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PRELIEVO DI CUORE
TECNICA DEL TRAPIANTO
Nella prima fase del trapianto, dopo aver collegato il paziente alla macchina cuore–polmoni, si
procede all’asportazione del cuore malato con sezione degli atri vicina e parallela al solco
atrioventricolare. Il setto interatriale deve essere sezionato ad un paio di mm al di sopra della fossa
e la sezione dell’aorta e dell’arteria polmonare deve avvenire poco al
ovale in senso cranio–caudale
di sopra delle commissure delle rispettive valvole. Asportati il ventricolo destro e sinistro,
il tronco dell’arteria polmonare
rimangono in situ le due cuffie atriali, separate dal setto interatriale,
e l’aorta ascendente. con l’anastomosi fra l’atrio sinistro del nuovo cuore e l’atrio sinistro
Si inizia si procede all’anastomosi
del paziente, quindi si esegue la sutura fra gli atri destri ed infine
dell’aorta e della polmonare. Dopo aver eseguito un’accurata purga dell’aria dalle sezioni destre e
sinistre, si effettua il declampaggio delle vene cave ed infine dell’aorta. 6
TECNICA CLASSICA TECNICA BICAVALE
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FOTO INTRAOPERATORIA ANASTOMOSI VASCOLARE 7
TRAPIANTO ORTOTOPICO COMPLETATO
TECNICA BICAVALE completa dell’atrio destro del ricevente, mentre l’atrio
La cardiectomia prevede la rimozione
sinistro viene sagomato mantenendo, come per la tecnica tradizionale, l’intera cuffia atriale
comprendente lo sbocco delle quattro vene polmonari.
La fase di impianto prevede inizialmente l’anastomosi della cuffia atriale sinistra, come per la
tecnica di Shumway, mentre le anastomosi successive, eseguite in termino-terminale, sono
effettuate in questa successione: vena cava inferiore, vena cava superiore, arteria polmonare ed
aorta.
PROBLEMATICHE POST- TRAPIANTO
Il paziente cardiotrapiantato può andare incontro a diverse complicanze post–operatorie, prima fra
tutte il rigetto d’organo. Per fronteggiare questa complicanza il paziente deve essere sottoposto intra
e post–operatoriamente ad una terapia immunosoppressiva basata su vari farmaci quali
ciclosporina, azatioprina, steroidi, micofenolato, FK 506 ed anticorpi mono e policlonali. Per
tali motivi il paziente viene posto nell’immediato post–operatorio in un box sterile della terapia
intensiva post-cardiochirurgica, in modo da minimizzare i rischi infettivi. Infatti il paziente,
soprattutto nel primo periodo, ma anche a lungo termine, può andare incontro a gravi complicanze
infettive opportunistiche virali (cytomegalovirus), micotiche (candida, aspergillus ecc.),
batteriche, da pnemocystis carinii, pseudomonas aeruginosa localizzate soprattutto a livello
polmonare ma anche urinario e cutaneo. 8
PAZIENTE CARDIOTRAPIANTATO “IN BILICO“ TRA RIGETTO ED INFEZIONI
La diagnosi di rigetto miocardico viene posta mediante le biopsie endomiocardiche, attraverso
accesso giugulare, che vengono effettuate periodicamente nel follow-up e che permettono di
stabilire il grado di rigetto presente ed il protocollo farmacologico da instaurare.
conseguenti all’immunosoppressione farmacologica,
Altre complicanze post-trapianto, sono le
neoplasie (cutanee, linfomi o in altre sedi ), ed infine gli effetti collaterali dei farmaci
immunosoppressivi (la ciclosporina può causare insufficienza renale, ipertensione arteriosa ed
ipertrofia gengivale, gli steroidi possono determinare diabete mellito, ulcera peptica, ipertensione,
osteoporosi ed osteonecrosi asettica della testa del femore ).
BIOPSIA ENDOMIOCARDICA 9