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Tesina esame letteratura anglo americana docente Tattoni,libro consigliato Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kesey Pag. 1
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TESINA ESAME LETTERATURA ANGLO-AMERICANA SUL TESTO “QUALCUNO VOLÓ SUL NIDO DEL

CUCULO” DI KEN KESEY

Che cos'è la follia?

Credo che esistano due concetti nettamente distinti di follia.

Uno è orientato alla società, l'altro lo definirei orientato all'individuo.

Nel concetto di follia legato alla società, specie nelle letterature moderne, il matto è colui che è più

cosciente delle convenzioni e dell’assurdità della vita borghese. Quindi, nel concetto dì salute psichica

orientata alla società, l'uomo è sano quando è all’altezza dei compiti che la società gli assegna, ovvero

quando si comporta in modo conforme ai bisogni di una data società.

Il concetto umanistico, invece, sì distingue nettamente da quello orientato alla società. Non è il

funzionamento conforme ad una data società a determinare che cosa sia la malattia o la salute psichica, ma

criteri insiti nell'uomo stesso. Esiste infatti il concetto di follia spesso utilizzato in psichiatria: la follia

consiste nella presenza di malattia psichica. Di conseguenza, possiamo parlare di individuo relativamente

sano, se non c’è nessuna nevrosi, psicosi o sintomo psicosomatico, e se su un piano socialmente rilevante

non ci sono alcolismo, omicidi e disperazione.

Il tema della Follia in “ONE FLEW OVER THE CUCKOO’S NEST” viene affrontato in diversi aspetti, collegabili

sia alla struttura della scrittura, sia alla scenografia che viene descritta, sia agli atteggiamenti che assumono

i personaggi - matti e non - durante il racconto, sia al luogo in cui è ambientata la storia - il manicomio - e

sia attraverso la Nebbia - che viene descritta più volte all’interno del romanzo -.

Il manicomio è un aspetto fondamentale del romanzo, in quanto spinge il lettore a orientarsi all’interno di

esso seguendo, passo dopo passo, le stanze che rispecchiano la maniacalità della Big Nurse e la follia che ha

inculcato nelle menti dei pazienti e degli altri addetti.

Il manicomio viene subito descritto con corridoi scuri che danno l’impressione di essere lunghi e stretti, qui

la Big Nurse, con aria fiera e dura, ogni giorno cammina per raggiungere l’infermeria che è invece luminosa

e con pareti di vetro sempre ben pulito, forse, per dimostrare che se si è sani di mente, non bisogna

vergognarsi e nascondersi dietro pareti che non lasciano uscire la follia che si ha in testa. L’infermeria è la

stanza che viene nominata più spesso proprio perché è il luogo che dà tanta sicurezza alla Big Nurse, infatti

lei viene spesso descritta aldilà del vetro dando ordini attraverso un semplice sguardo. Sembra quasi che il

vetro sia infrangibile, ma quando Mc Murphy sfonda il vetro - per due volte di seguito -, negli occhi della Big

Nurse appare la paura e anche se solo per un istante, lascia trapelare questo sentimento che colpisce tutti i

pazienti.

Del manicomio non vengono mai descritte le uscite, come se ci fosse una sorte di labirinto che vincola i

pazienti a rimanere chiusi all’interno: nel romanzo si parla a volto dei visitatori che entrano, ma mai di

qualcuno che esce.

La sala comune è il luogo di ritrovo dei malati, qui questi vengono divisi in due gruppi, da un lato ci sono gli

acuti, così chiamati perché i medici li ritengono ancora così malati d’aver bisogno di calmanti, loro

gironzolano quasi durante tutto il tempo e ridono senza però mai lasciarsi andare, perché accorrerebbero

tutti i medici con un milione di domande; si spiano a vicenda e ad ogni occasione buona corrono per

segnare sul registro qualche debolezza sfuggita a qualcuno - il registro viene utilizzato dalla Big Nurse come

una sorte di terapia, infatti spinge i pazienti a spiarsi tra di loro per cercare di mantenerli distanti gli uni

dagli altri- . Poi vi sono i cronici, i ricoverati non per bisogno di cure, ma per mantenerli lontano dalle

strade. Questi si dividono nei Passeggiatori, nelle Sedie a rotelle e nei Vegetali. I cronici sono coloro che

sono nati con difetti di fabbrica, inguaribili.

Alla parete della sala comune è inchiodato Ellis, un paziente ricoverato come acuto, ma a causa dell’elettro

shock è adesso un cronico - nel libro è considerato come un trofeo imbalsamato-, viene liberato solo per

mangiare, dormire e quando si deve pulire; a mio avviso è il personaggio che più impersona la follia, in

quanto rappresenta il modo in cui i malati di mente vengono accuditi in quegli anni : è proprio l’elettroshock

che lo ha reso un cronico. Ellis è il personaggio che rappresenta la follia che circonda il sistema del

manicomio stesso, in quanto ai giorni nostri sarebbe sconcertante inchiodare un paziente al muro. Forse,

Eliss è solo un modo per dimostrare quanto potere ha la Big Nurse all’interno del manicomio; è un

promemoria che viene osservato ogni giorno dagli altri pazienti, che guardandolo si limitano nei loro

atteggiamenti per paura di essere inchiodati. Quando Mc Murphy arriva nel manicomio si avvicina a lui

dicendogli di andarsi a ripulire perché non è dignitoso per un adulto starsene in un lago della propria urina.

Bromden, il narratore del romanzo, ogni giorno è costretto a pulire il reparto, compiendo spesso gli stessi

movimenti - passare lo straccio e pulire le mattonelle delle pareti diventate verdi a causa della nebbia -.

La struttura del testo si presenta semplice e lineare, interrotta spesso dai racconti del narratore, che, a

volte, blocca la storia, con ricordi di vita prima di entrare nel manicomio. Durante la lettura del romanzo si

passa infatti, dal racconto della storia al racconto della vita del narratore, Brombden. Questi momenti

d’intreccio vengono causati da un altro elemento fondamentale che rappresenta la fol lia in questo

romanzo, la Nebbia. Questa infatti viene descritta o spesso viene lasciata intendere dalle descrizioni del

narratore. La nebbia è un elemento che distoglie spesso dalla regolarità del racconto, lasciando perdere il

lettore all’interno di una confusione che avvolge i personaggi del romanzo. Già all’inizio del racconto viene

nebbia non solo come elemento reale - in quanto esiste una macchina che crea la nebbia - ma viene anche

nominata in quanto descrive la confusione del narratore che molto spesso si nasconde nella questa nebbia,

per sfuggire a questa realtà cruda e dura che il manicomio presenta. La nebbia viene descritta come un

fumo verde che esce dalle pareti e dà l’impressione di stringersi sempre più velocemente intorno ai

personaggi che si chiudono in se stessi nel ricordo della vita fuori dal manicomio e fuori dalla pazzia. Il

narratore racconta spesso ciò che accade durante i momenti di nebbia e ne prova spesso conforto, ma Mc

Murhpy - protagonista - cerca sin dall’inizio di togliere la Nebbia dalle menti dei pazienti, infatti cerca

sempre di mantenere un comportamento normale all’interno del manicomio per cercare di non

dimenticare la realtà che è all’esterno di quelle mura e cerca anche di riportare le menti folli del manicomio

alla tranquillità e alla normalità. - Ma è proprio quella normalità che porterà alla fine Mc Murphy alla

sconfitta con la Big Nurse che convince tutti che in realtà è il più folle tra gli altri pazienti e , considerandolo

un agitato, lo farà operare-.

Uno dei modi per Mc Murphy di liberare gli altri pazienti dalla follia è la risata; è infatti con questa che Mc

Murphy si presente da subito quando arriva nel manicomio, e spesso viene descritto con una risata forte

che fa eco in tutto il reparto. La sua risata è un elemento fondamentale in tutto il romanzo, infatti colpisce

e incuriosisce gli altri personaggi che iniziano a riflettere da subito sulle loro risate che risultano finte e

fievoli in confronto a quella di Mc Murphy. La sua risata forte colpisce anche la Big Nurse che però è

infastidita da questo comportamento e cerca più volte di trasferire questo paziente in altri reparti non

lasciando condizionare gli altri ricoverati dall’ esuberanza di Mc Murphy. Il protagonista sottolinea più e più

volte questo elemento con gli altri pazienti cercando sempre di portare avanti la sua tesi riguardo il fatto

che molti dei pazienti vengono considerati pazzi, ma in realtà sono solo condizionati dalla vera follia della

Big Nurse che a sua volta rappresenta un elemento fondamentale che si intreccia con la follia e la normalit à

che puntualmente vengono sottolineate durante tutto l’intero romanzo. La risata viene usata sia per

sottolineare la follia che inizialmente è reale in tutti i personaggi, sia per ribaltare alla fine, la tesi della Big

Nurse; infatti durante il viaggio in barca scoppiano tutti in una risata che li avvolge e li scalda, facendoli

tornare alla normalità che li aveva abbandonati da molto tempo. La risata è quindi l’elemento che dimostra

che la follia è, nella maggior parte dei casi, solo illusoria e guidata dalla Big Nurse che nella sua maniacalità,

regola la vita di inservienti e ricoverati, limitando ogni loro vizio e movimento, dal gioco delle carte alle

sigarette da fumare.

La risata è il punto che più unisce alla fine i pazienti, che si rendono conto di questo loro finto stato di

malattia e dopo la morte di Mc Murphy la maggior parte di loro decide di dimettersi, mentre per quanto

riguarda Bromden - che libera Mc Murphy dalla prigionia della follia che la Big Nurse gli causa con

l’operazione – scappa dal manicomio e inizia a correre sentendosi finalmente libero da questa prigione non

rappresentata dal manicomio, ma da quel blocco che lo aveva costretto per tanti anni a fingere di essere

sordomuto.

In tutti i personaggi del romanzo compare un elemento che spinge il lettore a pensare che la follia sia reale

in ogni personaggio, ma a mio avviso ognuno di loro è solo guidato dal timore di deludere l a Big Nurse che

ha il pieno controllo sia al livello legale e giuridico che a livello psicologico, in quanto riesce anche solo con

uno sguardo o un movimento a placare le voci e gli atteggiamenti di pazienti e inservienti, intimoriti dalla

Big Nurse. Durante le riunioni però, da quando Mc Murphy è entrato nel manicomio la Big Nurse a volte

rompe gli schemi, scomponendosi per qualche istante dal suo autocontrollo e dalla sua perfezione. La Big

Nurse controlla ogni istante, ogni movimento e ogni pensiero dei pazienti. È proprio questo eccessivo

controllo che mi fa pensare che in realtà la follia appare più nella Big Nurse che negli altri personaggi, che

sono solo guidati dall’eccessiva sicurezza della nurse e dalla propria smodata tranquillità e mancanza di

sicurezza. Lei viene considerata all’inizio come un angelo di bontà, una d

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Publisher
A.A. 2016-2017
4 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/11 Lingue e letterature anglo-americane

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aivlis93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura anglo-americana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tattoni Igina.