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I giocattoli sono il mezzo per esprimere, creare, sognare, imitare il mondo che un giorno, i

bambini faranno loro. Passerà del tempo, le guerre faranno dei bambini, “piccoli soldati”,

verranno esercitati e preparati a combattere, l'infanzia verrà di nuovo “depredata” della sua

“innocenza”. Si costituiranno delle Associazioni ,Comitati che si interesseranno hai “diritti

dei bambini” come l' UNICEF che da anni si batte per informare l'opinione pubblica

sull'attivazione dell'ONU sui diritti dell'infanzia.

Il fanciullo ai fini di uno sviluppo armonioso e completo della sua personalità, deve crescere

in un ambiente familiare di amore, felicità e comprensione, data la sua mancanza di maturità

fisica e intellettuale, ha necessità di una particolare protezione e cura: assicurare assistenza

medica, diritto all'educazione, favorire lo sviluppo della personalità e delle sue facoltà

mentali e fisiche.

ART.30 riconosce al fanciullo il diritto al tempo libero a dedicarsi al gioco e ad

● attività ricreative proprie della sua età.

ART.32 il fanciullo deve essere protetto contro lo sfruttamento economico e

● lavorativo;

ART.37 ogni fanciullo privato di libertà deve essere trattato con umanità e rispetto

● dovuto alla dignità della persona umana e tener presente la sua età;

ART.39 adottare provvedimenti per agevolare il recupero fisico e psicologico e il

● rinserimento sociale di ogni fanciullo vittima di sfruttamento o maltrattementi.

IL GIOCO IN PEDAGOGIA

La maggior parte dei libri sullo sviluppo del bambino parte dai filosofi del XVIII sec.

ROUSSEAU

● Il bambino doveva godere della massima libertà per far sbocciare le sue abilità

naturali. Con il suo romanzo pedagogico l'Emilio, ci troviamo prima davanti ad un

neonato che va lasciato libero di muoversi, di conoscere attraverso i sensi, l'adulto

doveva intervenire solo se necessario; lasciare fare alla natura, allontanargli le cose

negative, non bisognava punirlo, ma fare in modo che ne subiva le conseguenze

(finestra rotta, stai con la finestra rotta).

L'azione e il gioco esternano le sue energie fisiche, spirituali e sensitive.

L'educazione intellettuale è data dalla natura non dai libri.

LOCKE

● La mente del fanciullo è “una tabula rasa” uno schermo bianco, sul quale scrivere

tutto ciò che il bambino impara. Le idee nascono dall'esperienza, lo spirito conosce le

cose, le riflette sulle proprie operazioni come il concepire e il pensare.

PESTALOZZI

● Principio dell'amore materno. Le forze naturali: cuore, intelletto, che ogni individuo

dispone, vanno a dar vita alla formazione della personalità umana e trovano la loro

unità nella cura materna che è alla base di ogni futuro apprendimento ed inserimento

nel mondo.

OWEN (rivoluzione industriale, 1771­1851)

● Istituisce asili­nido e scuole, la mano d'opera nelle fabbriche è costituita da bambini

che lavorano 12/14 ore al giorno, non conoscono svaghi efiniscono nelle osterie.

L'educazione e il rispetto era la migliore arma per riscattare l'individuo.

FROEBEL (giardini d'infanzia)

● Ricerca nella natura il sentimento d'amore. Considerava il bambino come piantine

bisognose di cure. Il bambino esterna la sua vita interiore con l'azione, la forma più

caratteristica di questo bisogno è il GIOCO. Ideò degli oggetti con forme geometriche

che chiamò DONI, erano 6, tra palle, sfere, cubi, cubetti, mattoncini; con questi

oggetti dava vita a nuove forme e nuove azioni, es: movimento (sfera) dividere e

ricomporre (mattoncini) dava così le prime nozioni di calcolo. Il disegno come

attività ricreativa; il giardinaggio è la natura che mette in contatto con Dio; le fiabe

comunicazione dell'anima del fanciullo con quella delle cose.

AGAZZI

● Pone il bambino in un ambiente naturale che riflette quello materno. Le cianfrusaglie

raccolte per strada (sassolini, foglie...) e poi messe in scatola dove gli oggetti hanno le

stesse forme, ma di natura diversa. L'insegnate deve essere capace di cogliere quegli

elementi che possono essere utili per offrire occasioni di gioco.

MONTESSORI (le case dei bambini 1907)

● Il bambino viene visto come essere attivo, ed eliminare gli ostacoli che, potrebbe

incontrare durante lo sviluppo.

­ Ambiente, costruito a sua misura, tavoli, sedie che può spostare, piccoli bagni dove

può lavarsi da solo, il bambino si sente in piena libertà;

­ Materiale didattico, deve favorire la libera attività rendendo possibile

l'autocorrezione dell'errore;

­Maestra, deve lasciare molte libertà, ma deve essergli vicino per aiutarlo a valersi

dell'ambiente, ma deve scomparire, quando comincia a lavorare da solo.

IL GIOCO (SECONDO GLI AUTORI) IN PSICOLOGIA

FREUD

 Il bambino impara a controllare l'ansia attraverso il gioco di “finzione” (simbolico,

intorno ai 2 anni); con la sua funzione compensatrice realizza qualsiasi desiderio; con

esso può sdrammatizzare situazioni drammatiche.

WINNICOTT

 Approda alla teoria del gioco attraverso dei fenomeni che lui chiama “transizionali”.

Il bambino acquisisce una indipendenza e un'autonomia fra il mondo interno e il

mondo esterno, grazie all'oggetto transizionale, che può essere un orsetto, una

coperta (Linus) o anche il suo pollice. Con esso egli riesce ad affrontare i sentimenti

di ansia, connessi con la separazione o anche situazioni particolari, come

l'addormentarsi. Pian piano quest'oggetto sparirà, perchè comunque il bambino avrà

acquistato sicurezza ed autonomia.

VYGOTSKIJ

 Il gioco ha un ruolo fondamentale nello sviluppo psichico del bambino dall'infanzia

all'età prescolare. Il gioco permette di affrontare le tensioni tra i suoi desideri e

l'impossibilità di soddisfarli immediatamente; rappresenta la risposta originale ai

bisogni non soddisfatti.

BRUNER

 L'autore considera il gioco con riferimento all'adattamento umano e alle strategie di

soluzione di problemi. Giocare è un modo di apprendere all'interno di una situazione

“controllata” in cui sono ridotti al minimo i rischi di una violazione delle regole

sociali. Il gioco è uno straordinario fattore di maturazione.

KLEIN

 Il gioco come rappresentazione psichica. Il bambino deve essere messo in condizioni

di sperimentare liberamente le sue emozioni e le sue fantasie, servendosi di materiali

ludici appropriati che si prestino a creare le situazioni più diverse. Spesso nel gioco il

bambino manifesta la sua aggressività o i suoi impulsi distruttivi, attraverso

quell'azione ludica si arriva a far luce sui suoi processi inconsci, sull'origine delle sue

ansie, paure e sensi si colpa. Si potrà poi agire, affinchè ci siano dei cambiamenti per

la formazione del suo carattere, della sua stabilità mentale ed un suo intelligente e

gratificante inserimento nella società.

PIAGET

 Il gioco riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'intelligenza del bambino,

assimilando la realtà a schemi che già possiede.

Lega gli stadi di sviluppo del gioco con quelli della maturazione cognitiva:

1° stadio (senso­motorio, 0­24 mesi), “giochi d'esercizio”;

2° stadio (pre­operatorio, 2­7 anni), “giochi simbolici”, il bambino diventa capace di

rappresentare la realtà e poi di operare con i simbili. Le regole mentali create sono

una costruzione attiva del soggetto e derivano da un'imitazione interiorizzata;

3° stadio (operatorio concreto, 7­11 anni), “giochi di regole”, imitazione del gioco di

bambini più grandi. Attraverso il gioco il bambino comincia a comprendere come

funzionano le cose e si rende condo dell'esistenza di leggi del caso e della probabilità

di regole di comportamento che vanno rispettate.

4° stadio (operatorio formale, 11 anni­età adulta), l'adolescente riesce ad eseguire

ragionamenti più astratti, idealistici e logici.

IL GIOCO DA 0 A 3 ANNI

Il primo oggetto di gioco del bambino, è il corpo della persona che se ne prende cura.

Afferra le dita della mamma, le tocca il seno, tocca i suoi capelli, sente il suo odore. Ma il

bambino ha bisogno di giocare e imparare anche quando non c'è la persona che si occupa di

lui. Fin da piccolissimi afferrano sonagli sopra la culla e la coordinazione occhio­mano­

bocca migliora; il materiale da gioco per i più piccoli deve essere vario per dare la

possibilità di sperimentare, esplorare con la bocca e le mani una vasta gamma di forme e

materiali.

In questo periodo il cervello del bebè si sviluppa rapidamente e anche in risposta agli stimoli

dell'ambiente, attraverso i sensi: tatto,olfatto,gusto,udito,vista e attraverso il movimento del

corpo. Oltre ai tradizionali giochi commerciali come sonagli, pupazzi, anelli di gomma per

poter sperimentare il più possibile l'esplorazione bocca­mani, è stato creato il “cestino dei

tesori” che fornisce una varietà di oggetti comuni scelti per stimolare tutti i sensi; la maggior

parte degli oggetti si trova nell'ambiente di casa, oggetti naturali: pigne, grossi ciottoli,

grosse castagne; oggetti di materiale naturale, spazzolini da denti, pennelli da barba; oggetti

di legno, porta tovaglioli, nacchere; oggetti in pelle, piccole borsette.

Con questo gioco c'è l'opportunità di offrire l'interazione sociale tra i bambini, anche se

sembra impossibile a quest'età, essi, oltre ad essere intenti a maneggiare gli oggetti, sono

consapevoli gli uni degli altri ma occupano molto tempo in interscambi attivi.

2 ANNI

✔ Nel secondo anno il bambino esercita le sue capacità di movimento, manipolazione e

parola. Anna Freud,linee di sviluppo: nei primi due anni, egli passa dalla pressochè

totale dipendenza a una relativa indipendenza in 4 modi:

­ abilità nel movimento e nella manipolazione (mangia solo);

­linguaggio preverbale a quello verbale;

­dall'essere accudito e lavato;

­al controllo degli sfinteri.

Materiali pensati per sviluppare abilità fisiche e manipolative: scivoli, casse (con un

grande buco rotando su di un lato per poter strisciare dentro e fuori), una cassetta

dentro l'altra (possono essere usate per entrarci dentro, con uno spago, essere

trasportate, poste una vicino l'altra formando un tronco), mattoncini di legno (per

costruire torri), carrello per camminare (bassa scatola di legno con maniglia di

metallo per spingere).

Attraverso il gioco il bambi

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
6 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martis93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Fiorilli Caterina.