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Scene filmato : le prime 8 scene sono significative per giustificare l’assonanza al giardino
dei ciliegi che è evidente sia per la presenza di una situazione abbastanza statica , dove
non succede quasi nulla , è presentata la situazione della famiglia in partenza , tutto l’atto
si svolge in tempo reale , perché i personaggi infatti dicono che tra mezz’ora dovranno
lasciare la casa perché arriverà la carrozza , e qui abbiamo le diverse reazioni dei
personaggi , si ha un quadro corale dove ogni personaggio può essere messo a fuoco in
base alla sua personalità , si è visto ad es. la personalità dei 2 figli , che Giacosa utilizza
per esprimere lo stato di decadenza di una borghesia che avendo raggiunto un altissimo
benessere economico ha rinunciato a tutti i valori ,e quindi i 2 giovani sono il frutto di
un’educazione raffinata ma vuota , svincolata dal sistema di valori borghesi basato sulle
convenzioni , che aveva caratterizzato la classe dirigente del tempo , ora si ha solo
l’ostentazione della ricchezza ,questa idea di Giacosa , l’aver trasposto in teatro
l’incapacità della borghesia di farsi classe dirigente , si vede già con l’entrata in scena del
giovane Tommì , incarnazione dello snob borghese , incapace di autonomia , la sua 1°
battuta è quella di aver bisogno di un servitore per vestirsi , una sorta di giovane signore
pariniano che ha come punti di riferimento gli abiti eleganti e la mondanità , lui non si
rende minimamente conto di quello che sta succedendo alla sua famiglia , è una persona
superficiale , preoccupato perché nella sua valigia non riesce ad entrare l’accappatoio e
che a lui sembra indispensabile e si è vestito in maniera inadeguata per il viaggio , non
capisce che quello che stanno per fare non è una vacanza, piccoli dettagli che
costruiscono il ritratto umano . Tommì sembra un personaggio innocuo , anche se Giacosa
inserisce qualche ombra su di lui , come nel dialogo con la sarta , dove scopriamo che
Tommì ha una relazione con la cantante di grido che la sarta veste e che gioca d’azzardo ,
ha vinto una cospicua somma ma che si vede bene di metterla a disposizione della
famiglia. Anche Nennele non è consapevole di quello a cui sta andando incontro , questo
le viene dall’educazione che le ha evitato il contatto con la vita concreta , malinconica ,
sentimentale , che affronta la partenza come una grande avventura . Il 3° personaggio
che Giacosa definisce in maniera netta e non positiva , è il personaggio di Giulia 2° moglie
, (assonanza con la Giulia di Praga , quasi che la metafora del mondo borghese si
incarnasse in questo nome ) , ma non ha la grandezza e la forza d’animo della Giulia di
Praga , ma è al contrario vanitosa , cinica perché priva di senso morale , che già con la
sarta svela la sua pochezza e che nel corso del dramma sarà ancora più bieca . E’ un
personaggio a cui Giacosa dedica poco spazio ma con un giudizio drastico e negativo ,
per Tommì e per nennele le sfumature più raffinate non ci fanno dare subito un giudizio
definitivo . Il padre invece , è il vero borghese , agente di borsa , di mezz’età e al 2°
matrimonio , la sua connotazione di borghese lo farebbe assimilare alla schiera dei self
made man come il Borkman , emblema dell’uomo che si è fatto da solo , capace di
rischiare tanto da rovinare lui e la sua famiglia , ma Giovanni non ha questa grandezza , si
è ammazzato di lavoro ma non ha ottenuto nulla , ha solo mandato in fallimento la sua
azienda e la sua famiglia. 14
La scelta di Giacosa di mettere all’inizio del dramma un personaggio fallito
professionalmente e socialmente , tutti i colleghi lo disprezzano considerandolo un
ingenuo e un cretino , ciò comporta una revisione fortissima sul concetto di lavoro e sul
valore che il lavoro ha sempre avuto per il mondo borghese , il coraggio di Giacosa risiede
nella rimessa in discussione del valore professionale come fondamento sociale e
personale , i grandi borghesi sono sempre stati grandi lavoratori , dove il fallimento era la
conseguenza di un rischio eccessivo , di una grande temerarietà , invece Giovanni non è
capace di questi gesti eclatanti è solo un’instancabile lavoratore , incapace di vedere oltre
la fatica manuale e incapace di reagire sia professionalmente che in ambito familiare .
Questo si vede bene quando si trova davanti alla spesa della moglie con la sarta , dove lui
non si arrabbia , ma appare rassegnato , perdente fin dall’inizio , e anche quando (scena
7°) Giovanni dimostra di sapere che il figlio gioca d’azzardo , lo accusa di non aver avuto
riguardo e compassione del padre fallito , ci aspetteremmo che il borghese tuoni contro la
corruzione del figlio , invece si commuove , nella didascalia (scena 7°-1° atto) ci appare
come uomo debole che si abbandona alla rassegnazione di avere un figlio degenere ,
lontano dal bambino che aveva sognato di crescere , quindi un borghese fallito debole,
che lui stesso si definisce un bue da lavoro . L’unica virtù che le dà Giacosa è quella di
aver capito chiaramente di aver perso per colpa propria , per non essere capace di reagire
all’interno della società , ma si è dedicato al lavoro in maniera inutile , perché non ha
applicato al lavoro un progetto mandando in niente alle sue fatiche e in più per fare ciò se
è sottratto alla famiglia .
Commento al filmato : finale 1° atto , uno dei pregi di Rosani è la capacità di comprendere
i suoi errori e le sue manchevolezze , è lui che si definisce in maniera lucida, una lucidità
che gli altri non hanno , Rosani manca dell’autorità dei self made man , come Borkman
,infatti spiega quella che sarà la sua evoluzione , perché non è capace di essere una guida
autorevole per la famiglia . Il suo è anche un fallimento genitoriale , nella scena che
Giacosa costruisce con la struttura a mosaico , i saluti alla vicina che viene recitata a
fondo scena , e in proscenio il commento dei 2 personaggi maschili che guida la fruizione
degli spettatori , Giovanni ha capito che il fallimento sta nella vita di agi che ha procurato ai
suoi famigliari , la metafora della foglia come incapacità per gli uomini fragili di resistere
alle difficoltà della vita , soprattutto per Tommì e Giulia , destinati a cadere in basso , il
finale d’atto è con la figura della domestica che non può seguire la famiglia e lasciata nella
casa vuota ( come x servitore giardino dei ciliegi ) e viene fino a metà scena
abbandonandosi su una sedia piangendo e Nennele che torna a salutarla . Su questa
scena il pubblico si commosse e Giacosa dovette uscire a ringraziare.
Visconti mette in scena questo dramma nel 1954 perché gli interessa la pittura della
decadenza della borghesia milanese in cui era nato , lui stesso nelle note di regia dice che
per lui il 1° atto era uno spaccato di vissuto della sua infanzia , il suo spettacolo fu molto
suggestivo , soprattutto il 1° atto .
Leggendo anche noi siamo presi dai toni un po’ malinconici , ma gli spettatori della prima
apprezzarono molto il personaggio di Massimo , che in Visconti sembra saccente ,
Giacosa presenta in Massimo l’anti eroe borghese , esponente di una borghesia media e
lavoratrice manuale , ma che crede ancora nei valori della sobrietà della vita alla
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semplicità dei costumi di vita e alla capacità di ottenere quello che si vuole basandosi sulla
volontà . Questo Massimo è un personaggio estraneo al mondo borghese di Milano , lui si
occupa di gestire i cantieri , la manovalanza , che sviluppa la ferrovia , ha trovato ai
Rosani una casetta nei dintorni di Ginevra e allo zio un lavoro all’interno della società che
gestisce i cantieri , è un uomo di sostanza e non di forma , infatti sentiamo i commenti
ironici dei 2 cugini che lo prendono in giro perché semplice . Giacosa nel corso del
dramma mostra come Massimo anche se personaggio grezzo , rappresenti però l’unica
forza positiva della commedia che indica l’unica via di salvezza per i Rosani , e nel 2° atto
Massimo viene messo a confronto con la vita dei cugini e ha modo di indicare in maniera
discreta , disinteressata e propositiva ad entrambi la via d’uscita , il lavoro . La paura era
che il pubblico si sentisse messo sott’accusa da questo personaggio , perché facente
parte di una borghesia che non esisteva più , invece il pubblico lo apprezzò moltissimo .
La parte più europea è però quella del 1° atto ,perché si riconosce la crisi dei valori
borghesi .
Commento al filmato : 2° atto , Massimo esprime la sua filosofia di vita (5° scena) , siamo
in svizzera e la scena rappresenta la stanza interna di una piccola casa di montagna , la
scena è costruita interamente in legno , volutamente in contrasto con il 1° atto , è una
stanza semplice , non misera , ornata per quello che serve , sobria , perché la sobrietà è la
strada che Giacosa individua per la salvezza della borghesia milanese , ma ovviamente i
Rosani non stanno bene qui , sono nel frattempo passati 3 mesi , Giovanni lavora
incessantemente tutto il giorno e anche la notte , Tommì va 1 solo giorno alla cava , lavoro
che gli ha trovato Massimo , Nennele pensa di dare lezioni d’inglese , ma scopre di non
saperle perché ha una preparazione superficiale e rimane umiliata dai rimproveri della
madre del ragazzo affidatogli e perciò rinuncia . Massimo davanti alle lamentele dei cugini
reagisce invitandoli ad un atteggiamento serio e responsabile . Si contrappongono 2
modelli di vita, secondo Giacosa l’immagine che Tommì rappresenta della borghesia
tradisce le origini sociologiche di questa classe perché la sbilancia verso l’aristocrazia ,
ecco quindi l’idea di contrapporre a questo modello di borghese , un modello sociale come
Massimo che è però un modello astratto , non riconoscibile da un pubblico cittadino , ma è
proprio questo , la presenza dei valori interni , che ne fanno il successo . A partire dallo
snodo sul discorso della bellezza nennele entra in crisi , vedendo da qui con occhi meno
ostili il cugino , e tornerà perciò a dare lezioni d’inglese , Tommì rimarrà alla vita dissoluta .
Alla fine dell’atto troviamo Giulia che si è messa a dipingere , incoraggiata da un pittore
norvegese che vede in lei del talento e chiederà soldi al marito per promuovere la sua arte
e quando il marito non riuscirà a fare fronte alle richieste della donna lei inizierà a rubare in
casa , anche Tommì torna a giocare d’azzardo , a