vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il governo del bene comune e l'unità
Bisogna specificare il "bene comune"; l'unità; tutto è governato dall'uno; è più utile alla società il governo di più persone oppure quello di una sola? Il bene e la salvezza della comunità si chiama pace, che è un'unità. L'unità può essere realizzata al meglio da un'altra unità. Ecco perché il governo di una sola persona è più utile. Tra la pluralità inoltre posso nascere contrasti. I molti hanno origine dall'uno. Anche i fatti storici dimostrano questo.
Capitolo 4: la tirannia è il regime peggiore
La monarchia sembra essere per ora il governo migliore ma non per forza lo è; la tirannia è la peggiore forma di regime politico; all'inizio la tirannia non è spiegata con la violenza, dopo si; il tiranno è egoista, si appropria di ciò che è di tutti; più la forza è una più
è efficacie. La tirannia è più rovinosa dell’oligarchia e quest’ultima più dellademocrazia. Più ci si allontana dal bene comune più il regime è ingiusto. Il bene deriva agli esserida un’unica cosa perfetta, il male è causato singolarmente da singole mancanze. Il regime piùsopportabile tra gli ingiusti è la democrazia. Il tiranno danneggia sia la comunità sia i sudditicompromettendo i loro beni sia materiali sia spirituali. Bisognerebbe stimolare i sudditi invece itiranni li annientano. Il tiranno è una bestia.
Capitolo 5: istituzioni romane ed ebraiche
Sottile e realistica analisi dei pericoli di ogni forma di governo. I re possono avere paura didiventare tiranni per es. citato Agostino in relazione alla storia di Roma; non solo i sovraniportano alla disfatta ma anche i sudditi.
Alcuni sovrani monarchi sono, di nascosto, tiranni. Esempio nelle vicende di Roma (qui citaAgostino, p. 47). I
I romani furono travagliati da guerre civili e ne emersero gli imperatori che però non volevano essere chiamati re. Esempi analoghi nel popolo ebraico.
Capitolo 6: la monarchia presenta i rischi minori. Monarchia è preferibile ma ha anch'essa rischi, cioè trasformarsi in tirannide, ma sono rischi di minore entità; per assurdo ci sono più argomentazioni quando parla dei rischi. Il tiranno è da eliminare?
Il male minore è quello della tirannia perché non compromette la pace ma ostacola i beni dei singoli. I pericoli derivanti dal governo di molti sono più distruttivi. Anche il governo di molti può trasformarsi in tirannide. Riferimento alla storia romana.
Capitolo 7: è lecito eliminare il tiranno?
Il problema nasce da Platone in poi; procede per gradi; bisogna prevenire: già con l'elezione del re bisogna scegliere bene. Una soluzione è due possibilità: il tiranno non deve essere eliminato da un singolo.
azione allargata invece. La provvidenza divina ci protegge.I cittadini devono scegliere bene il re + si deve elaborare la strutta monarchica + vanno posti deilimiti al re + cercare rimedi se si trasforma in tiranno. Eccetto in caso di dispotismo assoluto èconsigliabile sopportare per un po' la tirannia altrimenti rischi ancora più gravi. Se subentraqualcuno al posto suo può incorrere nello stesso rischio di tirannia per paura e quindi colui chesegue diventa più oppressivo di chi lo ha preceduto. In casi gravissimi alcuni hanno pensato chedebba essere ucciso il tiranno e anche il testamento presenta esempi in tal senso. Tuttavia un simileatteggiamento non è consono alla morale degli apostoli. L'attività pubblica deve provvedere allatirannide. Se la società ha scelto il re la società può deporlo (cosi i romani scacciarono tarquinio ilsuperbo). Quando le risorse umane non bastano ciò compete a Dio, re di tutti,
che può piegare il cuore del sovrano. Per cessare la tirannia deve quindi eliminare la colpa.virtuosi.Alla sete di gloria è strettamente legato un altro vizio cioè la simulazione: molti fingono di essere virtuosi per raggiungerla. Il desiderio di gloria però contiene anche tracce di virtù perché è il desiderio che gli altri pensino bene del sovrano stesso. Se non si cerca tale consenso si va dritti per la propria strada, anche quando essa risulta essere scorretta. Il massimo di tutti i beni è quindi il riconoscimento della virtù.
Capitolo 9: il premio del re è la felicità divina. La ricompensa deve venire da Dio; ogni essere umano aspira alla felicità ma non la trova sulla terra perché è limitata, si trova solo in Dio; Dio promette ai re onesti soluzioni ultraterrene come premi (qui riporta alcune scene bibliche come prove per tesi). Il premio del re è anche rendere felice l'uomo. Le ricchezze terrene non bastano perché, per esempio, chi è ricco vuole esserlo sempre di più.
Il bene personale dipende da un principio superiore. Qualsiasi bene terreno vale meno dell'intelligenza umana. L'imperatore onesto è nella vita terrena quasi felice perché ha la speranza. Il premio del re è l'onore ed è la gloria.Capitolo 10: governare è altamente meritorio
Esalta i meriti del re; governare è faticoso e si merita il premio; fare del bene è meritevole e il resupera tutti perché fa bene a tutta la comunità; più c'è virtù più c'è felicità. Da qui viene stabilito il grado di felicità.
I. argomentazione: la virtù più eccelsa è la capacità di governare non solo se stesso ma anche gli altri (ancor di più se si tratta di tante persone, + persone + virtù) ecco perché gli spetta un premio.
II argomentazione: +virtù a chi governa nell'ambito delle arti. Serve più talento ad
Esposizione della verità con l'insegnamento. Sovranocome docente e quindi merita il premio. III argomentazione: il bene della comunità è più importante di quella del singolo e quindi al sovrano spetta un premio maggiore perché pensa al bene comune. Ilre somiglia a Dio. I loro premi sono maggiori anche perché sono maggiori le difficoltà che devono affrontare.
Capitolo 11: amicizia e autorità
Amicizia per governare; il tiranno fa l'errore di privarsi dell'amicizia; l'amore dei sudditi rafforza al stabilità; un vizio che può annientare il re è l'avarizia; il tiranno è stolto perché perde i privilegi che l'eterno gli riserva. L'amicizia è un vantaggio del sovrano giusto, che deve perseguire. È un elemento di coesione fra gli onesti e rappresenta garanzia e stimolo. Tutti hanno bisogno di amicizia. L'amico non ti abbandona in difficoltà.
Qualsiasi divertimento diventa noioso se non ci sono gli amici (esempio di Dionigi p. 74). I tiranni vogliono l'amicizia ma non riescono ad ottenerla. L'amicizia unisce tra loro persone che sono già legate (anche come esseri umani di uno stesso luogo o ceppo). Il tiranno non può lamentarsi se non è amato dai suoi sudditi perché lui fa lo stesso. Il governo dei sovrani retti è stabile anche per l'affetto che egli da al popolo e ai sudditi. (es. Giulio Cesare p. 76). Il potere dei tiranni non può durare a lungo perché suscita l'odio del popolo. L'unica risorsa sulla quale si affida il regime tirannico è la paura, generando timore nei sudditi. La paura è però una leva fragile perché chi obbedisce per paura approfitta della prima occasione per ribellarsi in modo tanto più violento quanto più potente la paura. Inoltre la paura porta alla disperazione dei sudditi e quindi ad atti estremi.
Anche Aristotele in Politica mostra che tutti i tiranni sono caduti velocemente. Dio in primis non permette la lunga durata dei loro regni. L'ipocrita è colui che si comporta esteriormente in un modo che non riflette quello interiore. Dio permette che salgano al potere i tiranni per castigare i peccati dei sudditi! Nella Bibbia tale castigo è detto "ira di Dio". Poi fa si che vengano eliminati. I sovrani che osservano la giustizia diventano più ricchi poiché i sudditi offriranno spontaneamente il loro aiuto. È quasi superfluo parlare di buona fama: i sovrani onesti anche dopo la morte sopravvivono nel ricordo dei sudditi.
Capitolo 12: i tiranni riceveranno il castigo eterno. È una specie di conclusione sul tiranno. Non hanno umiltà per pentirsi ecco perché castigo eterno. Nella dottrina tomista, al contrario di quella medioevale comune, anche la violazione della giustizia "distributiva" impone l'obbligo
(restituire tutto il rubato). In apertura ed in chiusura l'autore fa un'osservazione che ridicolizza il tiranno: i buoni sovrani non hanno premi solo nell'eterno ma anche nel terreno. Il tiranno no. Dal punto di vista redazionale emerge che Tommaso non abbia rivisto il suo lavoro.
L'individuo inizia a comportarsi in modo disonesto per raggiungere ricchezze che però l'individuo onesto raggiunge spontaneamente e prima. Anche il singolo merita la morte e la punizione eterna se compie un singolo reato. Il tiranno a maggior ragione deve essere castigato con ancora più durezza. I tiranni raramente si pentono. Quando restituiranno tutto il denaro e le vite rubate? La loro posizione è aggravata dal fatto che esse ritengono lecito ciò che fanno. Trasmettono ai loro successori il cattivo esempio. I buoni sovrani sono ricchi in modo spontaneo, i tiranni no.
Capitolo 13: il re crea ordine
Da qui in poi vengono illustrate le funzioni del re.
Innanzitutto crea ordine. La ragione del singolo non è in grado di governare la comunità. Alcuni hanno un instinctum naturae, istinto naturale conferito da Dio. Viene usato il tag per evidenziare alcune parole.