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TIPOLOGIE DI DISABILITÀ

 FISICO-MOTORIE:

Lesioni midollari

o Lesioni cerebrali

o Les Autres

o

 INTELLETTIVO-RELAZIONALE:

Ritardo mentale

o Sindrome di Down

o Sindrome dello spettro Autistico

o

 SENSORIALI:

Non vedenti

o Ipovedenti

o Sordi

o

LE CLASSIFIACAZIONI FUNZIONALI

Le classificazioni funzionali si basano sul gesto tecnico che svolge l’atleta ed una parte della valutazione

viene eseguita direttamente sul campo di gara.

Scopo: integrare atleti con disabilità diverse ma con uguali abilità funzionali

DISABILITÀ FISICO-MOTORIE

 Sono patologie che colpiscono la muscolatura volontaria e sono causate da eventuali incidenti

traumatici o

 mutilazioni, ma prevalentemente da lesioni o malattie del sistema nervoso.

 Se il danno è di origine centrale (midollo spinale ed encefalo) causa paralisi spastiche, atetosiche o

atassiche.

* La sclerosi multipla, ad esempio, è una malattia del sistema nervoso centrale caratterizzata da lesioni

sclerotiche (dal greco skérosis: indurimento) nell ’ encefalo e nel midollo spinale, che dà luogo ad alterazioni

della mobilità e dell’equilibrio.

 Se il danno è di origine periferica (nervi spinali e cranici) causa paralisi distrofiche, malattie

caratterizzate da alterazioni trofiche e funzionali del tessuto muscolare.

DISABILITÀ FISICO-MOTORIE: LE LESIONI MIDOLLARI

 La tetraplegia o quadriplegia è una paralisi del dorso e di tutti e quattro gli arti conseguente a un trauma

o a una malattia.

 La paraplegia è una paralisi parziale o completa degli arti inferiori e della porzione inferiore del corpo,

con lesione del midollo al livello dorsale o lombo-sacrale.

LA DISABILITÀ VISIVA

 La classificazione per gli atleti con disabilità visiva, infatti, è ancora un sistema prettamente medico e le

categorie paralimpiche, pertanto, si applicano indistintamente per tutti gli sport (anche se le

denominazioni

 delle categorie, ossia le varie sigle, possono differire).

 Le classificazioni paralimpiche generali per la disabilità visiva sono divise in tre gruppi:

B1: atleti con bassissima o assente percezione visiva della luce in entrambi gli occhi; con una

o percezione che non consente di riconoscere la forma di una mano, a qualsiasi distanza o direzione

(ciechi totali);

B2: atleti con bassa percezione visiva, con capacità di riconoscere oggetti o contorni, con un residuo

o visivo non superiore a 2 sessantesimi e/o campo visivo non superiore a 5°gradi (ipovedenti gravi);

B3: atleti con la più alta acuità visiva e/o un campo visivo di meno rispetto al raggio di 20 gradi. B3:

o acuità visiva compresa tra 2 e 6 sessantesimi o un campo visivo da 5° gradi a 20° gradi, facendo uso

della migliore correzione possibile (ipovedenti lievi).

DEFICIT VISIVO

 In Italia la legge 138 del 2001 ha definito la classificazione delle differenti minorazioni visive

distinguendo i ciechi e gli ipovedenti in base alla acuità visiva (visus) e all’ampiezza del campo visivo

(la porzione di spazio che l’occhio è in grado di vedere davanti a sé).

Il campo visivo in una persona normovedente è di 180

CATEGORIE PARALIMPICHE NELLA DISABILITÀ INTELLETTIVA

 Per quanto riguarda la disabilità intellettiva, le categorie paralimpiche non seguono le regole finora

descritte ma, piuttosto, un criterio definito “Eleggibilità” ed inoltre, per favorire una competizione alla

pari, la distinzione non viene fatta in base al grado della disabilità ma solo a livello sportivo-agonistico

 Al fine di essere dichiarato eleggibile e quindi poter svolgere l’attività agonistica, l’atleta viene

sottoposto a due valutazioni, seguendo i principi stabiliti dall’INAS (The International Federation for

sport for para-athletes with an intellectual disability) e successivamente quelli dell’IPC

(International Paralympic Committee), per gli sport da esso riconosciuti; e che consistono nella:

Diagnosi della disabilità intellettiva.

o Valutazione dell’impatto che ha la disabilità nella pratica della specifica disciplina.

o

Tre criteri diagnostici fondamentali del Ritardo Mentale:

1.un QI uguale o inferiore a 70;

2.un carente funzionamento adattivo;

3.un esordio prima dei 18 anni

 La valutazione dei suddetti requisiti è di competenza della FISDIR,

 Federazione Italiana Sport Disabili Intellettiva e Relazionale. La classificazione (eleggibilità) è attribuita

dall’INAS sulla base delle valutazioni condotte dai classificatori della FISDIR. Successivamente viene

fatta un’ulteriore valutazione da parte dell’IPC per tutte le discipline da esso riconosciute, che permette

agli atleti con disabilità intellettiva di far parte di una “Master List” e competere con gli atleti delle altre

federazioni. Anche in questo caso i test sono due:

Valutazione cognitiva: viene effettuato un test del quoziente intellettivo ed uno a livello adattivo

o in ambito sociale, comunicativo, in attività pudiche e fisiche.

Valutazione Tecnica: viene calcolato il risultato della prima valutazione in base alla disciplina

o sportiva scelta. PARTI MANCANTI DEI VARI PDF

I SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE

PERCHÉ CALSSIFICARE

 Stabilire un linguaggio comune per migliorare la comunicazione

 Permettere un raffronto dei dati fra:

 Paesi

 discipline sanitarie

 servizi

 periodi

 Fornire uno schema di codifica sistematica per i sistemi informativi sulla salute

LE PRINCIPALI CLASSIFICAZIONI IN AMBITO SANITARIO

 ICD - OMS

CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE (INIZI ‘900)

 ICD-10 - OMS

DECIMA REVISIONE DELLA CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE SINDROMI E

DEI DISTURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI (1992)

 DSM-5

MANUALE DIAGNOSTICO DEI DISTURBI MENTALI-A.P.A. (2013)

IL DSM-5 e l’ICD-10: sistemi diagnostici a confronto

I SISTEMI NOSOGRAFICI

I SISTEMI NOSOGRAFICI L’ICD

 La classificazione internazionale delle malattie e dei problemi relativi alla salute classificazione

internazionale delle malattie e dei problemi relativi alla salute (ICD) è attualmente il sistema adottato a

fini epidemiologici e statistici dalla maggior parte degli Stati membri dell ’ Organizzazione Mondiale

della Sanità (OMS).

 Lo scopo principale dell’ICD è quello di consentire la registrazione, l’analisi ed il confronto sistematico

dei dati sulla morbilità e sulla mortalità raccolti in differenti paesi

 Nell’ICD-6 (1946) per la prima volta una sezione specifica dedicata ai disturbi psichici.

 Le due successive revisioni della classificazione, l’ICD-7 (1955) e l’ICD-8 (1965), non presentavano

significative differenze nella struttura di base

STORIA DELL’ICD-10

 Nel 1976, l’ICD-9 17 sezioni di cui quella relativa ai disturbi psichici comprendeva trenta categorie

diagnostiche principali (290-319)

 Dal 1º gennaio 1993 l’ICD-10 21 capitoli che coprono l’intera area della pratica medica.

 Il sistema di codifica è basato su codici a tre elementi (A00-Z99), di cui il primo, una lettera (A-Z),

indica il capitolo corrispondente, mentre gli altri due (01-99) sono relativi alle categorie diagnostiche

principali, a loro volta suddivise da altre due cifre in specifiche sindromi o disturbi

I DISTURBI PSICHIATRICI NELL’ICD-10

I SISTEMI NOSOGRAFICI. STORIA DEL DSM

 Il DSM-I (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders), pubblicato nel 1952 primo tentativo di

classificazione sistematica dei disturbi mentali da parte dell ’American Psychiatric Association (APA),

proposto in alternativa alla “Sezione Malattie Mentali” dell’ICD-6 del 1946

 

DSM-II (1968) abolizione del termine “reazione”

 DSM-III (1980) introduzione di specifici criteri diagnostici per ciascun disturbo mentale e adozione di

un sistema multiassiale di classificazione

IL DSM

Il DSM-IV è il prodotto della cooperazione di 13 gruppi di lavoro (task force)

Il processo di revisione volto alla messa a punto del DSM-IV ha compreso tre fasi:

1. Revisione della letteratura clinica e di ricerca pubblicata

2. Rianalisi degli insiemi di dati raccolti

3. Sono state condotti 12 field trials in 70 centri negli Stati Uniti e all’estero (6.000 pazienti) al fine di

mettere a confronto i criteri diagnostici proposti per il DSM-IV con i criteri del DSM-III-R e

dell’ICD-10 e valutarne l’attendibilità e la validità

APPROCCIO ATEORICO NEL DSM-IV-TR

 Il modello di riferimento esplicito del DSM IV-TR, cosiddetto “ateorico” , è un modello in cui vengono

utilizzati prevalentemente i dati descrittivi o “obiettivi” (cioè verificabili da più osservatori).

 L’approccio “ateorico” si intende riferito essenzialmente alla eziologia dei disturbi, a meno che questa

non sia chiaramente dimostrata.

 L’approccio cosiddetto “ateorico” del DSM-IV-TR ha lo scopo di:

1) Migliorare le pratiche di ricovero.

2) Innalzare l’attendibilità delle diagnosi.

3) Favorire la diffusione del manuale presso operatori di diversa tendenza.

ORGANIZZAZIONE DEL DSM-IV-TR. La suddivisione multiassiale

Un sistema multiassiale comporta la valutazione su diversi assi, ognuno dei quali si riferisce ad un diverso

campo di informazioni che può aiutare il clinico nel pianificare il trattamento e prevedere l’esito.

La classificazione multiassiale del DSM-IV-TR comprende cinque assi:

 Asse I: Disturbi Clinici/Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica

 Asse II: Disturbi di Personalità/Ritardo Mentale

 Asse III: Condizioni Mediche Generali

 Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali

 Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento

IL DSM-5

Nuova edizione del DSM, usata da clinici e ricercatori per diagnosticare e classificare i disturbi mentali, è il

prodotto di più di 10 anni di sforzi da parte di esperti internazionali specializzati nel campo della salute

mentale. Questo manuale, che crea un linguaggio comune per i clinici coinvolti nella diagnosi dei disturbi

mentali, include concisi e specifici criteri che vogliono facilitare un'oggettiva valutazione dei sintomi in una

varietà di setting clinici.

LE PRINCIPALI CLASSIFICAZIONI IN AMBITO SANITARIO

 ICIDH OMS 1980

CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MENOMAZIONI, DELLE DISABILITA’ E

DEGLI HANDICAP

 ICIDH-2 OMS 1997

CLASSIFICAZIONI DELLE MENOMAZIONI DELLE ATTIVITA’ PERSONALI E DELLA

PARTECIPAZIONE SOCIALE

 ICF OMS 2001

CLASSSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA D

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
43 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fabiana011505 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria, tecnica e didattica dell'attività motoria preventiva e dell'attività motoria adattata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Battaglia Giuseppe.