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TOMMASO D’AQUINO
La svolta è stata provocata dal fatto che alla fine del 12° sec è iniziata l’attività
di traduzione di opere che fino ad allora non erano conosciute, in particolare
delle opere di Aristotele. Il medioevo non conosce Aristotele se non per una
piccola parte costituita dai primi due libri dell’Organon (logica). La svolta è stata
favorita dagli scambi che avvenivano in Europa con il mondo greco e arabo.
Iniziano ad arrivare in Occidente tutti i libri di Aristotele e vengono tradotti tutti i
testi che caratterizzano l’enciclopedia aristotelica. Questo fenomeno di
traduzione si intende come una rivoluzione culturale perché comporta
un’immissione sul mercato culturale occidentale di dottrine nuove che
sconvolgono il quadro precedente (si passa da un paradigma Agostiniano neo
platonico a un paradigma della dottrina di Aristotele che si integra nel quadro
cristiano dell’epoca). C’è un rinnovamento del pensiero medievale di cui
l’esponente più importante è Tommaso D’Aquino.
Nel quadro di Tommaso: tiene un libro aperto (indica tutta la vasta produzione
che ha composto)
2 figure vicine a lui che sono Platone e Aristotele (sta ad indicare l’influsso che
hanno avuto nella produzione del suo pensiero e dei suoi testi) è come un
trasferimento di sapienza dalla cultura antichità al pensiero cristiano di
Tommaso. A piedi c’è una figura che sembra schiacciata da Tommaso, tiene un
libro (è quindi uno studioso) in mano che non riesce quasi a leggere perché il
santo lo caccia in basso, assume una posizione di sconfitta, ha uno strano
cappello (per suggerire la sua provenienza) è un arabo (si chiama Averroè:
esponente della corrente che si è sviluppata nel mondo arabo mentre
l’occidente era estraneo alla lettura dei testi aristotelici. Nel mondo arabo dal 9°
sec era già iniziata la traduzione dei testi di Aristotele, in occidente non erano
conosciuti i testi. Dell’aristotelismo arabo ci sono 2 figure di spicco: Avicenna e
Averroè entrambi hanno sviluppato un’opera di commento dei testi di Aristotele.
Il pensiero del primo è ancora intriso di neoplatonismo, si tratta di un
aristotelismo neoplatonizzante. Il secondo è un lettore fedele del testo
Aristotelico che ha fatto un’operazione di pulizia dal testo di Aristotele degli
elementi che il neoplatonismo aveva sovrapposto alle dottrine Aristoteliche.
Dopo l’operazione che Agostino aveva fatto di fusione del cristianesimo con il
neoplatonismo, nel pensiero cristiano è considerato più accettabile
l’aristotelismo di Avicenna poiché è favorito dalla presenza di elementi
platonizzanti che rende più vicino il pensiero di Aristotele. Con il secondo invece
si avverte molto di più il distacco dal mondo cristiano e quello aristotelico)
Nasce intorno al 1225 in un paese tra il Lazio e Campania, 1240 compie i suoi
studi a Napoli dove fa un incontro determinante per la sua vita e formazione (a
quei tempi l’università è una novità. Corporazione fatta di maestri e studenti in
cui si fa filosofia, non di tipo individuale ma all’interno di una pratica di
insegnamento tra i diversi maestri). Dapprima è stato un discepolo e poi un
maestro universitario ed è considerato il “Prodotto” dell’università medievale
Va all’università per cercare di migliorarsi anche se i suoi genitori avevano
deciso che doveva farsi monaco ed entrare nel monastero di Montecassino. La
sua famiglia è nobile e puntava, attraverso l’insediamento di Tommaso nel
monastero (prestigioso) di conquistare una posizione di potere.
In realtà Tommaso incontra i frati domenicani e cambia il suo destino. È un
ordine nuovo (nato nei primi anni del 200) con un’impostazione di vita diversa
da quella dei monaci (stanno tutto il giorno in monastero a pregare e lavorare)
vanno in giro a predicare ed insegnare. Sono favorevoli allo studio, alla
formazione e all’acquisto di libri e biblioteche. Molto presto si insedia nelle
università di cui ne fanno punto di riferimento (le università nascono all’interno
dell’istituzione ecclesiastica. Costituite da insegnanti e allievi chierici perché
solo gli ecclesiastici sanno leggere e scrivere). Tommaso vuole scegliere i
domenicani. 1244 entra nell’ordine domenicano la formazione avviene
all’interno dell’ordine e si completa seguendo una figura particolare cioè Alberto
Magno (=grande) maestro domenicano che insegna tra il 48 e 52 soprattutto
nello studio di Colonia(Germania). Egli è uno dei primi che viene a conoscenza
dei testi Aristotelici e ha il progetto di commentare tutte le sue opere. Perché è
conquistato dalla potenza del suo pensiero, è talmente importante che
l’università non può fare a meno di leggere i testi. Negli anni in cui Tommaso
segue le sue lezioni, egli sviluppa un commento sull’etica nicomachea, il
commento influenzerà Tommaso e anche lui farà un commento sul testo di
Alberto e avrà delle ripercussioni sul suo pensiero.
Ambito universitario: da Napoli va a Colonia, poi a Parigi (55-56) dove diventa
maestro di teologia e inizia a scrivere le sue prime opere, poi nella corte papale
in Italia intorno a Roma in base a dove si sposta la corte. Inizia a commentare
Aristotele e inizia a stendere la sua opera più importante “Summa teologe”
70 ritorna a Parigi ad insegnare nell’università
1274 Muore nel corso di un viaggio a Napoli
L’attività è stata improntata tutto sullo studio (l’ordine domenicano aveva
l’obiettivo di combattere le eresie, in particolare dei catari che si diffonde nel
sud della Francia è una ripresa di quella dei manichei contro cui aveva
combattuto Agostino. Riprendono le antiche teorie sulla contrapposizione sul
mondo delle tenebre e della luce). Tommaso contesta queste dottrine ereticali,
per combattere gli eretici serve lo studio non la forza (discuterci e spiegare alla
gente che stanno dicendo cose sbagliate) per questo l’ordine mette al primo
posto lo studio. Allo studio è affidata la sopravvivenza della dottrina cristiana, il
cristianesimo si deve attrezzare culturalmente per non essere sopraffatto dalle
dottrine degli eretici. Tommaso dedica tutta la sua vita allo studio, è affascinato
dalla dottrina di Aristotele perché ne trova il valore intrinseco della verità, allora
come dice Agostino se c’è verità, dev’essere fatta propria del cristianesimo
affinché la chiesa possa sfruttarne le potenzialità e possa difendersi dagli
eretici.
1° novità Incorpora le dottrine di Aristotele nel pensiero cristiano
2° scienza teologica: la teologia è una scienza
Per Tommaso Averroè non ha tradotto il pensiero di Aristotele, ma lo ha tradito.
Ha tradotto i testi di Aristotele in maniera soggettiva e ha aggiunto dei suoi
elementi e ha reso il pensiero Aristotelico conflittuale con quello cristiano.
Tommaso si fa sostenitore del vero Aristotele (eliminare dalla dottrina di
Aristotele tutti gli elementi che il mondo arabo ha inserito), la sua opera
intellettuale è indirizzata nella direzione di riappropriarsi del pensiero
aristotelico scartando le dottrine Averroiste che non sono accettate dal
cristianesimo, come: il mondo è eterno e non è stato creato, l’anima muore con
il corpo, l’autosufficienza del sapere mondano. Crede che egli non abbia letto
bene il libro di Aristotele, Tomasso rilegge i libri di Aristotele togliendo gli
elementi arabi e gli apparirà chiaro che Aristotele non può essere in
contraddizione con la dottrina cristiana perché Aristotele per Tommaso
rappresenta la ragione naturale (è l’espressione più alta del pensiero che è
stato costruito dalla ragione umana senza la fede) ciò che muove tutto è la
concezione della ragione è l’elemento più nobile dell’uomo perché è l’elemento
che rappresenta l’immagine di Dio. (non può esserci un conflitto tra i due perché
Dio è razionale, l’uomo (e quindi anche Aristotele) è stato creato a immagine di
Dio quindi è razionale). Questa concezione antropologica è in contrasto con
Agostino: la ragione umana non è stata corrotta dal peccato originale secondo
Aristotele. Per Agostino l’uomo è stato fatto a immagine di Dio ma ha peccato e
a causa di questo ha perso prerogative che aveva ed è un altro uomo.
Posizione di Tommaso: non nega che ci sia stato un peccato originale ma per lui
ci ha fatto perdere delle prerogative che avevamo (es salute) ma non ha
modificato la struttura della mente umana.
La razionalità dell’uomo è la stessa di Adamo e può giungere ala verità allo
stesso modo. Unica differenza è che Adamo poteva arrivarci immediatamente
perché aveva la scienza infusa e l’uomo ci arriva in più tempo attraverso lo
studio. A causa del peccato la struttura psicologica non si è modificata al punto
tale di aver perso la facoltà di raggiungere la verità con le sole forze della
ragione (presupposto antropologico di Tommaso): se l’uomo è capace da solo di
raggiungere la verità ciò significa che Aristotele, nonostante non avesse il
sostegno della fede e della grazia, si è fatto portatore grazie al suo lavoro
intellettuale di dottrine che sono vere.
Il rapporto tra ragione e fede è continuo, attraverso la ragione l’uomo riesce a
costruire un’ampia sezione della verità certa. (La fede aggiunge qualcosa alla
ragione. Ma la ragione rimane invariata perché è la parola di Dio) costituiscono
un patrimonio scientifico secondo il modello Aristotelico.
Anche il percorso della fede è razionale
Il cristiano può basarsi sulla fede, ma anche sulla ragione sono due concetti
diversi ma non sono ragione di conflitto. Tommaso vuole mostrare cosa si può
costruire attraverso un percorso razionale su cui si innesta il discorso della fede,
il quale non è un percorso irrazionale ma è razionale perché si fonda sulla parola
di Dio il quale è ragione.
Presupposto culturale che sorregge tutto il fascino per la dottrina Aristotelica da
parte di Tommaso: il cristianesimo deve incorporare la dottrina di Aristotele
perché nessuno ha mai espresso in maniera razionale.
Fede e ragione non possono essere in conflitto, quindi anche la filosofia
(sviluppo coerente del discorso razionale) non può essere in disaccordo con la
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