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DEPROTEINIZZATO
Perchè si esegue la deproteinizzazione?:x ridurre antigenicità, l’obbiettivo era togliere la
componente proteica ed avere solo avere solo OH apatite al fine di scaffold eliminando tutta la
componente proteica noi eliminiamo tutte le proteine e fattori di crescita che potrebbero rendere
questo materiale osteoinduttivo per cui sicuramente ha solo potenziale osteoconduttivo. L’osso
deproteinizzato, chiamiamola Oh Apatite animale, presenta performance cliniche superiori rispetto
a un Oh apatite sintetizzate in laboratorio qst perchè la demineralizzazione lascia sempre
qualcosa che incrementa la performance!
È migliore da un punto di vista ISTOLOGICO ma nn CLINICAMANTE (in termini di riduzione tasca
e guadagno clinico tutti i materiali funzionano allo stesso modo, sia se mettiamo bio oss o osso
equino-suino deprot. o OH sintetica o DFDBA clinicamente fx tutti uguali perchè funzionano come
materiali da otturazione! Ho un buco e lo chiude! Naturalmente le particelle di osso omologo o
eterologo verranno col tempo riassorbite e sostituite da nuovo osso per quelle sintetiche ciò nn
accade, esse vengono solo inglobate in una massa di txt connettivale denso ma sano.
L’American Red Cross è una delle più grandi banche di osso umano; possiamo comperare anche
da internet.
Tra gli allotrapianti omologhi (osso di banca) quelli più importanti sono:
DFDBA: -pronuncia: decalsifaid friz-drie (liofilizzato) bone allograft: allotrapianto osso
- liofilizzato e decalcificato
FDBA: osso liofilizzato
-
Secondo Urist (1961-1962) la disponibilità di BMP nell’DFDBA> FDBA perchè essendo
demineralizzato, si espone più la componente proteica (più giallastro) e quindi le BMP sono più
facilmente utilizzabili.( Quella delle BMP è la famiglia delle proteine morfogenetiche, ne è più ricco
l’osso corticale. All’inizio si pensava che fosse solo una, ma poi si è visto che ci sono circa 12–15
tipi di BMP, aventi la funzione di stimolare la formazione di osteoblasti e le loro proliferazione e
mitosi)
Urist nel 1961-62 ha prelevato l’osso da un coniglio e l’ha poi trapiantato sottocute (dopo averlo
demineralizzato) a livello del muscolo grande dorsale e qui ha osservato la formazione di osso, ha
quindi affermato che il materiale è osteoinduttivo. Il materiale ha determinato la differenziazione di
cellule multipotenti in osteoblasti in una zona dove altrimenti non si sarebbe formato osso. Le
particelle di DFDBA vengono riassorbite e sostituite da osso ma anche a distanza di anni e forse
per sempre sono ancora riscontrabili piccole particelle.
La letteratura ci dice che per quanto riguarda l’FDBA non ci sono risultati entusiasmanti:
• Hurt (pronuncia art) (1968), sui cani, ha affermato che riempire difetti con FDBA dà risultati simili
a quelli del curettage osseo, probabilmente ha trattato difetti contenitivi
• Helloring (1978) e Sepe (seip) (1978) hanno osservato, nell’uomo, che il 50% dei difetti trattati
con FDBA presentavano un riempimento totale o maggiore del
50%
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[Digitare il testo]
• Altien (1979) ha affermato che il 50% dei siti trattati con FDBA dà risultati migliori del semplice
curettage. Prob. I 5 che hanno dato ris analoghi al cur erano
difetti più contenitivi;
Possiamo quindi dire che l’FDBA funziona meglio del curettage; le dimensioni migliori delle
particelle dell’FDBA è di 300–500
Letteratura SUL DFDBA
Gli studi sul DFDBA, invece, hanno dato buoni risultati di guadagno di attacco, in media di 2,5
mm. DFDBA vs CURETTAGE OSSEO: Bowers (1985–1989) istologicamente ha visto che
- usando il DFDBA rispetto al solo curet. si ha la riformazione di una maggiore quantità di
attacco (cemento e legamento che sappiamo con queste metodiche si forma in modo non
predicibile e solamente per piccole quantità e nella parte più apicale del difetto). Questo
studio viene sempre citato dalle banche dell’osso per promuovere i loro materiali, loro
dicono è inutile che usate le membrane, se usate il nostro riempitivo abbiamo rigenerazione
e negli usa il DFDBA è considerato un materiale RIGENERATIVO e non RIPARATIVO,
cioè in grado d’indurre la formazione di ceme e lega; ora che questo materiale è in grado di
fare ciò d’accordo ma in che misura riesca a farlo è ancora da discutere!!!
DFDBA vs FDBA: l’unico studio in letteratura MONDIALE comparativo è stato effettuato da
- Rummelahart (1989), il quale ha osservato che il guadagno di attacco clinico e non
istologico con FDBA è di circa 1,7 mm, mentre quello che si ha con DFDBA è di 2,4 mm.
Ma p>0,05 nn statisticamente significativo poichè è condotto su pochi pz la differenza non
è significativa e può essere dovuta a l caso. Non c’è alcuno studio oggi che ci dice che uno
dei materiale può andare meglio dell’altro. OGGI non c’è ALCUNO studio in lett. Che ci
possa garantire che un materiale va meglio dell’altro
Tra DFDBA e osso autologo, quale va meglio in parodontologia? Non si sa quello che va
- meglio, ci sono delle meta–analisi ma non molto fedeli e dicono che funzionano allo stesso
modo. In implantologia si è visto come l’osso autologo sia meglio del DFDBA (studio di
Simion, Trisi e Piattelli 1994-rigenerazione ossea sotto membrane di GOTR-TEX per rialzi
di cresta attorno ad impianti ). Ma questi risultati non sono trasportabili in parodonto perchè
i difetti intraossei sono diversi dai rialzi di cresta.
Cosa succede ISTOLOGICAMETNE all’osso di banca?
Nel DFDBA e FDBA istologicamente abbiamo riassorbimento e sostituzione con nuovo osso, i
tempi di riassorbimento nonostante l’origine umana sono molto lunghi anche anni, parlando
dell’osso animale deproteinizzato vederemo che il suo tallone d’Achille sono appunto i
lunghissimi tempi di rass., abbiamo riapeerto dopo 8 anni c’era ancora bio.oss osso, solo l’osso
autologo si riassorbe in tempi bevi e con gran facilità!! L’eterologo sia OMO che XENO
trapianto si riass. più lentamente.
CASO 1
Molto vecchio, tratto negli USA con DFDBA; difetto parodontale molto grande oltre apice; abbiamo
ricostruito il difetto con osso di banca, viene reidratato con sangue del pz, anest. Locale,
fisiologica; lo compattiamo senza esagerare altrimenti inibiamo i processi rigenerativi. Dopo 1 anno
radiograficamente il difetto si è riempito in maniera apparentemente completa senza anchilosi
perché distinguiamo lo spazio parodontale, alla riapertura si vede osso neoformato.
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[Digitare il testo]
ALLOTRAPIANTI vs AUTOTRAPIANTI
L’osso autologo funziona meglio o peggio rispetto l’osso di banca???
In parodonto non c’è nessuno studio che ha indagato questo aspetto ma in campo implantologico
sono stati fatti studi sull’uomo relativamente all’uso di diversi riempitivi.
Studio di Piattelli, Simion 1994 Sono stati usati per effettuare interventi d’incremento
- verticale si cresta edentula con membrana sotto la membrana sono stati impiegati diversi
materiali fra cui osso autologo e DFDBA è risultato che si aveva una maggiore
neoformazione ossea usando OSSO AUTOLOGO. Però attenzione nel generalizzare i
risultati soprattutto quando riguardano 2 campi diversi!!
Qui stiamo parlando d’incrementi verticali su cresta edentula che è un tipo di difetto diverso
da un difetto intraosseo paradontale… negli incrementi di cresta, un alternativa può essere
lo ShortImplant (lunghezza <8mm) i lavori mi dicono che c’è successo ma sono lavori
sponsorizzati!! Altrimenti faccio rialzi verticali con trapianti onlay ovvero blocchetto
monocorticale, faccio un po di buchini, attacco il blocchetto monocoriale con delle viti e
dopo 4 mesi riapro, tolgo le viti di fissaggio metto impianti; oppure con griglia in Ti che mi
copre del materiale oppure facci ola stessa cosa con mebrana di GoreTex che abbia
sempre al suo interno un’armatura in Ti.
I due ambienti sono diversi e i risultati ottenuti in implantologia nn sono trasferibili in
parodonto.
I fratelli Becker hanno dato un grosso contributo relativamente all’uso di osso autologo o DFDBA ma sono
stati fatti su alveoli post–estrattivi. Hanno paragonato in diversi studi la guarigione di alveoli post estrattivi
riempiti con diversi materiali. Anche qui faccio un premessa!! Quando testano un bio materiale imparate a
chiedervi in che ambiente lo testano! L’alveolo post estrattivo è un ambiente estremamente diverso! I lavori
venivano fatti così: denti estratti che dovevano essere sostituiti da impianti, alcuni alveoli venivano fatti
guarire normalmente altri riempiti con osso autologo, altri di DFDBA altri di Bio-oss altri dì Ohapa, si
lasciavano guarire e dopo 6-8 mesi si andava a riaprire per fare l’impianti e invece di usare una fresa piena
si usava una fresa cava ottenendo una carotina di tessuto! Ottima pensata peccato che l’alveolo post
estrattivo non è un difetto parodontale poiché l’alveolo post-estrattivo è stato progettato da madre natura
come un buco che si deve chiudere! A diff. del difetto parodontale che non è stato concepito per chiudersi
spontaneamente. QUINDI I RISULTATI DEVONO ESSERE FILTRATI DAL NOSTRO BUON SENSO!!
Becker, Becker e Caffesse (1994) hanno effettuato uno studio, in cui valutano però quale sia il
materiale migliore per riempire alveoli post–estrattivi per non perdere altezza della cresta.
NB.l’alveolo post estrattivo è un ambiente diverso dal difetto parodontale, perchè è stato
proggettato da m.natura come un buco che si deve chiudere da solo, il difetto parod no se nn
facciamo nulla nn si chiude!
Essi hanno preso 14 alveoli post–estrattivi, di cui 7 sono stati riempiti con DFDBA e 7 con osso
autologo.
CLINICAMENTE ho lo stesso risultato.
ISTOLOGICAMENTE invece a 6 mesi si osserva:
con DFDBA un incapsulamento delle particelle trapiantate in una massa di tessuto
- connettivo e hanno ostacolato la guarigione dell’alveolo
con osso AUTOLOGO si aveva neoformazione ossea ovvero l’osso e stato riassorbito e
- sostituito.
Qui dobbiano spezzare una lancia a favore del DFDBA ((mi chiedo: ma perché sto DFDBA che in
un difetto parodontale che è una lesione non progettata per guarire spontaneamente mi aiuta e
invece nell’alveolo post ettrattivo mi ostacola??)) Perché In questo caso è sbagliato il modello!
l’alveolo post–estrattivo non è un difetto e la soluzione migliore è lasciarlo vuoto, qualunque cosa
che ci mettiamo dentro sarà di ostacolo (visto sempre in articoli di questo gruppo, in cui si
utilizzavano come controlli). Alla fine i Becker si smentiscono