Riassunto esame TTD Preventiva e Compensativa, prof. Bucci
Anteprima
ESTRATTO DOCUMENTO
Esercizi correttivi nella LORDOSI LOMBARE
Nelle LORDOSI dovute alle tipiche posizioni viziate che i ragazzi assumono
abitudinariamente o che sono conseguenza di un compenso in seguito ad
atteggiamento cifotico dorso, è importante attuare una correzione di tipo
PSICOMOTORIO cioè, oltre a tenere conto degli eser. di trofismo m.addominali,
si propone anche di cancellare gli schemi posturali errati, sostituendoli con
nuove e più composte abitudini motorie.
Gli eser.correttivi svolgono una efficace azione sulle LORDOSI di tipo
PARAMORFICO:
- LORDOSI dovuta a ipotonia m.addominali esercizi vanno a ripristinare il
trofismo addominale
- LORDOSI dovuta a contrattura m.spinali eser. correttivi vanno ad
eliminare contrattura.
Minore è l’efficacia in quelle DISMORFICHE in seguito agli ostacoli di natura
meccanica.
SPONDILOLISTESI come conseguenza di una LORDOSI LOMBARE (+
frequenti dislocazioni vert.)
Per SPONDILOLISTESI si intende uno scivolamento verso l’addome di un
CORPO VERT. sull’altro, in seguito a SPONDILOLISI (frattura ARCO
VERTEBRALE (solitamente L5) in seguito ad azione a “tenaglia” PROCESSI
ARTIC. INF. – SUP. rispettivamente della VERTEBRA SOPRASTANTE –
SOTTOSTANTE).
Solitamente la SPONDILOLISTESI si verifica nell’infanzia – pubertà, x poi
stabilizzarsi intorno 20°-25° anno, ed è estremamente rara nell’adulto. È
un’affezione che si verifica in chi pratica sport, soprattutto di alto livello. Nella
maggior parte dei casi la SPONDILOLISTESI è dovuta ad una frattura arco
vertebrale che avviene nel corso della vita, solo in rari casi è dovuta a
malformazione congenita.
La SPONDILOLISTESI può essere favorita da un cedimento legamentoso
dovuto a IPERLORDOSI LOMBARE o essere la responsabile del cedimento
legamentoso (leg.longitudinale anteriore).
Si possono distinguere 2 gradi di spondilolistesi:
SPONDILOLISTESI poco spostata è stabile e si ha uno scivolamento
modesto (solo raramente si hanno casi di aggravamento). Il
consolidamento spondilolistesi è possibile mediante immobilizzazione
con corsetto x 1-3mesi. Il trattamento chinesiologico va integrato
alle azioni terapeutiche dell’att.sportiva.
SPONDILOLISTESI molto spostata più rara e si incontra nello
sportivo di alto livello (chi pratica sci, calcio, sollevamento pesi, arti
marziali). Possibile ulteriore scivolamento vertebrale. Necessario
intervento chirurgico x ridurre scivolamento. Att.chinesioterapica
post-operatoria, sarò una rieducazione classica, favorendo all’inizio eserc.
di isometria.
Conseguenze spondilolistesi dolori lombosacrali in seguito strozzatura
MS – iperlordosi in seguito ad aumento slittamento vertebrale.
Valutazione grado SPONDILOLISTESI: METODO MEYERDING
Si effettua su radiografia:
La superficie del CORPO S1 viene diviso in 4 segmenti.
1. Si identificano 5 punti che vengono numerati da 0 a 4, tralasciando il
2. primo il quale corrisponde all’angolo postero-sup CORPO S1.
Si traccia una perpendicolare alla linea ideale che congiunge quei
3. punti all’angolo postero-inferiore CORPO L5.
Se: Linea cade su punto 1 SPONDILOLISTESI 25%
Linea cade su punto 2 SPONDILOLISTESI 50%
Linea cade su punto 3 SPONDILOLISTESI 75%
Linea cade su punto 4 SPONDILOLISTESI 100%
Trattamento CHINESIOLOGICO spondilolistesi
Considerando che nell’adolescente lo scivolamento può aumentare, dobbiamo
cercare di fermarlo o se possibile ridurlo. A tal proposito sembra ideale una
ginnastica addominale, purché eseguita con lo scopo essenziale di
RADDRIZZARE LORDOSI e seguendo la massima cautela e tutti gli accorgimenti
del caso (contrazioni concentriche – angolo di partenza favorevole – carico
ridotto – ecc). Attraverso la ginnastica addominale, si andrà ad aumentare
trofismo e accorciamento m.addominale, svolgendo un ruolo di
contenimento e limitando indirettamente l’ulteriore scivolamento della V.
verso avanti. In qualche caso potrà anche favorire la risalita.
ANCA
L’anca viene mantenuta in posizione grazie alla: forma cavità cotiloidea –
inclinazione collo femore – azione muscoli – presenza legamenti.
Se uno di questi elementi va ad essere variato, si determina una
malformazione dell’ANCA.
Misura malformazione ANCA con ANGOLO DI HILGENREINER
Una malformazione che si può riscontrare nell’anca può essere ricondotta
all’assetto CAVITA’ COTILOIDEA, la quale si può misurare attraverso
l’ANGOLO DI HILGENREINER angolo formato dalla base cavità cotiloidea
– tangente al tetto cotiloideo (img.pag.78) e x avere una situazione di
normalità dell’anca, deve essere compreso tra 5°-30°.
Se angolo > 30° malformazione congenita
Una malformazione congenita dell’ACETABOLO provoca LUSSAZIONE
CONGENITA ANCA è una malformazione (si presenta maggiormente nelle
femmine) nella quale la TESTA FEMORE fuoriesce dalla sua sede posta
nella CAVITA’ COTILOIDEA. Può essere unilaterale fuoriuscita su un solo
arto TESTA FEMORE da CAVITA’ COTILOIDEA o bilaterale provoca
antiversione bacino.
A seconda gravità possiamo distinguere: anca lassa – anca sub lussata –
anca lussata.
Trattamento se viene diagnosticata precocemente il trattamento è semplice
utilizzo DIVARICATORE sul lattante che permette abduzione non forzata.
Diagnosi tardiva comporta ritardo inizio deambulazione e camminata
zoppicante, con sottoposizione a TRATTAMENTI CHIRURGICI – ORTOPEDICI. In
tal caso quello CHINESIOLOGICO sarà diretto ad un potenziamento
m.abdutori (glutei-tensore fascia lata) ma anche
piriforme-sartorio-retto femorale.
Misura malformazione ANCA con ANGOLO COLLO FEMORE (img.pag.78)
Altra malformazione può essere ricondotta all’assetto COLLO FEMORE,
valutando il suo angolo angolo formato da asse longitudinale DIAFISI –
asse longitudinale COLLO, può avere i seguenti valori:
Nascita 150° o più
3 anni 145°
Adulto tra 125°-130°
Vecchio scende sui 115°-120°
Una malformazione assetto COLLO FEMORE può comportare
(img.pag.78):
COXA VALGA è una deformazione mono o bilaterale dell’anca, caratterizzata
da un aumento ANGOLO COLLO FEMORE > 130°. In questa deformità non
c’è nessuna tendenza ad autocorrezione.
Trattamento chinesiologico rafforzamento muscolatura anca.
COXA VARA è una deformazione mono o bilaterale dell’anca, caratterizzata
da una diminuzione ANGOLO COLLO FEMORE < 110° che può comportare
diverse deformazioni sulla statica. Si può verificare guarigione spontanea.
Trattamento chinesiologico diminuire sovraccarichi funzionali equilibrando
le tensioni muscolari e andando a prevenire o correggere le deformazioni
statiche che comporta.
ARTI INFERIORI
COSCIA formata dal FEMORE, il quale si articola prossimalmente con il
BACINO mediante una sferartrosi (enartrosi), artic.COXO-FEMORALE e
distalmente con la TIBIA attraverso un diartrosi composta (ginglimi angolari –
artodia), artic.GINOCCHIO.
La COXO-FEMORALE, nonostante sia la stessa tipologia della
SCAPOLO-OMERALE, si differenzia x il fatto di essere più stabile. Tale stabilità
è determinata da una conformazione delle superfici articolari, che permette
all’ACETABOLO di accogliere quasi tutta la TESTA FEMORE, e dalla
presenza dei robusti legamenti che rafforzano l’articolazione. Perciò il rischio di
lussazioni della testa femore è bassissimo, a fronte di movimenti di scarsa
ampiezza.
La coscia riceve il peso corporeo x poi trasmetterlo alla gamba.
Da una prospettiva frontale, si nota che in condizioni di normalità l’ASSE
LONG. FEMORE non è perfettamente perpendicolare con l’ASSE LONG.
TIBIA, tanto da formare un angolo di circa 170° VAGISMO FISIOLOGICO.
GAMBA formata dalla TIBIA, la quale di articola prossimalmente con il
FEMORE, artic.GINOCCHIO, e distalmente con ASTRAGALO del piede
attraverso una ginglimi angolari, artic.TIBIO-TARSICA. La TIBIA riceve il
carico dal FEMORE x poi trasmetterlo su di un asse verticale al PIEDE.
Malformazioni GAMBA le malformazioni possono essere dovuti (come x
femore) ad una dismetria tra i 2 arti o a malformazioni a carico ginocchio
(img.pag.322 libro). In quest’ultimo caso si differenziano in:
Ginocchio VALGO: visibile da una prospettiva frontale, si nota una
deviazione < 170°, dove i CONDILI MEDIALI, di entrambi gli arti
inferiori, si avvicinano e si allontanano MALLEOLI (normale se
distanza intermalleolare è di 5-6cm). C’è comunque da considerare che
un certo grado di valgismo è fisiologico.
Valgismo nell’infanzia generalmente non desta motivo di
preoccupazione in seguito alla sua evoluzione benigna. Esistono però casi
in cui l’atteggiamento si mantiene, si stabilizza o tende addirittura a
peggiorare.
Cause valgismo maggior parte casi dovuto a precario equilibrio
IPOTONIA MUSCOLARE – PESO CORPOREO, generalmente sono
interessati bambini piuttosto adiposi con addome voluminoso. Ma anche
in seguito a RACHITISMO – IPERLASSITA’ LEGAMENTOSA.
In rapporto all’aumentata distanza INTERMALLOLARE, il piede tende a
toccare sul suo BORDO MEDIALE, e onde trovare maggiore
appoggio, la pianta si appiattisce. Così si ha un aggravamento della
deformità, con il piede che non poggerà più sul MARIGINE MEDIALE ma
tenderà ad una SUPINAZIONE.
Trattamento GINOCCHIO VALGO in caso di GINOCCHIO VALGO
BILATERALE NON GRAVE (distanza intermalleolare non maggiore 5cm),
può essere utile un trattamento chinesiologico rivolto al potenziamento
muscolatura generale gambe e piedi, ed esercizi di
propriocezione/coordinazione x il piede valgo.
In caso di GINOCCHIO VALGO BILATERALE GRAVE (dist. Intermallolare >
5cm), si impone trattamento ortopedico (in tenera età 2-3anni) e
tutori che verranno applicati secondo il principio dei 3 punti, cioè con
FORZE rivolte verso l’interno all’altezza COSCIA-CAVIGLIA e FORZE
rivolte verso l’esterno all’altezza GINOCCHIA.
Ginocchio VARO: deformità contraria al VALGO ma che interessa anche
diafisi FEMORE – TIBIA. A tal proposito Leliévre sostiene che sia dovuto
ad un incurvamento di tutto l’arco piuttosto che riferito solo ad una
variazione di angolo. Ciò aggrava il quadro, limitando di molto le
possibilità di miglioramento.
Per quanto riguarda il piede, Pivetta sostiene che inizialmente si passa da
un piede varo con il BORDO ESTERNO a contatto con il suolo, ad un
piede valgo in seguito ad azione di compenso (avviene la stessa cosa
che si ha nel ginocchio valgo).
Stesse cause ginocchio valgo.
Trattamenti GINOCCHIO VARO nella forma BENIGNA, non si ha
disturbi della deambulazione e spesso si corregge spontaneamente, si
può comunque affiancare una terapia preventiva.
Nella forma GRAVE si procede ad un trattamento chirurgico e
ortopedico, mediante la tecnica dei 3 punti, applicata in maniera
contraria al GINOCCHIO VALGO.
Ginocchio RECURVATO (img.pag.324 libro): caratterizzato da una
iperestensione GAMBA su FEMORE, le cui cause sono da rintracciare
in una LORDOSI LOMBARE e ROTAZ.INTERNA femori. La deformità è ben
tollerata fino a 5-10°.
Trattamento in caso di anormale aumento il trattamento è
ortopedico. Nelle forme più gravi e dolorose il trattamento è
chirurgico. Nelle forme lievi la terapia è preventiva diretta a modificare
condizioni statiche che potrebbero portare ad un aggravamento
iperestensione. Il ginocchio recurvato non comporta ripercussioni
rilevati al carico del piede, perciò il trattamento chinesiologico può essere
diretto al potenziamento m.flessori gamba su coscia e degli ischio
crurali i quali oltre a flettere la GAMBA su COSCIA, estendono la COSCIA
quando il punto fisso si ha sul piede (es.stazione eretta)
Ginocchio FLESSO (img.pag.325 libro): è una deformità nella quale si
ha l’impossibilità di estendere completamente la GAMBA sulla
COSCIA, determinando una condizione di instabilità del GINOCCHIO,
il quale raggiunge la sua max stabilità in condizioni di completa
estensione GAMBA-COSCIA grazie alla massima tensione dei
legamenti ginocchio (collaterali-crociato-popliteo-arcuato) e dei
m.flessori ginocchio (semitendonoso-semimembranoso-bicipite
femorale-sartorio-gracile-popliteo) i quali sono in tensione in quanto
coinvolti nell’ESTENSIONE COSCIA su BACINO.
Cause squilibrio funzionale-legamentoso – fratture – immobilizzazione
gesso – asimmetria arti inferiori – ecc. Tale difetto comporta la
caratteristica classica del “camminare seduto”.
Trattamento quello chinesiologico sarà rivolto a: allungamento
m.posteriori coscia (tra i quali gli ischio-crurali) – potenziamento
controresistenza m.quadricipite – movimenti estensione GAMBA
su COSCIA – andature su TALLONI – flessioni del busto ad arti
inferiori bloccati.
Nei casi più gravi sarà necessario trattamento chirurgico.
Ginocchio LASSO: caratterizzato da “ginocchio ballante” cioè
condizione in cui si ha una forte instabilità del ginocchio, favorendo
distorsioni – versamento – lesioni legamentose. La causa solitamente è di
origine traumatica.
Trattamento quello ortopedico consiste in apparecchi di sostegno. Nei
casi gravi si opta x il trattamento chirurgico. Quello chinesiologico
consiste in esercizi di potenziamento (a carichi gradualmente
crescenti).
Apofisite tibiale anteriore: malattia di Osgood e Schlatter
È una osteodistrofia ( che avviene
difettosa formazione del tessuto osseo)
durante la crescita e si verifica di solito nei ragazzi compresi tra 10-15 anni che
praticano sport. In tale disturbo si manifesta un dolore in seguito a pressione
locale e a movimento (deambulazione) al quale è associata tumefazione.
In tale malattia si ha l’ossificazione della tuberosità anteriore e si verifica
verso 11-13 anni. Il fenomeno può manifestarsi in entrambi gli arti.
Le cause principali sono da rintracciare in microtraumi ripetuti, provocati da
contrazioni energia m.quadricipite femorale.
Solitamente non porta a complicanze e si risolve con il tempo.
Trattamento se dopo l’accrescimento continuano dolori sarà necessario un
TRATTAMENTO CHIRURGICO diretto ad asportare o perforare TUBEROSITA’.
Il TRATTAMENTO CHINESIOLOGICO prevederà di mantenere a riposo il
TENDINE ROTULEO evitando tutte quelle azioni in cui viene sollecitato il
quadricipite (corsa, salti, piegamenti su ginocchia, ecc).
PIEDE
Il piede si articola con la TIBIA-FIBULA mediante un’artic. GINGLIMI
ANGOLARI (CAVIGLIA). All’ASTRAGALO viene trasmesso tutto il peso corporeo
distribuendosi, in posizione eretta, nel seguente modo:
Tutta la piante a terra 57% calcagno – 43% avampiede. A tal
proposito Farabeuf sostiene che il piede appoggia al suolo con 3 pilastri
ossei di sostegno: POSTERIORMENTE grande tuberosità calcagno;
ANTERIORMENTE-MEDIALMENTE testa I°metatarso;
ANTERIORMENTE-LATERALMENTE testa V°metatarso.
Questi 3 punti di appoggio sono riuniti da 3 arcate ossee che
costituiscono e sorreggono la VOLTA PLANTARE, la quale svolge una
funzione ammortizzatrice nella stazione eretta che deambulazione
(img.pag.328 libro):
Arco INTERNO da TALLONE a I°METATARSO
Arco ESTERNO da TALLONE a V°METATARSO
Arco ANTERIORE da I° a V°METATARSO
Avampiede a terra METATARSI
Tallone a terra CALCAGNO
La parte scheletrica del piede è deputata a sostenere le FORZE
COMPRESSIONE, l’apparato capsulo-legamentoso deve sostenere FORZE IN
DISTENSIONE. Quando questi apparati si trovano a fronteggiare forze
superiori al limite max di resistenza, intervengono gruppi muscolari che
concorrono a mantenere normale l’assetto della VOLTA PLANTARE nei
diversi momenti marcia.
Tali muscoli su suddividono in M.INTRINSECI (FLESSORE BREVE DITA –
ABD.-ADD ALLUCE – ecc) – M.ESTRINSECI (M.TIBIALE ANT. – TIBIALE
POST. – PERONIERO LUNGO).
Dal punto di vista funzionale, il piede assume funzione motoria di controllo
antigravitario e una funzione sensoriale di info ai centri
spinali-encefalici.
Dal punto di vista biomeccanico il piede viene suddiviso in senso longitudinale
piede dinamico (o astragalico) e assolve funzione di appoggio; piede
statico (o calcaneare) con funzione di carico.
L’asse longitudinale del PIEDE FISIOLOGICO non corrisponde ad un ASSE
RETTILINEO ma ad un arco con concavità interna e con il CARICO centrato
all’interno di quello che è il TRIANGOLO DI CARICO (img.pag.331libro). È
considerato PIATTO-VALGO quando l’asse longitudinale presenta una
concavità rivolta verso l’esterno, con il punto di CARICO che cade fuori
TRIANGOLO CARICO.
Diversi sono i metodi x valutare la deformazione piede:
Impronta plantare rilevata EMPIRICAMENTE (img.pag.331 libro)
Impronta plantare rilevata con PODOSCOPIO (img.pag.332 libro)
Impronta plantare rilevata con FOTOPODOGRAMMA (img.pag.332
libro)
A seconda della gravità deformità si distingue piede piatto: I°-II°-III° grado.
Movimenti piede
flessione dorsale – flessione plantare – inversione
(rotaz.interna-adduzione-lieve flessione plantare) – eversione
(rotaz.esterna-abduzine-lieve flessione dorsale).
DEFORMITA’ PIEDE di interesse chinesiologico
PIEDE PIATTO:
nel bambino anomalia caratterizzata da cedimento piede nel suo
margine interno, tale deformità si manifesta con una pronazione o
valgismo. Si distingue in:
piede piatto paramorfico si manifesta con cedimento
o globale del piede con il calcagno che si orizzontalizza e
bascula in valgo, mentre l’arco interno (img.pag.83) si affonda
e i rapporta ASTRAGALO-CALCAGNO rimangono inalterati.
Nel bambino, il piede va ad essere caricato dal peso del corpo e
considerando che l’elasticità legamenti e capsule artic. non è
sorretta da adeguato sostegno muscolare, determina un
appiattimento della VOLTA PLANTARE piede piatto
fisiologico.
Se però l’insufficienza capsulo-legamentosa insiste dopo il
I°anno di vita, si determina un piede piatto paramorfico.
Cause sembrano essere dunque principalmente ricondotte ad
una ipotonia muscolare – lassità capsulo-legamentosa –
secondo Lelièvre anche da sovraccarico.
Trattamento nella maggioranza dei casi il piattismo non
comporta conseguenze. Diviene però importante trattarla quando
causa dolori o limitazioni att.quotidiane.
A tal proposito andranno ad essere proposti eser. di
POTENZIAMENO STRUTTURE (muscoli-legamenti) che
concorrono a stabilizzare attivamente la volta –
POTENZIALITA’ SENSORIALI del piede.
Secondo S.Giuliano un piede piatto si considera:
CORREGGIBILE stando in punta dei piedi, viene ripristinata
VOLTA PLANTARE – SUPINAZIONE TALLONE (riduzione
valgismo).
INCORREGGIBILE non presente né ripristino VOLTA PLANTARE
– né RIDUZIONE VALGISMO TALLONE.
Per maggior successo è opportuno un intervento precoce (3-4
anni).
Da un punto di vista del trattamento ortopedico, si utilizza l’ORTESI
o la SUOLETTA ORTOPEDICA la quale prima veniva posizionata
sotto l’arcata mediale in modo da sorreggere la VOLTA, ora si
utilizza il principio della TORSIONE ELICOIDALE tallone
SUPINAZIONE – avampiede PRONAZIONE.
piede piatto valgo congenito malformazione congenita
o caratterizzata da aumento divergenza tra ASTRAGALO –
CALCAGNO. Difficile trattare.
Adolescente anomalia più caratteristica, si manifesta verso 14-15
anni colpisce entrambi i piedi ma spesso è più accentuata in 1. Deriva da
uno squilibrio muscolare generale dell’apparato del movimento.
Trattamento uguale a quello dell’infanzia.
PIEDE CAVO: caratterizzato da aumento VOLTA PLANTARE che si nota
attraverso metodo empirico con una scomparsa IMPRONTA LATERALE e
accentuazione impronta AVAMPIEDE – TALLONE (img.pag.331 libro).
Trattamento chinesiologico utilizza il principio di torsione manuale in
senso inverso: PRONAZIONE tallone – SUPINAZIONE avampiede
(img.pag.335 libro).
PIEDE TORTO
Malformazione congenita che consiste in cattiva posizione del piede in
rapporto alla gamba, colpisce più frequentemente sesso maschile. Le cause
sono tra rintracciare in una mal posizione e compressione del feto
all’interno utero. Possono esserci 3 forme:
PIEDE TORTO VARO EQUINO è una deformazione complessa, in cui si
• ha: flessione dita piede – rotazione interna). Richiede un
trattamento precoce che può essere chirurgico o ortopedico, ma anche
con un trattamento chinesiologico attraverso mobilizzazioni
passive-attive – posture caute – bonificazione muscolare –
correzione deambulazione con ricerca automatismo marcia.
PIEDE TORTO VALGO CONVESSO malformazione congenita in cui si
• ha una verticalizzazione ASTRAGALO che determina un aspetto
tozzo – convesso e concavo del piede (piede a piccozza), riconoscibile
in seguito ad appiattimento pianta che si presenta convessa – extra
ruotata (pronazione).
È difficile da trattare, richiede il trattamento chirurgico o ortopedico,
dopodiché si potrà attuare un trattamento chinesiologico improntato su
movimenti passivi-attivi e educaz. alla camminata, con scarsi
risultati.
PIEDE TORTO TALO deformità dovuta ad una esagerazione
• flessione dorsale piede. In queste condizioni il TENDINE ACHILLE
risulta allungato, mentre la MUSCOLATURA che permette movimento di
FLESSIONE DORSALE risulta accorciato.
Trattamento chinesiologico prevederà delle manipolazioni dirette a
stirare TIBIALE ANT. e potenziare m.flessori plantari.
SCOLIOSI
La si definisce come una deviazione laterale permanente (più che altro
evolutiva) della CV, visibile come una o più curve sul PIANO FRONTALE. Alla
deviazione è associata una rotazione dei CORPI VERT. che determina
spostamenti degli apparati annessi al rachide (gabbia toracica –
cingolo scapolo-omerale – bacino). Proprio la rotazione e cuneizzazione
vertebrale rendono variabile la deformità (dis.evolutivo). La scoliosi non si
corregge spontaneamente e si manifesta come un GIBBO COSTALE o
LOMBARE. Essa va a coinvolgere anche articolazioni, legamenti, muscoli
para-vertebrali e nei casi più gravi gli organi interni, determinando
problematiche non solo estetiche ma anche funzionali.
Si può considerare la scoliosi come una deformazione spaziale del rachide,
che comprende:
Deformazione frontale: inclinazione laterale CV
Deformazione sagittale: lordosi - cifosi
Deformazione orizzontale: rotazione vert.
Scoliosi secondo Perdriolle la scoliosi è una deformazione
antero-posteriore in lordosi, generata da movimento di torsione.
Proiezione frontale: ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO – SCOLIOSI
STRUTTURALE
Dal punto diagnostico possiamo distinguere:
ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO
Non presentano mai ROTAZIONE o TORSIONE vertebrale, non
determinando mai la comparsa di GIBBI, sono del tutto correggibili – non
sono evolutive – scompaiono con l’eliminazione causa che le ha
provocate.
Può essere conseguenze di altre anormalità: dismetria arti inferiori
(img.pag.88) – alterazioni posturali – fratture vertebrali – amputazioni –
contratture anca.
SCOLIOSI STRUTTURALE
Ciò che le differenzia dall’ATTEGGIAMO SCOLIOTICO, sta nel fatto che
presentano rotazione vertebrale con conseguente formazione del GIBBO
(sporgenza costale sulla convessità di una curva rachide. Si deve valutare
sede-entità-correggibilità GIBBO) - deformata permanente – non sono mai
del tutto correggibili – sono evolutive (soprattutto nei primi anni di vita e
nella fase pre-post puberale).
Nonostante queste differenze non è facile distinguere ATTEGGIAMENTO
SCOLIOTICO da SCOLIOSI STUTTURALE, ciò è dovuto al fatto che inizialmente
alcune scoliosi strutturali passano attraverso un periodo di semplice
ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO (scoliosi di transizione).
Possono essere:
Scoliosi CONGENITE già presenti dalla nascita e trovano origine in
• anomalie morfologiche o numeriche dei corpi vertebrali.
Scoliosi ACQUISITE vengono acquisite durante la vita in seguito a
• certe conseguenze, rappresentano le forme più frequenti. Si distinguono
in: IDIOPATICHE (ESSENZIALI): idiopatica significa malattia
o spontanea, e viene definita tale in quanto non si conoscono le
cause. È presente con una frequenza di circa 80%. Insorge nei
giovani nel periodo in cui la CV è in accrescimento e in
riferimento al periodo in cui si manifesta, possiamo distinguere:
idiopatica infantile rara ed è ASINTOMATICA – idiopatica
giovanile – idiopatica adolescenza si presenta senza che il
ragazzo accusi dolore ed è difficile precisare l’esatto periodo di
insorgenza.
Nonostante siano sconosciute le cause della IDIOPATICA, si è
cercato di spiegarla attraverso le teoria multifattoriale, la quale
definisce la scoliosi come: “malattia multifattoriale alla quale
partecipa una mutazione anormale SNC geneticamente
determinato, al quale è associato uno squilibrio dello scheletro
in seguito a differente crescita dei diversi elementi vertebrali
e sui quali agirebbero fattori biochimici – neuromuscolari x i
quali è difficile stabilire se siano CAUSE o CONSEGUENZE”.
Tra gli altri fattori della SCOLIOSI IDIOPATICA si ha: fattori
ereditari (la presenza in famiglia di casi scoliosi, aumenta le sue
possibilità di comparsa) – fattori metabolici (anomalie
costituzione fibre collagene) – fattori muscolari (non dipende da
muscoli spinali, ma essi acquistano importanza in una situazione in
cui è già in atto un processo squilibrante) – fattori neurologici
(ritardo maturazione sist.vestibolare).
SECONDARIE (SINTOMATICHE): dovute a qualche causa
o specifica: traumatica – neuromuscolare – contratture – tumori –ecc.
Analisi scoliosi
In una scoliosi possiamo distinguere, a seconda della localizzazione:
Scoliosi a UNA CURVA
• Scoliosi a DOPPIA CURVA
• Scoliosi a CURVE MULTIPLE
•
Considerando dove è localizzato l’apice della curva, si distinguono: curva
cervicale (apice tra C1-C6) – curva cervico-toracica (apice tra C7-T1) –
curva toracica (apice tra T2-T11) – curva toraco-lombare (apice T12-L1)
– curva lombare (apice L2-L4).
Queste curve vengono poi distinte in CURVA PRIMARIA e CURVA DI
COMPENSO, a seconda che:
CURVA PRIMARIA curva meno riducibile, di entità angolare più ampia,
presenta maggior rotazione corpi vertebrali.
CURVA COMPENSO quella che presenta angolazione e rotazione minore
e maggior riducibilità. La presenza di queste curve permette il
riallineamento del rachide al di sopra e al di sotto della CURVA
PRIMARIA. A seconda di dove è localizzata CURVA PRIMARIA:
CURVA LOMBARE CURVA COMPENSO TORACICO-CERVICALE
CURVA TORACICA CURVA COMPENSO LOMBARE-CERVICALE
CURVA CERVICALE CURVA COMPENSO TORACICO-LOMBARE
Struttura CURVA SCOLIOTICA delimitata da (img.pag.94):
2 V.TERMINALI sono le prime situate al limite superiore e al limite
inferiore della curva, sono le più inclinate verso la concavità della
curva e vengono definite anche V.NEUTRE perché non presentano
rotazione.
1 o 2 V.APICALI sono poste all’apice della curva e presenta la max
rotazione.
Deformità scoliotica osservabile sul:
PIANO FRONTALE si nota una flessione laterale del rachide rispetto linea
mediane
PIANO SAGITTALE esagerazione curve fisiologiche o inversione curve
PIANO ORIZZONTALE rotazione e torsione vert. verso il LATO CONVESSO
curva.
Rotazione vertebrale è la rotazione dei CORPI VERT. a determinare la
presenza del GIBBO e a configurare una situazione di SCOLIOSI
STRUTTURATA (vera), l’assenza di rotazione (e conseguentemente GIBBO)
configura una situazione di ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO.
Solitamente il CORPO VERTEBRALE ruota verso la convessità e l’ARCO
VERTEBRALE verso la concavità (img.pag.202 libro) ma in misura minore
rispetto alla rotazione del CORPO, in seguito a frenata dell’apparato
muscolo-legamentoso. Ne consegue una distorsione tra CORPO VERT. e
ARCO POSTERIORE.
Tale rotazione comporta la modifica dell’assetto anche delle strutture
scheletriche annesse alle vertebre (gabbia toracica). In particolar modo le coste
sono trascinate dagli spostamenti vertebrali, sia in deviazione laterale
determinando apertura spazi intercostali dalla parte CONVESSA ed una
riduzione spazi intercostali dalla parte CONCAVA; sia in rotazione dal
lato CONVESSO le coste vengono spinte indietro costituende il GIBBO
COSTALE e del lato CONCAVO vengono spinte in avanti (img.pag.91). Tale
asimmetria costale provoca sindrome respiratoria restrittiva.
Classificazione anatomo-radiologica scoliosi (Diverse sono le
classificazioni delle idiopatiche secondo: anatomo-radiologico – gravità –
rapp.all’età di comparsa (img.pag.95))
Si basa sulla diversa localizzazione curve scoliotiche (img.pag.209-210 libro):
Scoliosi LOMBARI a livello del rachide DORSALE può essere presente
una curva di compenso senza rotazione o curva strutturata con
curvatura inferiore rispetto alla lombare. Per notare se è presenta una
rotazione vertebrale a livello lombare, si esegue il TEST FLESSIONE
ANTERIORE, la presenza del GIBBO determina presenza ROTAZ.VERT.
Si presentano solitamente nel periodo post-pubertà e sono raramente
evolutive, mentre sono più evolutive e dolorose quelle presenti in età
ADULTA.
Scoliosi DORSOLOMBARI a livello rachide DORSALE è presente una
curva strutturata aventi curvatura opposta. Ben evidente GIBBO
COSTALE. Si nota STRAPIOMBO del tronco lato CONVESSITA’ curva. Se la
curva dorso lombare è sormontata da CURVA DORSALE ALTA si ha che la
scapola opposta è più sporgente. Sono solitamente evolutive.
Scoliosi COMBINATE più frequenti tra le idiopatiche. Sono quasi
sempre evolutive. Costituite da 2 curve: DORSALE DX – LOMBARE SX,
dai valori angolari pressoché uguali. Ciò non comporta strapiombi o
dislivello delle spalle. Si presentano 2 gibbi: GIBBO DORSALE – GIBBO
LOMBARE.
Scoliosi DORSALI solitamente presenta 2 curve compensatorie:
DORSALE ALTA – LOMBARE. Tale tipologia di scoliosi compromette
gravemente la funzionalità e l’estetica, determinando: gibbo costale –
scapola (stessa parte convessità) sporgente – spalla (opposta
convessità) abbassata – fianco sporgente lato concavità.
Scoliosi CERVICODORSALI molto rare. Forte cuneizzazione e marcata
rotazione. Presente gibbosità che solleva scapola omoltarale convessità.
Ampia curva compenso DORSOLOMBARE (non strutturata).
Valutazione chinesiologica della scoliosi
Viene eseguita ponendo il soggetto in stazione eretta e tronco scoperto.
Poi si procede valutando:
Equilibrio rachide si pone un filo a piombo a livello protuberanza
• occipitale o processo spinoso C7 o S1. Se il filo a piombo
SOVRAPPONE alla PIEGA INTERGLUTEA CV in EQUILIBRIO (APPIOMBO
..> situazione di un certo equilibrio muscolare tra i 2 emilati.). Se il filo
passa LATERALMNETE alla PIEGA INTERGLUTEA (dx o sx) CV NON
EQUILIBRIO (STRAPIOMBO) (img.pag.92). Si può avere uno
strapiombo:
SEMPLICE C7 o S1 sono fuori verticale:
o Scoliosi con STRAPIOMBO SX di C7 o S1 risulta
IPERTROFICA muscolatura dx (indipendentemente dal tipo di
curva (dx-sx-unica-doppia)).
Scoliosi con STRAPOMBO DX di C7 o S1 risulta
IPERTROFICA muscolatura sx (indipendentemente dal tipo di
curva (dx-sx-unica-doppia)).
DOPPIO C7 e S1 sono entrambi fuori verticale:
o Scoliosi con STRAPIOMBO DX o SX di C7 o S1
Scoliosi con STRAPIOMBO DX di C7 e SX di S1
Scoliosi con STRAPIOMBO SX di C7 e DX di S1
Obliquità bacino si vanno a palpare CRESTE ILIACHE e SPINE ILIACHE.
• La presenza di un’obliquità del bacino può dipendere da: dismetria arti
inferiori – retrazione m.psoas – ischio-crurali (img.pag.92).
Arti inferiori x rilevare eventuali deformità piedi o ginocchia.
• Triangolo della taglia triangolo vuoto che si forma tra ARTI
• SUP.ADDOTTI al tronco – RIENTRANZA DEI FIANCHI. I triangoli
aumentano lato concavità e diminuiscono lato convessità
(img.pag.92).
Test flessione anteriore (test di Adams) mette in evidenza la
• presenza di GIBBI COSTALI a livello toracico e SALIENZE PARASPINALI a
livello lombare: al soggetto viene chiesto di flettere tronco avanti a
ginocchia estese e braccia penzolanti con mani giunte e dita
intrecciate. Una flessione di 60° permette di valutare la CURVA
DORSALE – flessione di 90° permette valutare CURVA LOMBARE.
Valutazione GIBBO viene misurato in mm, attraverso l’utilizzo di una
• livella – gibbo metro – scolio metro (rileva inclinazione tronco)
(img.pag.203 libro). Sembra esistere una stretta correlazione tra
ALTEZZA GIBBO – PROGRESSIVITA’ SCOLIOSI, cioè arrivati ad un certo
valore di ALTEZZA GIBBO, si ha un’ulteriore progressione CURVE
durante pubertà.
Test correggibilità curva può avvenire in diversi modi
• Ponendo paziente in trazione curve secondarie si correggono
o Manovra auto raddrizzamento Lorentz al paziente viene
o chiesto di porre la mano posta dal lato CONVESSO curva sul GIBBO
TORACICO POSTERIORE e l’altra mano sulla NUCA.
Viene chiesto al paziente di mantenere RACHIDE FLESSO e
o INCLINARE TRONCO da un lato.
Valutazione radiografica x documentare SCOLIOSI è necessario: Rx
• rachide in toto in ortostatismo (in 2 proiezioni) – Rx rachide
proiezione sagittale (dx-sx) in ortostatismo.
Dalla radiografia possiamo valutare entità deviazione vert. – angolo
di rotazione CORPI VERT. – stato maturazione sch.
METODO COBB Il radiogramma può essere utilizzato x valutare
curvatura scoliotica, mediante il METODO COBB:
si tracciano sul radiogramma le tangenti al PIATTO SUPERIORE
o del CORPO vertebra estremo sup. e al PIATTO INFERIORE del
CORPO vert. estremo inferiore.
Si tracciano PERPENDICOLARI a queste tangenti dal lato
o CONCAVITA’
Incontro tra PERPENDICOLARI determina un angolo dal lato
o CONCAVITA’, che corrisponde all’ANGOLO DI COBB il valore è
espressione dell’entità deviazione scoliotica.
Ripercussioni scoliosi su m.addominale La presenza della curva
scoliotica determina ripercussioni anche sulla MUSCOLATURA ADDOMINALE, la
quale risulterà più in tensione dal lato CONVESSITA’ (in seguito ad
allontanamento punti inserzione) e più retratta e ipofunzionate dal lato
CONCAVO.
Comportamento RACHIDE SCOLIOTICO nei diversi MOVIMENTI CV
FLESSIONE ANTERIORE in una CV normale la cifotizzazione tende a portare
i proc.spinosi in allineamento, ciò avviene anche in presenza di
ATTEGGIAMENTO SCOLIOTICO. Nelle situazione si SCOLIOSI STRUTTURALE, si
denota una rotazione corpi vert. con comparsa eventuale gibbo.
INCLINAZIONE LATERALE si accentua maggiormente la curva (LORDOSI?)
della colonna a livello LOMBARE (rispetto al tratto DORSALE che è meno mobile
a causa della gabbia toracica). Ciò avviene anche nei casi di SCOLIOSI
STRUTTURALE. A tal proposito in caso di RETTIFICAZIONE LORDOSI LOMBARE, si
irrigidiscono maggiormente vertebre zona lombare, determinando uno
spostamento dell’apice curvatura più in alto.
Test di inclinazione laterale quando con il TEST FLESSIONE ANT. non viene
a manifestarsi il gibbo, può essere rilevata una asimmetria con il TEST
INCLINAZIONE LATERALE. Tale asimmetrica può essere FUNZOINALE o dovuta a
DIVERSO TROFISMO dei 2 emilati x cui richiede attenzione.
ROTAZIONE nella FLESSIONE LATERALE nella inclinazione laterale si ha
anche una ROTAZIONE delle vertebre attorno ad un asse verticale. Mentre i
CORPI VERT. si inclinano, tendono ad orientare la loro porzione anteriore
CORPO VERT. verso la parte CONVESSA rachide.
A tal proposito sono stati fatti alcuni studi in cui si valuta la
FLESSIONE-ROTAZIONE rachide in individui con diversa capacità di
rotazione dei corpi vert.:
Soggetti con SPICCATA ROTAZIONE corpi FLESSIONE ..> maggiore
LATO CONCAVO con ROTAZIONE accentuata verso CONVESSITA’ – minore
LATO CONVESSO con ROTAZIONE corpi verso CONCAVITA’ (es.pag.99).
Soggetti con ROTAZIONE MODESTA corpi situazione uguale a quelli con
SPICCATA ROTAZIONE, con l’unica differenza data da un grado sensibilmente
inferiore di rotazione.
Soggetti SENZA ROTAZIONE corpi FLESSIONE con valori pressoché uguali
nei 2 lati, ma assenza ROTAZIONE.
Muscolatura responsabile del meccanismo TORSIONE durante
l’INCLINAZIONE LATERALE l’azione asimmetrica dei muscoli nei 2 emilati,
comporta un aspetto CUNEIFORME dei CORPI VERTEBRALI che si fa più
accentuato nella zona centrale curva scoliotica (VERTEBRE APICALI).
Azione dei muscoli nella scoliosi
Allo stato attuale non è ancora chiara l’azione di muscoli nella scoliosi. Si
possono tentare solo alcune deduzione:
In una CV scoliotica sottoposta a carico, sulla CURVA PRIMARIA si osserva nel:
LATO CONVESSITA’ costante att.bioelettrica dei muscoli i quali si
o oppongono alla FLESSIONE – TORSIONE CV. Superato un certo
grado di stiramento, i muscoli non sono in grado di opporre
azione resistenza e si determina un ulteriore aggravamento
deformità.
LATO CONCAVITA’ assenza di att.bioelettrica dei muscoli
o
A livello della CURVA DI COMPENSO si osserva una scarsa att.bioelettrica
dei muscoli in entrambi i lati della curva che è + o meno analoga a quella
che si registra in una colonna normale.
Influenza altri muscoli nella scoliosi:
MUSCOLI INTRINSECI CV quando il rachide si curva lateralmente, il braccio
della leva dei muscoli si accorcia dal LATO CONCAVO e si allunga LATO
CONVESSO.
M.QUADRATO LOMBI contribuisce ad aumentare convessità dal lato
opposto CONCAVITA’
M.PSOAS-ILIACO contrazione bilaterale partecipa FLESSIONE CV;
contrazione unilaterale provoca ROTAZIONE in direzione lato opposto di
contrazione (contrazione m.psoas dx rotazione rachide sx). Favorisce
l’aumento convessità curva scoliotica dalla parte omolaterale del m. contratto,
ciò avviene attraverso azione di trazione sui CORPI VERT. dai quali prende
origine.
MUSCOLI DORSO spostano le scapole: l’angolo inferiore della SCAPOLA del
lato CONCAVITA’ curva scoliotica ruota verso apofisi.
Angolo inferiore SCAPOLA lato CONVESSO si solleva e si scolla dalla GABBIA
TORACICA.
Le malformazioni strutturali che comporta la SCOLIOSI
CORPI VERTEBRALI aspetto cuneiforme che si fa sempre maggiore a
partire V.ESTREME verso V.APICALI. Quelle più estreme (neutre) non
risultano interessate.
PROCESSI SPINOSI ruotati verso CONCAVITA’ in seguito a rotazione vertebrale
e formazione GIBBO.
COSTE le coste sono trascinate dagli spostamenti vertebrali, sia in
deviazione laterale determinando apertura spazi intercostali dalla parte
CONVESSA ed una riduzione spazi intercostali dalla parte CONCAVA; sia in
rotazione dal lato CONVESSO le coste vengono spinte indietro costituende
il GIBBO COSTALE e del lato CONCAVO vengono spinte in avanti
(img.pag.91). Tale asimmetria costale provoca sindrome respiratoria
restrittiva.
DISCHI si aprono dalla parte CONVESSITA’ e si comprimono dalla parte
CONCAVA con il NUCLEO POLPOSO che viene spinto verso CONVESSITA’ e con il
tempo può calcificare.
LEGAMENTI LEG.LONG.ANT. viene deviato verso lato CONVESSO ed
allungato.
TRATTAMENTO ORTOPEDICO
La terapia ortopedica è diretta in situazione di scoliosi medio grado
(30°-50°Cobb) e può essere iniziata quando si pensa che quella
CHINESIOLOGICA non sia sufficiente. La metodica ortopedica propone l’utilizzo
di BUSTO GESSATO o CORSETTO ORTOPEDICO e si propone di rimodellare
i segmenti vertebrali attraverso il ripristino fisiologico stato di tensione
meccanica.
L’applicazione del BUSTO GESSATO viene in genere ad essere preceduto da
eser.rilassamento muscolare – respirazione – ginn.mobilizzazione –
periodo trazione muscolare a letto.
Il trattamento con corsetti non può essere fine a se stesso e la sua applicazione
va perseverata fino al raggiungimento della maturità scheletrica, associando
una terapia chinesiologica nei casi di iperlassità legamentosa del soggetto. Una
brusca interruzione del trattamento, prima che si completi la maturazione,
determina una ripresa aggravamento scoliosi.
L’obiettivo dei tutori e corsetti è quello di sorreggere il rachide che va
inclinandosi, favorendo l’accrescimento vert. lato concavo, riducendo la
pressione da quel lato. La loro azione sembra ridurre gli effetti della
scoliosi (con una efficacia intorno al 50% dei casi) senza però eliminare le
cause. A tal proposito ci sono diversi pareri discordanti sull’efficacia del
corsetto, alcuni lo considerano come il male minore, in una situazione in cui è
necessario sostenere una colonna che altrimenti cadrebbe; x altri è
considerato dannoso in quanto oltre a sostenere e ridurre le curve, NON le
corregge, ostacolando anche il normale sviluppo toracico.
La differenza tra corsetto gessato e tutore ortopedico, sta nel fatto che nel
primo caso è INAMOVIBILE, mentre nel secondo è MOBILE presentando il
vantaggio di poter essere tolto e modificato dal medico sulla figura del
paziente. Per quanto bene può essere modellato, il corsetto ortopedico non
sempre è in grado di raggiungere la stessa correzione dei CORSETTI GESSATI,
perciò è necessario anche il ricorso a quest’ultimi.
Tipi di tutori ortopedici
Corsetto Lionese (img.pag.236 libro) Costituito da CINTURA PELVICA con 2
VALVE LATERALI congiunte da 2 MONTANTI a cui sono fissate PLACCHE
CORRETTIVE. È indicato: scoliosi DORSALE – DORSOLOMBARE – LOMBARE. È
controindicato in soggetti molto giovani e dal dorso cavo. Si tollera bene in
quanto si nasconde sotto i vestiti, modella i fianchi ed è smontabile. Difetto ..>
difficile costruzione e costo elevato.
Corsetto attivo a 3 punti (img.pag.237 libro) efficace solo x scoliosi
LOMBARE – DORSOLOMBARE. Agisce in modo prevalentemente attivo mediante
la collaborazione attiva del soggetto. L’azione di questo corsetto è determinata
da 3 punti di appoggio:
1° punto appoggio sull’ala iliaca del lato CONVESSO, la sua funzione è quella
di spostare lateralmente bacino.
2° punto appoggio su zona ileo-lombare con una azione che agisce in 2
direzioni: trasversale ..> corregge CURVA LOMBARE – verticale ..> non
permette salita ALA ILIACA.
3° punto appoggio toracico con azione complementare rispetto ai precedenti
punti, esercitando comunque una pressione molto bassa.
Corsetto Lionese modificato (img.pag.237 libro) indicato x CURVE
DORSALI – COMBINATE. Permette un modellamento marcato e svolge azione
di spinta fissa su PROCESSI TRASVERSI mantenendo in correzione CURVA
LOMBARE: una fascia regolabile all’altezza gibbo dorsale ed una fascia lato
opposto sotto l’ascella sostengono la CURVA DORSALE. Tale corsetto è ben
tollerato e meno costrittivo del corsetto Lionese.
Corsetto La padula (img.pag.239 libro) usato x CURVE DORSOLOMBARI –
LOMBARI. Si basa su 3 concetti: simmetria fianchi, determinando spinta
su parti molli – spinta su PROC.TRASVERSI lato CONVESSITA’ curva –
stabilizza il TORACE su piano frontale, grazie ad espansioni ascellari.
Corsetto ben tollerato di poco peso e ingombro, non richiede utilizzo preventivo
corsetti gessati.
Altri corsetti Corsetto napoletano – boston – S.etienne – ecc.
TRATTAMENTO CHINESIOLOGICO
La rieducazione motoria si rivolge alle CONSEGUENZE della deviazione,
piuttosto che alle CAUSE che la provocata. Sebbene l’effetto correttivo del
movimento sia molto limitato e non possa apportare vere modifiche
strutturali, l’azione generale della chinesiterapia è quella di:
ed.neuromuscolare che serva a correggere ed a perfezionare
SCH.CORPOREO sogg. – creare automatismi nell’esecuzione di gesti
che possano poi essere applicata alla vita quotidiana – offrire i mezzi
che gli consentano di mantenere posizione corretta.
Il trattamento chinesiologico è prescritto: x essere associato pratica
ortopedica – sua azione favorisce riduzione curve modeste in
ATTEGGIAMENTI SCOLIOTICI – frena AGGRAVAMENTO SCOLIOSI
STRUTTURALE minore poco evolutiva – rallenta evoluzione curva anche
di notevole entità.
Il trattamento chinesioterapico prevede esercizi specifici validi x le diverse
situazioni di scoliosi che dovranno essere svolti in ALLUNGAMENTO e in
maniera SIMMETRICA. Alcune varianti si presentano a seconda degli
STRAPIOMBI, cioè gli eser.rimangono gli stessi ma ciò che varia è la
posizione arti che andranno a lavorare in adduzione o abduzione x
ricondurre entro i limiti i punti fuori appiombo.
Dosaggio att.chinesioterapica Pivetta suggerisce 3 sedute/sett di 45-60
min – 15min di ripetizione quotidiana a casa – contrazione isometrica ogni
ora giornata trascorsa a casa.
Att.chinesioterapica nel trattamento ortopedico
l’esercizio fisico va intrapreso:
Prima adozione tutore x preparare il sogg. al tutore
Mentre si ha il tutore casi di iperlassità legamentosa soggetto
Dopo utilizzo tutore x evitare possibili crolli. Per un effetto correttivo
duraturo proveniente da utilizzo tutore, si agirà facendo contrarre in
ACCORCIAMENTO i muscoli che prima lavoravano in ALLUNGAMENTO e
far contrarre in ALLUNGAMENTO i muscoli che prima lavoravano in
ACCORCIAMENTO. Per evitare possibili crolli da eccesso o precoce
mobilizzazione, si ricorrerà ad esercizi isometrici.
Attraverso l’intervento rieducativo si deve insegnare al soggetto a liberarsi
attivamente tutore servendosi dello stesso come punto di appoggio.
Diversi metodi di GINNASTICA x scoliosi
METODO NIEDERHOFFER
Metodo tedesco che risale ai primi ‘900. Tale metodo si basa sulla TEORIA
MUSCOLARE, secondo la quale bisogna lavorare sui MUSCOLI
TRASVERSALI (es. dorsale – trapezio – piccolo rotondo – grande rotondo – ecc)
x correggere o bloccare una deviazione scoliotica. Ciò è sostenuto dal
fatto che, secondo Niederhoffer, i M.LUNGHI della CV non sono la base
portante della stazione eratta, ma fungono da anello di congiunzione x
M.TRASVERESALI che con le loro inserzioni su tutti i piani, sorreggono il
corpo impedendogli di crollare.
Secondo tale teoria l’evoluzione della SCOLIOSI avviene in 3 fasi: contrattura
rotazione vert. formazione curve compenso.
Punto di vista operativo si basa su esercizi contro resistenza che
attraversa 4 fasi: contrazione isometrica progressiva – contrazione
statica (in posizione corretta) – decontrazione progressiva –
rilasciamento.
Durata da 1 a 3 ripetizioni in quando secondo N. dopo la 3 ripet.
svaniscono effetti eccitazione.
Aspetti positivi rivoluzionario uso contrazione isometriche in totale
scarico (img.pag.270libro) – provoca reazioni indotte su m.spinali lombari.
Aspetti negativi ignora totalmente ed.psicomotoria (specie posturale), che
sta alla base della moderna chinesiterapia.
METODO SCHROTH
Definita anche come “ortopedia respiratoria”, parte dal presupposto che il
corpo dello scoliotico è un insieme molto precario di piramidi che
tendono a scivolare (img.pag.271 libro).
Tipo di trattamento sensomotorio per sensibilizzare il soggetto a riprodurre la
postura corretta attraverso stimoli ESTEROCETTIVI e CONTROLLO ALLO
si cerca di mettere in equilibrio le depressioni – curvature –
SPECCHIO;
cifosi – lordosi, trasformando i vertici piramidi morfologiche in BASI con
traslazione delle piramidi x arrivare ad una corretta postura.
Punto di vista operativo si associano eser.respirazione –
eser.miglioramento forza muscolare eseguito attraverso lavoro
isometrico. Tali esercizi si basano su movimenti semplici – brevi ed è
imperniato sull’atto respiratorio (inspirazione estensione assiale
rachide – espirazione passiva facendo intervenire in forma isometrica i
m.paravertebrali – fissatori scapole che completano estensione colonna) e
sull’utilizzo di spessori x livellare depressione – asimmetrie.
I principi su cui si basa tale teoria sono: stiramento attivo (auto
allungamento) – deflessione attiva – detorsione – facilitazione (eser.
eseguiti ad esemp.allo specchio facilitazione esterocettiva e propriocettiva) –
stabilizzazione (mantenimento correzione raggiunta attraverso tensione
isometrica).
METODO KLAPP
Questo metodo si basa sulle osservazioni fatte su quadrupedi, nei quali si
osservava come in essi sia rara la possibilità di scoliosi. Nella stazione
eretta invece, la F GRAVITA’ favorisce la scoliosi.
Klapp quindi propone esercizi in quadrupedia come rimedio x la scoliosi. Tale
teoria si basa sulle seguenti osservazioni:
in tutte le posizioni di RACHIDE ORIZZONTALE si ELIMINA FORZA
GRAVITA’
in quadrupedia CV è DECONTRATTA MAX
in quadrupedia MOBILIZZAZIONE LATERALE è maggiore
in quadrupedia nelle ZONE LORDOTICHE si hanno movimenti del
rachide maggiori
in quadrupedia si ha una MAGGIORE ESPANSIONE TORACICA
costantemente ad ogni movimento FLESSIONE LATERALE, si ha
una ROTAZIONE LATERALE dei corpi vertebrali posti all’APICE
CURVA.
Da tali osservazioni Klapp propone delle posizioni fondamentali in
quadrupedia, da usare in LORDOSI e CIFOSI, a SECONDA SEGMENTO
RACHIDE SUL QUALE SI VUOLE INTERVENIRE: posizione quadrupediche
iniziali in LORDOSI – CIFOSI (img.pag.106).
Da queste POSIZIONI FONDAMENTALI si possono attuare esercizi
asimmetrici.
Oltre agli esercizi in scarico nelle posizioni quadrupediche fondamentali, tale
metodo propone anche ANDATURE IN GINOCCHIO e DEAMBULAZIONI che
possono essere a MARCIA INCROCIATA simmetria tra i 2 emilati, cioè si
sposta in avanti contemporaneamente ARTO SUPERIORE e ARTO INFERIORE
CONTROLATERALE (img.pag.273 libro); MARCIA AD AMBIO asimmetria tra i
2 emiati, cioè si sposta avanti contemporaneamente ARTO SUP. e ARTO
INFERIORE OMOLATERALE.
Tali andature hanno un effetto prevalentemente mobilizzante.
METODO IOP (Istituto Ortopedico Pini)
In tale metodo, Pivetta non accetta le teorie di Klapp relative all’inclinazione
avanti del busto in CIFOSI o LORDOSI, x indirizzare l’azione correttiva
al tratto desiderato. Per localizzare il livello curva del rachide egli
propone una tecnica basata sul disporsi su 4 appoggi, quindi in completo
scarico, in equilibrio stabile e variando inclinazione coscia rispetto
bacino. Il principio che propone Pivetta è che più aumenta FLESSIONE
COSCIA su bacino (o viceversa), tanto maggiore è il num. di vertebre
che vengono via via bloccate (a partire dalle LOMBARI)
Tale tecnica si basa su osservazioni fatte da Pivetta (pag.274 libro).
Le posizione proposte da Pivetta x indirizzare precisamente l’effetto su di un
tratto CV sono:
posizioni lordotizzata – posizione cifotizzata (img.pag.275 libro).
Dopo aver bloccato il TRATTO CV desiderato, si può modulare l’intervento con
ARTI SUPERIORI x TRATTO DORSALE e con ARTI INFERIORI x TRATTO
LOMBARE. Inoltre variando l’asse trazione degli arti si va ad agire sugli
STRAPIOMBI.
Effetti ARTI:
ALLUNGAMENTO rachide con braccia e gambe PARI
INVERSIONE CURVA con azione ASIMMETRICA CONTEMPORANEA
arti sup. – arti inf.
INVERSIONE CURVA porzione superiore azione ASIMMETRICA
arti sup.
ESTENSIONE RACHIDE inferiore azione SIMMETRICA arti inf. –
retroversione bacino
RETTIFICAZIONE RACHIDE sup. azione SIMMETRICA arti sup.
INVERSION CURVA porzione inferiore azione ASIMMETRICA arti
inf.
Questo metodo si basa sui principi di:
MUSCOLI PARAVERTEBRALI lato CONCAVO curva lavoro in
allungamento completo – accorciamento incompleto.
M. lato CONVESSO curva lavoro accorciamento completo –
allungamento incompleto.
Eser.pag.117-118-119
La derotazione vert. nella scoliosi si ottiene andando a sollevare spalla e
emibacino del lato omologo dell’arto traente.
Riassumendo i risultati ottenuti con METODO IOP mobilizzazione
rachide a seconda variaz. bacino – l’azione simmetrica o asimmetrica
arti vanno a determinare un’azione su un preciso tratto rachide – alla
variazione dell’asse di trazione arti si agisce su STRAPIOMBI.
STRUTTURALISMO PSICOMOTORIO
Con questa metodica, il movimento viene visto non più come puramente
IMITATIVO di un modello esterno, ma l’eser. diventa interiorizzato cioè
avviene la presa di coscienza del proprio corpo e del movimento
eseguito da parte del soggetto, il quale avrà la capacità di modificare
coscientemente e in maniera autonoma POSTURE e ATTEGGIAMENTI
SCORRETTI.
Per STRUTTURALISMO si intende approccio teorico presente in varie discipline
(sociologia, psicologia, ecc) nel quale i FENOMENI vengono considerati non in
maniera singola ma come elementi di una stessa struttura. Nello
STRUTTURALISMO applicato al MOVIMENTO, l’essere umano è considerato un
SISTEMA, costituito da molte parti (segmenti corporei) ed in grado di
interagire con l’AMBIENTE. Le DIVERSE PARTI (SEGMENTI CORPOREI)
entrando in relazione tra di loro, concorre alla costruzione di una TOTALITA’
esprimendo FUNZIONI DIVERSE, alcune più semplici poi via via più complesse
(comportamenti, pensieri astratti, ecc).
L’interazione dell’individuo con l’ambiente lo mette in condizione di poter
apprendere quello che l’ambiente può dare, come conseguenza ad un
apprendimento scaturisce lo sviluppo di una intelligenza, modificando il
comportamento dell’individuo. Considerando che la GINNASTICA
CORRETTIVA richiede un processo di apprendimento, possiamo affermare che la
GIN.CORRETTIVA permette un apprendimento, quindi è capace di
sviluppare intelligenza e quindi modifica il comportamento.
L’esercizio correttivo proposto al soggetto, non deve essere solo imitato ma
deve essere compreso, interiorizzato dal soggetto, ponendo l’attenzione
sugli aspetti esterocettivi e propriocettivi del movimento. A tal proposito
l’ESER.CORRETTIVO va analizzato scomponendolo in:
Posizione di partenza a sua volta scomposta in:
ASPETTO FORMALE viene descritto tecnicamente l’atteggiamento
o che dovrà assumere il corpo
ASPETTO PSICOMOTORIO sarà dato da:
o Esplorazione: l’attenzione si rivolge a tutte quelle
sensazioni propriocettive
Inventario: le afferenze sensoriali ottenute dagli organi di
senso, vanno ad essere classificate.
Integrazione: collegamento di tutti i dati propriocettivi
Esecuzione esercizio a sua volta scomposta in:
ASPETTO FORMALE viene descritto come dovrà essere eseguito
o l’esercizio.
ASPETTO PSICOMOTORIO riguarda gli elementi dell’eser. che
o devono essere controllati durante l’esecuz. movimento, prendendo
in considerazione ASP. TEMPORALI – SPAZIALI - SENSO-PERCETTIVI.
In questa analisi introspettiva, il soggetto deve essere aiutato a scoprire
eventuali errori nella POSIZ.PARTENZA e ESECUZ.MOVIMENTO, e a correggere
tali errori. La correzione di tali errori sarà inizialmente RETROATTIVA (realizzate
dopo che si è commesso l’errore), ma con il tempo dovranno essere PROATTIVE
(realizzate prima che l’errore avvenga) in maniera da annullare l’errore ed
eseguire l’esercizio in maniera corretta.
Invariante correttiva L’INVARIANTE CORRETTIVA rappresenta l’obiettivo
dell’esercizio.
Quando al soggetto viene chiesto di mantenere un certo atteggiamento
durante l’esecuzione di un movimento, la sua attenzione si rivolge verso il
controllo attivo di quell’atteggiamento che cercherà di non essere
modificato durante l’esecuz.esercizio (INVARIANTE CORRETTIVA).
Qualora il sogg. si accorge di aver commesso errori, dovrà adottare le
opportune correzioni che inizialmente saranno RETROATTIVE ma poi
dovranno divenire PROATTIVE
CONSIDERAZIONI GENERALI SU EFFICACIA M.ADDOMINALI
I muscoli coinvolti nell’equilibrio BACINO sono:
M.RETTI DELL’ADDOME – TRASVERSO – OBLIQUO permettono
• RETROVERSIONE
M.ILEO-PSOAS – RETTO FEMORALE – ADDUTTORI permettono
• ANTEROVERSIONE
In situazioni in cui si ha una ipotonia addominale dalla quale ne può
conseguire una IPERLORDOSI LOMBARE. Per aumentare trofismo
m.addominale, sarà importante attuare degli esercizi che non coinvolgano la
muscolatura responsabile ANTEROVERSIONE BACINO tra cui, in particolar
modo, l’ILEO-PSOAS, in quanto accorciandosi andrebbero ad accentuare la
normale LORDOSI FISIOLOGICA (in seguito al fatto che il bacino viene spinto
in anteroversione).
A tal proposito ci sono diversi esercizi che vengono svolti con l’obiettivo di
aumentare trofismo addominale, ma che in verità comportano un lavoro
scorretto dello PSOAS-ILIACO. Questi eser. sono:
Chiusura libretto (pag.124)
Consiste nel sollevare contemporaneamente ARTI INFERIORI – BUSTO
facendo perno su BACINO.
I M.ADDOMINALI in questo caso sono contratti in maniera isometrica in quanto
impegnati a stabilizzare bacino x evitare che la CV, usata come leva
meccanica con fulcro su bacino, compia movimenti anomali. Il lavoro è
compiuto dall’azione sinergica del PSOAS-ILIACO – M.SPINALI, mentre gli
ADDOMINALI stabilizzano BACINO senza partecipare movimento.
Crunch con flessione del busto fino alle cosce(pag.124)
In questo movimento a partire da dopo i 30° di inclinazione BUSTO-BACINO, il
lavoro è a carico dello PSOAS-ILIACO e M.SPINALI (pag.124 in alto).
Flessione arti inferiori su bacino con busto rimane a contatto terreno
(pag.125)
In questo caso i primi 70° di flessione degli arti inferiori su bacino è a carico
ILEO-PSOAS (img.pag.124 in alto), solamente dopo i 70° entro in azione
M.RETTO ADDOME. Con questo esercizio si ha una forte IPERLORDOSI
LOMBARE e CERVICALE.
A tal proposito x eseguire esercizi di potenziamo addominali che richiedano
l’impiego arti inferiori sarà necessario porli oltre i 70°.
Chiusura libretto con arti inferiori flessi
Stesse considerazione della CHIUSURA A LIBRETTO ARTI INFERIORI ESTESI, ma
in questo caso la CV è sollecitata in maniera minore.
Quando utilizzare gli esercizi elencati? La contrazione pura dello PSOAS
può essere utilizzata nel caso in cui sia presente una situazione di CIFOSI
LOMBARE, in tal caso è necessario un accorciamento dello PSOAS
ILIACO che vada ad agire tratto lombare, riportando la curva nella
normalità fisiologica o comunque migliorando la situazione.
Utilizzare correttamente ARTI INFERIORI x aumentare difficoltà
esercizio
Gli arti inferiori possono essere utilizzati in maniera: ALTERNATA – SUCCESSIVO
– SIMULTANEO.
In ordine di difficoltà possono essere eseguiti esercizi che prevedono un diverso
atteggiamento arti inferiori.
PRIMO LIVELLO (img.pag.126)
Partenza base: decubito supino – mani alla nuca – gomiti aperti – gambe
flesse – piedi in appoggio a terra.
Esercizio di base: flessione del busto di circa 30-35° (accartocciamento)
espirando e con gomiti chiusi.
Esercizio con impiego di arti inferiori con USO ALTERNATO: in
contemporanea all’accartocciamento busto si ha flessione arti inferiori che
tocca il gomito contro laterale.
Esercizio con impiego di arti inferiori con USO SUCCESSIVO: cambia la
posizione di partenza che dovrà prevedere una coscia perpendicolare al
terreno, l’altra gamba rimane a terra. L’esecuzione prevederà il solito
accartocciamento busto con l’arto inferiore che cambierà posizione (dx
perpendicolare va a terra; sx a terra va perpendicolare).
Esercizio con impiego di arti inferiori con USO SIMULTANEO: la partenza
è la posizione di base, in questo caso in contemporanea con
l’ACCARTOCCIAMENTO si ha una FLESSIONE ENTRAMBI GLI ARTI INFERIORI al
petto.
SECONDO LIVELLO (img.pag.127)
Partenza base: decubito supino – mani alla nuca – gomiti aperti – cosce
perpendicolari al terreno – piedi NON in appoggio terreno. Il mantenimento
delle COSCE PERPENDICOLARE deve avvenire x opera m.stabilizzatori
bacino (spinali lombari – glutei – ileo psoas) tranne che x i m.addominali
i quali dovranno essere mantenuti decontratti (se il sogg. non riesce applicare
un rialzo).
Esercizio con impiego di arti inferiori con USO ALTERNATO:
contemporaneamente accartocciamento busto si ha estensione gamba su
coscia, prima di un arto poi dell’altro.
Esercizio con impiego di arti inferiori con USO SUCCESSIVO: partenza
prevede 1 arto inferiori con GAMBA estesa su COSCIA e l’altro arto inferiore
flesso. Il movimento prevede che, contemporaneamente accartocciamento
BUSTO si ha FLESSIONE arto inferiore TESO – ESTENSIONE arto inferiore
FLESSO.
Esercizio con impiego di arti inferiori con USO SIMULTANEO: partenza
base, durante accartocciamento si esegue estensione GAMBA su COSCIA di
entrambi arti inferiori.
TERZO LIVELLO
Si può aumentare la difficoltà, aumentando angolo COSCE-BACINO, poiché
più aumenta angolo maggiore sarà carico costituito da arti inferiori.
Tale angolo non dovrà mai essere tale da determinare IPERLORDOSI e
mancanza contatto TRATTO DORSALE da terreno. Se si incontrano tali
difficoltà, si potrà ovviare andando a: mettere mano sotto curva lombare e
far spingere (sensibilizzare) la zona lombare contro nostra mano – con
i pollici spingere sulle SIAS favorendo RETROVERSIONE bacino.
Eser.pag.128.
RACHIALGIE
Sono degli eventi dolorosi a carico del rachide in seguito a CAUSE
TRAUMATICHE e FENOMENI DEGENERATIVI del DISCO
INTERVERTEBRALE. La maggior parte delle algie è dovuto ad uno scorretto
utilizzo CV e delle scorrette posture assunte e mantenute nel tempo.
Al momento l’attuale eziologia del dolore è sconosciuta, la causa più frequente
è imputabile al DISCO INTERVERTEBRALE.
Disco intervertebrale
Sono strutture FIBROCARTILAGINEE, i quali presentano una forma che
corrisponde a quella dei corpi, con dimensioni che variano a seconda delle
diverse regioni della colonna vertebrale: sono PIù SPESSE nel tratto cervicale
e lombare in seguito a presenza di LORDOSI; MENO SPESSE e abbastanza
uniformi nel tratto toracico. Sono costituiti da:
ANELLO FIBROSO porzione periferica, formata da una successione
• di lamine concentriche costituite da fibre collagene. Questo anello
forma un tessuto resistente che circonda il NUCLEO POLPOSO e che, nel
giovane, impedisce la sua fuoriuscita.
NUCLEO POLPOSO alla nascita è voluminoso, presenta consistenza
• gelatinosa costituita da un elevato contenuto di acqua che
diminuisce con l’età. Il nucleo polposo, agisce come un
ammortizzatore e cuscinetto deformabile ma NON COMPRIMIBILE,
durante i movimenti della colonna vertebrale.
Il NUCLEO POLPOSO oltre a deidratarsi con l’invecchiamento, subisce
quotidianamente una deidratazione: nella stazione eretta, il NUCLEO
risulta sotto carico e quindi DEFORMATO. Sottoposto a questa
pressione x tutta la giornata, il nucleo si ritrova alla sera nettamente
meno idratato rispetto alla mattina ne consegue che il disco ha
sensibilmente perduto il suo spessore (perdita che può arrivare
anche a 2 cm). Con la posizione in decubito della notte, i corpi non
subiscono la pressione assiale dovuta al carico e il NUCLEO può
reidratarsi.
Dopo i 25-30 anni l’anello fibroso comincia una normale e graduale
degenerazione delle fibre dell’anello fibroso, con la conseguente
formazione di fessurazioni in direzione POSTERO-LATERALE, attraverso le
quali, anche a seguito di deboli sollecitazioni, si può andare ad inserire la
sost.gelatinosa del nucleo polposo. Ciò può procedere fino a raggiungere il
margine del disco e scivolare sotto il LEG.LONG.POSTERIORE, dando
origine alla patologia nota come ERNIA DEL DISCO. Il nucleo erniato può
andare a comprimere il MS o RADICI NERVOSE vicine, causando DOLORE.
Fenomeno ernia secondo Kapanji, avviene in 3 momenti:
FLESSIONE AVANTI TRONCO determina la compressione anteriore
del NUCLEO e la spinta indietro, proiettando parte del nucleo
all’interno delle fessurazione presenti in un anello fibroso usurato.
BUSTO SI RISOLLEVA in questo caso l’aumento della pressione assiale
schiaccia totalmente il disco e spinge violentemente indietro la
sostanza del nucleo che raggiunge il LEG.LONG.POST.
COMPLETO RADDRIZZAMENTO le sup.articolari dei corpi vert. (piatti
vertebrali) schiacciano il NUCLEO POLPOSO, bloccando la massa
erniata al di sotto del LEG.LONG.POST., la quale spinge verso MS –
RADICE NERV. SPINALI producendo DOLORE.
La comparsa dell’ERNIA DISCALE è inevitabile in quelle situazioni di
IPERMOBILITA’ CV in seguito a debolezza LEG.LONG.POST..
Situazioni opposte (IPOMOBILITA’ CV), comportano la perdita capacità
ammortizzante, divenendo terreno facile di seri traumi.
Forme cliniche RACHIALGIA
Viene denominata FUNZIONALE o STRUTTURALE quando i MUSCOLI, non
riuscendo ad esplicare efficacemente la loro funzione, permettono uno
scarico asimmetrico delle pressioni sulle UNITA’VERTEBRALI (2
vert.contigue) limitando la loro funzionalità.
Una RACHIALGIA si dice ACUTA dolore improvviso e sensazione di blocco;
CRONICA si ripetono frequentemente gli episodi ACUTI.
FONDAMENTALI TECNICI ESER. ANTALGICI (Pivetta)
I° reg. il RACHIDE è soggetto a continuo e inarrestabile logorio ..> NON
VA MALTRATTATO nel sano – risparmiato in quelli debilitati.
2°reg. colonna ALGICA ..> NON SOFORZARLA, bisogna DECONTRARRE
app.muscolo-legamentoso – decomprimere dischi
3° reg. localizzare eser.antalgigi nella zona dolente.
4° reg. eseguire movimenti molto blandi il cui scopo è allontanare l’uno
dall’altro metameri vert. decomprimendo dischi e radici nerv.
5°reg. trazioni regolate dal soggetto e non passive (mediante elastici).
Se l’algia è dovuta a POSTURE SCORRETTE, sarà essenziale prima di tutto
correggere tali posture, altrimenti qualsiasi intervento, atto a migliorare l’algia,
sarà inutile.
Cose da ricordare x mantenere CV in salute:
Sollevare un peso usando la FORZA DELLE GAMBE, senza
mantenere BRACCIA TESE e portare il peso più vicino possibile al
tronco.
Non unire al movimento FLESSIONE quello di ROTAZIONE. Nel ruotare
cambiare la posizione dei piedi e NON torcere il corpo.
Costanti eser. ESTENSIONE RACHIDE – eser. ADDOMINALI.
Eser. ALGIE CERVICALI
Posizione partenza SEDUTA: retrazione capo – modica FLESSIONE
LATERALE (in allungamento) – modica ROTAZ. SX-DX – ALLUNGAMENTO
(in retrazione) – TRAZIONI regolate dal sogg. in modo molto blando.
Eser. ALGIE DORSALI
Posizione partenza SEDUTA: RETRAZIONE capo e ALLUNGAMENTO
RACHIDE – ELEVAZ.ALTERNATA spalle a RACHIDE BEN ESTESO –
moderata TORSIONE DX-SX in avvitamento verso l’alto - TRAZIONI
regolate dal sogg. in modo molto blando.
Eser. ALGIE LOMBARI
Posizione partenza DECUBITO: RETRAZIONE addome – FLESSIONE
ALTERNATA arti inferiori (semiraccolta) verso il BUSTO, fino a portare la
coscia sulla verticale. Aumentare con cautela in caso di SCARSO EFFETTO
(giovani), ridurre in caso di algia (adulti) – spingere molleggiando verso il
petto la coscia flessa - raccolta in maniera confusa arti inferiori (creare
propria sequenza) – raccolta gambe unite da terra previa
RETROVERSIONE bacino.
In tutti quegli adulti con CV rigidia e disco degenerato, dovranno essere
assolutamente evitati PIEGAMENTI AVANTI della CV. Nel caso fossero
necessari, dovranno essere svolti gradualmente.
POSTURA
La si può intendere sotto vari aspetti:
posizione ottimale, mantenuta spontaneamente e
• automaticamente, in perfetta armonia con F gravitazionale, in un
organismo vivente che passa dallo stato di QUIETE a quello di
MOTO.
Risultato di un elevato num. di RIFLESSI
• (miotatici-vestibolari-oculari) + MECCANISMI PSICOLOGICI, che in
ogni istante regolano la STRUTT. NEUROFISIOLOGICA del
movimento e del TONO MUSCOLARE e che sono necessari x
mantenere la posizione equilibrata e coordinata.
POSTURA come forma di LINGUAGGIO attraverso un
• ATTEGGIAMENTO POSTURALE ogni individuo manifesta una
PROPRIA CONDIZIONE INTERIORE (emozioni).
Ecc
•
Definizione POSTURA….
Si può definire come un qualsiasi ATTEGGIAMENTO assunto dal CORPO,
caratterizzato da specifici RAPPORTI tra i SEGMENTI CORPOREI. La
postura non è un qualcosa di STATICO (cioè una certa posizione punto e
basta) ma bensì qualcosa di DINAMICO (la postura cambia) cioè il nostro
corpo, a seconda delle situazioni che si trova ad affrontare, cambia il proprio
atteggiamento posturale in maniera da essere in EQUILIBRIO con la
situazione ambientale, il che significa acquisire, quell’ATTEGGIAMENTO
POSTURALE OTTIMALE, tale da metterlo in condizioni (in quel determinato
momento) di eseguire specifici programmi motori (specifici movimenti).
La POSUTRA è determinata del TONO MUSCOLARE (ottengo aggiustamenti
posturali, variando TONO MUSCOLARE), la cui regolazione dipende a sua volta
da moltissimi meccanismi che si integrano a vicenda a livello SNC e che
possono essere riassunti in 3 aspetti la postura è il risultato di questi 3
aspetti:
anatomico-meccanico organizzare razionalmente gli atti motori sul
proprio corpo in maniera da equilibrare adeguatamente le tensione
sull’apparato muscolo-scheletrico.
neuromuscolare-neurofisiologico affinare le SENSAZIONI
PROPRIOCETTIVE, VISVIE,ecc x integrarle e utilizzare nella regolazione
tono muscolare.
psicomotorio organizzazione sch.corporeo (conoscenza e percezione
proprio corpo).
REGOLAZIONE POSTURA
La regolazione della postura è affidata ad uno specifico sistema: Sistema
Tonico Posturale (STP) è un insieme di strutture/processi comunicanti che
svolgono la funzione di: lottare contro gravità – opporsi a forze esterne –
permettere l’esecuzione di un movimento equilibrato.
Appartengono al STP:
esterocettori (vista, udito, tatto) captano le info provenienti
dall’ambiente esterno e le inviano a STP. Questi recettori utili x STP sono:
ORECCHIO INTERNO informa sui movimenti e posizioni TESTA,
o percependo le ACCELLERAZIONI ANGOLARI (rotazione testa) –
ACCELLERAZIONI LINEARI (flessione-estensione testa). Perché
queste info che provengono dall’orecchio interno possano essere
interpretate da STP, devono essere comparate con le info
propriocettive che permettono di conoscere la posizione testa in
rapporto al tronco e quella del tronco in rapporto alle caviglie.
OCCHIO le info visive permettono la stabilità posturale. Per
o fare in modo che il STP possa utilizzare le info visive x il
mantenimento equilibrio, bisogna:
Siano comparate con le info proveniente
dall’ORECCHIO INTERNO (es.pag.141)
Le INFO VISIVE vengono prese in considerazione quando
l’ambiente visivo è vicino, se invece la mira visiva è distante
più di 5m le info visive diventano così poco importanti da non
venire più prese in considerazione dal STP.
SUPERFICIE CUTANEA PLANTARE nella superficie cutanea
o plantare, sono presenti dei BAROPRESSORI (recettori in grado di
percepire pressioni di 0,3g) in grado di misurare pressioni a
livello plantare, dando info relative all’oscillazione massa
corporea.
Problemi di postura possono derivare dal PIEDE il quale può essere
ELEMENTO CAUSATIVO responsabile dello squilibrio posturale;
ELEMENTO ADATTIVO tampona uno squilibrio che deriva da occhi
e denti; ELEMENTO MISTO sia ADATTIVO-CAUSATIVO.
endocettori (propriocettori (fusi neuromuscolari –
org.muscolo-tendinei Golgi – corpuscolo di Pacini) –
visceroeffettori - enterocettori) danno info su quello che succede
all’interno dell’individuo. In particolar modo permettono di riconoscere la
posizione – stato di ogni OSSO, LEGAMENTO, MUSCOLO in rapporto
all’EQUILIBRIO.
APP.STOMATOGNATICO
Centri superiori SNC integrano le afferenze derivanti da
ESTERO-PROPRIOCETTORI, elaborano programma motorio da eseguire.
MECCANISMI REGOLAZIONE POSTURA
Questi meccanismi risiedono all’interno del SNC, il quale è diretto al controllo
della POSTURA e MOVIMENTO. Questo controllo si esplica attraverso le INFO
che derivano dai vari recettori periferici, queste info danno dettagli
sull’ambiente esterno e vanno ad essere integrate ed elaborate nei CENTRI
SUPERIORERI del SNC, i quali selezionano un PROGRAMMA MOTORIO
appropriato che andrà poi ad essere mandato in esecuzione. Tale esecuzione
che spetta alle OSSA e MUSCOLI. Nel programma motorio sarà previsto la
sequenza e la quantità di gr.muscolari coinvolti.
A livello del SNC, tra i PROGRAMMI MOTORI, viene memorizzato lo SCHEMA
POSTURALE corretto previsto nelle diverse situazioni. Tale schema viene
utilizzato come modello di controllo che verrà comparato con i vari
atteggiamenti posturali che si andranno ad assumere nelle diverse
situazioni. Da tale comparazione, tutte le differenze andranno ad essere
segnale come errore e quindi corrette.
Questo meccanismo di controllo continuo della postura sia in condizioni
STATICHE (es.posizione eretta) DINAMICHE (es. atteggiamento che si assume
quando si cammina), è un meccanismo organizzato a BLOCCHI:
BLOCCO 1 CENTRI SUPERIORI SNC (TE-cervelletto-cervello):
• ricevono le info dal BLOCCO 4
BLOCCO 2 MOTONEURONI ALFA: diretti alle fibre muscolari striate
• scheletriche – MOTONEURONI GAMMA: vanno innervare le fibre
INTRAFUSALI dei FUSI NEUROMUSCOLARI, i quali informano
continuamente dello stato di ogni muscolo schelet., permettendo così
al SNC di controllare con estrema finezza ogni attività muscolare.
BLOCCO 3 ORGANI ESECUTORI: MUSCOLO al quale gli viene
• comandato di sviluppare una FORZA MUSCOLARE adeguata al
CARICO.
BLOCCO 4 PROPRIOCETTORI – FUSI NUEROMUSCOLARI –
• ORG.MUSCOLO-TENDINEI DEL GOLGI – LABIRINTO – RETINA –
CUTE: colgono le info dall’esterno e le mandano ai CENTRI SUPERIORI.
Queste info ci avvertono di ciò che succede nell’ambiente, e quali
conseguenza l’ambiente ha sul nostro corpo. Tale consapevolezza è
indispensabile x poter mettere in atto un comportamento adeguato alla
situazione ambientali che ci troviamo ad affrontare.
BLOCCO 4 BLOCCO 1 BLOCCO 2 BLOCCO 3
Il funzionamento alterato di un BLOCCO o di un COLLEGAMENTO tra blocchi,
provoca una alterazione della postura. ATTEGGIAMENTI POSTURALI ERRATI
dipendono da ATTEGGIAMENTI DI PIGRIZIA MOTORIA.
ADOTTARE POSTURA CORRETTA
Una POSTURA ERRATA può essere tra le cause dell’insorgenza di differenti
patologie (es. collo incassato causa rigidità collo, dolore arti sup., cefalea – in
posizione eretta la maggior parte delle persone tendono a scaricare peso su di
1 arto, mettendo in tensione il tratto lombare). Una cattiva postura mantiene i
nostri muscoli contratti che nel tempo diventano fibrotici ( cicatrice fibrosa
anomala che si sostituisce al normale tessuto elastico miofibrillare del muscolo.
Questa “cicatrice” dà consistenza al muscolo, tuttavia ne riduce le capacità elastiche e
la stessa capacità di sviluppare forza).
Correggere la postura in un bambino è sicuramente più facile rispetto ad un
adulto, sarà perciò opportuno insegnare sin da bambino modalità salutari
che riducano l’insorgenza di una cattiva postura da vecchio.
POSTURA CORRETTA DA SEDUTA il sedersi sbracati su di una sedia bassa,
provoca una considerevole tensione a livello lombare. Il corretto modo di
sedersi prevede di sedersi fino in fondo alla sedia e appoggiarsi allo
schienale della sedia. A tal proposito i sofà sarebbero da evitare ad ogni
modo e sostituirle con poltrone ergonomiche.
Il MAL DI SCHIENA in seguito a POSTURE SCORRETTE (piedi/seduti) a
causa di scorretti atteggiamenti posturali nello stare in piedi e seduti e di una
cifosi dorsale accentuata, si sviluppa nel soggetto una SCHIENA CURVA. Questo
atteggiamento reiterato nel tempo conduce ad un indebolimento m.spinali,
scaricando la funzione di sostegno al leg.longitudinale posteriore. Tale
legamento, sotto stress x parecchio tempo, tende a stirarsi e indurirsi
provocando il MAL DI SCHIENA.
Rinforzare quei MUSCOLI PREPOSTI alla POSTURA Soggetti che
presentano una ipotonia di quei muscoli preposti alla postura, dovranno essere
sottoposti ad esercizi specifici di rinforzo muscolare e di stretiching x
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AndriMariot di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di TTD preventiva e compensativa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Carlo Bo - Uniurb o del prof Bucci Giovanni.
Acquista con carta o conto PayPal
Scarica il file tutte le volte che vuoi
Paga con un conto PayPal per usufruire della garanzia Soddisfatto o rimborsato