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MECCANISMI DI DANNO CEREBRALE PRIMARIO
Contusione (danno contusivo del tessuto corticale): sotto la superficie del lobo
frontale e lobo temporale anteriore, può causare danni focali, cognitivi e
disordini senso-motori.
Principale suddivisione del cervello
Danno assonale diffuso: il danno è frequente a livello del corpo calloso ed
altre strutture della linea mediana che coinvolgono la materia bianca
parasagittale, il setto interventricolare, le pareti del terzo ventricolo ed il
tronco encefalico (mesencefalo e ponte)
E' sostanzialmente il danno della sostanza bianca, dell'assone. Anche in questo
caso come la contusione è più frequente nelle aree del lobo frontale e lobo
temporale anteriore. Danno assonale diffuso e contusione sono quasi sempre
associati e il danno assonale diffuso è quello che ci fa perdere coscienza
subito in seguito all'impatto.
E' responsabile dell'iniziale perdita della coscienza
è dovuto a forze di accelerazione e decelerazione e a forze rotazionali
associate all'alta velocità di impatto
PRINCIPALI MECCANISMI DI RECUPERO
E' un aspetto molto discusso. Se è vero che i neuroni quando muoiono muoiono
perchè non sono in grado di riprodursi se è vero che un danno al SNC è un danno
irreparabile, noi su cosa dobbiamo lavorare. Il gruppo di lavoro dei
riabilitatori puà agire perchè esiste la cosidetta:
Plasticità: quando l'encefalo è danneggiato si ripara attraverso risposte
morfologiche e fisiologiche. E' influenzata dall'ambiente, dalla complessità
degli stimoli, dalla ripetizione di compiti motori e dalla motivazione. Avviene
tramite 2 meccanismi:
la rigenerazione neuronale
la riorganizzazione funzionale
Le cellule non rinascono e non ricrescono ma sono fortemente influenzate da ciò
che noi induciamo dall'esterno, quindi dall'ambiente esterno, dal tipo di
stimoli a cui li sottoponiamo, dalla continua ripetizione di determinati atti
motori e soprattutto la motivazione che riusciamo a dare al paziente. Un neurone
che non è morto , ciò è vivo ma danneggiato ad es. da un edema, si sono rotti
dei dendriti, o c'è un danno sull'assone..., possono modificare le connessioni
con assoni che sono rimasti normali. Invece che connettersi con neuroni morti
cercano di connettersi con altri neuroni sani, vengono riassegnati a una nuova
funzione, cercano di riorganizzarsi. In questa fase in cui le cellule cambiano
interlocutore noi dobbiamo intervenire perchè si ha il riapprendimento sia
motorio che cognitivo.
Oppure possono avvenire fenomeni di strauting : se taglio un assone, dal
momento che il pirenoforo non è danneggiato, il neurone non è morto e la coda
può ricrescere pian piano (come nelle lucertole).
Noi possiamo ottenere dei risultati proprio perchè esistono questi fenomeni.
La rigenerazione neuronale
Assoni intatti stabiliscono tramite lo sprouting connessioni dendritiche ed
assonali con le zone danneggiate.
Avviene settimane o mesi post-trauma
Strutture neuronali sane non precedentemente utilizzate per uno scopo specifico
vengono riassegnate o sviluppate per svolgere le funzioni perdute a causa del
danno cerebrale.
TCE
Modificazioni sociali modificazioni motorie
modificazioni cognitive
DANNO CEREBRALE
Modificazioni comportamentali
modificazioni sensoriali
RIABILITAZIONE
avviene in strutture di riabilitazione intensiva in regime di ricovero:
il paziente è legato alla cannula tracheostomica, spesso è attaccato ad un
respiratore, ossigeno, catetere vescicale, crisi disvegetative per cui gli si
alza e si abbassa la pressione per cui deve essere mantenuto in strutture
ospedaliere e non riabilitative (es. il S. Maria Bambina di Oristano è separato
dall' Ospedale S.Martino, ma c'è una convenzione per cui quando insorgono
problematiche internistiche importanti il medico specialista di sposta da una
struttura all'altra per garantire l'assistenza. Si gestisce il basic e in caso
di bisogno e di emergenza si sfruttano gli specialisti nella branca di
interesse.
coesistenza di problematiche internistiche, menomazioni sensomotorie, cognitive
e comportamentali ? approccio integrato
consulenze e supporto di figure esterne al team riabilitativo
Dove si inizia?
Outcome funzionale?
Problematiche internistiche, disordini di responsività
valutazione fattori cognitivo comportamentali (disorientamento, inerzia,
agnosognosia,ecc...)
valutazione abilità motorie residue
definizione menomazione residue per progettare interventi selettivi e mirati
quando i livelli cognitivi lo consentano
Come incominciamo? arriva l'ambulanza con paziente con trauma encefalico,
stabile, svezzato dal respiratore fa ancora un po' ossigeno, va aspirato
frequentemente perchè non gestisce le secrezioni, risponde allo stiolo doloroso,
lo nutriamo via PEG, infezione delle vie urinarie in corso...Per prima cosa il
fisiatra deve stabilire,da un punto di vista internistico, se il paziente è
stabile/instabile e quindi valutare se è possibile intervenire ad es. c'è
febbre? C'è una risposta allo stimolo doloroso? Per quanto piccola c'è
un'interazione con il mondo esterno? E' il primo segno di un processo di
risveglio. Verifichiamo che ci sia un contatto. Dopo che abbiamo mobilizzato,
abbiamo prevenuto le POA, cerchiamo risposte negli occhi, cerchiamo di provocare
dei riflessi, Possiamo rilevare che seguono con lo sguardo l'operatore, che
avvertono la presenza, manifestano delle reazioni anche di paura sgranando gli
occhi quando ad es. vengono aspirate le secrezioni. Cerchiamo delle risposte con
codice binario Chiuda gli occhi per dire sì, o se c'è motricità residua Alzi
l'indice per il si, possiamo dare degli ordini semplici chiuda gli occhi, apra
la bocca , poi possiamo passare a cercare risposte ai comandi più complessi,
con la mano dx si tocchi l'orecchio sx. Si parte dal basic e via via si aumenta
la complessità, assecondando l'evoluzione e cambiando continuamente il nostro
progetto riabilitativo. Si cambia l'obbiettivo in base ai miglioramenti motori,
cognitivi, di ripresa di contatto con l'ambiente del paziente. Si deve
assecondare e implementare ciò che troviamo nel paziente. La risposta al dolore
è cmq la prima cosa importante, molto importante!
Qual è il percorso di cura affetta da TCE?
FASE ACUTA: rianimatoria o neurochirurgica
Si fa in rianimazione, quella delle complicanza internistiche in cui
intervengono i chirurghi ortopedici per trattare le fratture, il neurochirurgo
per evacuare l'emorragia, il rianimatore perchè ha bisogno di ventilazione
meccanica con il ventilatore che insuffla l'aria nei polmoni perchè non è in
grado di respirare autonomamente...
FASE RIABILITATIVA: recupero del maggior livello di autonomia possibile
FASE DEL REINSERIMENTO SOCIALE O DEGLI ESITI: rientro nell'ambiente famigliare,
ripresa del lavoro, scuola, ecc...
Compatibilmente con le abilità residue si ricerca un reinserimento familiare se
le abilità residue sono molto limitate o anche lavorative e scolastiche.
ICTUS CEREBRI
E' una patologia estremamente comune e molto invalidante, ma con molte meno
complicanze di ordine internistico rispetto a un trauma cranico.
Improvviso deficit neurologico secondario ad occlusione o rottura di vasi
sanguigni. (nel cervello)
terza causa di morte
negli USA 600000 ictus/anno
mortalità post ictus si è ridotta negli ultimi 30 anni e varia dal 17 al 34% nei
primi trenta giorni.
giocano vari fattori fra cui l'età, l'estensione, patologie concomitanti. I
circa il 50% dei pazienti sopravvive per 3 o più anni.
ll problema è che spesso si può ripresentare l'evento.
A 10 anni dall'evento il 30% dei pazienti è ancora in vita
percentuali di ricaduta 7-10%
il 50% dei sopravvissuti presenta un grado significativo di disabilità residua e
necessita di riabilitazione
TIPI DI ICTUS CEREBRI
1. Ischemico: dovuta al fatto che i vasi sanguigni si occludono
trombotico:
- 35% di tutti gli ictus
- raramente perdita di coscienza profonda
- il deficit neurologico varia a seconda del territorio cerebrale coinvolto
- occorre durante il sonno
- dovuto a stenosi ed occlusione dei vasi
- si presenta con deficit progressivi
Per la presenza di un coagulo che si forma direttamente nel vaso del cervello o
un coagulo, un trombo, nel cuore dovuto ad es. ad una fibrillazione atriale in
cui l'atrio cardiaco non si contrae efficacemente, . Il sangue ristagna e
coagula. Il coagulo è molto fragile per cui dall'atrio si possono staccare degli
frammenti che sono gli emboli (gli emboli non sono solo gassosi!)
Embolico
- 30% di tutti gli ictus
- il deficit neurologico varia a seconda del territorio cerebrale coinvolto
- occorre più frequentemente durante la veglia
- prevalentemente di origine cardio-embolica
- si presenta con deficit immediati e si possono associare crisi epilettiche
Lacunare
- 20% di tutti gli ictus
- le lacune sono piccoli infarti
- l'occlusione coinvolge piccoli vasi
- lesioni piccole (putamen, ponte, talamo, caudato, capsula interna, corona
radiata)
- esordio sia immediato che graduale
2. Emorragico: per rottura dei vasi
Emorragia intracerebrale: rottura dei vasi interni del cervello
- 10% di tutti gli ictus
- la causa è spesso l'ipertensione arteriosa
- compare spesso quando il paziente è calmo e non sotto stress
- esordio sia immediato che graduale
Emorragia subaracnoidea:
- 5% di tutti gli ictus
- la causa è spesso la rottura di aneurismi e MAV
- compare spesso quando il paziente è sotto stress
- esordio omprovviso
quando abbiamo un'emorragia per una rottura dei vasi dei sacchetti che ricoprono
il cervello, dove c'è una grande vascolarizzazione, si accumula sangue sotto
l'aracnoide che comprime il tessuto cerebrale.
FATTORI DI RISCHIO
età (dopo i 55 anni) siamo più soggetti a problematiche di tipo cardiologico.
sesso (M>F) per questioni ormonali
razza (afroamericani>caucasici>asiatici)
familiarità
ipertensione
malattie cardiovascolari
diabete mellito
fumo di sigaretta
estrogeni (pillola)
iperlipidemia
emicrania (è una patologia neurologica in cui i vasi sanguigni si dilatano e si
restringono. Questo gioco di vasocostrizione e vasodilatazione predispone
all'ictus)
apnee notturne
malformazioni congenite es. sacche aneurismatiche. Nell'aneurisma le pareti
cedono