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Riassunto esame Letteratura anglo-americana, Prof. Pitozzi Andrea, libro consigliato Storia della letteratura americana, Guido Fink, Mario Maffi, Franco Minganti, Bianca Tarozzi Pag. 1
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Wakefield:

uno splendido racconto intitolato storia di un uomo di mezza età, per nulla

avventuroso, che si allontana dalla sua casa, senza un motivo plausibile, per ben

vent’anni: non c’è nemmeno il filtro magico questa volta, ma una sottile stregoneria

sembra impedire, a quest’uomo di porre fine al suo “scherzo” mentre la moglie lo

piange per morto, va ad abitare in una stanza vicina alla sua casa, nello stesso

quartiere di Londra, e quasi ogni giorno si reca a contemplarla dall’esterno, finché,

dopo vent’anni, tornerà tranquillamente e senza perché, proprio com’era partito. Alla

vertigine del mistero che c’è al centro della vicenda, si unisce in questa variante

angosciosa di Rip un’altra vertigine, fatta di attrazione e di sgomento: quella che

conduce narratore e lettore a partecipare pericolosamente da vicino a questa

avventura. Wakefield sarà dunque colui che vivrà davanti ai nostri occhi le

conseguenze di una tentazione diffusa, quello che ne affronterà tutti i rischi, fino a

tramutarsi in un “naufrago dell’universo”. La fuga di Rip tocca un punto nevralgico

della cultura americana. Senza contare, per rimanere più vicini ai nostri autori, le

pagine inquietanti che alla solitudine nella metropoli e alla tecnica del “pedinamento”,

metaforico e non, dedicano anche il Melville di Bartleby e il Poe di quel racconto,

The Man of the Crowd.

straordinario e inquietante, che è

Il trascendentalismo: una “metafisica tedesca”

“Trascendental Club”

I membri del furono accusati di servile imitazione nei confronti

dell’idealismo tedesco. Al di là di alcune generiche posizioni di tipo idealistico o

vagamente neoplatonico- la perfetta corrispondenza dell’anima individuale con

oversoul; self-

l’anima dell’universo o la fede assoluta nelle forze del singolo, o

reliance- non si può parlare di sistematiche teorie filosofiche all’interno del

trascendentalismo, che rimane secondo Parrington, una fede più che una filosofia. È

vero che tutta la rinascita intellettuale della Nuova Inghilterra si inserisce in un quadro

di aperture e di influssi culturali nei confronti dell’Europa assai diverso dal sospettoso

isolazionismo di primi anni post-rivoluzionari.

Dinamismo, ottimismo, velocità, espansione. E tuttavia gli Stati Uniti usciti dalla guerra

Gilded

civile si presentavano ben più divisi di quanto il loro nome e l’idea stessa di una

Age non facessero pensare. Certo, l’obbrobrio della schiavitù era stato cancellato, ma

ora s’apriva l’enorme problema della ricostruzione degli Stati del Sud e della

condizione- economica, sociale, culturale- della popolazione di colore. S’apriva l’epoca

robber barons

delle crisi cicliche spesso acutissime della concorrenza sfrenata, dei (i

maganti delle ferrovie, del petrolio…), dei cartelli e dei monopoli, degli aspri conflitti

tra capitale e lavoro (gli scioperi nelle miniere di carbone nelle ferrovie, il movimento

dei disoccupati, la nascita e lo sviluppo delle organizzazioni sindacali nazionali e dei

partiti socialisti). Il completamento della colonizzazione del Paese era ormai questione

di pochi anni. Ma s’apriva ora l’ultimo capitolo dello sterminio dei Pellerossa e al tempo

stesso, una fase di grande instabilità nelle regioni della frontiera: coloni e agricoltori,

giunti fiduciosi dall’Est per ritagliarsi la loro fetta di “sogno americano”, cadevano

sotto i colpi delle cavallette, della siccità, dele ipoteche. Dei tassi d’interesse, delle

tariffe ferroviarie e della concorrenza dei grandi proprietari terrieri.

A tutto ciò, s’aggiungevano poi altri fattori. Mentre morivano le piccole città le grandi

metropoli, si trasformavano in vortici d’inquietudine violenta. Un nuovo protagonista

sociale nasceva dal concorso di urbanizzazione, sviluppo tecnologico, intensificazione

middle class

della produzione industriale e dilatarsi del mercato: la che avrebbe

consumer culture

giocato un ruolo centrale nella di fine secolo, stimolando e

condizionando tutta una serie di scelte in campo economico e sociale.

Queste polarità irrisolte tra Nord e Sud, città e provincia, capitale e lavoro, terra e

macchina, continueranno ad essere l’altra faccia dell’unità raggiunta. Così, mentre il

processo di omogeneizzazione nazionale e di creazione di un’idea collettiva avanzava,

si moltiplicavano separazioni e le segmentazioni e un’irrequietudine patologica che

American nervouseness.

non a caso venne chiamata, nel 1881, Le tensioni che si

venivano accumulando nel profondo della società statunitense sarebbero poi affiorate

nell’ultimo decennio del secolo.

Verso il realismo: umorismo della frontiera e “local color”

Questa tensione tra unità e segmentazione, che più spesso rimane irrisolta o viene

vissuta come insolubile, si ritrova nella letteratura del tempo. Da un lato, la spinta alla

creazione di una letteratura e cultura veramente nazionali si tradusse in una sorta di

caccia a quella “balena bianca” rappresentata dal “grande romanzo americano”.

Dall’altro, le regioni geografiche, sociali, psicologiche e linguistiche in cui la nazione

americana continuava a essere frammentata anche dopo la Guerra Civile, diedero

voce ad un regionalismo di estrema importanza per gli sviluppi successivi.

generis.

Nelle zone di frontiera, giungeva a maturazione quell’umorismo sui Anticipato

qualche decennio prima l’”umorismo della frontiera” esprimeva la vena iperbolica

presente fin dagli inizi dell’esperienza americana. Attingendo poi al grande serbatoio

tall tales, folk songs,

di leggende e barzellette, oltre che di autobiografie e diari di

viaggio, formatosi nel corso della conquista dell’Ovest, esso rielaborava in termini

mitopoietici personaggi reali e fantastici. Così facendo, si poneva inconsapevolmente

dialettica alla letteratura “colta” dell’Est, affidato a una trasmissione orale soprattutto

attraverso “conferenze” che assumevano l’aspetto di veri e propri spettacoli teatrali.

L’”umorismo della frontiera” non esauriva però il panorama del giornalismo letterario,

local color, patchwork

che, nelle forme del si configura come autentico della realtà

local

presente e passata di quelle sacche geografiche e socio-culturali. In gran parte, il

color era una “letteratura di mondi perduti” che riviveva con malinconica nostalgia un

passato nemmeno troppo lontano e spesso descritta all’insegna di un equilibrio e di

una pace più fittizia che reali. Nelle sue prove migliori, si poteva però anche cogliere

l’emergere di tematiche complesse e linguaggi destinati a svolgere un ruolo chiave

nella successiva produzione letteraria.

Nel Sud, il discorso di faceva più complesso. Alle tendenze di un local color rivolto

soprattutto alle tradizioni e ai dialetti, ai materiali folklorici della popolazione nera o

creola, e ben rappresentato da autori di colore.

Tra il 1929 e il 1931 “l’intera struttura della società americana sembrò andare

letteralmente in pezzi” e lo shock fu violentissimo in tutto il paese. Più di seimila

banche chiusero battente, quasi 300mila famiglie rimasero senza casa per non aver

potuto pagare le ipoteche, più di 750mila fattorie dovettero chiudere, salari e stipendi

non fecero che scendere. Fu traumatica la visibilità degli squilibri sociali. Povertà e

roarin’ twenties,

disoccupazione erano esistite anche durante i ma erano rimaste sotto

la superficie.

La più colpita delle metropoli del Nord-Est, era la popolazione di colore. Ma non

cessava per questo l’esodo dei neri che fuggivano un Sud dove si moltiplicavano i

linciaggi e le fattorie chiudevano una dopo l’altra. Eserciti di disoccupati, lavoratori

migranti, vagabondi traversarono il paese su treni-merci e cresceva il numero degli

adolescenti sulla strada. Per tutto il decennio, la disoccupazione si mantenne elevata,

e non si limitò a colpire le classi basse, gli operai e i contadini. Settori ampi delle classi

medie si ritrovarono prima con gli stipendi decurtati e poi in mezzo alla strada e senza

speranze. Le misure adottate dal governo Roosevelt a partire dal 1933 riuscirono ad

assorbire una parte di questa disoccupazione, specie con un gigantesco programma di

lavori pubblici. Ma era la struttura economica a non funzionare, e così, quando nel

1937-1938 una nuova crisi si abbatté sul paese, la disoccupazione tornò a toccare

punte altissime; e solo nel 1941, con l’entrata in guerra, l’economia americana

cominciò a risollevarsi.

Sherwood Anderson: il “narratore di storie” Writers writer”,

Il destino di Sherwood Anderson fu quello d’essere prima di tutto un “

uno scrittore punto di riferimento per altri scrittor. La carriera di Anderson fu singolare:

iniziata tardi, con quei romanzi di copy-writer tra i più pagati a Chicago. Le prime due

opere di Anderson trattavano della crisi che s’abbatte su personaggi sottoposti alle

pressioni violente di una società che sta cambiando e dei diversi tentativi di soluzione,

individuale e collettiva. Il tema della solitudine dell’individuo e pulsioni erotiche degli

imperativi economici della società rimarrà centrale alla narrativa di Anderson e ne

determinerà il ruolo entro la cultura americana del Novecento. Ma nei primi due

romanzi questo tema, non riesce ancora a trovare un’espressione adeguata. La sua

Winesburg, Ohio:

opera più riuscita e importante fu ventisei racconti che compongono

“Book of the Grottesques”

un e che il “narratore di storie” costruì per l’appunto intorno

ad altrettanti momenti nella vita di alcuni cittadini di Winesburg- un’altra amata/odiata

smalltown, simbolo dell’America senza particolari preoccupazioni di struttura

complessa, di organizzazione e scansione die temi, si prospettiva, tutti elementi

“deboli” nella narrativa a più ampio respiro di Anderson. Eppure, questi ventisei

momenti risultano egualmente organizzati in una trama unitaria ed equilibrata, perché

sono collegati da un registro uniforme, da un tema unico e da un personaggio chiave.

Il registro è quello del realismo opaco su cui irrompe l’irrazionale: nella quiete

sonnolenta della cittadina, tra i ritmi allentati della provincia, si condivide la pacata

attesa dell’inevitabile manifestarsi di un gesto, di una parola, di un lampo, capaci di

illuminare i personaggi, poi tutto torna come prima. Il tema unico e centrale: la

solitudine e

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/11 Lingue e letterature anglo-americane

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Antonietta.aa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura anglo-americana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Pitozzi Andrea.