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Travis entra nel vortice della solitudine

Travis entra nel vortice della solitudine e lo racconta lui stesso con la voce fuoricampo: «lasolitudine mi ha perseguitato dappertutto : nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi,dappertutto. Non c’è scampo, sono nato per essere solo.» (Taxi Driver, 1976.) Difatti, Betsy, laragazza di cui s’innamora, non solo rappresenta l’inizio del mental breakdown di Travis, ma è ancheil filo conduttore, tra Travis e la causa di tutti i suoi mali: il senatore Palatine. Va così a insidiarsi4 R.Corsi Bernini-F. Festuccia, Cine-Wine. 40 grandi film & 40 grandi vini, Sovera Edizioni, 2013,p. 44.nella mente di Travis un processo che lo vedrà, anzitutto, simbolo della figura del personaggiopsicopatico. Lo psicopatico è un personaggio della frontiera, che vuole ricrearla in città, poiché nonaccetta che la frontiera è finita. Questa forte nostalgia, caratterizza l’immaginario americano dellafine della frontiera.

Ed è fondamentale in Taxi Driver. La figura dello psicopatico, riapplica tutti i tratti dell'immaginario americano: Travis, vuole emergere e differenziarsi dalla folla, ripulendo la sporcizia di New York, e lo vuole fare essendo "il giudice di se stesso". Ed è qui, che questa figura va a mescolarsi, anzitutto, con la figura del Paranoico Complottista, progettando l'omicidio politico del senatore. Scorsese e Schrader utilizzano il personaggio, per penetrare le maglie più nascoste della società. Non è un personaggio fittizio, è un personaggio nascosto nella realtà che ci circonda. Ne è esempio, il fatto che, per la scrittura della sceneggiatura, Schrader si sia ispirato, anche alla storia di Arthur Herman Bremer, il quale tentò di assassinare il candidato democratico alle presidenziali USA, George Wallace nel 1972. L'evento dell'omicidio politico, accadeva abbastanza frequentemente in quegli anni.

La figura simbolica del complottista, va a unire alla perfezione i due archetipi, quello Puritano e quello delle Frontiera. In entrambi gli archetipi, vi è la necessità di una manifestazione del Male, così da poterlo combattere. La funzione della "teoria del complotto" sarà dunque trovare un colpevole. La narrazione in questo senso, diventa affascinante, perché, in questo caso, nella mente di Travis, incanalare tutto il male, nel senatore Palatine, rende tutto più coerente, rispetto al disordine, che vive nel mondo reale. Divenendo un "tutto torna". La paranoia, emerge perché la conflittualità non si può espellere, perché lo spazio è chiuso. Portando la psicopatia di Travis, in uno stato paranoico dunque per mancanza di spazio. Il momento della sua auto convinzione paranoica, verso Palatine, è dato dalla sua narrazione con la voice-off: "è un'idea che andavo rimuginando da".parecchio tempo, era lui il simbolo di tutto il male che era successo ame.» (Taxi Driver, 1976) Qui la mentalità religiosa puritana, entra in gioco. Come avviene anche nelle diverse tattiche di guerra degli americani stessi. Il nemico, non va semplicemente sconfitto, ma eliminato. La trasformazione reale di Travis, è suggerita dalla raffigurazione della scena, dove notiamo, il taglio di capelli alla mohicana, quando si presenta al comizio del senatore Palatine. Pronto a farsi giustizia. L'attentato al senatore però non va come si aspettava. Successivamente, nella sua mente, le due figure, psicopatico e complottista, vanno a fondersi con quella dell'eroe-giustiziere. La figura simbolica dello psicopatico che prende metodicamente appunti nel suo diario giornaliero, va a inoltrarsi pian piano nella figura dell'angelico vendicatore. L'input di questo cambiamento, lo si inizia a intuire quando scrive nel suo diario: «la mia vita ha presodi colpo un'altra piega, i giorni passavano senza niente di nuovo uno dopo l'altro, impossibile distinguerli, tutti uguali, tutti in fila, poi all'improvviso... ecco il cambiamento." (Taxi Driver, 1976) Il cambiamento che egli avverte è la visione di se stesso. Ai suoi occhi, lui diventa l'uomo di Dio: si prepara rimettendosi in forma, comprando un armamentario incredibile. Divenendo il nuovo angelo vendicatore, in attesa che il "nuovo diluvio" cancelli il caos. Finalmente raggiunge il suo obiettivo organizzare meticolosamente la sua vita, come suggeriva anche un cartello appeso nel suo salottino "one of these days, I'm gonna get organiz-ized". Ed è così che Travis organizza la sua giustizia. "All'improvviso..."

"C'è stato un cambio, non ho mai potuto scegliere nella mia vita." (Taxi Driver, 1976)

Facendo quasi intuire, che la scelta di combattere "il male" non fosse realmente sua, ma spinta da qualcosa di più grande. Tant'è che, segue la raffigurazione del "giustiziere" della cultura americana. Non credendo più a una giustizia popolare, che potremmo identificare nel senatore Palatine, o nei controlli delle forze dell'ordine, per episodi come quello della giovane ragazza Iris. Decide, dunque, di farsi giustizia da solo. La figura del giustiziere spicca soprattutto in questo periodo, gli anni '70, dove la criminalità nelle metropoli era molto alta. Questa figura simbolica mette a nudo la criminalità, la vuole eliminare. Colui che si fa giustizia: con il tentato omicidio del senatore, poiché causa dei suoi mali. Colui che fa giustizia: sparando a un rapinatore in un piccolo Market, e salvando la giovane."

ragazza Iris, che faceva parte di un giro di prostituzione, uccidendo icapi. Per questo, i giustizieri, come Travis, diventano dei personaggi molto ambigui, perché alla fine, anche se non rispettano le leggi, si finisce col fare il tifo per loro. Qui possiamo identificare delle similitudini con i personaggi eroici dei film Western americani. Per meglio dire, Travis, si sente chiamato a svolgere una missione salvifica, soprattutto per quanto riguarda la storia della giovane Iris, come John Wayne. Difatti, sono presenti in Taxi Driver rifunzionalizzazioni della narrazione Western e in particolare di "Sentieri Selvaggi". La solitudine espressa in maniera forte in quest'ultimo film, è visibile soprattutto nella scena finale dove notiamo che il personaggio interpretato da John Wayne, l'eroico giustiziere, non può entrare nella casa come tutti gli altri, ma deve restare da solo, poiché combatte "contro il male" ed entrando in.contatto con questo è rimastocontaminato. In maniera analoga, abbiamo la rappresentazione del personaggio di Travis, un reducedi guerra, rimasto contaminato dal male, che trova al suo ritorno, “una sorta di ispirazione” per unamissione purificante dell’ambiente urbano. O più banalmente, il transitare in luoghi selvaggi in sellaa un cavallo per John Wayne, e il transitare nella “selva oscura” urbana con il suo taxi, per quantoriguarda Travis. Un ritorno alla giustificazione per l’uscita del puritano. Ossia la purificazione e lariconsacrazione dello spazio circostante, che in questo caso è simboleggiato dalla metropoli.7 Cfr. D. Turrini, Il Fatto Quotidiano, Scorsese racconta come nacque Taxi Driver, 29 Giugno 2011https://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/29/scorsese-racconta-come-nacque-taxi-driver/131324/La poetica nostalgica che ci accompagna nella gran parte del film, lascia spazio a una poeticaviolenta. La violenza, vieneutilizzata per risolvere il conflitto che sfocia nella mente del personaggio. Una violenza esplicita che verrà rappresentata con l'azione giustiziera di Travis, nella "strage finale", che rappresenta il climax di tutta la narrazione. Una violenza, che esplode in maniera improvvisa. Travis, disgustato dal degrado morale che lo circonda, ormai fuori controllo, si reca negli "inferi urbani" rappresentati, in questo caso dal palazzo dove lavora Iris, con altre prostitute, per compiere il suo ultimo atto di giustizia. Uccidendo gli sfruttatori della ragazza, salvandola dal male. Travis, dopo aver completato la sua missione, cercherà inutilmente di togliersi la vita. Questo atto, porta infine, alla funzione che i media, in questo caso la televisione, hanno in quest'opera. La televisione, rappresenta una società splendida. Le varie conferenze, con discorsi politico-profetici, trasmesse del senatore Palatine, che sostiene di essere un politico

Dalla parte del popolo, ne sono un'ulteriore prova. In un'America appena uscita dalla guerra in Vietnam e dal Watergate, parlava di un popolo che doveva essere unito, per lottare per un paese migliore. "We are the people", era il suo slogan. Riempiendosi la bocca di parole vuote. Insomma, i media, in quest'opera hanno essenzialmente la funzione di creare una nuova dimensione spaziale. L'obbiettivo della creazione di questa nuova frontiera è dunque distogliere gli abitanti dalle paure più profonde della società. Paure che nascono nel profondo di essa e che si impadroniscono dei suoi abitanti, guidandoli verso azioni imprevedibili, come quelle commesse da Travis. Paradossalmente, i media alla fine della storia, trasformano in eroe, un soggetto estremamente pericoloso, il soggetto temuto dalla società. Travis, il reduce dal Vietnam, "l'eroe-giustiziere che salva una giovane ragazza da un gruppo di mafiosi".

“Non riconoscendo il limite del dato di realtà e incapace diadattarsi, il suo Io evacua l’intima aggressività nel modo peggiore e paradossalmente migliore: mase dall’altro lato della pistola c’erano dei criminali e non un politico, ciò è avvenuto per puro8caso.”

“Eroe a caso”, viene definito, che il caso ha voluto al posto giusto, al momento giusto.Ma questo servirà per soddisfare la necessità di successo che fin dall’inizio si annida nellapsiche di Travis ( e nella società americana) ? «Io ho sempre sentito il bisogno di avere uno scoponella vita», (Taxi Driver, 1976), dice Travis. Il così tanto amato sogno americano del “mito delsuccesso”. Per sentirsi parte integrante della società, uscire dal baratro della solitudine, masoprattutto perché avendo successo, avrà la conferma, come la cultura puritana ci insegna, di essereun vincente,

Trovare il modo per sfondare nella società, per poter capire che sono un "eletto". La parte finale del film dà il via libera all'immaginazione.

8 G. Colella, La Settima Arte, Finale di Taxi Driver-Il grilletto giusto al momento

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silvia.lo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pignotti Marco.