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Il significato di "ƥonne" e la sua funzione nel testo
Oδ,(19) Ond he for þon oft in gebēorscipe, þonne þær wæs blisse intinga gedēmed, þæt hēoealle sceolden þurh endebyrdnesse be hearpan singan, þonne hē geseah þā hearpanārās ēodehim nēalēcan, þonne hē for scome from þæm symble ond hām tō his huse.[19-23] E lui perciò spesso in una festa, quando lì era considerato motivo di gioia chetutti loro dovessero cantare in successione accompagnati dall’arpa, quando egli vedeval’arpa avvicinarsi a sé, allora si alzava per la vergogna dalla festa e andava a casa sua.þonne ha lo stesso significato e la stessa funzione di ƥa Può introdurre tanto la principale quanto una subordinata temporale (per capire quale sia la principale dobbiamo individuare quella con l’ordine ƥonne-verbo-soggettoĀrās Passato singolare del verbo forte I classe (a)risan For scome leggera),vergogna,Seo scomu
(nome femminile con sillaba che in inglese moderno è "shame")
(simbolo "Ƥ")
(Dativo del nome neutro "symbel" (caduta sillaba mediana))
(Passato di "gān")
(Tutto il resto forma proposizioni subordinate)
(festa "Gebeorscip")
(giudicare, Participio passato di un verbo debole della I classe, "deman" che viene dal nome "dōm", inglese moderno "doom")
(Causa, ragione, motivo di gioia)
(Blisse, genitivo femminile)
("Hēo", è una variante del dimostrativo "hīe", 3° persona plurale)
(tutti "Ealle", (è un aggettivo))
(should) "Sceolden", è un verbo preterito presente (oggi)
(Gesean, passato di "seon")
(23) "Ā hē þæt þā sumre tīde dyde, þæt hē forlēt þæt hus þæs gebēorscipes, ond ut wæsgongende tō nēata scipene, þāra heord him wæs þǣre neahte beboden. (25) þā hē þǣr in gelimplice tīde his leomu on reste gesette ond onslēpte,
þā stōd him sum mon ætþurh swefn ond hine hālette ond grētte ond hine be his noman nemnde: Cedmon, singmē hwæthwugu.[23-28]
Quando egli fece ciò in un certo momento, cioè che lasciò la casa della festa e se ne andò a piedi verso la stalla delle bestie, la cui cura a lui era stata ordinata quella notte, quando lui poi là nel tempo adeguato pose le sue membra a riposo e si addormentò, allora un uomo stette accanto a lui nel sonno e lo salutò e lo congratulò e lo chiamò con il suo nome: “Cadmon, canta per me qualcosa”.
La faredā dōn,
Dyde,
Sumre tide
Il suffisso –re indica un aggettivo, cioè che forlæt qui va tradotto come “abbandonò”;
ut wæs geongende,
fuori,
ut, avverbio,
geongende,
andareè un participio presente da gangan.
lett. quindistallascipene, neutro dativo,
capiamo che la i radicale è breve dalla non caduta della sillaba mediana: se fosse stata pesante sarebbe caduta la -e-)di quelleƥara,
curaheord,
ordinarebeboden, participio passato di un verbo forte, da beodan,
il vocalismo ŏ al participio passato lo troviamo nelle classi II, III e IV; possiamo escludere tuttavia facilmente le ultime due classi (non è della III perché la radice non termina in NC o LC; non è della IV perché la radice non termina in L o N)
I classe: rīsan, rās, rison, risen
II classe: beodan, bead, budon, boden
Come già detto in precedenza, i verbi forti delle prime tre classi trasmettono l'alternanza apofonica dell'IE (e, o, ǿ, ǿ)
Prendendo ad esempio la terza forma (il passato plurale), la presenza della u ci fa capire che questa è parte della radice, dato che il
grado apofonico è ǿ: il fatto che la radice contenga una u è una peculiarità dei verbi della II classe
Nel presente/infinito, invece, la e apofonica e la u radicale si conservavano in germanico (→ beud); si sviluppa invece in anglosassone eo (la u si assimila → al 1° elemento, diventando una vocale media)
Nel passato singolare avremo IE boud, GRM baud, ANG bæud, che in seguito al primo frontamento vede abbassarsi la u → bead
Lo stesso discorso vale per la prima classe, come già visto, tenendo in conto che vi appartengono tutti i verbi che presenta una i nella radice:
e + i → ei ī
o + i → oi ō
i + ǿ
i + ǿ
il vocalismo è lo stesso della III classe, ma in quel caso il fenomeno è che la causa è la frattura appropriato gel implicre,
porregesette, da settan, (verbo deverbativo)
membraleomu, da lim (è un accusativo plurale),
a riposoon reste, come l'inglese
moderno, onslepte, verbo debole (ce lo indica la dentale) e anche questo è deverbativo (p.addormentarsi), principale stand, è il passato di quello che oggi è un verbo della VI classe; questi verbi presentano solamente due gradi apofonici: a, o, o, a standan, stōd, stōdon, standen (la nasale in 1° e 2° forma è una particolarità che non è presente negli altri verbi della VI classe) æt, andrebbe con him, ma è posposto auspicare buona salute ehalette e grette, sono due verbi deboli della I classe, salutarenemde, verbo debole da nemnan, verbo denominativo (da noman) in cui vi sono state metafonia palatale (a e) e perdita della vocale mediana a (*nemanan) → noman è nome debole (= naman) sing, è un imperativo (28) Þā ondswarede hē ond cwæð: Ne con ic nōht singan; ond ic for þon of þeossumēode, gebēorscipe ut ond hider gewāt, forþon ic nāht singan ne cuðe.[28-31] Allora egli rispose e disse: io non posso cantare nulla; e io perciò sono andatovia da questa festa, e mi sono recato qui, poiché io non potevo cantare.
Ondswarede, passato di un verbo II classe
Cwæd, verbo forte V classe
ƥeossum è la forma alternativa di ƥissum
eode (già a riga 23) è il passato suppletivo di gan
qui,hider, avverbio di moto a luogo
partiregewāt, passato di un verbo forte I classe, da witan
cuδe, passato di cunnan (verbo preterito presente)
perché la ū è lunga? Dato che i verbi preterito presenti hanno una formazione debole al passato si ha caduta della nasale (fenomeno dell’ingevone)
(31) Eft hē cwæð se ðe mid hine sprecende wæs: Hwæðre þu meaht mē singan.
(32) Þā cwæð hē: Hwæt sceal ic singan?
(33) Cwæð hē: Singme frumsceaft.[31-33] Dopo egli disse,
l'uomo che stava parlando con lui: "Tuttavia tu puoi per mecantare". Allora disse lui: "Cosa devo cantare?". Disse lui: "Canta per me la creazione".
Sprecende, participio presente
mayMeaht, da magan (preterito presente), ing mod
cosa?Hwæt,
Sceal, dal verbo preterito presente sculan
creazioneFrumscead,
Þas(33) Þā hē þā andsware onfēng, þā ongon hē sōna singan in herenesse GodesScyppendes þā fers ond þā word þe hē nǣfre gehyrde, þāra endebyrdnes þis is:
Quando egli allora ricevette questa risposta, allora egli cominciò immediatamente a cantare in lode di Dio Creatore dei versi e delle parole che lui mai aveva udito, la cui sequenza è questa:
ƥās = ƥīs
ricevereonfēng, verbo forte VII classe (p. 153),
fōn, fēng, fēngon, fangen
la particolarità risiede nel fatto che il vocalismo del presente non è lo stesso del
Participio passato: inoltre, l'occlusiva velare sonora (/g/) dei due passati non vi è nel presente (se nella 2° e 3° forma abbiamo una sonora, presumibilmente ci aspetteremmo una fricativa sorda /x/ nel presente e nel participio passato, dato che alcune forme seguono la legge di Grimm mentre altre quella di Verner).
La g occlusiva viene da una fricativa che è diventata occlusiva perché preceduta da nasale; è un esempio della sequenza vocale-nasale-fricativa sorda nel passaggio all'anglosassone, dunque, la fricativa velare sorda nel presente scompare perché in posizione intervocalica.
Che succede nelle altre forme? Al posto di fēng, ad esempio, ci aspetteremmo come passato singolare fenh, ma il livellamento analogico riporta alla sonora g (e non alla sorda h).
Diverse classi di verbi forti hanno una lista di verbi contratti (p. 147): Leon, lah, ligon. Vengono da *lixan, che poi subisce la perdita della fricativa velare sorda. Seon.
seah La fricativa velare sorda, prima di cadere, cosa causa al vocalismo delle vocali palatali? Ci aspetteremmo un æ (*sæx), ma si forma il dittongo per frattura (che avviene quando una vocale palatale è seguita da N, L o fricativa velare sorda del germanico: æ ea) → Sexan seoxan (frattura) seohan seoan (perdita della fricativa velare) → seon (contrazione gruppo vocalico) ongon è il passato singolare di ginnan, verbo forte della III classe già alla r. 11 avevamo visto il passato plurale, ongunnon oda non confondere con gan Creatore Scyppendes, Genitivo di Scyppend, in cui il suffisso nasale-dentale ci fa capire che si tratta di un participio presente Da scieppan (p. 152), della VI classe Scieppan, scōp, scōpon, scapeno I gradi apofonici della VI classe sono due: a, o, o, a; perciò La prima particolarità è che al presente vi è una forma in -ie-, nonostanteilparticipio passato sia regolare. L'altra stranezza è la geminazione, di cui avevamo parlato per i verbi debolidella I classe. Infatti questo fa parte di quella particolare classe di verbi forti che hanno al presente una formazione corrispondente a quella dei verbi deboli della I classe. La radice al presente.