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Lezione 4 - 28/10/19

Giuseppe Castagnoli scriverà per primo Guida dell'area centrale di Roma, resuscita la carta archeologica con la collana Forma Italiae; fu un uomo di governo, ma un avvenimento riconobbe a Lugli i meriti del conservatorismo accademico: nel 1929 era rimasto insoluto il problema della carta archeologica e Lugli propone la trasposizione su tavolette IGM 1:25.000, migliore scala possibile allora e scrivere scheda per scheda; ma R. Bianchi Bandinelli, basandosi sulla sua tesi di laurea, propone la Carta con scala 1:100.000 a colori a seconda del periodo, ha la caratteristica di un repertorio. Lugli maltrattò e criticò Bandinelli, trattandolo da ragazzino, ma tra le due proposte non c'era paragone; Bandinelli diventa direttore della Pubblica Istruzione, ma nella carriera accademica viene preferito il conservatorismo di Lugli.

Lugli si inventa un tentativo per datare gli edifici romani: nota che i mattoni hanno laterizi dello stesso spessore.

e della stessa tipologia, stesse maestranze = stessa epoca; ciò viene portato all'indice come espressione di un metodo vecchio e limitativo: non può essere utilizzato ovunque.

Carta archeologica del Veneto: prettamente bibliografica, ma è un documento per la carta archeologica.

Forma Italiae: Tuscana 1970, viene utilizzato lo spazio occupato esclusivamente da resti antichi, ma senza punti cronologici di riferimento perché non vi era la conoscenza della ceramica.

Forma Italiae: Tibur, cartografia archeologica dei centri urbani.

Secondo quale criterio viene suddiviso il territorio da cartografare?

L'IGM è troppo arbitrario, non coglie bene la distinzione tra campagna e città, vengono aggiunti col tempo esperienze e nuovi parametri: il verde indica il terreno arato, il giallo indica un'erosione e l'affioramento di resti geologici, l'arancione indica le cave. Inoltre, vengono aggiunti: lo stato del terreno, la sua coltura.

Capire lo stato di conservazione; l'indice di visibilità (verde scuro) indica l'impossibilità di vedere il fondo del terreno (boschi), indica anche l'affidabilità del ritrovamento, si tratta di una presenza sporadica: l'aratura porta in superficie il materiale, ma disperde anche attraverso il vomere che rivolta la zolla. Tipico della scuola anglosassone è quadrettare la zona in cui l'aratro ha colpito il giacimento e prendere tutto il materiale individuato, si divide per classi, si conta e si pesa, viene disegnato portando il materiale nella propria abitazione o in loco: si parla di depauperamento, ma il vero danno all'archeologia lo fa l'agricoltura.

Lezione 5 - 04/11/19 Lavinium1955-2019: missione archeologica della Sapienza a , presso il santuario costiero, importante per inquadrare le colonie marittime di diritto romano di III secolo a.C.. Ferdinando Castagnoli e Ugo Cozza hanno compilato i primissimi saggi di scavo

che hanno per-messo di individuare il percorso delle mura, ma, quasi subito, sono venuti alla luce diversi ritrova-menti: il santuario extraurbano dei XIII Altari, da cui proviene diverso materiale, tra cui un'iscrizione dedicata a Cerere e un'altra a Castore e Polluce; è formato esclusivamente da altari posti su una stessa asse = primo grande ritrovamento di Castagnoli. Successivamente, vicino ai XIII altari è stata ritrovata una tomba a tumulo di età Orientalizzante, cosiddetta principesca, che viene riaperta nella metà del VI secolo a.C. e vi vengono deposti tre vasi in bucchero; nel IV secolo a.C. il tumulo viene sezionato e viene aggiunta una porta finta in tufo, ma non viene fatta una nuova sepoltura, è la stessa tomba che viene monumentalizzata. È stata indicata, attraverso le fonti, come la tomba di Enea, un ἀρχών, tutti gli studiosi italiani sono d'accordo con questa identificazione; egli è figlio di un

umano e di una dea, Ignes. Seguono:

  • Scavo del 1969-70: rinvenuto un tratto di fortificazioni e della porta orientale, da cui è stata dedotta la costruzione delle mura in tre fasi (la prima antecedente al VII secolo a.C., la seconda del VI secolo a.C. con un muro a terrapieno e la terza nel IV-inizi III secolo a.C.).
  • Scavo del 1973-75: necropoli di Fase Laziale 1A (Età del Bronzo), tomba ad incinerazione dove sono stati rappresentati scudi simili a quelli dei Salii e lance.
  • Scavo del 1977-78/1982: Santuario orientale o di Minerva, individuato da uno scarico votivo contenente più di un centinaio di statuette in terracotta, tra queste la statua di Minerva di V secolo a.C.; il lavoro di ricostruzione delle statuette continua tuttora.
  • Scavo del 1980-81: studio degli impianti domestici del settore occidentale.
  • Scavo del 1982-86: capanne dell'Età del Bronzo inglobata dalle mura di II fase insieme a vasetti miniaturistici (3/4 mila).
rinvenuti interi).
  • Scavo del 1985-86: scarico di un centinaio di vasi, ricognizione dell'area centrale, del foro, con il primo abitato, ma tombe del Bronzo Finale, precedenti all'instaurazione dell'abitato; alla metà del X secolo a.C., quando l'abitato si estende, le tombe vengono spostate più in là. Ritrovate produzioni di età augustea: teste di imperatori, rilievo con Ercole e leone.
  • Scavo del 1993-95: tomba della necropoli orientale, trovata dopo un'aratura, solo vasellame interracotta per non venir meno alle leggi sontuarie del VII-VI secolo a.C..
  • Scavo del 1996: sede del collegio dei dendrofori con cippo in cui è scolpita la corrispondenza tra una moglie vedova di uno dei membri del collegio e il collegio che accoglieva il lascito testamentario.
  • Scavo del 1965/2005-2012: santuario di Sol Indiges.

Santuario di Sol Indiges Axel Boetius entra in possesso di un quadernetto di Ashby e, tra le pagine,

Trova un suo schizzo di una grande piattaforma; essendo amico di Castagnoli, gli diede il quadernetto e lui manda Giulianie Sommella per un sopralluogo, trovano molte tegole che permettono una datazione.

Castagnoli cerca una datazione tra le fonti scritte: Dionigi di Alicarnasso racconta dell'arrivo di Enea sulle coste del Lazio e del prodigio della sorgente che sgorga dal terreno e disseta Enea e i suoi compagni, il dio viene ringraziato col sacrificio della scrofa che, prima di essere sgozzata, dà alla luce tre porcellini, simbolo delle tre città che Enea fonderà, tra cui Lavinium.

Negli anni '80 si procede con le foto aeree e la cartografia ad isoipse per studiare le interferenze moderne delle dune costiere su un'area di interesse archeologico.

Il culto iniziale era di tipo salvifico (simboleggiato dalla vicenda di Enea) dei portolani e dei naviganti, si passa ad un culto di tipo salutare dal VI al III secolo a.C..

A gennaio del 1944 sono visionabili le

carte della Raf che mettono in luce i crateri creati dai bom-bardamenti, da cui si passava alla verifica dei danni, ma si intravede una struttura quadrangolare con filetti scuri e al centro, spostata più verso un lato, una traccia rettangolare (non si tratta di strut-ture murarie, non vi sono, al di là, tracce di vegetazioni più evidenti, più scure).

Il podio del tempio è stato in gran parte spogliato, sono stati trovati gli strumenti per frantumare i blocchi e trasportarli, due filari di blocchi delle celle: il primo in tufo giallo, il secondo in cappellaccio friabile, doveva inoltre esserci un lastricato in peperino. Inoltre, sul lato di fondo del tempio erano addossate due scalinate con anima di tufo, ma rivestita di blocchi in peperino = inizi del III secolo a.C.; si possono avere due ipotesi di ricostruzione:

  1. Una prima proposta ricostruisce in parte un tempio con cella unica e ali centrali, mura laterali e due file di colonne, ma che richiedeva una
porta in fondo per garantire l'accesso alle scalette: ciò significa defunzionalizzare le ali del tempio, là vi doveva essere il tesoro, ma la presenza di una porta implica passaggio; 2. Un'altra probabilità vede la tipologia del periptero sine postico, rielaborazione romana del periptero che prevede la particolarità di un pavimento su un podio alto, per cui servivano le scalette, con lo scopo di focalizzare l'attenzione del devoto sul νόσος; ricostruzione preferibile anche perché i porticati laterali non sono molto utilizzati, quindi, aprire una porta di fondo non rappresenta un problema. Lezione 6 - 08/11/19 Ripresa aerea obliqua: modo più preciso per rappresentare un complesso paesaggistico, si intende qualsiasi ripresa fatta dall'alto; Ripresa aerea verticale: per comprenderla serve addestramento. La prima foto aerea si ha nel 1858 del francese Gaspar Felix Tournachon che aggancia la macchina fotografica ad

una mongolfiera; tutti gli altri sistemi sono di derivazione militare: il pallone aero-statico/frenato.

Traccia da umidità su foto aerea, si verifica quando non c'è vegetazione, il marcatore che crea la traccia è l'acqua: l'acqua si asciuga dove c'è meno quantità di humus e non dove ve ne è di più (parte più scura).

Lezione 7 - 11/11/19

Per la vegetazione sono consentite riprese ad infrarossi poiché sono sensori passivi (hanno bisogno di una fonte di luce e lo spettro del visibile si coglie ad occhio nudo), il loro spettro del non visibile non è colto dagli umani, ma solo da alcuni animali. Se la luce sulla pianta è rossa vuol dire che la pianta sta bene, se tende al rosa vuol dire che la pianta ha bisogno di nutrimento e cure (forse in quel punto il meccanismo di irrigazione funziona male), se muore è nera: nasce così l'agricoltura di precisione, si manda un drone con sensore.

Ad infrarossi e viene analizzata la singola pianta; è stato usato in ambito militare per trovare i carri armati nascosti nelle foreste (venivano coperti di ramimorti, le macchie sull'infrarosso si presentavano nere), sono stati inventati anche altri sensori: infrarosso termico remoto, visualizza le tracce di calore, lasciate, quindi, da poco (= motore del carroarmato o numero di aeroplani appena decollati che rilasciano scarti di combustibile bruciato).

Se l'analisi ad infrarossi viene fatta con i sensori da satellite per tutti i terreni a coltura è possibile stimare la produzione di quei terreni, mettendo tutto su piattaforma GIS. In futuro sarà utilizzato un SAR polimetrico, un sensore radar che lavora su microonde (bidimensionali e con orientamento verticale o orizzontale a seconda del soggetto che colpisce), lancia la microonda e registra la lunghezza di ritorno e funziona anche di notte e anche se è nuvoloso; queste

one.
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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/09 Topografia antica

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