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UNA CENA TRA AMICI
Anche una semplice cena può diventare spunto per importanti riflessioni sulla cultura. Durante un sabato sera come un altro mi sono trovata, infatti, a mangiare con il mio ragazzo e i suoi amici presso una trattoria di Oggiono, in provincia di Lecco, con lo scopo di prendere una decisione su cosa fare nella notte di Capodanno. In questa esperienza ho avuto modo di cogliere molti rimandi a quanto studiato durante il corso, dei quali vorrei ora proporre una attenta analisi sociologica.
"Un concetto operativo di cultura" (De Benedittis)
Partendo dalla definizione di Cultura come prassi (Bauman), vorrei anzitutto concentrarmi su alcuni dettagli del luogo in cui siamo stati. La trattoria in sé, che si presenta al pubblico con un nominativo in dialetto, propone nel suo menu unicamente cibo tipico lombardo proveniente dalla provincia di Lecco. Già questi due aspetti, messi volutamente in evidenza dai gestori del ristorante, mostrano una spiccata
attenzione verso una specifica cultura differenziale: la "cultura brianzola". A tale scopo la simbologia è fondamentale, tanto che anche gli arredi, i quadri, le frasi esposte sulle pareti sono volti alla categorizzazione del luogo come parte di essa, in un inneggiamento quasi ossessivo e molto selettivo, che rende evidente la presenza di una subcultura di "nostalgici della Vecchia Brianza", assidui frequentatori del locale. Secondariamente, vorrei iniziare ad accennare a un'analisi del comportamento degli individui nello locale. Seguendo attenti schemi dettati dagli habitus, ognuno entra, stabilisce dove sedersi, ordina e mangia usando le posate. Questi atteggiamenti, molto macchinosi, sono dettati da una cognizione automatica, a cui tutti noi siamo abituati fin dall'infanzia, per esempio quando da bambini i genitori ci portavano a cenare con loro in un qualsiasi ristorante italiano. Non automatica ma bensì deliberativa è stata invece lacognizione in cui io stessa mi sono trovata,dovendomi presentare per la prima volta alla cerchia di amici del mio partner. Trovandomi in questa situazione, infatti, ho spontaneamente cercato di mostrare una "facciata" molto più attenta e calcolata di quanto avrei fatto se avessi avuto davanti persone che conosco da tempo, poiché il mio desiderio implicito era di essere "categorizzata nella maniera giusta", orientando le probabilità di essere accettata nel gruppo, e di non disattendere la rappresentazione che voglio dare di me stessa.
Infine, trattandosi della prima cena in un luogo nuovo, chiaramente non posso non evidenziare l'effetto del processo di categorizzazione in azione, per esempio, nel chiedersi che cosa sia una certa pietanza, se possa essere incline ai propri gusti e come fare, in caso contrario, a renderla più piacevole.
2. Lo spazio
Come già citato, trattandosi
di un luogo pubblico, ogni persona presente nel ristorante segue precisischemi di comportamento sociospaziali (Agustoni): ad esempio, non è ammissibile mangiare con le bacchette, né tantomeno sedersi a terra, in un ristorante tipico italiano. Ciò mette in luce l'importanza delle pratiche spaziali nella creazione di rappresentazioni sociali dei luoghi, anche nel senso della cultura differenziale. È facile, inoltre, apprezzare l'importanza dei confini. La presenza di zone private dello staff, regolanti le relazioni tra i corpi e gli spazi e segnalate con un cartello di divieto di accesso, la regionalizzazione dei gruppi di commensali, effettuata per esempio mediante tavoli separati di diversa estensione, e la divisione netta (frutto anch'essa del processo di regionalizzazione) tra una zona bar, la sala e la cucina, sono indice di come i limiti siano sempre visibili a colpo d'occhio ma vengano costantemente dati per scontato, poiché ildel volto dei miei compagni di tavolo. Questo mi ha permesso di creare una mappa mentale del territorio, basata non solo sulla disposizione fisica degli oggetti, ma anche sulle persone presenti. Inoltre, durante la serata ho notato come ogni persona abbia la propria "nicchia" all'interno del gruppo. Ognuno ha il suo spazio, il suo ruolo e le sue pretese esclusive. Ad esempio, il cameriere ha il diritto di invadere il nostro territorio solo per svolgere il suo lavoro, mentre noi abbiamo il diritto di occupare il tavolo per tutta la serata. In conclusione, il processo di incorporazione nello spazio è immediato e avviene attraverso la definizione di mappe mentali e la creazione di territori personali e di gruppo.delle persone sedute accanto a me. 2MICOL MARIA VITTORIA BIANCHI14/12/19UNA CENA TRA AMICICome ultimo punto riguardo all'analisi dello spazio, durante la serata è più volte entrata in scena laglobalizzazione: la birra proposta nel menu è per lo più importata dal Belgio; nella TV del locale eraproiettata una partita della NBA, registrata in diretta da Miami; persino i temi delle conversazioni altavolo hanno spesso preso spunto dai media. Le tre matrici di questo fenomeno (globalità, aspazialità,reticolarità) intrecciate alle quattro cornici del flusso culturale (forma di vita, mercato, potere,movimenti) formano sempre di più il modo di pensare degli individui contemporanei, in particolaredei giovani, tanto che la globalizzazione è diventata parte integrante della vita di ogni giorno.
3. Il tempoTrattandosi di un incontro per stabilire cosa fare a Capodanno, una pre-occupazione dettatadall'importante significato
attribuito al giorno 31 Dicembre, eletto a centro di interesse della conversazione; non posso evitare di sottolineare l'elevato valore qualitativo di questo periodo dell'anno, quello natalizio, sul calendario occidentale. Fin dall'ingresso nel ristoro, e prima ancora nelle strade per raggiungerlo, è ovunque presente un arredo temporale (presepi, luminarie, ...) indicante a priori che ci stiamo avvicinando alle Feste, anche e soprattutto grazie all'influenza di una certa cultura materiale causata dalla predominazione, in Occidente, del potere dell'universo simbolico legato al cristianesimo. Tuttavia, durante la serata, ho più che altro avuto modo di concentrarmi sulle durate prevedibili, in riferimento soprattutto alla spiacevole situazione del ritardo, di cui abbiamo fatto esperienza in questa occasione. Prima di cenare, infatti, abbiamo atteso il cibo molto più a lungo di quanto ci si sarebbe aspettato (causando un rallentamento di circaun'ora nella "scaletta" dell'evento di socialità che stavamo vivendo), e ciò ha portato inevitabilmente a disagio e trepidazione, in quanto gli schemi incorporati dagli habitus temporali dei commensali sono stati messi duramente alla prova.
Ciononostante, anche attraverso il pretesto di tale ritardo, ho avuto occasione di analizzare approfonditamente le aspettative sociali di durata previste nei rapporti di interazione: se da una parte si cerca un coinvolgimento di tutte le parti, dall'altra talvolta si assiste alla "monopolizzazione" – più o meno egemone, in base all'estensione dello spazio dei possibili dell'agente in un dato contesto – dei turni di conversazione, al fine di evitare "tempi morti" e "silenzi imbarazzanti".
3MICOL MARIA VITTORIA BIANCHI
14/12/19
UNA CENA TRA AMICI
4. Il corpo
Trovandomi in un gruppo misto di uomini e donne, ho avuto occasione di vedere all'opera
le diverse performance di genere. A questo scopo, le tecniche riflessive del corpo vengono spesso in aiuto: ad esempio, le donne, per un'uscita serale, tendenzialmente si truccano e indossano scarpe col tacco, da una parte per dimostrare l'appartenenza a un modello egemone di femminilità (promosso anche attraverso i genderismi presenti nei media, che ci hanno circondato durante la serata), dall'altra per orientare le probabilità di essere notate a loro vantaggio; gli uomini dal canto loro mostrano invece spiccata galanteria, per esempio insistendo per pagare il conto o proponendosi come autisti per tutta la serata. Altri spunti su cui ho potuto riflettere sono poi i diversi modi di mangiare, fumare, camminare e bere, che differiscono non solo da persona a persona (in quanto l'hexis è individuale), ma ancor di più in base al genere. Per esempio, spesso è dato per scontato dai camerieri che le donne assumano meno alcolici, tanto che nellascelta dell'assaggiatore del vino si prediligono gli uomini, o ancora suscitano ilarità uomini che assumono pose per fumare o camminare molto aggraziate e "tipicamente femminili".
Inoltre, il fatto che fossero presenti delle coppie nel gruppo apre uno scorcio sul tema dei copioni sessuali, i quali definiscono come i partner debbano atteggiarsi in pubblico per non apparire inappropriati agli occhi della società.
Gli stessi discorsi affrontati a tavola traevano talvolta spunto dalle diverse idee di script sessuale, parlando di questioni come il matrimonio (molto spesso ancora dato per scontato nelle credenze comuni della Brianza) o, ancora, la necessità di definire il grado di una relazione mediante l'uso di una categoria ("frequentazione", "relazione", ...).
In ultima istanza, trattando ancora una volta dell'importanza della categorizzazione, un'altra situazione di disagio è stata causata dalla presenza
Di un bagno senza divisione dei sessi, che ha provocato istantaneamente un breve momento di confusione, dal momento in cui è venuto a mancare il dualismo di classe sessuale e di conseguenza anche la propria categoria di appartenenza, in quanto "sentiamo che la dualità maschio-femmina è una divisione sociale che opera in completa e realistica armonia con la nostra eredità biologica" (Goffman).