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CLASSICI NELLO STUDIO SUI MEDIA
Media come ambienti sociali. Il mezzo di comunicazione non può essere analizzato separatamente dai processi culturali e comunicativi in cui interviene. I media, infatti, sono artefatti che incorporano valori e credenze e strutturano le relazioni sociali in base alle loro logiche progettuali (che però intercettano esigenze e vengono modificate da pratiche di consumo messe in atto dagli spettatori). L'ecosistema mediale quindi è rilevante per comprendere le caratteristiche della comunicazione nella sfera pubblica.
Uno dei classici della sociologia tedesca, Jürgen Habermas, nell'opera Storia e critica dell'opinione pubblica (1962), utilizza il termine sfera pubblica per indicare un ambiente democratico accessibile a tutti, separato dalla sfera domestica e dalla sfera di competenza dello Stato e della Chiesa, in cui è possibile comunicare pubblicamente e discutere di temi di interesse collettivo. Il concetto proposto
società democratica. La sfera pubblica è quindi un luogo di confronto e dibattito in cui i cittadini possono esprimere le proprie opinioni e partecipare attivamente alla vita politica e sociale. Secondo Habermas, la sfera pubblica è un elemento fondamentale per il funzionamento della democrazia, in quanto permette ai cittadini di informarsi, discutere e formarsi un'opinione autonoma su questioni di interesse comune. Questo spazio pubblico favorisce la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, contribuendo così alla legittimazione delle decisioni prese dalle istituzioni democratiche. La sfera pubblica può manifestarsi in diversi contesti, come ad esempio i media, i social network, le associazioni di cittadini e le istituzioni pubbliche. È un luogo in cui si creano e si diffondono le opinioni pubbliche, influenzando così l'agenda politica e sociale. In conclusione, la sfera pubblica rappresenta un elemento chiave per la democrazia, in quanto permette ai cittadini di partecipare attivamente alla vita politica e di influenzare le decisioni prese dalle istituzioni. È un luogo di confronto e dibattito in cui si costruisce l'opinione pubblica e si promuove la partecipazione democratica.modernità e dei processi democratici. Negli ultimi decenni, molti autori hanno identificato in Internet, nei forum, nelle community e nei social network, un'attualizzazione di quei "terzi spazi", concettualizzati dal sociologo americano Ray Oldenburg, diversi dallo spazio domestico e dallo spazio di lavoro: si tratta sostanzialmente di uno spazio in cui prendono vita e si sviluppano interazioni prevalentemente informali tra cittadini. Questi terzi spazi, rappresentati dagli ambienti online, sono luoghi abilitanti un po' diversi però dei caffè presi come riferimento da Habermas: sono ambienti sociali in cui le nostre conversazioni, oltre a contribuire e ad elaborare un'opinione pubblica, generano profitti perché le nostre conversazioni vengono vendute a società interessate a profilarci per poter potenziare il loro sistema di vendita. Ecco quindi che ancora una volta diventa importante studiare le caratteristiche strutturali dei
della comunicazione, come la scrittura, la stampa, la radio, la televisione e internet, permette di comprendere come questi mezzi influenzino la società e la cultura. Innis sostiene che i media siano in grado di strutturare le relazioni sociali e di influenzare il potere all'interno di una società. Ad esempio, la scrittura ha permesso la conservazione e la diffusione della conoscenza, ma ha anche creato una divisione tra coloro che sapevano leggere e scrivere e coloro che non ne erano capaci. Allo stesso modo, la stampa ha reso possibile la diffusione di informazioni su larga scala, ma ha anche contribuito alla formazione di monopoli di conoscenza. L'evoluzione dei mezzi di comunicazione ha portato a cambiamenti significativi nella società. La radio e la televisione hanno reso possibile la diffusione di informazioni e intrattenimento su scala globale, mentre internet ha aperto nuove possibilità di comunicazione e accesso alla conoscenza. Tuttavia, Innis avverte che l'uso e il controllo dei media possono anche portare a una concentrazione del potere e a una limitazione della diversità di opinioni. Innis considera i media come un fattore chiave nello sviluppo delle civiltà umane. La loro evoluzione ha influenzato la storia e ha contribuito alla formazione di monopoli di conoscenza e potere. Pertanto, lo studio dei media e dei loro effetti sulla società è essenziale per comprendere l'evoluzione delle civiltà e per affrontare le sfide che i mezzi di comunicazione pongono alla nostra epoca.La conoscenza stessa può essere considerata come un medium, come l'argilla, il papiro, la pergamena o la carta. A seconda del medium dominante utilizzato da una civiltà, l'orientamento culturale di quella civiltà cambia: ad esempio, la pietra nell'antico Egitto era un medium durevole, legato al tempo, che ha favorito la creazione di un governo assoluto di diritto divino e altamente centralizzato. Con l'arrivo del papiro, che è un supporto più leggero legato allo spazio, invece, si rende possibile l'amministrazione a distanza e questo cambia l'orientamento culturale della civiltà egizia. Inoltre, il supporto diventa essenziale per orientare lo sviluppo di una civiltà: se la pietra favorisce il trasferimento nel tempo di una cultura, il papiro o supporti leggeri come la carta favoriscono il trasferimento nello spazio delle informazioni e quindi l'estendersi di una civiltà anche nello spazio.
I media sono considerati come un'estensione dell'uomo.
Un altro studioso importante che ha analizzato i mezzi di comunicazione di massa non solo in relazione ai messaggi veicolati ma anche alle caratteristiche strutturali dei media, è Marshall McLuhan, allievo di Innis, e autore del libro Understanding Media. The Extensions of Man, del 1964. Per McLuhan, "il medium è il messaggio": i mass media non sono neutrali ma hanno un'influenza che va al di là del contenuto specifico che veicolano, in quanto ristrutturano relazioni sociali ad una diversa scala e portata. Questa espressione evidenzia come sia fondamentale rivolgere l'attenzione non solo al contenuto delle comunicazioni di massa ma anche al mezzo di comunicazione stesso, in quanto non si limita a veicolare dei messaggi, dei contenuti ma plasma questi stessi contenuti. Così come plasma le relazioni tra soggetti produttori e soggetti destinatari e, quindi, consumatori del messaggio. McLuhan approfondirà lo studio della comunicazione come.campo autonomo, contribuendo, con il suo lavoro, alla nascita della scienza della comunicazione e dellascienza dei media, in cui il nesso tra tecnologie e comportamenti umani (psicologie, atti,relazioni, reazioni) assume un valore fondamentale. Media come psicotecnologie. Allievo di McLuhan, Derrick De Kerckhove conial'espressione psicotecnologie parlando appunto di comunicazione dei processi cognitivinel libro Brainframes: Technology, Mind and Business, pubblicato nel 1991. I mediadevono essere intesi come psicotecnologie, quindi come mezzi che estendono lefunzioni cognitive dell'uomo. Alfabeto, scrittura, stampa, televisione, media digitali sonoestensioni dell'essere umano, ne alterano i processi cognitivi e intervengono nellacostruzione identitaria e nel plasmare i processi socio-culturali: ad esempio, lascrittura ha consentito di esteriorizzare le conoscenze acquisite dall'uomo fuori dallamente, potenziando la memoria. Secondo lui, la televisione, il telefono,Il computer, l'ipertesto sono psicotecnologie che inducono il cervello a elaborare nuovi paradigmi cognitivi, che modificano la nostra percezione del mondo. Media come tecnologie caratterizzanti. Un altro autore importante è Jay David Bolter che, nel 1984, scrive L'Uomo di Turing. Secondo Bolter, le tecnologie caratterizzanti possono rappresentare le lenti metaforiche attraverso le quali interpretiamo l'essere umano e il suo rapporto con il mondo. Egli definisce queste tecnologie come le tecnologie che in un determinato momento storico e in un determinato momento culturale influiscono maggiormente, e in modo più profondo, sulla percezione della realtà. Sono quelle tecnologie che più di tutte accompagnano e determinano trasformazioni socioculturali, cioè cambiamenti nei processi di espressione e di comunicazione. Ad esempio, una tecnologia caratterizzante secondo lui è il tornio che ha rappresentato una metafora di equilibrio e un ideale.
Di bellezza per l'interpretazione del mondo nell'antichità; un altro esempio è costituito dall'orologio che, nel Medioevo, ha offerto una visione del mondo basata sull'equilibrio armonico, al cui centro c'era la volontà divina. O ancora, la macchina a vapore che, nell'epoca della rivoluzione industriale, ha offerto una metafora per l'interpretazione della potenza espansiva dell'uomo e del mondo. Un esempio perfetto della nostra epoca, ovviamente, il computer. Si tratta, di fatto, di metafore ontologiche che suggeriscono chiavi interpretative del cosmo e dell'essere umano (es. computer/cognitivismo).
Media e rimediazione. Un'altra riflessione di Bolter, questa volta condotta insieme al collega Richard Grusin è quella esposta nel libro intitolato Remediation. Understanding New Media, del 1999. Qui viene ripresa un'intuizione di McLuhan: "il contenuto di un medium è sempre un altro medium".
L'intento è quello di riflettere sulla rimediazione dei processi culturali: quando compare un nuovo mezzo di comunicazione, in prima battuta vengono rimediate, ovvero riprese, le interfacce dei mezzi di comunicazione di massa precedenti e le forme culturali preesistenti. Si pensi, ad esempio, alla televisione che, all'inizio, rimedia la radio e, in qualche modo, anche il cinema. Solo in una seconda fase, i mezzi di comunicazione evolvono e trovano il loro linguaggio specifico. Quindi, ogni mezzo di comunicazione è influenzato dai mezzi di comunicazione che l'hanno preceduto e si appropria di alcune funzioni e di alcune caratteristiche dei mezzi di comunicazione a cui fanno riferimento. Ecco dunque che potremmo analizzare gli oggetti culturali rimediati dalle arene della sfera pubblica digitale, analizzando quelli che sono i nuovi spazi del dibattito pubblico negli ambienti digitali, ad esempio i social network. Basti pensare al fatto che gli album fotografici sono.La grande metafora che sta alla base dell'idea di Instagram. Un altro elemento di grande importanza per la loro analisi è la dimensione di ludicizzazione presente nell'interazione sociale. Il materialismo digitale. Queste riflessioni ci riportano all'idea che la conoscenza dell'hardware e del software, delle interfacce e degli algoritmi, sia fondamentale per comprendere le forme culturali, i linguaggi, le forme estetiche e le pratiche sociali che ruotano attorno ai media. È questa la posizione che Lev Manovich discute e presenta nel libro del 2001, The Language of New Media. La sua posizione è l'approccio che egli stesso definisce approccio del materialismo digitale: per scoprire qual è la nuova logica culturale, e come funziona, è utile esaminare dettagliatamente i principi su cui si basano l'hardware, il software e le operazioni che concorrono a creare prodotti culturali attraverso il computer. Media e autocomunicazione di massa.
portato. Prima dell'avvento di internet, le informazioni erano principalmente accessibili attraverso libri, giornali e altri mezzi di comunicazione tradizionali. Con l'arrivo delle tecnologie digitali, l'accesso alle informazioni è diventato molto più rapido e facile. Ora è possibile trovare e accedere a una vasta quantità di informazioni online con pochi clic. Un secondo fattore di cambiamento è la velocità con cui le informazioni possono essere condivise. Grazie ai social media e ad altre piattaforme online, le persone possono condividere notizie, opinioni e contenuti in tempo reale. Questo ha portato a un aumento della velocità con cui le informazioni si diffondono e si propagano. Un terzo fattore di cambiamento è la possibilità di interagire e collaborare con altre persone a distanza. Grazie alle tecnologie digitali, è possibile comunicare e lavorare con persone in tutto il mondo senza dover essere fisicamente presenti nello stesso luogo. Questo ha aperto nuove opportunità per la collaborazione e lo scambio di conoscenze. Infine, le tecnologie digitali hanno anche cambiato il modo in cui le persone creano e consumano contenuti. Ora è possibile creare e condividere facilmente foto, video, musica e altri tipi di contenuti digitali. Allo stesso tempo, le persone possono accedere a una vasta gamma di contenuti online, come film, serie TV, musica e libri, attraverso servizi di streaming e piattaforme digitali. In conclusione, le tecnologie digitali online hanno portato a un cambiamento significativo nel modo in cui accediamo alle informazioni, condividiamo contenuti, collaboriamo con gli altri e consumiamo media. Questi cambiamenti hanno avuto un impatto profondo sulla società e continuano a plasmare il nostro modo di vivere e lavorare.