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Il narratore, che non va confuso con l’autore storico, lo scrittore in carne ed ossa, è una funzione del testo. Può essere
interno (omodiegetico, o autodiegetico) ed esterno (extradiegetico). Il narratore omodiegetico è in prima persona e
testimone delle vicende; l’autodiegetico è in prima persona e protagonista. Il narratore extradiegetico, che non partecipa
agli avvenimenti, si può distinguere in onnisciente (regista), non onnisciente; di primo grado, di secondo grado etc. Il
narratore di primo grado è la voce che per prima comincia a raccontare, il narratore di secondo grado è l’attante cui è
delegato l’ufficio di esporre uno o più episodi. Il narratore può essere palese, vale a dire manifesto, partecipe, oppure
occulto, cioè dissimulato sino all’eclissi o regressione.
La focalizzazione (o ottica o prospettiva o punto di vista) è l’angolazione da cui il narratore osserva i fatti, le circostanze.
Si differenzia in focalizzazione zero, interna, esterna, variabile, multipla. La focalizzazione zero (assenza di prospettiva,
visione a 360 gradi) collima con un narratore onnisciente che conosce tutti gli avvenimenti, incluso l’antefatto, gli sviluppi
della storia, talora giudica i personaggi, sonda il loro mondo interiore. Agisce come un supervisore, introduce anacronie,
costruisce i personaggi, manipola tempo e spazio… L’ottica interna, abbinata ad un narratore interno o esterno, implica
una visione parziale, limitata degli eventi. La prospettiva esterna, rintracciabile nei testi formati esclusivamente (o quasi)
da dialoghi, è associata ad una voce narrante che sa meno dei personaggi stessi. Anche il lettore non è al corrente dei
presupposti narrativi né degli obiettivi perseguiti dai personaggi e deve tentare di intuirli, attraverso gli indizi disseminati
nella storia. La focalizzazione variabile è l’alternanza, l’avvicendamento di diverse ottiche all’interno del testo. La
prospettiva multipla consiste nella relazione dello stesso episodio secondo il filtro percettivo, emotivo ed ideologico di
due o più attanti. Il personaggio Il personaggio è una figura immaginaria, fittizia che agisce, si esprime e pensa all’interno
del testo narrativo. Del personaggio si analizzano vari aspetti e relazioni. In primo luogo si considerano i criteri di
classificazione degli attanti. I più diffusi nell’analisi testuale sono i seguenti: criterio di Aristotele, sistema di Propp,
catalogazione di Greimas. Aristotele individua tre personaggi: il protagonista, il deuteragonista, il tritagonista. La sua
tripartizione, illustrata nell’opera intitolata “Poetica”, si riferisce alla tragedia greca, dunque si può raramente applicare al
testo narrativo, di solito alle novelle ed ai romanzi incentrati su un triangolo amoroso. Il russo Vladimir Propp, in
“Morfologia della fiaba” (1924), saggio dove esamina le fiabe russe, individua trentuno azioni ricorrenti, definite funzioni,
ed alcuni parti fisse (eroe, rivale, oggetto del desiderio, falso eroe etc.). Tale criterio di classificazione è ripreso dal
semiologo lituano naturalizzato francese Greimas che lo semplifica e lo precisa, identificando i seguenti ruoli:
destinatore, destinatario, protagonista, antagonista (o rivale o oppositore), oggetto del desiderio, aiutante positivo,
aiutante negativo. Il destinatore è l’attante che affida un incarico ad un altro personaggio; il destinatario è colui cui è
affidato un compito, una missione; il protagonista è il personaggio principale che persegue un fine, definito oggetto del
desiderio; l’antagonista è il personaggio che ostacola l’eroe, cercando di vanificarne i progetti; l’aiutante è una figura che
coopera, collabora con il protagonista o con l’oppositore. I personaggi si distinguono in statici e dinamici: i primi non
mutano nel corso della narrazione; i secondi evolvono o involvono, sono dunque suscettibili di cambiamenti anche
radicali. Un’altra bipartizione concerne i caratteri ed i tipi: i primi sono personaggi a tutto tondo, sfaccettati, realistici,
complessi, anche contraddittori; i secondi, incarnando una virtù o un vizio, sono piatti, stereotipati, incolori. Un’altra
suddivisione, in relazione all’importanza, discerne tra protagonisti, comprimari e comparse.
Un aspetto notevole inerente al personaggio è la caratterizzazione, cioè l’insieme dei tratti, delle note che rendono un
attante realistico, verosimile, accattivante. Si annoverano i seguenti tipi di caratterizzazione.
C. anagrafica: concerne il nome, il genere, l’età, lo stato civile.
C. somatica (o fisiognomica): riguarda le fattezze del volto, la statura, la corporatura etc.
C. psicologica: inerisce ai sentimenti, emozioni, stati d’animo, mondo interiore del personaggio.
C. antropologica: comprende il modo di ammiccare, gesticolare, camminare, il portamento, ossia il linguaggio del corpo.
C. socio-economica: si riferisce al ceto di appartenenza, al censo, allo status.