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Trapianto allogenico: INDICAZIONI Trapianto allogenico
affezioni che coinvolgono una o più linee
del compartimento staminale midollare Aplasie midollari
Ane m ia di Fanconi
– Ane m ia aplastica s evera
–
neoplasie, grazie all’effetto “graft versus
Alterazioni dell’eritropoiesi
tumor” Ane m ia di Black fan Diam ond
– Em oglobinopatie
–
Alterazioni della linea mielo-monocitica
Sindrom e di Kos tm an
– Oste ope trosi
– M alattia di Che diak -Higashi
–
Alterazioni della linea megacariocitica
TAR
– Am e gacariocitosi
– Porpora Trom bocitope nica Idiopatica cronica
–
Il trapianto allogenico si fa soprattutto in caso di immunodeficienza o in caso di malattie
neoplastiche del midollo.
Altra malattia che può essere trattata così è la talassemia major, che non può essere guarita con la
terapia convenzionale, ma solo con le trasfusioni (che comunque non è un trattamento definitivo).
Le trasfusioni portano in pochi anni a complicanze dovute all'accumulo di ioni ferro nei vari organi,
mentre il trapianto allogenico fornirebbe un nuovo pool di globuli rossi funzionanti. Anche le
aplasie midollari post-infettive, irreversibili, possono guarire grazie al trapianto allogenico perché
forniamo al paziente un midollo nuovo. Nelle malattie non neoplastiche il trapianto di midollo
allogenico è un po' più simile al normale trapianto d'organo.
Si possono quindi trattare anche malattie che coinvolgono una sola linea cellulare.
Trapianto di midollo osseo autologo
Fu effettuato per la prima volta nel 1987. Si tratta di una terapia di salvataggio.
Se siamo al cospetto di una malattia che beneficia del trattamento chemioterapico però con i
trattamenti chemioterapici standard non riusciamo a guarire il bambino, come nel caso del
neuroblastoma (chemiosensibile, ma che nel 70-90% non guarisce con la chemioterapia, che in
realtà funziona per un po' di tempo ma poi si avrà una recidiva), possiamo suggerire un trapianto di
midollo osseo autologo.
Aumentare semplicemente la dose di chemioterapico, il bambino morirebbe a causa del
trattamento perché gli provocherebbe un'aplasia midollare irreversibile. Se togliessimo invece il
midollo del bambino, lo congelassimo, e poi trattassimo il bambino con dosi altissime di
chemioterapico, avendo delle cellule midollari da parte, potremmo infondergliele subito dopo per
permettere la ricrescita del midollo, avendo maggiori probabilità di salvarlo.
Si tratta di una terapia molto aggressiva senza uccidere il bambino.
A volte il midollo viene trattato in laboratorio e viene deprivato dalle cellule tossiche in modo tale
da avere un grande beneficio. Se invece queste cellule permanessero anche dopo il trapianto
autologo, il trattamento fallirebbe. Ciò differisce dal trapianto di midollo allogenico che, derivando
da un ricevente, deve essere sano (e quindi non verrebbe eseguito un trattamento pre-trapianto).
Indicazioni al trapianto autologo
Leucemia mieloide acuta
Leucemia linfoblastica acuta
Linfoma non Hodgkin
Neuroblastoma a cattiva prognosi
Tumori vari metastatici
Tumori del SNC a cattiva prognosi
Tumori solidi recidivati
Malattie autoimmuni del connettivo
Questo vale sia per le malattie oncologiche gravi (sia nel bambino che nell'adulto), sia nelle
malattie autoimmuni (alcune beneficiano della chemioterapia, come forme di artriti o di LES, o in
caso di sclerosi multipla, che vengono trattate con la chemioterapia e poi col trapianto di midollo
autologo).
Trapianto da cordone ombelicale
Nel 1989 una donna francese ha effettuato il primo trapianto di cellule del cordone ombelicale.
Oggigiorno questi trapianti sono molto sicuri.
Perché si tende a conservare il cordone ombelicale dopo la nascita?
Perché il sangue cordonale contiene una concentrazione elevata di cellule non mature
• (staminali);
Altri lo conservano per ragioni personali perché si dice che alcune malattie
• neurodegenerative, o oculari, o cardiache potranno in futuro essere trattate con le cellule
staminali contenute nel cordone (esistono infatti diverse banche del cordone che vengono
pagate per tempi molto lunghi perché in futuro possano utilizzarle).
Le vere banche ufficiali di cordone, quelle presenti nei centri trasfusionali, servono per conservare
delle cellule che poi potranno potenzialmente essere compatibili con un bambino che non ha
trovato ancora altra compatibilità. Un bambino piccolo avrà bisogno di una quantità molto piccola
di cellule staminali.
Se dovessimo cercare un donatore compatibile, lo troveremmo, statisticamente parlando, molto
più facilmente nella nostra terra perché per ragioni genetiche sarà più facile trovare qualcuno che
avrà i nostri antigeni (ad esempio in Sardegna i matrimoni tra consanguinei sono stati più frequenti
rispetto alle unioni in altre regioni). Alla luce di ciò, le donne potrebbero donare il proprio cordone
ombelicale e in un futuro ciò permetterebbe ad un individuo con alcune malattie neoplastiche di
trovare più facilmente delle cellule compatibili.
Donare il cordone non comporta alcun tipo di stress alla donna, basta solamente firmare dei
documenti prima del parto. Vi è una banca del cordone proprio qui in Sicilia, a Sciacca, la più ricca
di tutta Europa; inizialmente lavorava moltissimo, ed in realtà ancora è attiva, purtroppo però
lavora di meno ed ha meno fondi.
E' chiaro che non tutti i cordoni sono idonei ad essere depositati, perché non tutti i cordoni sono
sani.