: è legata perlopiù a caratteristiche genetiche ma può migliorare
parzialmente con un allenamento specifico.
Velocità non significa rapidità! : si può essere rapidi in un certo gesto senza però essere
degli ottimi sprinter; esistono quindi caratteristiche specifiche di ogni disciplina legate alla
rapidità.
3 fattori da osservare per la velocità:
- tempo di reazione ad uno stimolo
- Velocità di esecuzione di un singolo movimento
- Frequenza del movimento in un’unità di tempo
Più aumenta la velocità più aumenta l’ampiezza e frequenza dei passi ( V= FxA ).
Fasi della tecnica di corsa:
- fase di volo
- Fase di appoggio
- Fase di spinta
Fasi della corsa veloce:
- partenza
- Accelerazione
- Fase lanciata (massima velocità)
- Mantenimento della velocità
Per le corse dei 100 metri il sistema energetico è quello anaerobico alattacido. Per le
corse dei 400 metri il sistema energetico è anaerobico lattacido ( 25 mmol di lattato circa )
PARTENZA DAI BLOCCHI: si misurano due piedi dalla linea di partenza e il piano
anteriore del blocco e un piede tra i due blocchi.
Al comando “ai vostri posti”:
- braccia poste verticalmente in appoggio al suolo
- Ginocchio posteriore a terra che sopravanza il piede anteriore di 15/25 cm
Al comando “pronti”:
- sollevamento del bacino
- Apertura fra coscia e gamba di 90º per l’arto anteriore e 135° per l’arto posteriore.
STAFFETTA 4X100 E 4X400: il passaggio del testimone va effettuato solo nella zona di
cambio. Se il passaggio avviene fuori dalla zona di cambio la squadra è squalificata.
Zona pre-cambio: i frazionisti successivi hanno a disposizione 10 metri di rincorsa.
Zona di cambio: lunga 20 metri, il cambio va svolto entro questa zona.
CORSA OSTACOLI: gli ostacoli non devono essere superati con un salto ma con un
veloce passo di corsa.
Fasi:
1- fase di attacco
2- fase di superamento della barriera
3- fase di atterraggio
4- fase di ripresa della corsa
La distanza di attacco dell’ostacolo è solitamente 2/3 mentre quella di atterraggio è 1/3.
Tra la partenza e il primo ostacolo si eseguono solitamente 8 passi. L’ostacolista è
solitamente alto e longitipo.
GARE FONDO E MEZZOFONDO:
Mezzofondo veloce: 800m e 1500m
Mezzofondo prolungato: 5.000m, 10.000m, 3000 siepi, cross
Fondo: maratona, 1/2 maratona
PROVE MULTIPLE:
Maschili: decathlon (100m, salto in lungo, getto del peso, salto in alto, 400m, 110hs,
disco, salto con l’asta, giavellotto, 1500m)
Femminili: eptathlon ( 100hs, salto in alto, getto del peso, 200m, salto in lungo,
giavellotto, 800m)
Le capacità coordinative sono la base per lo sviluppo della tecnica per le prove multiple:
- capacità di combinazione
- Capacità di orientamento
- “ “ di differenziazione
- “ “ di equilibrio
- “ “ di reazione
- “ “ di trasformazione
- “ “ di ritmizzazione
SALTO IN LUNGO: fasi:
1) rincorsa : accelerazione fino allo stacco
2) Stacco: si crea componente velocità verticale e si minimizza la perdita di quella
orizzontale
3) Volo: coordinazione braccia e gambe per mantenere l’equilibrio
4) Chiusura: atterraggio
Rincorsa: l’obiettivo della rincorsa è quello di far raggiungere all’atleta la velocità più alta
possibile compatibile con una corretta azione di stacco. L’avvio può essere effettuato da
fermo o in movimento (2-4 passi) mentre la lunghezza varia in funzione dell’età, sesso e
velocità. Generalmente si parte da un massimo di 10-12 passi per giovani principianti fino
a 20-22 per atleti evoluti. Si consiglia di far saltare i principianti liberamente senza la
paura di fare salti nulli; successivamente si lavora sulla precisione. La velocità deve
essere la più elevata possibile e negli ultimi appoggi prima dello stacco (6 negli atleti
evoluti) la frequenza dei passi aumenta. Durante la corsa le ginocchia devono stare alte
per effetto del rimbalzo dei piedi a terra, busto in linea e bacino “attivo” sul piano
sagittale.
Stacco: obiettivo dello stacco è quello di creare una componente di velocità verticale con
la minima perdita di velocità orizzontale. Caratteristiche tecniche:
- il piede di stacco è attivo e veloce con movimento “griffato”
- Il contatto del piede avviene di tutta pianta
- Tempo di stacco ridottissimo
- Coscia dell’arto libero portata in posizione orizzontale (femore parallelo al terreno)
- Articolazioni di caviglia, ginocchio e anche si estendono completamente
La didattica dello stacco viene fatta con passi o brevi rincorse con superamento di over e
ostacoli nella buca.
Volo: obiettivo della fase di volo del salto in lungo è coordinare i movimenti delle braccia,
gambe e tronco per mantenere l’equilibrio. Esistono 3 differenti tecniche di volo:
- veleggiato
- Raccolto
- Passi in aria
Chiusura (atterraggio): l’obiettivo è di ridurre al minimo la perdita di misura raggiunta.
Caratteristiche tecniche:
- prima di toccare la sabbia i piedi sono paralleli
- Tronco piegato in avanti
- Le braccia vengono spinte verso il basso-dietro
- Le anche vengono portate avanti sul punto di contatto con il terreno
- L’atterraggio viene fatto prima con i talloni
SALTO TRIPLO: fasi:
- rincorsa
- Hop: balzo successivo, 35% della distanza globale
- Step: balzo alternato, 30% della distanza globale
- Jump: salto con chiusura, 35% della distanza globale
Per chi salta con il piede destro la successione dei passi è DX-DX-SX. Per chi salta con il
piede sinistro la successione è SX-SX-DX.
Rincorsa: l’obiettivo della rincorsa è far raggiungere all’atleta la più elevata velocità
possibile compatibile con l’azione di stacco. La lunghezza della rincorsa varia da 10
appoggi per i principianti a 20-22 appoggi per atleti d’élite. La velocità aumenta
progressivamente.
Hop: è la fase più delicata perché l’atleta deve creare i presupposti tecnici e di forza per
effettuare un altro balzo efficace. Hop deve coprire la giusta distanza con una parabola
radente e la minima perdita di velocità orizzontale.
Step: balzo che realizza una lunghezza vicina al 30% della distanza totale con una
parabola radente e buona velocità orizzontale.
Jump: fase simile allo stacco del salto in lungo. L’obiettivo è arrivare a questa fase con la
minor perdita di velocità orizzontale per effettuare uno stacco dinamico con angolo
ottimale di centro di massa.
La buona riuscita di ciascuna fase dipende dalla corretta esecuzione tecnica della fase
che la precede. Per la chiusura del salto triplo valgono gli stessi principi del salto in lungo.
SALTO IN ALTO: la totalità degli atleti di oggi effettuano il superamento dell’asticella con
la tecnica “fosbury”. 4 fasi del salto in alto:
- rincorsa
- Stacco
- Volo
- Atterraggio
Rincorsa: il suo obiettivo non è quello di raggiungere elevati valori di velocità, ma di
ottenere una velocità ottimale in funzione della massima efficacia dello stacco.
Solitamente gli atleti utilizzano 6-10 passi. La prima parte della corsa è rettilinea mentre la
seconda è curva (4-5 passi), dove il corpo dell’atleta si inclina sul piano frontale in
relazione alla sua velocità e raggio di curvatura abbassando il centro di massa.
Stacco: momento fondamentale del salto, la cui efficacia è caratterizzato dal piegamento
ed estensione dell’arto di stacco in combinazione con oscillazione degli arti liberi. Da
questi 2 movimenti dipende l’altezza del centro di massa. In questa azione circa la metà
della velocità orizzontale viene assorbita dall’arto di stacco e trasformata in velocità
verticale. Il punto di stacco e la lunghezza della parabola sono determinati dall’angolo di
volo, altezza da superare e direzione di traiettoria di volo.
Volo: la fase di volo è caratterizzata da 3 movimenti rotatori attorno agli assi del corpo. Il
primo è per portare l’atleta con il dorso parallelo all’asticella, il secondo per consentire il
ribaltamento nell’azione di valicamento e il terzo per completare il raddrizzamento e
proseguire nel valicamento. La tecnica di valicamento è diversa nei vari atleti e dipende
da caratteristiche morfologiche, dinamiche e di agilità.
Atterraggio: terminato il valicamento, l&