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FOTO AEREE: “FORME” E “TRACCE”, ESEMPI DI FOTOINTERPRETAZIONE.
ANALISI GEOMORFOLOGICA APPLICATA ALLA RICERCA STORICO – TOPOGRAFICA
Fonti archeologiche
• Resti materiali dell’insediamento umano e del relativo contesto ambientale;
• Consentono una verifica alle informazioni delle fonti letterarie;
• Integrano i dati delle fonti letterarie fornendo informazioni legate a precisi contesti territoriali;
• Sono in continuo aumento, grazie alle scoperte occasionale e a progetti di ricerca.
→
Scavi stratigrafici strumento per il recupero di testimonianze archeologiche
→
Ricognizioni di superficie rivolte a individuare le emergenze archeologiche presenti in un territorio.
Obiettivi:
• censimento delle testimonianze esistenti in un territorio (Carte archeologiche), con finalità di tutela
• studio del popolamento di un territorio e delle sue interazioni con l’ambiente circostante (finalità
scientifiche).
Bibliografia:
• lavoro di sintesi, di riferimento per la metodologia delle ricognizioni di superficie e la compilazione
delle Carte archeologiche: Franco Cambi – Nicola Terrenato, Introduzione all’archeologia dei
paesaggi, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1994 (e ristampe successive);
• inoltre, per le carte archeologiche, L. Quilici – S. Quilici Gigli, Introduzione alla topografia antica, Il
Mulino, Bologna 2004, pp. 63 – 80.
Metodologie:
1. ricognizione estensiva di un territorio con copertura completa di un’area i cui limiti possono essere
stabiliti in vario modo (ad esempio, confini geografici, storici, amministrativi)
Ha finalità di tutela e scientifiche.
Di facile applicazione nella Pianura Padana e nelle altre pianure italiane ridotte completamente a
coltura;
2. per “aree – campione”, che forniscono i dati utili per elaborare modelli interpretativi del
popolamento antico, ai quali si attribuisce una validità anche per le aree non esplorate a con le
medesime caratteristiche fisiografiche e storiche.
Economicità dell’operazione (rapporto risorse investite/risultati ottenuti), finalità solo scientifiche.
Possono essere delle aree campione le Alpi e l’Italia appenninica, dove prevalgono i rilievi, i pascoli e
i boschi. Una scarsa visibilità del suolo = limite insormontabile a ricognizioni sistematiche.
Le aree vengono scelte in base a:
a) valutazioni di ordine geologico e geomorfologico 1
Topografia Antica 25/10/2018 Lezione 4
b) indicazioni fornite dalle foto aeree
c) ipotesi di modelli insediativi
Ad esempio: aree boschive del Chianti senese: strategia che ha valorizzato le segnalazioni degli
abitanti del luogo, i ritrovamenti emersi dai pochi lavori che hanno inciso il suolo (stradelli) e le
verifiche delle tracce riscontrate con la fotointerpretazione.
→
Controllo per aree – campione applicabile anche nelle pianure, e indubbiamente con risultati
positivi: in queste ultime si ha la possibilità di conoscere, con investimenti di risorse non eccessivi,
un quadro tendenzialmente completo delle emergenze archeologiche, che stanno ormai
scomparendo sotto gli effetti devastanti delle coltivazione agricole: un fattore, questo, che ha
certo un minor peso nelle aree montane a bosco e a pascolo.
Alcuni esempi:
• progetto Ager Cosanus Valle dell’Albegna. In Toscana
meridionale, vicino al Circeo. Territorio intorno a Cosa,
colonia latina del 273 a.C. Città sulla costa, ha alle spalle
divisioni agrarie di centuriazione. Sono state fatte
ricognizioni per transetti che coinvolgono le diverse unità
morfologiche.
Aree pianeggianti prossime alla costa: ipotesi di
centuriazione
• Potenza Valley Survey (Università di Gent
del Belgio) 2000 – 2003.
Ricognizione intensiva in 3 transetti dai 10
ai 25 kmq., confronto con le foto aeree
In un sito: raccolta dei materiali
diagnostici, per ampie campionature (ad
es., non tutti i frammenti di pareti di
anfore, ma tutti gli orli e frammenti
significativi)
Cosa si individua nelle ricognizioni di superficie?
→
1. Siti archeologici concentrazione di manufatti in un campo, che corrisponde a un complesso di
azioni formato in più US;
= UT, Unità topografica, “unità minima spaziale riconoscibile”, “unità di superifcie”
Evoluzione della distribuzione in superficie: dispersione orizzontale, progressivo sminuzzamento dei
manufatti;
condizioni di visibilità del terreno 2
Topografia Antica 25/10/2018 Lezione 4
→
2. Extrasito materiali erratici, sporadici, indizi di attività umane svolte nel territorio al di fuori dei siti
(off – site) (es. concimazioni, caccia, pascolo)
Considerati anche questi UT, documentazione di attività antropiche nel territorio.
Scheda di sito (sito = luogo geografico, area di affioramenti) diversi modelli, che contengono:
• Elementi topografici e morfologici;
• Elementi archeologici: i manufatti caratterizzanti e datanti
• Osservazioni del compilatore
Dibattito sulla rappresentatività dei dati raccolti con l’una o l’altra metodologie e sul conseguente valore
delle ricostruzioni proposte
→
Piano operativo giusto equilibrio tra risorse investite e risultati ottenuti.
Tre limiti oggettivi delle ricognizioni di superficie:
1. Percentuale di terrenti ispezionabili, che deve essere valutata ai fini dell’affidabilità della ricerca.
Settori non ispezionati: dubbio di aver trascurato siti qualificanti
2. Visibilità in superficie dei livelli archeologici tramite le normali lavorazioni agricole
→
Concetto di “finestra geo archeologica” verifica con l’esame di sezioni, in scavi di qualunque
genere, che dovrebbero chiarire le quote medie di giacitura degli strati antropici
→
3. Possibilità di attuare un’analisi intrasito articolazione interna di un sito attraverso le presenze di
superfice: diversa composizione del terreno; concentrazione di tipologie di manufatti.
→
Nell’analisi intrasito problema della rappresentatività, di un sito, dei materiali in affioramento
rispetto alla parte sepolta.
a) Stratigrafia di modesta consistenza: possono venire intercettate delle arature: ad es. siti di età
romana dell’area padana, nei quali tendono a conservarsi soltanto una parte delle fondazioni egli
edifici.
→ Materiali in superficie nell’arativo = percentuale ridotta rispetto a quelli che restano
“immersi” nel terreno.
→ Necessità di più di un controllo nel medesimo sito per recuperare un campione
sufficientemente ampio di reperti non pertinenti alle strutture, soprattutto le ceramiche
b) Stratigrafia di una certa consistenza: le lavorazioni agricole non intaccano le parti più profonde e
le fasi più antiche.
→ In superficie: informazioni incomplete sulle fasi e la cronologia di un sito.
In conclusione:
• I contesti di superficie sono tanto più rappresentativi della storia di un sito quanto più questo
è sconvolto dalle lavorazioni agricole
• Le indicazioni recuperate sui sito di un territorio sono comunque da decodificare con i “filtri”
a cui si è sopra accennato, sia in sento topografico – distributivo, sia, soprattutto, in senso
3
Topografia Antica 25/10/2018 Lezione 4
cronologico. Necessita di verifiche stratigrafiche nei siti, per il controllo dei dati acquisiti con
le sole ricognizioni di superficie. In base ai
rinvenimenti dei
cocci si pensava
che ci fosse una
villa romana. È
venuto fuori che
fosse terreno di
riporto, circa 20
– 30 cm. Erano
resti della villa,
ma la villa era
più a nord.
In questo caso in
contadino ara
più a fonto e
scopre resti di un
edificio.
In un pomeriggio
di lavoro si è
individuata la
planimetria.
Località molto
poco devastata
che ha restituito
parecchie info.
→
La carta archeologica strumento di raccolta e classificazione delle tracce srcheologiche (fotni
archeologiche) dell’insediamento umano di un territorio. Sorta di inventario con sintesi cartografica.
Finalità: 4
Topografia Antica 25/10/2018 Lezione 4
1. Di conoscenza o scientifiche: definire l’evoluzione del quadro insediativo di un terriotrio, dimaniche
uomo – ambiente, con elaborazioni sincroniche, diacroniche, tematiche
2. Di tutela (o politiche): oer favorire il rispetto dell’integrità del patrimonio archeologico, inserendo il
dato archeologico nei processi di gestione e valorizzazione di un territorio; è un criterio – guida degli
strumenti di pianificazione territoriale. Attuazione
sistematica a partire
dal 1920 – 30.
Differenza tra le due
dl punto di vista del
metodo: Carta
archeologica d’Italia
solo bibliografia e
archivi, la Forma
Italiae invece
bibliografia +
ricognizione estensia
del territorio. 5
Topografia Antica 25/10/2018 Lezione 4
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Topografia Antica 25/10/2018 Lezione 4
→
Carte di rischio archeologico indicano la possibilità di effettuare nuovi rinvenimenti sulla base di più
indicatori: precedenti scoperte foto aeree, condizioni geomorfologiche, cartografia storica, documenti
scritti, toponimi. Prescrivono di conseguenza controlli da effettuare, anche in aree con deboli indizi o in
assenza di tracce in superifice.
Se in superficie non c’è nulla, c’è una buona possibilità che sotto si trovi un sito integro e ben conservato,
forse coperto da terreno alluvionale.
Foto aeree (e da satellite) applicate alla ricerca archeologica
Obbiettivi e potenzialità della foto aerea:
1. Ricostruzione del paesaggio storico (elementi antropici e naturali, sia in presenza he scomparsi)
2. Orientare la ricerca archeologica sul terreno nel localizzare siti e definire contesti topografici e
ambientali →
Utilizzo delle fotografie aeree in Italia primi esperimenti negli anni ’20, Giuseppe Lugli.
Le foto aeree evidenziano:
→
1. Forme nell’odeirno paesaggio: persistenze (sopravvivenze) di strutture naturali o antropiche
→
2. Tracce di elementi scomparsi: anmalie del terreno determinate da strutture sepolte di origine
naturale o antropica
Foto aeree: forme
• Persistenza di una struttura naturale: un paleoalveo (es. del paleoalveo del Po di Adria. Presenza di
un terreno limoso)
• Perimetro di un villaggio medievale (castrum)
→
Foto aeree: tracce anomalia di colorazione del terreno e possono essere:
1. Da umidità
2. Da vegetazione
3. Dalla diversa composizione del terreno
4. Da microlirlievo 7
Topografia Antica 25/10/2018 Lezione 4