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LA FOTOGRAFIA AEREA
La fotografia aerea è uno strumento importante e imprescindibile per la storia del territorio del
mondo antico; dalla visione dall'alto lo sguardo può comprendere le forme del territorio in una
sintesi importante e può dare coesione e unità a questi elementi.
La fotografia aerea è il punto di partenza della ricerca topografica perché così possiamo cogliere lo
sviluppo storico delle città antiche anche nel sistema di collegamento viario urbano ed extraurbano,
agrario e idraulico; la fotografia area e la sua interpretazione per noi è sia uno strumento perché
consente una visione del territorio dall'alto e quindi consente di cogliere i particolari nella loro
realtà perché guardando il territorio attraverso la fotografia noi abbiamo una visione dei particolari
reali (vediamo la realtà del territorio), sia una fonte perché è la base documentaria utilizzata, che è
costituita dalle coperture fotografiche antecedenti all'ultima fotografia che abbiamo, quindi si tratta
di testimonianze di realtà perdute che sono importanti per lo studio della topografia.
Importante è l'invenzione del 1783 dei fratelli Mongolfiera che suscitò un grande entusiasmo e un
grande interesse scientifico; le prime applicazioni pratiche della fotografia aerea avvennero in
campo militare e si intensificarono nei secoli successivi con la nascita del dirigibile e dell'aereo.
Del 1858 è la prima fotografia scattata dall'alto ad opera di Kaspar…, detto Nadar che dall'alto di
una mongolfiera, riprese una veduta di Parigi, quindi si tratta di una foto storica; nello stesso anno
abbiamo tentativi di ripresa dall'alto da parte di un colonnello che utilizzò una specie di aquilone
chiamato “cervo volante” con una macchina da ripresa a bordo.
Del 1863 è una fotografia aerea in Gran Bretagna dal pallone che sorvolò Londra e riprese la città: è
evidente quindi un interesse per le riprese fotografiche dall'alto che vengono utilizzate in diversi
campi, ma soprattutto in quello militare.
In campo archeologico nel 1879 tale immagine venne applicata come documentazione per gli scavi
di Persepoli; nel 1906 in Inghilterra venne ripresa da un pallone militare Stonehenge; in Italia
abbiamo immagini documentarie di Giacomo Boni, che costituiscono delle iniziative di
documentazione degli scavi di Roma: nel 1899 il Boni riprese parte del foro tramite un pallone
frenato del genio militare e queste fotografie costituiscono una documentazione importante.
Boni scattò una decina di foto e in queste comparve un’epigrafe dedicata al pretore Lucio Nevio che
non era stata notata dagli archeologi; quindi il 1899 è importante perché, con il riconoscimento di
questa epigrafe, fu il momento che portò allo sviluppo della fotografia aerea per la ricerca
archeologica.
Nel 1907 vengono riprese le aree di Fiumicino e dell'isola sacra fatte dall’aeronautica militare, dove
appaiono visibili le tracce del porto di Claudio che era interrato e di cui non si avevano più
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informazioni; nel 1908 vengono effettuate delle campagne fotografiche per l'area tiberina e per
capire la navigabilità del Tevere; nel 1910 vi è il rilievo aereofotografico di Pompei per cui venne
utilizzato il pallone frenato; nel 1911 vennero scattate numerose immagini relativa al porto di Ostia
e agli scavi di Ostia antica per iniziativa di Dante Bonieri.
Con la prima guerra mondiale la fotografia aerea entrò a far parte degli strumenti bellici, come
mezzo di ricognizione militare, quindi si affinarono gli strumenti per la lettura e interpretazione
delle immagini fotografiche: nel 1915 un gruppo di aviatori francesi, su suggerimento
dell'archeologo Concopinat, fotografò il sito della città di Troia; nello stesso periodo vennero
rilevati con la fotografia aerea numerosi centri antichi abitati in Macedonia ad opera di Rey.
Nel 1919 vi fu spedizione di interesse archeologico di una commissione turca tedesca in oriente e,
nel corso della campagna nella zona di Suez, fu organizzata una campagna aerea importante per cui
furono individuati i siti romani in Palestina e sul monte Sinai. Tra il 1925 e il 1932 vi fu una serie
importante di ricerche da parte di una singolare figura, padre Antoine Poidebard a cui si devono
molti fondamenti per l'interpretazione della fotografia area archeologica e intuizioni sul modo di
effettuarla e interpretarla; egli quindi è uno dei padri fondatori della fotointerpretazione
archeologica a cui si attribuisce il merito di aver individuato il limes romano della Siria e la lettura
di alcune parti delle città di Tiro e Sidone.
A lui si deve la scrittura di un volume importante nel 1934, “La traccia di Roma nel deserto della
Siria”, scritto in francese, dove sono raccolte molte fotografie delle piste carovaneiere del territorio
di cui non si conoscevano i percorsi, le fotografie dei siti romani non conosciuti e dei fortini lungo
il limes romano.
Quindi dopo i suoi studi l'utilità del mezzo aerotopografico venne provato, ma per i territori a non
continuità di vita, dove l'insediamento si era interrato; rimasero invece dubbi sull'utilità del mezzo
per studiare le zone abitate e coltivate in cui si riteneva che le antropizzazioni successive avessero
cancellato le testimonianze più antiche.
Gli studi di Crawford dimostrarono l'utilità del metodo della fotointerpretazione archeologica anche
in queste regioni già esplorate: grazie alla collaborazione con l'aviazione militare inglese vennero
condotti studi in Inghilterra che diedero il quadro della colonizzazione romana in Gran Bretagna;
negli anni 20 c'erano stati studi che tentavano di capire quella realtà che era stata riscoperta e i primi
risultati si ebbero grazie alle immagini aree dei centri celtici per cui vennero realizzati voli
archeologici stagionali che produssero una serie di foto di qualità che permisero di capire che foto
in stagioni diverse producevano dalle diversificazioni. 80
Nel periodo a cavallo tra le due guerre vi sono scoperte di divisione agraria nell'area della Tunisia
(nella zona di ElDjem) e nel 1936 si assiste alla ripresa dei studi archeologici per merito di
Giuseppe Lugli che riprese gli studi dei centri del Lazio con il ricorso alla fotografia aerea; già nel
1919 si era servito delle vedute sulla villa domiziana e sui colli Albani; egli fu anche autore di un
importante lavoro sulla fotografia aerea: nel 1939 pubblicò una serie di saggi sulla foto
interpretazione archeologica che utilizzò per condurre avanti le sue ricerche sul porto di Claudio e
quello di Traiano ad Anzio.
Cmq in Italia fino agli anni 50 la fotografia aerea rimase marginale, mentre gli inglesi e i francesi
sfruttarono di più questo mezzo; la seconda guerra mondiale causò all'interruzione delle ricerche in
Italia, ma mise comunque a disposizione un'enorme quantità di materiale fotografico che costituì un
incentivo a ricominciare le ricerche e gli studi.
Nel 1940 un colonnello francese Jean Borodet rilevò sistematicamente il fossatum Africae, un
lungo fossato attinente al limes africano lungo cui vi erano delle fortificazioni romane, lungo 750
km tra la Numidia e l'interno dell'Africa. Chevalier studiò il limes e le fortificazioni di Cartagine.
Bradford attuò una serie di ricerche arrivando a risultati notevoli dall'età del bronzo a quella
romana; dopo la seconda guerra mondiale si assistette ad un fiorire di studi nei territori dell'Europa
e in Italia abbiamo una serie di studi anche di stranieri come Bradford che studiò una serie di
villaggi neolitici in Puglia, nella Daunia e le necropoli di Tarquinia e di Cerveteri; gli scatti fatti dal
1975 vennero trasferiti e custoditi nell’aerofototeca nazionale fondata a Firenze dall’Istituto
geografico militare.
Giulio Smith è una delle figure fondamentali per l'aereofotografia per la topografia, infatti egli
studiò buona parte del materiale depositato nell'archivio fotografico di Firenze, effettuò studi sui
porti antichi, sulla viabilità romana e fu autore del primo atlante aereofotografico delle sedi umane
in Italia nel 1975 in cinque volumi (gli ultimi due non sono ancora stati pubblicati) che illustrano i
centri antichi, la centuriazione e la strada romana con fotografie aeree.
L’ultima edizione dell'Atlante venne pubblicata postuma tra il 1985 e il 1986: il primo volume era
dedicato all'aspetto tecnico della fotografia aerea, il secondo era dedicato alle sedi umane antiche
suddivise per regioni e il terzo era dedicato alla centuriazione e alla viabilità.
Con la seconda guerra mondiale la fotografia aerea si diffonde in grandi aree per la pianificazione
delle aree pubbliche e per fini cartografici; dopo il 1960 si cominciano a studiare le modalità e la
tecnica di ripresa e le condizioni ottimali di ripresa in campo archeologico per cui vennero attuati
dei voli ideali di archeologia. La fotografia aerea infatti consente in certe condizioni di avere
un'immagine completa del territorio, una visione unitaria e un rapporto corretto tra i vari elementi;
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l'uso dell'aereofotografia è complesso per l'individuazione dei residui della presenza dell'uomo nel
tempo: nelle aree dove non emerge nulla la foto è interpretativa mentre nelle aree di scavi la foto è
documentativa.
Ma quali sono i fondamenti della foto interpretazione archeologica?
• lettura,
la cioè l'analisi puntuale degli elementi che compongono la fotografia aerea e il
discernimento delle tracce e delle anomalie reali;
• l’interpretazione che consiste nell’individuare una serie di relazioni che possano esistere
tra i vari elementi che abbiamo letto e nel confrontare questi elementi con i dati che abbiamo
a disposizione o con i dati di altre fonti documentarie o storiche;
• controllo terreno
il sul per verificare che gli elementi nella fotografia aerea corrispandono
alla realtà.
Quindi ci avvaliamo di vari strumenti e dobbiamo segnalare sui lucidi gli elementi che vediamo per
cui importante è la verifica sul terreno perché dobbiamo riscontrare la natura delle tracce e delle
anomalie nella fotografia aerea. Da qui realizzerò un disegno che metta in evidenza entrambe: le
anomalie costituiscono ogni elemento di disturbo all'ordine generale delle partizioni in un territorio
regolare, come negli appezzamenti e nelle coltivazioni, ma anche un turbamento irregolare di strade
tracce
e di corsi d'acqua. Le sono variazioni di colore sul terreno nudo o nella vegetazione, sono
differenze di crescita del manto vegetale che possono aiutare nell'interpretazione degli elementi
antichi ancora sepolti. tracce e anomalie
Le tracce e