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Questo è evidente come è evidente nel caso in cui ci siano delle estrazioni è normale che ci sia un

riassorbimento progressivo della componente alveolare. Infine il legamento è una delle parti

essenziali, sapete benissimo che è costituito da un agglomerato di fibre connettivali un numero molto

alto che sostanzialmente collegano il dente all’ alveolo dentario più che altro permettono di allocare il

dente nella sua sede naturale evitando che questo pur sopportando i movimenti di carattere

masticatorio o altri tipi di movimenti è in grado di mantenere la loro posizione all’ interno dell’

alveolo dentario. Quindi da questa diapositiva potete evincere che osso, cemento e legamento sono le

componenti fondamentali che definiscono il parodonto e sulle quali insisteranno le forze che vedremo

successivamente.

Prima di parlare di trauma occlusale dobbiamo conoscere un po’ l’ occlusione cioè come sono

posizionati i denti normalmente e fisiologicamente per ciò che attiene una corretta occlusione. Lo

sapete da tutti i testi i denti superiori si volgono verso l’ esterno rispetto a quelli dell’ arcata inferiore

poi va beh c’ è questa sottigliezza che nei molari e nei premolari di circa mezzo dente diciamo che

prendete per buona solo la prima parte che i denti superiori si collocano sostanzialmente all’ esterno

rispetto agli inferiori. I frontali superiori coprono gli inferiori per un terzo della superficie. Conoscete

già overjet e overbite quindi sapete di che cosa parliamo cioè i frontali superiori di regola in una

posizione fisiologica devono coprire la terza parte in altezza dei denti dell’ arcata inferiore. Questo

per l’ occlusione ideale corretta. E infine vabbeh ( telefono che squilla) dicevamo che tutti i denti dell’

arcata superiore e dell’ arcata inferiore toccano almeno due denti dell’ arcata opposta questa è una

valutazione che potete fare anche mettendovi uno di fronte all’ altro e vedere che la superficie

occlusale di un dente ne tocca due nell’ arcata opposta. Questa cosa è abbastanza ovvia quindi due

punti sono quelli da considerare per l’ occlusione ideale quindi denti in arcata superiore in leggera

esteriorizzazione rispetto a quelli dell’ arcata inferiore e comunque una collocazione dei frontali

superiori ci copertura degli inferiori all’ incirca ad un terzo queste sono le due principali.

Allora dicevamo prima le definizioni che sono state date nel corso degli anni al trauma d’ occlusione

sono veramente tantissime. Come vedete dai primi del novecento una delle prima è di Stilman ve la

ricordate perché almeno per sentito dire è importante perché lui pensava e come definiva un trauma

cioè una situazione in cui praticamente andando quasi a serrare i denti i mascellari in chiusura questo

in pratica a suo parere creava un danno ai tessuti di sostegno quindi al parodonto quindi cemento

legamento e osso alveolare. Da quella definizione sono passati diversi anni e la definizione più

completa risale negli anni ’78 dall’ OMS che definisce proprio un trauma come un danno vero e

proprio che è causato sulle strutture parodontali dovuto a uno stress una forza eccessiva che può

essere prodotto da un rapporto tra due arcate opposte che può essere prodotto in maniera diretta o

indiretta questa definizione dà un’ idea maggiore di che cosa possa essere un trauma da occlusione è

una delle più importanti e dà il senso di che cosa sia un trauma da occlusione. Allora a seguito della

prima definizione che fu data dall’ OMS i primi autori paradontologi in particolare lindhe provò a

dare una definizione cogliendo in particolare quella che era la definizione data dall’ OMS anche lui

parla di alterazioni o modifiche patologiche perché avvenute in seguito ad un atto di uno stress

masticatorio e che hanno come risultato una eccessiva forza che mascella e mandibola determinano

sulle stesse strutture parodontali quindi su cemento, legamento e osso alveolare. Dove agisce questa

forza e dove si scarica lasciate perdere la polpa e l’ atm esulano da questo contesto ma riguardano

altri studi, in particolare quello che a noi interessa sono i danni esercitati da queste alterazioni al

parodonto, però dovete conoscere che studiando ortodonzia possono esserci danni all’ atm e sui

muscoli masticatori che hanno inserti proprio sulle strutture parodontali quindi anche i muscoli

masticatori possono avere dei danni, infine possono esserci dei danni soprattutto nei soggetti più

piccoli alla polpa dentaria a seguito dei traumi in questo caso la branca dell’ endodonzia studia questa

tipologia di traumi. Quello che interessa a noi sono i danni che possono provocare alle strutture di

sostegno del parodonto.

Una prima definizione che poi è stata abbandonata questa poi è da annali di storia ve la riporto per

farvi capire di che cosa parliamo, abbiamo parlato prima di trauma diretto ed indiretto, la definizione

data storicamente da alcuni autori ha distinto un trauma di tipo primario e uno secondario. Nel trauma

primario praticamente come dice bene qui le forze occlusali eccessive che si esercitano su un

parodonto normale cosa vuol dire parodonto normale? Un parodonto che non ha problematiche di

natura parodontale cioè non ci sono tasche, recessioni e difetti , quindi un parodonto fisiologico con

tasche inferiori o uguali a 2 mm, quello veniva definito un trauma occlusale di tipo primario. Cioè

cosa accade se esercito una forza indebita su un parodonto sano è quel caso lì. Quando invece si

esercita un tipo di forza su un parodonto ridotto perché è già stato trattato parodontalmente quindi

molto spesso quando c’ è una recessione quando ci sono problematiche parodontali quindi in un

parodonto che non è sano. Vedete c’è una recessione la tasca è stata ridotta sicuramente con

trattamento parodontale quindi in questo caso si studia e si studiava un trauma che veniva definito

secondario. Cioè cosa accade se questa azione indebita viene esercitata su un parodonto che non è

sano. Questa distinzione è stata abbandonata, non è più in auge però serve per farvi capire quella

definizione che parlava di una forza indebita esercitata direttamente o indirettamente sul parodonto.

Non è più in auge per due motivi fondamentali perché il danno cella forza indebita che viene

esercitato sul parodonto e il danno che si ha in conseguenza è sostanzialmente il medesimo sia che si

abbia un parodonto fisiologico che non fisiologico quindi malato o parodontalmente già malato, in

più l’ altro fattore più importante è il fatto che al di là dell’ altezza del parodonto , l’ altezza

parodontale di un parodonto trattato successivamente presenta una riduzione in altezza delle strutture

parodontali, bene si è visto che intervenendo con un trauma su un parodonto danneggiato o già

trattato parodontalmente oppure un parodonto sano ciò che viene ottenuto come danno è il medesimo

su entrambe le situazioni. Questa distinzione precedente tra primario e secondario per questi due

motivi è stato abbandonato.

Un’ altra cosa che si è studiata è come faccio a dire se sui denti o se le strutture di sostegno dei denti

si eserciti o meno un trauma tale dalle forze indebiti che poi questo crei problema alle strutture di

sostegno, la prima cosa sono i sintomi, c’ è un sintomo relativo ad un danno occlusale? Il paziente

avverte che sta subendo un trauma da forse indebite? Alcuni hanno supposto che le forze devono

essere di un’ intensità tale da alterare sia la posizione che la stabilità del dente. Voi sapete in

particolare che i legamenti le fibre connettivali consentono al dente di avere una posizione fissa

precisa nell’ alveolo. Una posizione mobile ma compensata nel senso che se c’ è una forza occlusale

che agisce su questo dente il dente ha la capacità di rispondere a questa forza quasi in maniera

elastica rima posizionato nella stessa zona dell’ alveolo, in questo caso invece si parla di una forza

che se esercitata riesce ad alterare la posizione e di conseguenza la stabilità del dente può determinare

una rottura o alterazione delle fibre connettivali che sono alla base del sostegno del legamento. Come

viene fatta diagnosi di trauma di occlusione? Ci sono molti esami per fare diagnosi di trauma da

occlusione in particolare ci sono dei sintomi clinici degli indicatori e indicatori diagnostici

radiografici. Quelli clinici uno in particolare è legato all’ alterazione della posizione e della mobilità

progressiva vi faccio presente la mobilità progressiva perché è collegata a tanti fattori per esempio

porta alla migrazione dentaria, alla mal occlusione durante la masticazione, accanto a questi però ci

sono fattori clinici che mettono in evidenza come il paziente stesso può essere a rischio per una forza

indebita tra mascella e mandibola per esempio un precontatto occlusale che modifica il piano

occlusale questi pazienti vanno in contro ad un precontatto occlusale oppure bruxismo notturno

evidente dalle faccette di usura sugli elementi dentari, quindi ci sono dei fattori di evidenza collegati

proprio alla condizione patologica o non fisiologica del paziente come per esempio ricostruzioni

incongrue o bruxismo notturno e altre tipologie di questo tipo. Dall’ altra c’ è la vera e propria

patologia dovuta dalla forza indebita che è la mobilità, c’ è la mobilità e quindi c’ è la migrazione,

dalla mobilità c’ è il disagio la mal occlusione, per esempio se c’ è un’ estrazione c’ è l’ effetto

capanno in cui due elementi tendono a fare questo lavoro qui, quello crea una condizione di mal

occlusione e non solo poi vedremo in questo tipo è facile che ci sia sviluppo di malattie parodontali

con una condizione di eccessiva occlusione quindi di forza indebita quella condizione viene

aggravata ulteriormente. Poi tra i fattori clinici due vi dovete ricordare condizioni legate

essenzialmente al paziente dal bruxismo ai precontatti quindi per una modifica del piano occlusale,

dall’ altra invece fattori legati proprio alla forza indebita quindi partendo dalla mobilità per andare

alla migrazione. Poi ci sono i fattori radiografici è chiaro che spesso quando si esercita una forza

indebita su un elemento dentario il fattore principale da prendere in considerazione è che è allocato

nell’ alveolo perché collegato alle fibre connettivali è chiaro che quando vado ad esercitare una forza

indebita queste fibre sono soggette quantomeno a dislocazione se non ad essere rotte, questo in

maniera chiara crea un’

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Publisher
A.A. 2015-2016
9 pagine
SSD Scienze mediche MED/28 Malattie odontostomatologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ottavoincluso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Parodontologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Paolantonio Michele.