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Capitolo Terzo (Post Mortem)
1. Diagnosi di avvelenamento
Il momento di incontro tra la tossicologia forense e la medicina legale è senza dubbio individuato nella diagnosi di avvelenamento. L'uso del veleno ricorre con frequenza nel suicidio poiché rappresenta il mezzo più facilmente reperibile, non traumatico e di indubbia efficacia. Ma in aumento sono anche gli avvenimenti accidentali nell'ambiente lavorativo (pesticidi in agricoltura) ma anche nell'ambiente domestico.
La valutazione ultima deve essere il frutto della fusione tra la competenza del tossicologo e quella del medico legale. L'analisi pertanto deve trovare il suo fondamento e convergere in una serie di elementi di giudizio che scaturiscono dall'applicazione dei seguenti criteri:
Criterio clinico
Si attiene alla conoscenza della sintomatologia presentata dal soggetto in pre-mortem, in base ad essa si deduce lo stato di avvelenamento con conseguente individuazione della qualità dello stesso.
Inoltre, se effettuata da personale sanitario esperto, il criterio avrà di certo una maggiore rilevanza. Criterio circostanziale: Detto anche criterio storico-anamnestico, si fonda sull'acquisizione e sulla valutazione di notizie collegate all'evento che ha portato all'avvelenamento, raccolte dagli inquirenti. Peraltro, in tale criterio confluiscono tutti i dati del sopralluogo che spesso possono essere di grande utilità. Ad esempio, il ritrovamento di sostanze nei pressi del cadavere. Criterio anatomo-patologico: Consiste nell'acquisizione e nel rilievo, ai fini di determinare la causa della morte, di tutti gli elementi di giudizio che provengono dall'esame esterno del cadavere e dall'autopsia completata con l'esame istologico dei visceri. L'attività di osservazione diretta e la valutazione degli esami istologici è competenza del medico legale. L'autopsia consente il prelievo dei visceri e dei liquidi biologici per.le successive indagini chimico-tossicologiche di laboratorio. Criterio biologico: Anche detto fisiologico, ad oggi ha un ruolo secondario. Si occupa però di valutare gli effetti provocati su cavia dal presunto veleno isolato da materiale cadaverico. Criterio chimico-tossicologico: Si attiene alla ricerca del veleno nel cadavere attraverso le opportune indagini di laboratorio. 2. Metodologia di indagine chimico-tossicologica Il punto dal quale si inizia l'indagine è la raccolta e la successiva conservazione del materiale biologico. Nei vari decessi da imputarsi ad avvelenamento devono essere eseguiti dei prelievi: Indispensabili: sangue, urine, bile, contenuto gastrico In aggiunta: fegato, rene, capelli, encefalo, polmoni, umor vitreo, sede di iniezione, tamponi nasali, liquor Il comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, il 2 febbraio 1999, ha emesso un comune protocollo in tema di autopsie medico legali aggiungendo che il precedente campionamento deveessere arricchito a seconda dei gruppi di sostanze tossiche in ipotesi assunte quali: Droghe di abuso: encefalo, cute circostante alla puntura e capelli Sostanze volatili liposolubili (benzina, solvente): sangue dal ventricolo sinistro, tessuto celebrale, tessuto adiposo sottocutaneo, tessuto polmonare Intossicazioni alimentari: contenuto intestinale Intossicazioni croniche da metalli pesanti, droghe, pesticidi: capelli, ossa, tessuto adiposo, contenuto intestinale La raccomandazione Europea aggiunge: Sangue periferico Urine Contenuto gastrico Bile Fegato Rene La scelta del tipo di prelievo da effettuare varia in base alle particolari situazioni legate all'evento sul quale si indaga e in base alle richieste provenienti dall'Autorità giudiziaria. La quantità del prelievo deve essere abbondante poiché le procedure di indagine, essendo complesse e articolate, non escludono la possibilità di essere ripetute o rinnovate con.altretecniche successivamente.Il materiale che è stato prelevato de essere riposto in appositi contenitori di vetro o di unmateriale plastico inerte, se le analisi non iniziano nell'immediato deve essere riposto in frigocon temperatura sotto i - 20° senza aggiunta di liquidi conservatori che falserebbero ladiagnosi. Nel caso del sangue invece è opportuno aggiungere ad una parte di esso unantifermentativo (es. Fluoruro di sodio) al fine di impedire alcune trasformazioni di taleliquido legate all'attività enzimatica (es. Glucosio in alcool etilico). Le procedure di prelievodegli organi, dei tessuti e dei liquidi sono contenute nella circolare ministeriale emanata nel1910 dall'allora Ministro di Grazia e Giustizia Fani. (Circolare n. 1665 del 30 giugno 1910)L'indagine chimico-tossicologica può avere percorsi e caratteristiche differenti:Indagine specifica: quando gli elementi raccolti dalle indagini secondo il criterio circostanziale,
Anatomo-patologico e clinico, portano al sospetto che a provocare il decesso sia una determinata molecola o una famiglia di composti.
Indagine generica: si possiede già l'indicazione specifica sulla natura del veleno, quindi si mette in atto un protocollo di analisi volto a verificare o ad escludere la presenza del maggior numero possibile di composti.
Valutazione dato negativo
L'indagine generica può anche non condurre a verificare la presenza di tale liquido biologico, quindi prima di convincersi che non si sia verificato l'avvelenamento occorre confrontare anche altri elementi di giudizio:
- La sostanza tossica, forse, non è stata ricercata in quanto non compresa nel protocollo di analisi
- Attraverso i vari screening non è stata raggiunta la modalità di ritrovamento della molecola esogena
- La sostanza tossica ha subito processi di trasformazione all'interno del cadavere per cui non è più rintracciabile o non
è più distinguibile
Il veleno assunto dalla vittima è stato completamente eliminato (nel caso di intossicazione acuta)
Valutazione dato positivo
Una risposta positiva si ha quando viene rinvenuto, nei visceri, un composto di natura esogena. In seguito al rinvenimento del composto deve essere eseguita una corretta determinazione quantitativa da effettuarsi con metodi specifici che confermeranno il risultato.
Per tale interpretazione occorre conoscere i livelli di concentrazione di un determinato composto in casi riferiti all'avvelenamento. Inoltre, può essere d'aiuto anche comparare i vari livelli di concentrazione della sostanza tossica e delle sue trasformazioni, in vari liquidi e tessuti per valutare anche il profilo temporale. Occorre poi procedere ad una valutazione del dato analitico ottenuto attraverso:
- Concentrazioni umorali e tissutali: livelli tossici
- Tempo di sopravvivenza
- Via di somministrazione
- Politossicità
- Pregresse
Assunzioni:
- I veleni possono anche essere classificati in diversi modi:
- Sugli effetti farmacologici o di azione lesiva
- In relazione alla loro struttura chimica
- Secondo l'origine naturale o la sintesi
- In rapporto alla provenienza dal mondo minerale, animale o vegetale
- Si classificano quindi in base alle categorie di veleni che possiedono caratteristiche comuni:
- A) veleni gassosi, veleni volatili
- Appartengono ai veleni gassosi:
- Monossido di carbonio
- Gas anestetici
- Butano
- Etano
- Propano
- Appartengono ai veleni volatili:
- Alcooli
- Aldeidi
- Solventi industriali
- Acetone
- I metodi generali di analisi di tali veleni sono: la Microdiffusione in Cella Conway (HS) e la Gascromatografia in spazio di testa (GC).
- La ricerca di routine, solitamente, è dedicata al monossido di carbonio, all'acido cianidrico e all'etanolo. Al momento del prelievo dei liquidi biologici e dei tessuti per la ricerca di tali veleni occorre riporre i campioni in contenitori muniti di setto perforabile.
laboriosità, gli svantaggi invece sono la ridotta possibilità di estrarre quantità rilevabili di tutti gli analiti ricercati. I metodi di isolamento più comuni sono:
Liquido/liquido - Tale estrazione in genere può essere diretta dopo aver correttamente aggiustato il pH per liquidi biologici e gastrici. Per i tessuti di solito è richiesta una fase preestrattiva che si realizza mediante la preparazione di una soluzione acquosa priva di proteine che può essere ottenuta attraverso il metodo Stas-Otto (azione deproteinizzante dell'etanolo) o usando la digestione acida o enzimatica.
Solido/liquido - Si isola un composto mettendo a contatto il materiale biologico con una fase solida che lo trattiene, dalla quale viene poi eluito l'analita con l'opportuno solvente. Le fasi solide sono: carbone, allumina, gel di silice, resine sintetiche etc. Negli ultimi anni sono state introdotte come fasi solide anche la bonded silica gel.
Metodi
- Cromatografia strato sottile (TLC)
- Gascromatografia (GC)
- Elettroforesi capillare (EC)
- Cromatografia liquida ad alta pressione (HPLC)
- Sistemi ottenuti attraverso la spettrometria di massa: GC/MS, HPLC/MS
C) Anioni tossici
Il materiale di elezione da analizzare è il contenuto gastrico; i test di identificazione sono eseguiti dopo aver separato gli anioni o per mezzo di dialisi o tramite precipitazione proteica o attraverso una semplice infiltrazione.
D) Sostanze che richiedono speciali tecniche estrattive
La caratteristica di tali molecole è di essere insolubili in solventi organici e quindi di non essere separabili dalla soluzione acquosa con il sistema liquido/liquido, perciò si richiede l'utilizzo di tecniche estrattive specifiche.