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La dose di radiazioni e la sua pericolosità

La dose di radiazioni assorbita, misurata in sievert, non solo indica la quantità di radiazioni, ma anche il tipo di radiazioni e la sua pericolosità. Le circostanze in cui si verifica il contatto con il materiale radioattivo determinano il tipo di danno. Ad esempio, in caso di incidente nucleare, l'intossicazione sarà principalmente acuta e nel tempo presenterà caratteristiche diverse.

Il danno somatico deterministico dipende dal superamento della dose soglia, dalla breve latenza e dalla generazione di un effetto dose-dipendente. La tossicità può essere acuta e manifestarsi a livello cutaneo (eritemi, epidermiti, ulcerazioni, necrosi), oculare (cataratta), midollare (depressione dell'emopoiesi) o verso la riproduzione (infertilità). La dose letale di radiazioni è di 6.000 mSv.

Nell'intossicazione acuta è possibile definire alcune specifiche sindromi:

  • Sindrome cerebrale: si manifesta per esposizione a dosi superiori a 30 Gy. Sono lesioni...

cherisultano fatali nel giro di ore o giorni, manifestandosi dapprima con nausea, vomito,sonnolenza, tremori, atassia, convulsioni e morte;

  • Sindrome gastrointestinale: si manifesta per esposizione a dosi di 4 Gy, generalmente fatalinell’arco di 2-3 settimane. Si ha un quadro clinico comprensivo di nausea, vomito, gravediarrea dovuti a necrosi e progressiva atrofia della mucosa. Si ha morte per insufficienzaematopoietica;
  • Sindrome ematopoietica: si manifesta se la dose a corpo intero è tra i 2 e i 10 Gy. Si ha unquadro clinico caratterizzato da anoressia, apatia, nausea e vomito entro 6-12 ore escomparsa dei sintomi con relativo benessere entro 24-36 ore con iniziale atrofia dilinfonodi, milza e midollo osseo (pancitopenia).Se il paziente è esposto per lunghi periodi a modesti livelli di radiazioni o se sopravvive a un dannodeterministico, si possono sviluppare fenomeni di cancerogenesi.

Il danno somatico o “stocastico” si manifesta nel

momento in cui non ci sia una stretta correlazione tra entità del danno e dose di esposizione: si tratta di un danno probabilistico con tempi di latenza molto lunghi che comportano una tossicità ritardata. Sono possibili anche danni per la progenie con l'insorgenza di mutazioni genetiche, anomalie cromosomiche e conseguenze come morte, teratogenesi e aumento della probabilità di insorgenza di neoplasie. La gravità dipende dal periodo di insorgenza (ILugol o soluzioni sature di ioduro dipotassio per bloccare la captazione della tiroide e stimolare la diuresi.

TABAGISMO

Il tabagismo risulta un problema sanitario mondiale: sebbene il fumatore non sia una persona malata, è un paziente che si appresta a sviluppare patologie molto importanti. Le patologie correlate al consumo di tabacco sono numerose e variegate dato che nel fumo sono contenute molte sostanze tossiche: è difficile stabilire una tara e definire il peso dei singoli tossici nel quadro patologico complessivo.

Il fumo di tabacco è la principale causa, presa singolarmente, di malattia e morte prematura a livello globale e la difficoltà nel ridurne il consumo è insita nel fatto che contenga nicotina: un assuefante riconosciuto anche nel DSM-5 (Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders).

Solo in Italia si contano 11 milioni di fumatori, con

Un'età media di 30 anni e un consumo pro-capite di 13 sigarette al giorno. Si contano ogni anno tra i 70.000 e gli 80.000 decessi per cause legate al fumo. Si possono distinguere i fumatori a seconda del consumo giornaliero:

  • Fumatori deboli: meno di 5 sigarette al giorno;
  • Fumatori medi: tra le 5 e le 15 sigarette al giorno;
  • Fumatori forti: più di 15 sigarette al giorno.

Anche il fumo sottostà alle leggi della tossicologia con un maggior rischio di sviluppare patologie per i fumatori forti rispetto ai deboli fumatori.

Per valutare l'esposizione cronica al fumo di tabacco, si è soliti utilizzare il pack-year, definito come il numero di pacchetti di sigarette fumati in un anno (1 pack-year equivale a 20 sigarette al giorno per un anno): maggiori sono i pack-year e maggiore è la possibilità di insorgenza di gravi patologie.

Il fumatore può incorrere in diverse patologie, diffuse su più apparati:

  • Apparato...

Cardiovascolare: principalmente ipertensione oltre ad aritmie, angina pectoris, aneurismi, aterosclerosi e infarto miocardico. Se il fumatore sta assumendo contraccettivi orali, il fattore di rischio aumenta drasticamente.

Apparato respiratorio: i componenti del fumo di tabacco entrano all'interno dell'organismo attraverso le vie respiratorie dove generano numerose problematiche quali la bronchite cronica, l'enfisema polmonare e la BPCO. Smettere di fumare riduce drasticamente il rischio di insorgenza di gravi complicazioni.

Apparato riproduttivo: si possono avere aborti spontanei e sterilità, mentre il feto può mostrare un peso molto basso.

Infezioni: nel paziente fumatore le infezioni sono di maggiori gravità e le forme influenzali sono di difficile trattamento e risoluzione, in particolar modo le infezioni da pneumococco. Si possono sviluppare tubercolosi e gengiviti necrotizzanti.

Neoplasie: nel tabagista le neoplasie non

Interessano esclusivamente l'apparato respiratorio, ma anche altri organi, sebbene i tumori delle vie aeree superiori e inferiori risultino quelli più frequenti. Il tumore al polmone è suddiviso in due categorie, microcitoma (20%) e non-microcitoma (80%). Il microcitoma risulta molto più aggressivo e non lascia scampo, dato che dalla diagnosi al decesso non passano 4 mesi, impedendo un approccio terapeutico o chirurgico dato che l'esordio è metastatico: il tumore non-microcitoma ha un esordio più lento ma presenta comunque una sopravvivenza media di 12-13 mesi. Il fumo può condurre anche a tumori all'esofago, al pancreas, alla cervice uterina, al rene e alla vescica. Il fumo è costituito da più di 4000 sostanze chimiche tra le quali si annoverano ammoniaca, cianuro, acetone, toluene, arsenico, cadmio, DDT, polonio 210, acroleina e nicotina. La nicotina è una sostanza debolmente basica che, se associata all'ammoniaca,

riesce a passare la BEE in forma indissociata, penetrare nel SNC ed essere assorbita in pochi secondi: da un punto di vista tossicocinetico, maggiore è la velocità con cui una sostanza viene assorbita e maggiore è la dipendenza che riesce a dare. La nicotina, alcaloide del tabacco, agisce sui recettori nicotinici nei centri regolatori del benessere e del piacere, favorendo la liberazione di dopamina nell'accumbens. Dal punto di vista dell'effetto centrale, la nicotina migliora l'umore e ha un effetto ansiolitico, con aumento dell'energia e della capacità di concentrazione e diminuzione dell'appetito: questi effetti dipendono dal rilascio di numerosi neurotrasmettitori quali la serotonina, l'acetilcolina, il GABA e la dopamina. Da un punto di vista tossicocinetico si ha che al mattino, appena sveglio, il tabagista presenta la minore concentrazione plasmatica di nicotina e la necessità di fumare.subito appena sveglio: i livelli di nicotina salgono repentinamente e altrettanto repentinamente calano per la rapida clearance. Per portare la concentrazione nicotinica a uno stato stazionario, occorre l'assunzione ripetuta e a brevi intervalli di nicotina e generalmente si raggiunge uno stato di benessere e rilassatezza nel primo pomeriggio. Nel tabagismo, alcuni fattori genetici possono influenzare la capacità dell'organismo di consumare nicotina. La capacità metabolica individuale rappresenta un fattore critico nel consumo di tabacco: individui con una elevata capacità metabolica riescono a metabolizzare molto più velocemente la nicotina e quindi necessitano di un consumo nettamente maggiore rispetto agli altri, aspetto tipico dei forti fumatori. Per valutare in anticipo questa capacità sono utilizzati marcatori come il NMR (Nicotine Metabolite Ratio), rapporto tra due metaboliti della nicotina: l'enzima CYP2A6, della famiglia di CYP450.è ingrado di metabolizzare il 75% della nicotina nel metabolita principale, s-cotinina. La s-cotinina è asua volta metabolizzata dallo stesso enzima nel metabolita trans-3-idrossi cotinina. Inizialmente il rapporto era tra nicotina e s-cotinina, ma a causa della breve emivita (20’), si èoptato nel valutare il rapporto tra i due metaboliti che presentano un’emivita di circa 20 ore. Valori di NMR inferiori a 0,31 identificano un metabolizzatore lento, valori superiori lo identificanocome metabolizzatore veloce: questo permette di utilizzare una migliore terapia per smettere difumare. Si possono utilizzare terapie con sostituzione di nicotina (NRT) che permettono di ridurre con iltempo la quantità di nicotina somministrata fino alla completa cessazione oppure bupropionecloridrato o vareniciclina per favorire la disassuefazione. La terapia NRT è formulata con cerotti, spray nasali, gomme con tre livelli decrescenti di dosaggio epermette.nell'arco di 3-4 mesi di raggiungere l'astinenza completa dal fumo. Il bupropione cloridrato è un antidepressivo che aumenta i livelli di dopamina nel nucleus accumbens e impedisce il reuptake delle catecolammine. Presenta effetti collaterali quali la perdita del sonno, rush cutanei e disturbi gastrointestinali e necessita di continua supervisione medica. La vareniciclina è un'agonista parziale del recettore nicotinico αβ che riesce a spiazzare la nicotina mantenendo il recettore in una minima attività, evitando la sindrome di astinenza. Questo conduce l'organismo ad una minore richiesta di nicotina. PNEUMOCONIOSI La pneumoconiosi è un insieme di patologie dell'interstizio polmonare derivate dall'inalazione di polveri inorganiche: in questo caso la granulometria delle polveri influisce sull'esito finale del quadro clinico, dato che le particelle con diametro compreso di 1-2 μm riesce a penetrare e

fissarsi nell'interstizio polmonare, aumentando la propria latenza. La pneum

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
32 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher manuel.grotti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Farmacologia, Farmacoterapia e Farmacognosia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Fogli Stefano.