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DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
E’ un periodo ininterrotto di malattia durante il quale, in un certo momento, vi è un episodio
depressivo maggiore, maniacale o misto concomitante a sintomi che soddisfano il criterio A
per la schizofrenia (due (o più) dei sintomi seguenti, ciascuno presente per un periodo di tempo
significativo durante un periodo di un mese (o meno se trattati con successo):
1) deliri
2) allucinazioni
3) eloquio disorganizzato (per es., frequenti deragliamenti o incoerenza)
4) comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico
5) sintomi negativi, cioè appiattimento dell’affettività, alogia, abulia.
Nota È richiesto un solo sintomo del Criterio A se i deliri sono bizzarri, o se le allucinazioni
consistono di una voce che continua a commentare il comportamento o i pensieri del soggetto,
o di due o più voci che conversano tra loro.)
In aggiunta, durante lo stesso periodo di malattia, vi sono stati deliri o allucinazioni per
almeno due settimane in assenza di sintomi dell’umore rilevanti (B). Infine i sintomi
dell’umore sono presenti per un periodo considerevole della durata totale della malattia (C).
I sintomi sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica
generale (D). 74
La durata dell’episodio depressivo maggiore deve essere di almeno due settimane; la durata
dell’episodio maniacale o misto deve essere di almeno una settimana. La fase della malattia
con sintomi psicotici da soli è caratterizzata da deliri o allucinazioni che durano almeno due
settimane.
I sintomi del disturbo schizoaffettivo possono manifestarsi secondo una varietà di modalità
temporali. La seguente è una modalità tipica: un soggetto può presentare importanti
allucinazioni uditive e deliri di persecuzione per due mesi prima dell’insorgenza di un
rilevante episodio depressivo maggiore. Successivamente i sintomi psicotici e i sintomi pieni
dell’episodio depressivo maggiore sono presenti per tre mesi. Poi il soggetto si riprende
completamente ma i sintomi psicotici persistono per un altro mese prima di scomparire a loro
volta. Durante questo periodo di malattia i sintomi del soggetto soddisfano
contemporaneamente i criteri per un episodio depressivo maggiore e il criterio A della
schizofrenia e durante questo stesso periodo di malattia, le allucinazioni uditive e i deliri sono
stati presenti entrambi prima e dopo la fase depressiva. Il periodo totale di malattia è
duraturo circa sei mesi, con sintomi psicotici presenti da soli durante i primi mesi, con
entrambi i sintomi depressivi e psicotici presenti nei successivi tre mesi e con i sintomi
psicotici presenti da soli durante l’ultimo mese. In questo caso la durata dell’episodio
depressivo non è stata breve relativamente alla durata totale del disturbo psicotico e così il
quadro clinico giustifica una diagnosi di disturbo schizoaffettivo.
Correlati al disturbo schizoaffettivo possono essere correlati: riduzione del funzionamento
lavorativo, riduzione dei contatti sociali, trascuratezza nella cura di sé, e aumentato rischio di
suicidio.
Possono esservi due sottotipi del disturbo schizoaffettivo sulla base delle caratteristiche
dell’alterazione dell’umore:
1- tipo bipolare: si applica se un episodio manicale o misto è parte del quadro. Possono
anche verificarsi episodi depressivi maggiori.
2- tipo depressivo: questo sottotipo si applica se sono parte del quadro soltanto episodi
depressivi maggiori.
APPROFONDIMENTO DIAGNOSTICO
Per poter formulare delle ipotesi interpretative e un adeguato piano di intervento si ritiene
sarebbe utile raccogliere ulteriori informazioni attraverso alcuni colloqui di valutazione con
l’obiettivo di comprendere il funzionamento globale della persona. Le aree cui si potrebbe
rivolgere l’attenzione sono molteplici, in tal caso se ne valuteranno alcune. Il primo aspetto
da evidenziare è il livello di compromissione delle funzioni generali della persona. È
opportuno sapere da quanto tempo e con quale intensità si evidenzia la sintomatologia, e
come si presentavano il comportamento e la funzionalità prima dell’esordio della schizofrenia
al fine di valutare il grado di disintegrazione dell’Io e di distanziamento dalla realtà.
È necessario raccogliere informazioni su diversi aspetti: - le circostanze di insorgenza della
patologia al fine di trovare dei collegamenti simbolici tra i fattori scatenanti e il disagio
profondo arcaico; - il vissuto relativo alle diverse fasi dello sviluppo per trovare i fattori
responsabili della fragilità dell’Io ormai disgregato; - il sistema familiare (ruoli, regole, tipo di
comunicazione, gerarchia, sottosistemi, alleanze, atteggiamenti genitoriali) allo scopo di
esplorare le implicazioni interpersonali dello sviluppo e mantenimento della schizofrenia.
ANALISI DIFFERENZIALE
Si fa diagnosi di Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale, di delirium, o
di demenza quando i dati desunti dalla storia, dall'esame fisico, o dagli esami di laboratorio
indicano che i sintomi sono la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica
generale specifica. Il Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze e il Delirium Indotto da
Sostanze si distinguono per il fatto che una sostanza (una sostanza di abuso, un farmaco, o
l'esposizione a una tossina) è ritenuta eziologicamente correlata ai sintomi. 75
Distinguere il Disturbo Schizoaffettivo dalla Schizofrenia e dal Disturbo dell'Umore Con
Manifestazioni Psicotiche è spesso difficile. Nel Disturbo Schizoaffettivo c’è un episodio di
alterazione dell'umore concomitante ai sintomi della fase attiva della Schizofrenia, i sintomi
riguardanti l'umore devono essere presenti per una considerevole porzione della durata
totale del disturbo, e i deliri o le allucinazioni devono essere presenti per almeno 2 settimane
in assenza di sintomi rilevanti riguardanti l'umore. Al contrario, i sintomi riguardanti l'umore
nella Schizofrenia presentano una durata breve relativamente alla durata totale del disturbo,
manifestandosi soltanto durante le fasi prodromica o residua, oppure non soddisfano
pienamente i criteri per un episodio di alterazione dell'umore. La diagnosi è Disturbo
dell'Umore Con Manifestazioni Psicotiche se i sintomi psicotici si verificano esclusivamente
durante periodi di alterazione dell'umore.
TRATTAMENTO
Qualora fosse confermata attraverso ulteriori colloqui e altri eventuali strumenti diagnostici
l’ipotesi principale si potrebbe orientare il soggetto verso un intervento terapeutico di tipo
supportivo. In genere si tende a coinvolgere la famiglia nel trattamento delle psicosi. Le
ragioni di questa scelta risiedono nel basso livello di autonomia del paziente dovuto alla
grave compromissione delle aree di funzionamento globale, all’incapacità dell’utente di
riconoscere il proprio stato e alla probabile esistenza di fattori insiti nel nucleo familiare
responsabili dello sviluppo e del mantenimento del disturbo.
Gli obiettivi sono i seguenti: - promuovere la strutturazione, l’integrazione e la definizione
dell’Io; - favorire un adeguato esame di realtà; - ripristinare le funzioni principali della
persona; - sostituire le confuse regole disfunzionali con regole chiare, funzionali nel sistema;
- favorire la circolazione di una comunicazione chiara, priva di doppi messaggi all’interno del
sistema; - sviluppare la definizione e il rafforzamento dei confini interni al sistema; - tendere
al superamento dell’invischiamento e promuovere l’individuazione dei membri; - favorire il
superamento della crisi in modo costruttivo per giungere a un nuovo equilibrio non più
patogeno. Appare urgente e necessario richiedere una consulenza psichiatrica per un
intervento farmacologico da affiancare a quello psicoterapeutico.
STRUMENTI: difficile somministrare strumenti a tali soggetti, utile uso dell’osservazione.
DISTURBO DELIRANTE
Per le modalità diagnostiche richieste ci si riferirà prevalentemente al DSM-IV-TR. È
caratterizzato da almeno 1 mese di deliri non bizzarri (A), in assenza di altri sintomi della
fase attiva della Schizofrenia (B). Le allucinazioni visive o uditive se presenti non sono
rilevanti. Le allucinazioni tattili o olfattive possono essere presenti se sono correlate al tema
delirante. A parte la conseguenza dei deliri, il funzionamento psicosociale non è
compromesso in modo rilevante e il comportamento non è ne eccessivamente stravagante
né bizzarro (C). Se gli episodi di alterazione dell’umore ricorrono in concomitanza con i deliri,
la loro durata totale è relativamente breve in confronto alla durata totale dei periodi deliranti
(D). I deliri non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione
medica generale (E).
Lo spunto del delirio è realistico. I deliri possono essere dei flash o partire da eventi
realmente accaduti che si teme possano continuare a verificarsi. Il soggetto è affetto da deliri
che riguardano situazioni della vita reale (può sentirsi inadeguato, infettato, tradito,
avvelenato o anche amato a distanza). Tali deliri devono essere presenti almeno da 1 mese
e spesso possono essere associati ad allucinazioni tattili o olfattive. Il disturbo non è
conseguenza degli effetti di sostanze o di particolari condizioni mediche. Possono
manifestarsi episodi di alterazione dell’umore di breve durata ed episodi deliranti
concomitanti. Il funzionamento e il comportamento non risultano strani o danneggiati al di
fuori dell’episodio delirante.
Le convinzioni deliranti possono comportare problemi sociali, coniugali o lavorativi. Nei
soggetti con questo disturbo sono comuni le idee di riferimento. L’intepretazione che i
soggetti danno a questi eventi è generalmente coerente con il contenuto delle loro
convinzioni deliranti. Molti soggetti sviluppano un umore irritabile o disforico che può essere
76
solitamente interpretato come una reazione alle loro convinzioni deliranti. Problemi legali
possono verificarsi nel disturbo erotomanico e delirante di gelosia. Deficit dell’udito, gravi
fattori di stress psicosociale e basso livello socioeconomico possono predisporre un soggetto
allo sviluppo di alcuni tipi di disturbo delirante.
Vi sono diversi tipi di disturbo delirante specificato sulla base del tema delirante
predominante:
- tipo erotomanico: il tema centrale del delirio è la convinzione che un’altra persona sia
innamorata del soggetto. Il delirio spesso riguarda un amore romantico, idealizzato e
un’unione spirituale piuttosto che un’attrazione sessuale. La persona che diventa oggetto di
questa convinzione di solito appartiene a uno status più elevato ma può essere del tutto
sconosciuta. Sono comuni sforzi di