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Estratto del documento

Il primo edificio è una tomba, appartenuta a C. Poplicius Bibulus. Il sepolcro, costruito in tufo e

travertino, sorgeva più in basso del livello attuale. Costituisce un esempio, rarissimo a Roma, di

sepolcro pubblico, concesso ad un personaggio a noi del tutto ignoto.

Il settore meglio conservato è ancora oggi visibile sotto la Chiesa di S. Maria in via Lata,

all’incrocio tra il Corso e la via Lata moderna. Si tratta di una grande galleria, sostenuta da pilastri

in travertino, che sostengono volte a crociera. In un secondo tempo, all’inizio del III sec. d.C., la

galleria fu suddivisa da muri in laterizio in sei ambienti minori, di pianta quadrata, con volte ad un

livello più basso, che probabilmente dividevano in due piani l’originaria altezza della costruzione. Si

tratta probabilmente di magazzini o di botteghe. Nel V sec. d.C. furono trasformate in una cappella

cristiana.

Tre archi erano disposti lungo il percorso della via Lata. Il primo, all’altezza di Santa Maria in via

Lata, va identificato con l’Arcus Novus, eretto nel 303-304 da Diocleziano, in occasione del

ventesimo anniversario del suo governo. Fu distrutto solo nel 1491. Alcune sculture superstiti,

databili al I sec. d.C., riadoperate da Diocleziano, sono attualmente incastrate nella facciata

posteriore di villa Medici.

immagine da www.maquettes-historiques.net

Più avanti, in piazza Sciarra, era l’Arco di Claudio, eretto tra il 51 e il 52 d.C., per commemorare

la vittoria in Britannia. Su di esso passava l’acquedotto Vergine.

immagine da www.maquettes-historiques.net

Il terzo arco, noto come Arco di Portogallo, sorgeva poco prima di via della Vite, e fu demolito nel

1662 dal papa Alessandro VII. La sua datazione è controversa. Da esso provengono i due rilievi

rappresentanti un discorso di Adriano e l’apoteosi di Vibia Sabina, sua moglie. Si tratta certamente

di elementi riadoperati, provenienti forse dall’arco di ingresso al tempio di Adriano: l’arco dovrebbe

costituire un ingresso monumentale al tempio del Sole, realizzato da Aureliano.

immagine da www.maquettes-historiques.net

In questa zona si collocavano anche alcuni monumenti funerari come le ustrinae e varie colonne

commemorative di imperatori (oltre agli edifici indicati sopra). Tutti questi seguono perfettamente

l’andamento della strada: lo si può notare con l’ ustrinum divi Marci Aurelii con la vicina colonna a

lui dedicata, oppure con l’ustrinum divi Antonini Pii e la colonna, oppure, ancora, con l’ustrinum

domus augustae. Nelle leggi delle XII tavole, infatti, si impediva di compiere riti funebri o sepolture

3

all’interno del pomerio . L’unico ad essere stato sepolto nel pomerio fu Traiano. Quando

Aureliano sposta le mura e di conseguenza il pomerio, le strutture funerarie si ritrovano all’interno.

Oltre agli edifici di carattere funerario, troviamo lungo la via monumenti come quello che è stato a

lungo identificato con il Templum Solis, ma che in realtà, di recente, è stato riconosciuto come

Tempio di Serapide, opera di Caracalla.

3 Nella fondazione della città grande importanza dal punto di vista religioso aveva il pomerio (termine che

deriva dal latino post moerium, ossia “che si trova al di là del muro”). Questo era in origine la fascia sacra di

terreno che ne delimitava il perimetro in corrispondenza delle mura. Più tardi il nome servì a indicare anche

una zona di rispetto che separava le case dalle mura stesse, dove non era permesso fabbricare né

seppellire, né piantare alberi. Il pomerio però non sempre coincideva con le mura, in quanto esso era

tracciato secondo la procedura religiosa; le mura invece rispondevano ad esigenze di difesa in rapporto al

territorio. L’area del pomerio era limitata de cippi infissi nel terreno a seguito di una cerimonia religiosa

presieduta dal pontefice massimo. Un’antica disposizione prevedeva che, per estendere l’area del pomerio,

fosse necessario aumentare la superficie dello Stato romano con un territorio tolto ad un nemico. Il pomerio

in realtà non fu accresciuto sino a Silla (inizio I sec. a.C.). In età imperiale conobbe ulteriori accrescimenti.

L’ultimo imperatore che lo ampliò fu Aureliano nella seconda metà del III sec. d.C.

immagine da www.maquettes-historiques.net

Sull’ altro lato della via di fronte al Tempio Solare troviamo l’ Ara Pacis, anch’essa orientata

secondo la via Lata e inaugurata nel 9 a.C., voleva commemorare le vittorie di Augusto in Gallia e

in Spagna. Vicino troviamo anche l’ Horologium Divi Augusti (e l’obelisco che ha di fronte)

meridiana voluta da Augusto.

immagine da www.maquettes-historiques.net

Altro edificio di notevole importanza sulla via è la Villa Publica. Prima di Augusto era uno spazio

per le riunioni elettorali.

immagine da www.maquettes-historiques.net

Interessante è vedere come tutti gli edifici che vengono costruiti lungo la via Lata seguano il suo

stesso orientamento. Inoltre, l’importanza economica della strada spinge, oltre che a costruirvi

monumenti sepolcrali, anche a realizzarvi edifici con funzione commerciale, come le botteghe del

III sec. d.C., conservatesi in parte sotto la chiesa di S. Maria in via Lata. Viene quindi ad installarsi

un intero quartiere tipicamente adrianeo con una forte connotazione economica.

Grazie al ritrovamento di questi indizi è possibile riconoscere la grande importanza che la via

Flaminia rivestiva anche nel suo tratto urbano.

BIBLIOGRAFIA

• AA.VV., Le strade dell’Italia romana, Touring Club Italiano, Milano, 2004.

• AA.VV., I dizionari della civiltà - Roma, Electa, Milano, 2005.

• Bianchi Bandinelli R., Roma - L’arte romana nel centro del potere, BUR arte,

Milano, 2002.

• Bonora G., Dall’Aglio L., Patitucci S., Uggeri G., La topografia antica, Bologna,

2000.

• Coarelli F., Guide archeologiche - ROMA, Editori Laterza, Bari, 2005.

• Fraschetti A., Storia di Roma - dalle origini alla caduta dell’impero romano

d’occidente, Edizioni del Prisma, Catania, 2003.

• Geraci G., Marcone A., Storia romana, Le Monnier/Storia, Firenze, 2004.

• Jacques F., Scheid J., Roma e il suo impero-istituzioni, economia, religione,

Editori Laterza, Bari, 2005.

• Sommella P., L’Italia antica - l’urbanistica romana, Jouvence, Roma, 1988.

FONTI ANTICHE

• Cicerone, Philippicae, XII, 22-23.

• Ottaviano Augusto, Res Gestae, 20,5.

• Strabone, Geografia, V, 2, 10.

Allegati

Edifici lungo la via Lata (via del Corso). Il gruppo di ambienti I-VI è conservato sotto la chiesa di

Santa Maria in via Lata. (immagine da: Coarelli F., Guide archeologiche – ROMA, Editori Laterza,

Bari, 2005.).

Pianta del Campo Marzio: In alto a destra è possibile seguire l’andamento della via Lata con i vari

edifici che vengono costruiti lungo di essa. (immagine da: Coarelli F., Guide archeologiche -

Roma, Editori Laterza, Bari, 2005.).

Dettagli
A.A. 2008-2009
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/09 Topografia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescofederico.migliaccio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Topografia di Roma antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Uggeri Giovanni.