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CONCETTI GENERALI DI CINESIOLOGIA MECCANICA E FISIOLOGIA
Le alterazioni morfologiche determinano uno squilibrio di tono e di lunghezza fra gruppi muscolari
antagonisti, quindi si ha bisogno di un intervento chinesiterapico e di un riadattamento muscolare.
La fisiologia del muscolo dipende dal sistema neuromotorio e la morfologia del muscolo è
influenzata dalle condizioni meccaniche del suo funzionamento.
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Tipi di contrazione muscolare
• contrazione isometrica : statica, movimenti lenti e di poca ampiezza, nel tempo aumenta il
volume del suo sarcoplasma da cui assume glicogeno e ossigeno. Il muscolo così ha
incrementato parecchio la sua potenza (non molto il volume)
• contrazione isotonica : dinamica, movimenti rapidi e ad ampia escursione, impoverimento
del suo patrimonio sarcoplasmatico, incrementa elasticità e rapidità
concentrica: produce un accorciamento muscolare
o eccentrica: produce un allungamento muscolare
o balistica: con contrazione iniziale rapida
o isocinetica: con velocità di movimento fissa e resistenza variabile
o
ruoli muscolari
ogni muscolo a seconda dei movimenti possibili consentiti alle proprie articolazioni può esprimere
diversi ruoli:
agonista
: compiono movimenti richiesti, lavorano in numero elevato mai singolarmente si
dividono in: motori principali (senza di essi il movimento non può essere svolto), assistenti
motori (intervengono in particolari situazioni), motori di emergenza (intervengono quando lo
sforzo richiesto è molto alto, oppure per la paralisi di un altro muscolo)
antagonista
: si oppongono agli agonisti in due fasi: all’inizio del movimento frenano per
evitare uno stiramento, dopodiché consente il rilascio delle proprie fibre per consentire il
movimento agli agonisti
fissatore o stabilizzatore : si contraggono isometricamente per stabilizzare il segmento in
opposizione a delle situazioni destabilizzanti (gravità)
neutralizzatore : si contraggono per neutralizzare o evitare dei movimenti nel momento che
si eseguono altri movimenti
con funzioni sinergiche : gruppi muscolari che lavorano insieme ad altri gruppi di muscoli
nello stesso ruolo, insieme ma con ruoli diversi
con funzioni di sostegno
: hanno un ruolo di sostegno alla gravità quando un segmento
corporeo deve mantenere l’equilibrio
leggi di lunghezza muscolare
legge di Borrelli e Weber Fick: l’ampiezza del movimento condiziona la lunghezza del ventre
muscolare e viceversa.
La continua limitazione dell’ampiezza provoca dopo un certo tempo la regressione delle fibre del
muscolo interessato, il continuo ampliare l’escursione provoca dopo un certo tempo l’allungamento
delle fibre del muscolo interessato.
Per retrarre un muscolo allungato dovremmo farlo lavorare in: accorciamento completo,
allungamento incompleto, contrazioni concentriche di poca ampiezza, nel settore in cui l’estremità
del muscolo sono avvicinate
per allungare un muscolo retratto dovremmo farlo lavorare in: allungamento completo,
accorciamento incompleto, contrazioni eccentriche di poca ampiezza, nel settore in cui l’estremità
del muscolo sono allontanate al massimo. 8
Il rachide
è composto principalmente dalla sovrapposizione delle vertebre 33/34 e suddividono in quattro
regioni:
1. cervicale : composto da sette vertebre. Caratteristiche:
forma concavo-convessa
avendo il nucleo polposo del disco nella parte anteriore del disco stesso possono
compiere un movimento di scivolamento aventi e indietro
lo spessore del disco cervicale nella sua parte anteriore determina la lordosi
cervicale
l’anello fibroso è più ampio nella parte posteriore per facilitare il passaggio di
midollo, vasi, nervi
2. dorsale
: composto da 12 vertebre
3. lombare : composto da cinque vertebre. Caratteristiche:
sono piatte e parallele
il nucleo polposo è nella parte centrale e permette un movimento di oscillazione a
dondolo
i dischi lombare sono più spessi anteriormente e ciò determina la curva lordotica
lombare
lo spessore dell’anello è sempre uguale perché funge da ammortizzatore
4. sacrale : composto cinque vertebre
il rachide è una struttura elastica portante capace di garantire in opposizione alla gravità sia la
stazione eretta che l’equilibrio di forze e resistenze necessarie alla locomozione e ad ogni altra
forma di attività cinetica finalizzata. I due requisiti meccanici fondamentali del rachide sono:
• rigidità: efficienza statica antigravitaria
• flessibilità: possibilità di una grande ampiezza di movimenti
le vertebre
sono un insieme di unità funzionali sovrapposte che formano il rachide. Ciascuna unità è costituita
dalle due vertebre adiacenti, tessuti interposti, connessioni intervertebrali. Le connessioni
intervertebrali sono svolte da: legamento longitudinale anteriore e posteriore, legamento giallo,
legamento interspinoso, disco intervertebrale.
Nell’unità funzionale si identificano 2 sezioni:
anteriore : i due corpi vertebrali sovrapposti sono divisi da un disco intravertebrale, che ha la
o funzione di sostegno e assorbimento del carico, funzione statica
posteriore : una coppia di articolazioni che connettono le due vertebre, guidano il
o movimento reciproco delle due vertebre adiacenti, funzione dinamica
ogni vertebra è costituita da:
corpo vertebrale
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foro vertebrale
apofisi spinosa
due apofisi trasverse
quattro apofisi articolari
due lamine
due peduncoli
disco intervertebrale
è un organo elastico autonomo che assorbe il carico e gli urti, rende possibile il gioco articolare, le
facce superiori ed inferiori del disco (anello fibroso) è una maglia fibro-elastica al cui interno
racchiude la matrice. Le fibre dell’anello sono inserite lungo l’intero perimetro, decorrono
obliquamente e si intersecano con le varie incidenze, permettendo così i movimenti di oscillazione,
traslazione orizzontale, rotazione. La matrice è incapsulata dall’anello, fra il pavimento e il soffitto
delle vertebre. Il disco è elastico grazie all’anello e non al liquido del nucleo (gel colloidale). La
presenza del gel liquido nucleare implica una pressione intradiscale che forza le vertebre in senso
opposto e distende le fibre dell’anello. I movimenti delle vertebre sono possibili perché una sola
parte delle fibre si rilascia, mentre le altre rimangono tese per impedire la caduta della pressione
intradiscale.
Elasticità delle fibre dell’anello
Quando un disco è giovane è costituito per la maggior parte da tessuto fibroelastico, crescendo
vengono sostituite da fibre più grandi e meno elastiche diminuendo l’elasticità dell’involucro. Il gel
colloidale del nucleo polposo è un mucopolisaccaride con una particolare proprietà fisico-chimica
che gli permette di assumere i liquidi dall’esterno. Fino ai primi 20 anni di vita il disco è provvisto di
vascolarizzazione propria, poi diventa avascolare e si nutre attraverso la linfa grazie all’alternanza
di compressioni e rilasciamenti comportandosi come una spugna.
Curve fisiologiche
La colonna vertebrale presenta tre curve fisiologiche, la quarta non viene considerata perché non
essendo flessibile è inattiva ai fini posturali e cinetici. La colonna vertebrale è in equilibrio sulla
base sacrale, al di sopra del sacro presente la curva lombare lordotica (50°), composta dalle
cinque vertebre lombari ed è considerata principale perché da essa dipendono le curve
sovrastanti. Al di sopra della curva lombare inizia la curva dorsale cifotica (35°) composta dalle 12
vertebre che sono più piccole e più ravvicinate. La curva cervicale lordotica (36°) formata da sette
vertebre è meno accentuata di quella lombare per il minor volume e per la differente
configurazione delle vertebre. L’equilibrio statico del rachide dipende dall’allineamento delle
suddette curve sagittali rispetto alla linea di appiombo passante per il centro di gravità. Sul piano
sagittale l’assetto statico del rachide si modifica con il variare dell’angolazione sacrale e la
conseguente variazione del raggio di una curva viene compensata da una proporzionale e
simmetrica variazione del raggio delle altre due.
Legge di Deplech: dove il carico è maggiore l’accrescimento della vertebra subisce un
rallentamento, dove il carico è minore l’accrescimento è più rapido.
Legge di Wolff: ogni cambiamento delle caratteristiche geometriche e funzionale delle ossa viene
seguito da variazioni della struttura architetturale interna precise, definite da modificazioni
secondarie della struttura esterna altrettanto precise e definite
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Legge di Heuter-Volkmann: con una pressione uguale dei dischi epifisari l’epifisi cresce
simmetricamente. Se la pressione cambia allora l’area con maggiore pressione non cresce
rapidamente o completamente quanto l’area sottoposta a minore pressione.
Misurazione delle curve
Il valore in gradi della deformazione si misura tracciando sulle lastre due rete parallele ai piatti
vertebrali e misurando l’angolo che formano tra di loro. Se si vuole conoscere l’angolo globale di
una curva si fa lo stesso e lo ricaveremo dall’incrocio delle due perpendicolari alle due rette
parallele ai corpi vertebrali.
Abbiamo due teorie per la comparsa delle curve:
1. teoria meccanica di Henle : secondo cui le curve sarebbero dovute ad un adattamento alla
posizione eretta ed alla marcia, apparirebbero dunque con l’età, gli individui molto giovani
non presentano curve rappresentano una sola curva dorsale grande arco perché le curve si
accentuano con l’età.
2. Teoria congenita di Delmas : per cui le curve vertebrali preesistono alla nascita. Analizzando
il feto tra le seguenti conclusioni:
• fino ai 3/4 mesi di vita intrauterina si nota una sola curva a grande arco
• all’inizio del quarto mese di vita intrauterina appare la curva cervicale
• alla fine della vita intrauterina appare la curva lombare
sempre Delmas dichiara che esistono tre tipi di rachide:
1. a curve forti
: con un indice inferiore a 94
2. a curve medie : con indice di 95,5
3. a curve deboli
: se l’indice superiore 96
l’indice della curva è dato dal rapporto fra l’altezza è la lunghezza della colonna I = (Hx100) / L
uno studio successivo precisa che nelle singole valutazioni angolari esiste sempre lo stesso
rapporto fra gli angoli cifotici e lordotici del rachide cioè:
unendo i centri vertebrali di D1 con D7 e questo con L3 si calcola l’angolo