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ASPETTI STRUTTURALI DELLA LIS:
Per la sua natura visivo gestuale, la LIS si caratterizza come una lingua multimodale,
tipicamente simultanea e iconica; essa infatti si attua nello spazio e dispone di più
articolatori, manuali e non manuali, che si combinano sistematicamente tra loro, dando
corpo a un flusso di segni segmentabili in unità, dal livello minimo a quello di frase.
− Fonologia:
Nella LIS le unità minime (corrispondenti ai fonemi) sono i parametri di formazione
del segno (detti anche cherami, dal greco “kheìr”, mano) questi sono quattro e
ciascuno comprende una serie di realizzazioni:
− a. il luogo di articolazione, che comprende alcune parti del corpo segnante, lo
spazio antistante al segnante e il cosiddetto “spazio neutro”, i luoghi nella LIS
sono 16;
− b. la configurazione della mano, cioè la forma che essa assume posizionando le
dita, la LIS conta 56 configurazioni diverse;
− c. l'orientamento del palmo della mano rispetto al corpo del segnante che nella
LIS può assumere 6 valori;
− d. il movimento della mano o delle mani, che nella LIS ha 40 realizzazioni. 4
A differenza delle unità minime del parlato (i fonemi), che possono essere articolati
solo uno dopo l'altro, i quattro parametri vengono articolati simultaneamente, con
l'intervento di una o entrambe le mani; in alcuni segni esse possono ricorrere più
volte, sequenzialmente. Analogamente ai parametri possono svolgere una
funzione distintiva le componenti non manuali, in particolare l'espressione facciale,
la posizione del busto e delle spalle, lo sguardo e particolari configurazioni della
bocca dette componenti orali. Esse talora disambiguano alcuni segni “omonimi
manuali” ma non sono considerate dalla LIS veri e propri cheremi.
− Livello morfofonologico e lessico:
Nella LIS si riconosce un ulteriore livello, perché alcuni cheremi non hanno valore
puramente distintivo; essi, specialmente la forma della mano, sembrano
trasmettere un significato legato a una somiglianza con un dato referente. La
configurazione B, ad esempio, può essere usata per rappresentare oggetti che
hanno superfici piatte come nel segno CASA, in cui essa rappresenta la superficie
del tetto, oppure come nel segno LIBRO, in cui la stessa configurazione rimanda ai
piatti semiaperti del libro; il significato in questi casi è trasmesso in modo iconico,
perciò i segni sono detti trasparenti. Anche il segno MESE è articolato con la
configurazione B, ma la metafora iconica sottostante, che rimanda alla
consultazione del calendario, appare opaca; tuttavia, una volta che si conosce il
significato essa diventa comprensibile, perciò il segno è detto traslucido.
Se l'iconicità entra nella strutturazione di una parte del lessico LIS, essa e
comunque vincolata alle restrizioni del sistema linguistico: il significante, per quanto
iconico, è costituito da elementi minimi compresi nel repertorio fonologico, mentre il
significato del segno è “interpretabile solo all'interno del quadro di opposizioni e
somiglianze semantiche pertinenti in una determinata area lessicale”.
L'iconicità è anche presente nel lessico LIS detto produttivo, costituito da una
gamma di segni, i cosiddetti classificatori, che presentano alcune analogie con i
classificatori presenti nelle lingue verbali. A livello semantico, essi rendono
pertinenti quei tratti dei riferenti che risultano salienti nella percezione,
classificandoli in base alla loro forma e disposizione. I classificatori sono altamente
specifici delle grammatiche segnate e dell'iconicità connessa; compaiono infatti in
costruzioni sintattiche simultanee che sfruttano lo spazio, coinvolgono entrambe le
mani e componenti non manuali altrettanto iconiche.
− Morfologia:
Variazioni sistematiche nei parametri e loro particolari combinazioni, permettono di
derivare segni da altri segni e di realizzare la flessione. Il plurale nella LIS, ad
esempio, si forma posponendo il segno TANTI al nome, se il segno appartiene alla
classe dei nomi articolati sul corpo del segnante; oppure tramite la reduplicazione
del segno stesso, nel caso in cui esso sia un nome che rientra nella classe dei
segni che si articolano nello spazio neutro. Tutti i nomi possono essere pluralizzati
con i classificatori: il classificatore viene segnato nello spazio neutro dopo il segno
nominale, e poi viene reduplicato.
Con l'accordo verbo-persona si identificano tre classi verbali: nella prima rientrano
quei segni che hanno come luogo di articolazione il corpo segnante, non esprimono
5
l'accordo con l'oggetto e sono flessi solo per l'aspetto; alla seconda appartengo i
verbi che vengono segnati nello spazio neutro e che vengono detti direzionali,
perché si muovono tra due punti diversi dello spazio segnalando la relazione
sintattica tra gli elementi; la terza classe raggruppa i segni che hanno come luogo
lo spazio neutro e un solo punto di articolazione, condiviso dal soggetto e dal verbo.
I nomi e i verbi in LIS sono distinti morfologicamente solo nella sottoclasse dei
segni che condividono i parametri del luogo, della configurazione e
dell'orientamento e che differiscono per il movimento, più ampio e di maggiore
durata dei verbi. Nomi e verbi possono essere disambiguati anche secondo criteri
distribuzionali o in base al contesto di enunciazione.
Per esprimere il tempo la LIS usa numerosi marcatori lessicali che si muovono
lungo la cosiddetta linea del tempo. Essa corre dalla spalla, punto che rappresenta
il passato, allo spazio prossimo al corpo segnante, luogo del presente, fino allo
spazio antistante in cui si esprime il tempo futuro.
L'aspetto del verbo in LIS invece si esprime con mezzi morfologici, tramite
alterazioni del parametro del movimento e con l'uso di componenti non manuali.
Sfumature aspettuali di continuità trovano espressione in movimenti lenti, ripetuti e
più ampi del segno, mentre quelle di repentinità in movimenti veloci, brevi e tesi. La
LIS possiede anche un marcatore lessicale, il segno FATTO, per esprimere
l'aspetto compiuto.
− Sintassi:
Se si osserva l'ordine lineare dei segni, la sintassi della LIS è molto diversa da
quella dell'italiano. La costruzione genitiva, ad esempio, ha l'ordine possessore +
cosa posseduta + possessivo : “l'auto di mamma” in LIS viene segnato MAMMA
AUTO SUA.
Nella frase negativa il segno per la negazione è in posizione postverbale, mentre
nella frase interrogativa il verbo è in posizione finale. Gli ordini più frequenti nelle
frasi dichiarative sono soggetto + oggetto + verbo (SOV) e soggetto + verbo +
oggetto (SVO) ma il ricorso a classificatori o a verbi della prima o della seconda
classe rende l'ordine meno sequenziale. Nel caso, ad esempio, di frasi che
esprimono una relazione locativa tra due elementi, si segna per primo il luogo di
riferimento, poi l'elemento locato, infine la relazione locativa, che è solitamente
espressa mediante la reciproca simultanea collocazione dei due elementi, uno per
mano.
Le componenti non manuali conferiscono alla frase il valore pragmatico,
distinguendo tipi di frasi segnate con la medesima parte manuale. Una frase
interrogativa richiede, rispetto alla corrispettiva affermativa, che il busto e le spalle
del segnante si protendano e che le sopracciglia si alzino. Nella frase negativa,
invece, il busto indietreggia appena e il capo viene inclinato da un lato; questa
espressione può talora sostituire il segno stesso della negazione. Le componenti
come la fissazione dello sguardo, i movimenti e gli orientamenti del capo e del
busto vengono anche utilizzate per marcare il topic di una frase. 6
ASPETTI SOCIOLINGUISTICI:
Nel repertorio linguistico della comunità segnante italiana coesistono quindi due lingue
molto diverse tra loro: una, l'italiano, si esplica nella modalità acustico-vocale, l'altra la LIS,
in quella visivo-gestuale. I membri sordi possono acquisire la LIS in modo spontaneo,
mentre apprendono l'italiano parlato artificialmente, solo in contesti formali, poiché non
accedono in modo naturale al canale acustico-vocale né alla comunicazione orale in cui
l'italiano si attualizza; perciò essi non ne sono pienamente competenti. Alcuni di essi,
tuttavia, non padroneggiano completamente nemmeno la LIS; la comunità segnante
risulta così piuttosto stratificata al suo interno. Le competenze nella LIS raggiunte dai suoi
utenti sordi, infatti, dipendono in larga misura dalle condizioni in cui essa viene trasmessa.
Solo un'esigua percentuale di sordi acquisisce la lingua dei segni nei primi anni di vita;
questi costituiscono il fulcro della comunità e hanno generalmente genitori sordi. I sordi
che hanno invece genitori udenti, invece, costituiscono una seconda fascia di utenti della
LIS, più numerosi rispetto ai primi, e possono entrare a contatto con la LIS nel corso
dell'infanzia e o dell'adolescenza. La trasmissione, in questi casi è vincolata ai tempi
impiegati per giungere all'avvio del percorso riabilitativo e alla scelta del suo orientamento;
è anche condizionata dalle circostanze e dal tipo di segnanti con i quali il sordo
interagisce: per i sordi figli di udenti le possibilità di acquisizione sono rappresentate dalla
scuola, in cui essi possono incontrare altri sordi e personale udente segnante, come
interpreti e assistenti alla comunicazione. Questi udenti, tra cui i figli di sordi, possiedono
competenze nella LIS a vario livello e costituiscono la terza fascia di utenti, oggi in
costante aumento.
LIS e italiano sono entrambe utilizzate nella comunicazione quotidiana, ma rimangono
differenziate dal punto di vista funzionale, non sovrapponendosi negli ambiti d'uso. La LIS,
ad esempio, può essere usata in famiglia, ma solo in quelle famiglie dove sono presenti
altri membri, solitamente sordi, che usano la LIS. La LIS è poi utilizzata in numerose
situazioni, anche ufficiali, come nei convegni, nelle università e nei media, con il servizio di
traduzione simultanea.
La LIS non possedendo un sistema di scrittura, risulta limitata nella diffusione ed è poco
standardizzata. La scarsa standardizzazione ha origine dalle ridotte opportunità di contatto
tra sordi che, specie in passato, avevano determinato la formazione di gruppi isolati, non 7
solo da città a città ma anche in più istituti all'interno della stessa città. Di conseguenza, la
LIS è caratterizzata da un'alta gamma di variazione, soprattutto a livello del lessico: della
LIS non esiste una forma condivisa da tutta la comunità, bensì diverse varietà su base
geografica.
L'italiano è tra le due lingue quella che possiede