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INDICE
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Abstract...............................................................................6
1.Introduzione.....................................................................8
2 Analisi del contesto normativo europeo attuale………....12
3.Analisi del mercato europeo..........................................17
4. Regno Unito…………….....................................................22
5.Francia………………………….................................................25
6.Germania………………………...............................................28
7.Romania……………………….................................................30
8.Considerazioni Finali…….................................................32
9.Fonti…………………………….................................................35
5
6
1. Introduzione
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In questo capitolo sarà condotta una breve panoramica sulla rilevanza del
settore dei rifiuti e sulla storia normativa del waste management in
Europa.
I cittadini sono sempre stati molto sensibili a tale argomento e i legislatori
dell’epoca capirono che per migliorare la qualità della vita e combattere in
modo concreto il problema dell’inquinamento, erano necessarie policy su
base sovrannazionale.
Senza dubbio i rifiuti sono uno dei primi aspetti che viene in mente quando
si ha a che fare con temi scottanti quali inquinamento e ambiente,
suscitando forte interesse e sensibilità nei cittadini. La filiera dei rifiuti
riguarda una molteplicità di soggetti interessati, dagli stessi cittadini e
aziende produttori di rifiuti, passando per le aziende che ne curano la
raccolta, lo stoccaggio, il recupero, il trattamento e lo smaltimento, le
pubbliche amministrazioni che ne hanno responsabilità diretta, fino a
tornare allo stesso produttore dei rifiuti che da un lato esige un corretto
trattamento del ciclo dei rifiuti per non subire esternalità negative dovute
all’inquinamento causato da una cattiva gestione, dall’altro pretende che
tale ciclo sia svolto in modo efficiente, per finanziare solo ciò che è
necessario. Il progresso tecnologico e una normativa sempre più stringente
hanno fatto modificato il modo di rapportarsi ai rifiuti: se fino a dieci anni
fa’, erano visti come un problema, che generava costi e inquinamento, oggi
invece si sono trasformati in una risorsa e sono venduti a prezzi sempre più
elevati.
La Comunità europea nasce nel 1956 con i trattati di Roma tra sei stati
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europei ed aveva finalità prettamente economiche, e successivamente si
sviluppa sia come numero di aderenti sia in potere di influenza nei
confronti degli stessi.
L’Unione Europea si confronta per la prima volta con i temi ambientali negli
anni ’70 a seguito di alcuni scandali che hanno fatto capire ai politici del
tempo che era assolutamente necessaria una rigida legislazione. Una
direttiva sui rifiuti pericolosi e una direttiva quadro sui rifiuti fecero da
apripista per le successive legislazioni del waste management.
Di enorme rilievo fu lo scandalo dei rifiuti di Seveso: era il 1983 quando
sono stati rinvenuti, in un macello abbandonato della Francia
settentrionale, 41 fusti contenenti materiali di scarto di diossina altamente
tossici provenienti da un’industria chimica di Seveso e prodotti in seguito
all’incidente chimico del 1976. I rifiuti erano stati trasportati fino al confine
in condizioni di sicurezza, ma poi se ne era persa ogni traccia. Quando
furono alla fine localizzati, i fusti erano rimasti in Francia per oltre otto
mesi. Tale avvenimento mostrò che il problema dei rifiuti aveva bisogno di
maggiore impegno e sforzo per salvaguardare in primis la salute degli stessi
membri europei.
Negli anni ‘80 furono emanate norme sempre più stringenti sullo
smaltimento dei rifiuti pericolosi fino a far aumentare notevolmente il
costo dello smaltimento. Anziché adeguarsi molte imprese diedero vita al
traffico illegale di sostanze tossiche verso i paesi dell’est Europa, per
abbassare sensibilmente i costi di smaltimento. Quando nel 1989 furono
scoperti tali scandali, a seguito, una diffusa indignazione internazionale, si
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arrivò alla stesura e adozione della convenzione di Basilea: un accordo
multilaterale sull’ambiente che prevede modi di produzione più puliti, la
riduzione dei rifiuti pericolosi e controlli sul loro trasporto, inoltre fu
previsto il divieto di alcune pratiche di smaltimento inquinanti, come lo
scarico in mare.
Tali regolamentazioni non bastarono ad evitare un con