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LIBRO SECONDO
La vita politica della città non può essere improntata all'arbitrio di chi ne ha ottenuta la sovranità per via ereditaria. Servono delle "costituzioni" come quella di Socrate elaborata da Platone nei Dialoghi (forma collettivistica, comunione totale) che può tuttavia compromettere la coesione politica stessa. Esistono altre costituzioni. L'autentica unità politica Aristotele: in modo sfacciato A. dichiara di analizzare le varie forme di politica, costituzioni, perché quelle attuali sono insoddisfacenti. Riferimento della "comunanza" delle donne di Socrate e Platone. Alcuni moderni parlano qui di "comunismo". Termine sbagliato. Useremo "comunanza, collettività, comunità". A. critica Socrate di utopia quando parla di unità della città. Essa è formata da cittadini di categorie diverse, non sono tutti allo stesso livello. Tommaso: fondamentale lanozione di "costituzione" che per T. è l'ordinamento politico della città (leggi, usanze, incarichi...). Più avanti usa "costituzioni" per dire i regimi politici (monarchia, aristocrazia ecc.). Lo studio delle costituzioni è una scelta di metodo e serve a capire quale sia il regime perfetto. Le aspirazioni umane sono una scelta della volontà e la forma perfetta di governo è quella che permette tale realizzazione (il fine deve essere questo e non i piaceri o gli onori o il potere). Quindi il volere dei singoli condiziona la città. Il punto di partenza è cosa si deve avere in comune. I cittadini hanno in comune il territorio della città. Socrate ha proposto la comunanza delle mogli e degli averi, per A. è impossibile. Per quanto riguarda la comunanza delle donne non è un principio retto dalla ragione. Socrate inoltre non ha spiegato il metodo di ripartizione delle donne. Il concetto diunità non va esasperato altrimenti crea l'effetto contrario, rimarrebbe un solo uomo. Inoltre la città è formata da diverse categorie sociali. Essa non è un'alleanza militare, non è un unico gruppo etnico ma è un tutto perfetto dove le parti differiscono specificamente. La comunione socratica abolisce anche la differenza tra i cittadini. È infine necessario che qualcuno comandi e qualcuno obbedisca in modo circolare così che tutti possano accedere al potere (anche se in realtà è preferibile la continuità del potere). Per concludere il fine della città è l'autosufficienza. Esistono diversi gradi di autosufficienza. La famiglia offre più garanzie del singolo uomo. L'ombra del dubbio: chi è mio figlio? Aristotele: proprietà. Lettura impegnativa con giochi di parole. Ciascuno ha cura di ciò che è suo e trascura ciò che è degli altri. Criticaquindi alla teoria collettivistica di Socrate. I rapporti di parentela e proprietà sono personali. Tommaso: rende più accessibile il testo perché ha piena padronanza dei termini aristotelici. Aggiunge alla fine un pensiero che in Aristotele non c'è: i legami affettivi non si possono impedire per legge. La proprietà è fondamentale per una convivenza politica. Esistono quattro ragioni. Prima ragione: l'illusione del totalitarismo socratico. Se anche si ammettesse la massima unità essa non consisterebbe nella proprietà. Esiste un senso distributivo e un senso collettivo (il termine "tutti" inteso in questi due modi) distributivo: ognuno può dire a suo nome "questo è mio" e in questo caso la tesi di Socrate potrebbe essere vera. Ma chi pratica la comunanza delle moglie lo dirà in senso collettivo, senza titolo personale. Il sofisma socratico genera litigi. Seconda ragione: l'uomoha cura di ciò che è suo. Se il padre non sa quali figli ha o viceversa la cura sarà minore.
Terza ragione: poter dire “questo è mio figlio”. La parentela personale è più importante di quella comune. La costituzione di Socrate provoca alla città più danni che benefici.
Quarta ragione: la somiglianza fisica tra genitori e figli. Infine gli affetti privati sono insopprimibili.
Chi ama ha cura del suo bene. Aristotele: appello alla libertà spontanea di amare. La libertà fondata sull'amicizia.
Tommaso: esistono sei “ragioni contro”.
Prima ragione: la violenza tra parenti è moralmente grave. Nella città sono inevitabili gli omicidi, anche involontari. Se non coinvolgono i parenti sono meno gravi. Nella legge socratica la parentela non è considerata.
Seconda ragione: i rapporti incestuosi. Con la comunanza dei figli essi si verificherebbero per forza. Socrate l'aveva
previsto e aveva posto rimedio ma inutile ovvero rendere riconoscibili le madri ai governanti e venivano riconosciuto attraverso "qualche indizio".
Aristotele dice che è inutile in quanto vieta solo l'atto sessuale e non l'amore passionale. L'attività sessuale non è condannabile per il piacere che provoca (Socrate condanna il vizio e per lui l'atto con la madre è punibile solo in quanto tale non perché è la madre). La proporzione salva l'amicizia che invece si distrugge nel sistema socratico.
Quarta ragione: dove regna l'amicizia non si fanno rivoluzioni, essa è il bene supremo della città. I discorsi di Aritofane sugli amanti: ha evidenziato che gli amanti vorrebbero essere una cosa sola ma questo è fisicamente impossibile. La parentela vaga è ritenuta insignificante. Ci sono due motivi che ci spingono ad avere cura e amare: ci prendiamo cura delle nostre cose quindi la
proprietà e in più l'amore diventa più forte quando siamo soli noi a dedicarlo ad una persona perché ci concentriamo su di essa. Quinta ragione: il trasferimento dei figli crea una turbativa nella città. Sesta ragione: l'affidamento dei figli incrementa la delinquenza poiché un figlio con un genitore affidatario non si fa tanti scrupoli ad ucciderlo.
La gioia di essere proprietari
Aristotele: esaltazione di una politica che rispetti la bellezza e la proprietà privata. La proprietà è un concetto privato ma non chiuso, può anche essere comune con l'uso pratico dei beni. La delinquenza non va imputata come diceva Socrate ai beni desiderati ma alla malvagità umana.
Tommaso: dice che tutti amiamo il denaro ma condanna l'avaro. L'incremento che ricevono i beni privati è sottolineato da T. mentre A. lo accenna appena. L'egoismo, "filantia", come amore eccessivo per
sarebbe meglio utilizzare un sistema misto, in cui si combinano elementi dei tre sistemi descritti. In questo modo si potrebbe garantire una maggiore equità nella distribuzione delle risorse e una maggiore stabilità sociale.alcuni beni sono anche comuni (sistema praticato a Sparta). Secondo ragionamento: la gioia di possedere qualcosa. In certi casi però si può essere egoisti o avari. Terzo ragionamento: per poter dare agli altri bisogna avere. Successivamente A. passa a confutare la comunanza delle moglie dei beni. Prima argomentazione: elimina la temperanza, la libertà e la liberalità. Seconda argomentazione: i pregi della tesi socratica sono solo apparenti (illusione di un futuro meraviglioso, presunto rimedio a tutti i mali sociali...). Per A. la vera causa dei mali sociali è la malvagità umana! Terza argomentazione: gli inconvenienti della comunanza dei beni sono pochi perché tale sistema è poco realizzato. Una città di infelici e senza pace. Aristotele fornisce delle ipotesi che avrebbero potuto fornire veridicità al sistema Socratico. Il modello secondo A. priva la convivenza civile e la felicità. Tommaso sottolinea.L'importanza della sperimentazione pratica. Serve nel governare anche la verifica del tempo. Esempio di Creta che aveva fatto concessioni agli schiavi. Le conclusioni di A. e T. sembrano antitetiche: il primo dice che così saranno tutti cittadini ordinari. Il secondo che saranno tutti schiavi. Il realtà è un problema lessicale della trad. latina. Esempio di T. con i metalli. Ogni persona ha in sé un metallo che non potrà mescolarsi con gli altri. L'unità può distruggere la città. Esempio della musica: se tutti cantassero all'unisono non si avrebbe sintonia. Stessa cosa nella geometria: un triangolo con solo la base non sarebbe tale. Indispensabili sono l'educazione, la tradizione e le leggi. È quindi anche importante una lunga esperienza. Socrate non ha realizzato la suddivisione dei beni. È impossibile parlare di città senza ripartire i beni comuni per esempio. Passa qui alla dimostrazione.
dell'incongruenza della costituzione platonica (sempre riferito al discorso socratico). Prima ragione: i cittadini non sono divisi socialmente, non esistono nel modello delle categorie. Non esiste nemmeno diversità di proprietà, mansioni e stipendi. Non si potrà nemmeno stabilire da dove vengono i governanti. Si potrebbe però obiettare che se si volesse portare avanti il modello socratico potrebbe essere preso in considerazione il modello di Creta che dava permessi agli schiavi. Seconda ragione: i mali sociali sono ineliminabili. Per Socrate bastavano nella città pochi regolamenti. Non includeva però l'educazione, ad esempio, degli agricoltori ma solo dei custodi della città. Terza ragione: i contadini imbroglierebbero i destinatari dei loro raccolti. Se gli agricoltori hanno potere, a differenza di come crede Socrate, hanno anche possibilità di ribellarsi e diventare avari. Nella costituzione socratica mancano alcune leggi.speciali per gli agricoltori. Essi devono differenziarsi dagli altri cittadini. Inoltre, chi provvederà alle donne? Se sono comuni i contadini si prenderanno cura di loro. Ma se un uomo vive in città come potrà provvedere alla