Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Riassunto esame Teorie e Tecniche delle Comunicazioni di Massa, prof. indefinito, libro consigliato Teorie delle Comunicazioni di Massa, Wolf Pag. 1 Riassunto esame Teorie e Tecniche delle Comunicazioni di Massa, prof. indefinito, libro consigliato Teorie delle Comunicazioni di Massa, Wolf Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Teorie e Tecniche delle Comunicazioni di Massa, prof. indefinito, libro consigliato Teorie delle Comunicazioni di Massa, Wolf Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Teorie e Tecniche delle Comunicazioni di Massa, prof. indefinito, libro consigliato Teorie delle Comunicazioni di Massa, Wolf Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Le teorie comunicative

Le comunicazioni di massa costituiscono un vero e proprio modello della società. Il termine "comunicazione" nelle varie teorie ha spesso cambiato significato passando da condividere a trasmettere. Già con la Bullett Theory diversi studiosi come Hartley e Shannon si erano occupati della trasmissione dei messaggi telegrafici e della quantità delle informazioni trasmesse. Nel sistema generale di comunicazione, il messaggio parte dalla fonte di informazione e attraverso una trasmittente viene trasformato in segnale. Questo segnale viene poi ricevuto dal ricevente e decodificato arriva fino al destinatario. C'è sempre infatti una sorgente dell'informazione che emette segnali attraverso un apparato trasmittente. Questo sistema di comunicazione si può verificare tra due esseri umani, tra due macchine e anche tra una macchina e un essere umano. Anche quando parliamo questo schema viene messo in pratica perché il...

cervello è la fonte, l'emisfero sinistro è il codificatore che trasforma l'energia fino all'orecchio permettendoci di sentire. La teoria dell'informazione mira a trasmettere quante più informazioni possibili economizzando tempo ed energia. Nello stesso schema Shannon formula l'idea del canale rumoroso, una fonte di rumore che spesso non ci permette di capire bene il messaggio che ci è stato inviato.. in questo schema è necessaria la presenza di un altro elemento, il codice, un sistema di regole che attribuisce dei valori ai dati trasmessi. Una distinzione importante da fare è quella tra informazione e significato: la prima è infatti tutto ciò che viene trasmesso a prescindere dal suo contenuto; il significato è invece la misura dell'informazione che si riceve da un messaggio rispetto ad altri simili (ad esempio anche se sono tutti dei codici binari è diverso dire 00,01,10,11).

quindi il valore attribuito sulla base di un codice; il destinatario infatti trae il senso del messaggio dal codice e non dal messaggio stesso. Con la diffusione del modello di Shannon scompaiono gli aspetti più tecnici ma si parla della comunicazione solo in generale guardandone gli attori comunicativi soltanto. Lo schema si può anche applicare alla teoria degli effetti comunicativi perché le diverse conseguenze dei messaggi persuasivi venivano intralciate dal rumore. Con il passare degli anni il problema si sposta verso una nuova direzione e nasce quello che Eco e Fabbri chiamano il MODELLO SEMIOTICO-INFORMAZIONALE che studia i fattori semiotici che vincolano la comunicazione. Comunicazione secondo loro non è solo trasferimento di informazione ma trasformazione dell'informazione stessa attraverso il codice. Ritorna il problema della decodifica e cioè di dare un senso al messaggio trasmesso; i comunicatori devono infatti condividere le conoscenze.

extratestuali per far sì che non ci sia un'interpretazione sbagliata dei messaggi. Il messaggio secondo loro è come un contenitore che deve essere riempito di significati, spiegando così la negoziazione tra i soggetti. A differenza della teoria critica non c'è qui un processo comunicativo lineare. Anche questo modello alla fine è risultato insufficiente perché spiegava i messaggi ma non i loro effetti.

MODELLO SEMIOTICO-TESTUALE

Il è più adatto a spiegare la comunicazione di massa; dice infatti che i destinatari non ricevono un solo messaggio ma tanti sotto forma di testi. In questo caso è necessario distinguere tra una cultura grammaticalizzata (che si basa sulle regole per poi creare i testi) e quella testualizzata (che invece parte dai testi per poi estrapolarne le regole grammaticali). La prima è la cultura colta, quella che insegnano a scuola, la seconda è quella delle comunicazioni di massa. Non è

Facile però applicare queste regole così generali a qualunque situazione comunicativa, per le differenze che possono esistere tra una situazione e un'altra. Anche il ruolo del destinatario è importante e non può essere sottovalutato e anche gli emittenti devono anticipare la sua visione prima di creare un programma e proporglielo; non possono infatti tenere conto solo del messaggio se non studiano prima chi lo deve ricevere. Talvolta però ci si limita solo a crearsi un'immagine dell'audience senza però considerarla realmente e la comunicazione in questi casi diventa rigida e predestinata. Attraverso queste teorie vediamo come il "centro di gravità" si sia spostato dallo studio dei metodi comunicativi ai problemi effettivi che questi causano. Secondo Mc Quail però i mass media sono un fenomeno troppo complesso e articolato perché possano essere inseriti all'interno di semplici modelli convenzionali.

La comunicazione di massa è infatti irregolare, irrazionale e coinvolge attività troppo diverse tra loro. Se infatti gli emittenti sono un gruppo più o meno omogeneo, lo stesso non si può dire per i destinatari che non sono né aggregati, né tanto meno coscienti del loro ruolo. Solo studiando tutti questi fattori macrosociali si capisce davvero cos'è la comunicazione di massa. 2. LO STUDIO DEGLI EFFETTI A LUNGO TERMINE Per tanto tempo, lo studio degli effetti si è basato sul "Transfermodell der kommunikation" di Schulz, secondo il quale un momento attivo emette lo stimolo e uno passivo lo riceve e reagisce; la comunicazione è individuale e intenzionale (con scopi ben precisi). I vari episodi sono isolabili e hanno un inizio e una fine limitati nel tempo. Si passa poi da questi mutamenti a breve termine, alle conseguenze di lungo periodo che non influenzano solo in un determinato periodo di tempo, ma tutto il modo di.organizzare la realtà. Non si studiano casi singoli ma nell'intero sistema. L'effetto non riguarda più le attitudini, i comportamenti, ma diventa un EFFETTO COGNITIVO: gli effetti non sono dati più dalle singole esposizioni ai messaggi ma sono cumulativi nel tempo. I fattori che influenzano sono permanenti. Neumann parla di "RETURN TO THE CONCEPT OF POWERFUL MASS MEDIA", cioè della potenza della comunicazione di massa. Con lo sviluppo della sociologia della conoscenza non ci si poteva più basare sugli effetti unici, misurabili come reazione a uno stimolo. Già Lippmanne Lazarsfeld avevano notato l'importanza dell'acquisizione delle conoscenze della realtà. Lang & Lang affermano l'importanza degli effetti stabili nelle varie campagne elettorali, informative rispetto ad altri di influenze, perché non permettono di capire fino a che punto i mass media sono efficaci. Ci si deve basare infatti sulla

quantità di consumo, l'attenzione, il contenuto e il significato di ciò a cui ci esponiamo: quindi su un impatto cumulativo dei media che riescono a modificare l'immagine che ci siamo creati delle cose. I media sono più che un canale attraverso cui ci viene presentata la politica perché forniscono prospettive e modificano la immagini di temi e candidati. Non più solo modello trasmissivo di informazione ma costruttori di realtà. Ciò che noi conosciamo di politica ci è data dai media e non possiamo sottrarci a questo. Gli effetti non sono più intenzionali ma impliciti nel patrimonio cognitivo di destinatari. Qui entrano in gioco 3 caratteristiche fondamentali dei media:

  • CUMULAZIONE (il modo in cui funziona la copertura informativa non effetti puntuali ma ripetitivi)
  • CONSONANZA (sempre più tratti comuni nei processi produttivi)
  • ONNIPRESENZA (diffusione quantitativa dei media facendo conoscere solo

ciò che è pubblicamente noto). Grazie a tutto ciò si ha più disponibilità a conoscere i punti di vista dei media ed accrescere il loro potere di conformazione.

L'IPOTESI DELL'AGENDA SETTING

Grazie all'azione dei giornali, tv e altri mezzi di informazione la gente mette in risalto alcuni punti e ne elude altri: include o esclude dalle proprie conoscenze ciò che è incluso o escluso nel contenuto dei media. Si parla quindi di DISTORSIONE INVOLONTARIA DA PARTE DEI MEDIA.

L'immagine che la gente si crea della realtà finisce per essere manipolata a livello cognitivo, di organizzazione delle conoscenze. È come se i media creassero una cornice interpretativa (Frame) non limitandosi a fornire notizie ma enfatizzando su temi, aspetti, problemi. Si crea quindi un divario tra ciò che conosciamo perché appreso personalmente e quello che invece sappiamo dai media: si vive la realtà solo attraverso la

loro mediazione. Questa dipendenza cognitiva si basa su un ordine del giorno e sulla gerarchia di importanza dei temi all'interno di esse. McClure e Patterson individuano un differente potere di agenda dei diversi media. La fruizione di maggiori informazioni televisive non ha più effetto di agenda, mentre questo accade a chi usa sempre più spesso l'informazione su carta stampata. L'effetto diretto si manifesta infatti nel consumo di giornali locali e non di notiziari alla tv perché questi ultimi sono troppo brevi ed eterogenei, mentre i giornali hanno un effetto cognitivo più duraturo, con indicazioni costanti e visibili e che restano più impressi. Ad esempio, nei confronti politici i media accentuano la competizione e non i temi che essi portano o, se il contrario, i temi costituiscono il solo argomento. Le notizie vengono inoltre caricate per renderle interessanti, anche se spesso perdono il loro significato. Talvolta il penalizzare itemi, accentuare il conflitto o cose simili vengono attribuiti direttamente alla politica e non alla visione che ce ne danno i mezzi di comunicazione estorcendo così la realtà. I media stabiliscono inoltre in modo diverso l'ordine del giorno e i temi più rilevanti: se ad esempio ogni giorno ci parlano di disoccupazione trascurando il razzismo, è normale che avrà più successo il candidato che offre posti di lavoro a quello che parla di integrazione razziale. L'importanza dei vari mezzi non sta solo nel dare un ordine dei temi ma di sottovalutarne alcuni per enfatizzarne altri. Non si ha quindi una razionale visione della realtà ma una sua rappresentazione complessiva. Nonostante ci siano delle differenze, tutti i media contribuiscono a questa visione distorta della realtà: infatti anche il mezzo televisivo riesce ad ottenere effetti di agenda setting attraverso l'uso di presentazioni visive coinvolgenti, copertura visiva di eventi o.ancora la rottura della programmazione ordinaria per inserire effetti straordinari. L'agenda setting è quindi un effetto indiretto che si basa su fattori interpersonali. Anche se i
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
12 pagine
24 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Scienze Sociali Prof.