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NUMERO DI MATRICOLA: 1646843 | SAPIENZA, FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA.
Introduzione
Ralph Waldo Emerson viene considerato il massimo esponente della cultura americana della sua
epoca, un trascendentalista che abbandonò, seppur non completamente, la vita religiosa, e che
scrisse opere meravigliose.
Come nasce un personaggio simile a questo? Cosa o chi è stato così fondamentale nella sua vita per
renderlo quello che fu?
Pilastro fondamentale della vita dell’uomo fu sua zia, Mary Moody Emerson, donna dalle
incredibili risorse, che influenzò il suo pensiero, il suo modo di vedere le cose, la sua concezione
religiosa.
Cosa sarebbe stato del giovane Ralph Waldo senza una donna di tale importanza?
Biografia
Mary Moody Emerson nacque a Concord nel 1774, durante il periodo della Rivoluzione americana,
quarta figlia di Phoebe Bliss e del Reverendo William Emerson; entrambe le famiglie erano migrate
nel Massachussets con la prima ondata di Puritani negli anni ‘60 del 1800.
Sia nella famiglia della madre che in quella del padre vi erano molti uomini di Chiesa, infatti fin dal
bis-bis nonno di Moody Emerson almeno un uomo di ogni generazione venne ordinato pastore;
fatto interessante fu che il prozio, Joseph Emerson, presentandosi nella sua congregazione con un
velo, fu d’ispirazione per il protagonista di “The Minister’s Black Veil” di Nathaniel Hawthorne.
Per quanto riguarda l’istruzione, molti appartenenti alla famiglia studiarono ad Harvard, ma non le
donne.
Si comprende quindi che la famiglia era molto apprezzata e distinta, sebbene non ricca, e
completamente integrata nella vita dei Calvinisti del Massachussets.
Ma, a soli due anni, Mary, in seguito alla morte del padre, venne spedita fuori da Concord, a
Malden, presso la nonna, con una non felice condizione economica, e la zia, affetta da malattia
mentale. Di questi anni scrisse «slavery of poverty & ignorance & long orphanship […and]
lonesome solitude» (Cole, “Advantage”); e spesso ricorderà nelle sue lettere la solitudine e
l’indigenza di quel periodo in cui la sua dieta si basava su pane e acqua, senza poter studiare e
ricevendo dieci sterline l’anno per vestiti e libri.
Nonostante la condizione familiare, i compiti domestici e il dovere di prendersi cura della nonna
indigente e della zia malata, Mary sviluppò una curiosità brillante, leggendo voracemente la Bibbia,
poeti inglesi, come Milton e Young, scrittori religiosi, come Samuel Clark e Jonathan Edwards,
filosofi, come Platone, Plotino, Spinoza, Russeau, e poeti, come Shakespear, Coleridge e
Wordsworth.
Essendole negata la possibilità di studiare ad Harvard, mentre venne accordata agli uomini della sua
famiglia, sia più grandi che più giovani, intraprese uno studio personale, cercando una sua verità e
una conoscenza che avesse un ruolo centrale nella sua vita; in seguito, il nipote, Ralph Waldo
Emerson, affermò che lei, come lui, faceva parte della “Sect of the Seeker”, senza menzionare i suoi
svantaggi: per entrambi la conoscenza non aveva barriere.
Visse a Malden fino al 1791, anno in cui andò a vivere presso una sorella per aiutarla con i suoi
dieci figli; passò la giovinezza nelle case dei suoi parenti, spostandosi spesso, andando dove si
aveva bisogno di lei, in particolare presso la famiglia del defunto fratello, William Emerson (padre
di Ralph Waldo). Si può dire che passò la sua infanzia prendendosi cura dei più anziani, e la sua
giovane età di chi era più giovane di lei; ricevette anche una proposta di matrimonio in questo
periodo, ma rifiutò: non considerava questo legame, come del resto qualsiasi altro, come un
vantaggio nella vita di una donna, che doveva semplicemente cercare sé stessa e la propria verità.
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Nel 1809 comprò 150 ettari di terra vicino alle White Mountains, nel Main, dove costruì la sua
fattoria; ne fece il suo santuario, il luogo di ritiro in cui potersi dedicare alla lettura e alla scrittura,
anche se visse lì solo sporadicamente. Infatti dovette sostenere diverse dispute in relazione alla
proprietà, doveva affrontarne i costi, e lavorò spesso come volontaria, ma in particolar modo aveva
continuo bisogno di stimoli, che potevano essere trovati solamente nel viaggio e nel visitare sempre
posti nuovi, incontrare sempre persone nuove.
Durante l’età adulta scrisse molto, in particolare lettere e studi su testi sacri, e intraprese una florida
corrispondenza con il nipote, Ralph Waldo, fin dalla sua adolescenza, consigliandogli letture e
insegnandogli più di quanto non apprendesse a scuola; negli ultimi anni della sua vita, su consiglio
dello stesso nipote, prese l’abitudine di dormire in un letto a forma di bara, vestita come nel giorno
del suo funerale. Spesso Moody Emerson affermava che la morte, questa presenza sempre vicina,
era in realtà la sua miglior Musa, pur rimanendo comunque molto attaccata alla vita; morì quasi a
90 anni, e venne sepolta presso il cimitero di Sleepy Hallow.
Pensiero
Mary Moody Emerson fu una forte figura femminile, uno spirito mai sazio di conoscenza, che ebbe
influenza non solo sui nipoti, ma anche su molti altri scrittori e pensatori, tra cui Thoreau.
Il modo particolare, un po’ eccentrico forse, che aveva di pensare, di vedere il mondo, viene da lei
spiegato all’interno delle sue lettere, dirette ad amici e parenti, ma anche, e specialmente, nel suo
Almanacco. Quest’ultimo, senza data ma probabilmente in stesura per quasi l’intera vita della
scrittrice, viene descritto come una lettera per sé stessa quando non è in grado di pensare, una
conversazione con la propria camera, una preghiera per la propria anima.
Essenzialmente l’opera fu la massima espressione del tema che caratterizzò la sua produzione, la
sua ossessione: «My life I would occupy only in the study of its wonders—in arranging my ideas of
its real character».
Mary Moody Emerson: gli occhi rivolti verso il Cielo
La religione era per Moody Emerson una sorta di padre e di madre adottivi; considerava tutto ciò
che le accadeva in vita, la povertà, la condizione di orfana, semplicemente come un dono di Dio,
una parte del suo grande piano, accettandolo come avrebbe fatto un angelo.
La famiglia a cui apparteneva era principalmente Calvinista, seguendone la forma introdotta da
Jonathan Edwards nel XVIII secolo; Mary invece non poteva considerarsi solo tale, dal momento
che questa etichetta sarebbe riduttiva per la sua visione religiosa.
Emerson descrisse la zia come «no statute-book of practical commandments, nor orderly digest of
any system of philosophy, divine or human, but a Bible, miscellaneous in its parts, but one in its
spirit» (Letture).
Mary Moody Emerson sosteneva di essere un’adepta della Bibbia, che intraprendeva con tutta sé
stessa e con entusiasmo la via della pietà; grazie alle sue letture liberali e per via della natura dei
suoi circoli, sviluppò una fede ortodossa, caratterizzata da tendenze evangeliche e razionali.
Non rientrava quindi né nella sfera del Calvinismo né in quella dell’Unitarismo, considerando il
primo sprovvisto di basi solide ed eccessivamente improntato alla dannazione, e il secondo come
troppo timido e facile.
La sua visione di fede si basava principalmente sulla libertà, sulla possibilità di trovare la propria
strada all’interno delle Sacre Scritture; da questo punto di vista potrebbe essere accostata alla lettura
puritana della Bibbia, basata sull’interpretazione.
Ma anche dal Puritanismo Mary Moody Emerson si allontanò, dal momento che la Chiesa
privilegiava gli uomini e scostava le donne; queste non ricercavano la formazione di loro stesse, ma
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la creazione di una casa pia, prendendosi cura dei mariti e dei figli. Moody Emerson vedeva nella
sua devozione privata un potere, e rifiutava il legame del matrimonio; la sua concezione si basava
quindi sull’indipendenza del sesso e sul celibato.
Il fatto di essere donna la limitò, sia da un punto di vista religioso che intellettuale; all’epoca
appartenere al gentil sesso voleva dire non poter studiare, dover rimanere spesso in casa a prendersi
cura della famiglia e non avere libertà di parola. Mary non accettava questa situazione, attaccata
com’era al senso di libertà e alla voglia di vivere, ma spesso provava disgusto per la condizione e
per il corpo femminile, considerato sporco e costretto.
Negli ultimi anni della sua vita, infatti, si accostò sempre più all’Abolizionismo, vendendo in questo
movimento nuove possibilità per uomini e, specialmente, donne di tutte le etnie.
Mary Moody Emerson: prototipo del Trascendentalismo
Donne come Margaret Fuller, Elizabeth Palmer Peabody, Harriet Martinau e Louisa May Alcott
conobbero e ammirarono Mary Moody Emerson, l’eccentrica zia di uno dei maggiori esponenti del
Trascendentalismo, Ralph Waldo Emerson.
Fu uno dei primi gruppi ad accettare donne, e uomini e donne di colore, basandosi sul concetto,
condiviso sia dalla zia che del nipote, di uguaglianza tra tutte le creature di Dio.
La vita di Mary Moody Emerson fu praticamente ascetica, basata sugli affetti, ma controllati e
sicuramente subordinati alla vita religiosa; il senso dei suoi giorni erano dominato
dall’individualismo, dalla forza e dalla conoscenza, mezzo per potersi avvicinare a Dio, per potersi
elevare. Il tutto, velato da un particolare humor nero e da una forte ironia.
Con il nipote condivideva la comprensione e il rispetto per il Dio della natura, la concezione
trascendentale della situazione temporanea della vita.
Moody Emerson non fece parte del movimento, ma condivise con esso i principi basilari del
razionalismo e del rapporto che intercorre tra individuo, società e natura; in realtà si potrebbe
trovare quest’ultimo carattere già all’interno del Romanticismo, ma il Trascendentalismo era anche
rivendicazione della cultura americana su quella europea.
In sé, la donna potrebbe essere considerata come il miglior esempio di prototipo di questo
movimento, in seguito sviluppato dal nipote.
Mary Moody Emerson e Ralph Waldo Emerson
Alla morte del fratello William, Mary si traferì presso la sua famiglia, prendendosi cura della
cognata, Ruth, e dei suoi sei figli; cercò inoltre di contribuire economicamente, occupandosi della
pensione di famiglia.
Per i piccoli Emerson la zia fu come un padre surrogato, dal momento che non solo si prendeva cura
della loro madre, ma lavorava anche per procurare denaro, si occupava dell’educazione e dei
compiti spirituali della famiglia; Ralph Waldo affermò, una volta cresciuto, che lui e i suoi fratelli
erano stati fortunati ad averla con sé, perché nessun bambino sarebbe potuto crescere con
un’educazione migli