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LE PIANTE CRESCONO NEL WEB: TELE-GARDEN E TELEPORTING AN UNKNOWN STATE

• TELEGARDEN_KEN GOLDBERG

Tele-Garden è un'installazione tele robotica che consente agli utenti del Web di vedere e coltivare un giardino reale. Concepito nel 1994, il giardino ha forma circolare, con un diametro di circa due metri. Al centro troneggia un robot, unico gestore e sorvegliante di questa aiuola sempre pronto, con il suo braccio girevole, a eseguire i compiti impartiti dai "giardinieri" sparsi nel mondo. L'esplorazione a distanza del giardino e la possibilità di lasciare dei commenti sono consentiti a tutti gli utenti. Per coloro invece che decidono di diventare membri le opportunità di azione e partecipazione si ampliano: seminare, annaffiare, controllare la crescita

delle piante.
  • TELEPORTING AN UNKNOWN STATE_EDUARDO KAC
È definita dalla stesso Kac un'installazione interattiva biotelematica in quanto il processo biologico naturale alla base dell'opera è attivato da un sistema di telecomunicazione gestito dal computer. Su un unico seme piantato in un rettangolo di terra all'interno di una stanza buia si concentra la luce proveniente da un foro nel soffitto; la luce è emessa da un videoproiettore retrostante che diffonde le immagini di vari cieli ripresi e inviati da anonimi utenti di internet da ogni parte del mondo. A loro volta costoro possono verificare gli effetti dei loro gesti, seguendo la crescita della pianta. Sono dunque i navigatori ad assicurare la sopravvivenza del vegetale. Questo nella prima versione del 1996, modificata poi nel 1998. La novità consiste nell'introduzione di una rete globale di telecamere web fisse distribuite in otto località del mondo e puntate verso irispettivi cieli. Allo stato di partenza le otto aree sono dei rettangoli neri: cliccando a piacere su uno di essi, l'utente attiva automaticamente la webcam installata nella città corrispondente e dopo pochi secondi la veduta del cielo compare sullo schermo. Contemporaneamente la stessa immagine viene proiettata sulla pianta per qualche minuto. Quindi per far sì che si compia la fotosintesi e che prosegua la vita del vegetale è necessario l'intervento dell'uomo. NATURALE CHE PIOVE: FARE IL BELLO E CATTIVO TEMPO - NICOLA TOFFOLINI

Un giacinto d'acqua è soggetto alle variazioni metereologi che e climatiche determinate dalla scelta degli utenti di far calare la notte o sorgere il giorno, di far piovere o meno dentro alla teca, con la sollecitazione di sensori o con il contatto diretto con il vetro. T. amplifica inoltre i suoni provocati dal cadere della pioggia, e inserisce rumori di grilli e cicale a sottolineare il passaggio dal

giorno alla notte.

6. IL MONDO RIDOTTO AI MINIMI TERMINI_ ALESSANDRO QUARANTA

Elaborato nel 2001, si tratta di una riflessione sul pensiero occidentale che vede qualsiasi risorsa della terra come passiva e asservita ai bisogni dell'uomo. Per far si che l'uomo raggiunga questa consapevolezza, Q. propone al fruitore un'esperienza che evidenzi gli effetti della sua azione sull'ambiente. Mette a disposizione dei visitatori un microambiente naturale, racchiuso in una teca di vetro, sul quale è possibile intervenire: due aperture laterali infatti consentono di agire al suo interno modificando la disposizione delle piante oppure inferendo con un paio di forbici sulla loro crescita. Una telecamera a circuito chiuso riprende quanto avviene nella teca e lo proietta ingigantito su uno schermo posto in uno spazio adiacente. L'artista inserisce dentro la teca sia piante ritenute inutili (come ortica ecc.), risultato di una cultura fondata sul profitto, che ha ridotto il

mondo ai minimi termini, sia piante usate fino apoco tempo fa a scopo curativo. L'intento di Q. è quello di riportare l'attenzione al recupero di un sapere passatoche traeva beneficio dai vegetali.

CAPITOLO 3_VEGETALI ARTIFICIALI: ELETTRONICI E DIGITALI

Vegetali generati con strumenti tecnologici: strumenti per lo più facenti capo a due settori compresi nella più ampia definizione di arte elettronica, la video arte e la computer arte. Due generi distinti, entrambi affermatisi attorno agli anni '60, ma che nel tempo, hanno sviluppato un importante intreccio di relazioni in quanto l'informatica è diventata un supporto operativo indispensabile, date le infinite possibilità che offre. Sono paesaggi, giardini, alberi, fiori che a volte si ispirano alla natura reale per come appare nelle sue forme, a volte la evocano soltanto o addirittura la reinventano (natura seconda). Questa natura è interattiva, reagisce agli stimoli esterni.

umani oppureambientali e intervenendo sui parametri che la costituiscono, modifica velocemente e in tempo reale il suo aspetto,scomponendosi e ricomponendosi in forme diverse.

1.GIARDINO CABLATO _PIETRO MUSSINI

Nel computer M. ha trovato il mezzo ideale per interpretare e sviluppare la sua idea di natura. È al computer chenasce nel 1986 Planimetria di una messe, un campo di grano artificiale dove ogni spiga diviene un moduloripetibile serialmente all'infinito grazie alle tecnologie digitali. L'importante fase progettuale che contraddistingueogni opera di M., trova compimento nel costrutto plastico. Planimetria di una messe sviluppa una componenteinterattiva: in ogni elemento-spiga è previsto l'inserimento di led luminosi sensibili al passaggio dei visitatori e aglistimoli esterni come l'aria, la temperatura. Senza petali 1987(un solo fiore con led). Come un soffio di vento del1994, dove il fitto susseguirsi di esili fusti metallici terminanti con i

filamenti led dalle variegate tonalità di giallo ricorda un reale campo di grano mosso dal vento, ma nello stesso tempo non tradisce la sua natura tecnologica. Giardino Cablato del 1995, è una zona già seminata di un terreno tra il naturale e l'artificiale che a poco a poco M.coltiva e arricchisce di nuove componenti, luogo ideale per diventare la suggestiva scenografia di interventi e performance di danza. Il progetto del giardino è organizzato in dieci aree tematiche dedicate alle diverse esperienze che il fruitore può compiervi. 2. I GIARDINI DEL FUTURO_KATSUHIRO YAMAGUCHI Yamaguchi è stato fin dagli anni '60 e lo è tuttora, uno dei maggiori esponenti della video arte giapponese. Formula a fine anni '70 il concetto di imaginarium e lo elabora nel corso degli anni '80. Lo concretizza in opere-sculture che prevedono il coinvolgimento diretto degli spettatori in una continua circolazione di immagini tra quelle date e

Yayoi Kusama è una famosa artista giapponese conosciuta per le sue opere d'arte concettuali e le sue installazioni, molte delle quali realizzate in tempo reale. Grazie all'uso delle tecnologie informatiche e video, nel 1984 ha realizzato l'installazione multimediale "Mirai Teien, Future Garden", proponendo una diversa visione del giardino tradizionale e degli elementi che lo compongono: una cinquantina di monitor sono dislocati all'interno della stanza a formare sette nuclei del giardino. Y. Propone tutto questo arricchendo lo spazio con specchi che moltiplicano e confondono l'osservazione, con telecamere che riprendono il pubblico per ritrasmetterlo nell'opera video, con laser che producono effetti cromatici, con immagini filmate che per i contenuti o per le attente angolazioni e inquadrature fanno perdere il senso della distanza e dello spazio. Una caratteristica essenziale del suo giardino è la mancanza di suoni.

"Je sème à tout vent" è un'installazione interattiva costituita da un'immagine

di sintesi tridimensionale realizzata nel 1990. Sulloschermo del computer, su sfondo nero, appare un disegno bianco raffigurante un dente di leone., che si agitalentamente dando l'impressione di essere mosso dal vento. È il soffio dello spettatore sullo schermo a far sì che i semi si stacchino. L'intensità e la direzione del soffio reale vengono captate da un rilevatore situato davanti allo schermo, e inviate al programma informatico che le analizza in tutte le loro variazioni. I progetti relativi alle ricerche di Couchot, Bret e Tramus sulle immagini di sintesi, e in particolare su quelle legate al soffio, risalgono alla fine degli anni '80. Nell'88 realizzano il lavoro Souffler n'est pas jouer, protagonista una piuma virtuale il cui volteggiare più o meno movimentato sullo schermo è determinato anche qui dall'intensità del soffio dello spettatore.

4.THE FOREST_TAMAS WALICZKY

Quest'opera è un lavoro

di computer animation realizzato nel 1993 e presentato come videoinstallazione, che assieme a The Garden e a The Way compone un trittico di opere, intitolato Trilogy, incentrato sulla ricerca di nuovi parametri spaziali e nuove soluzioni prospettiche. L'uso del bianco e nero che caratterizza l'immagine di The Forest riprende la peculiarità della Selva Nera, così come la forma degli alberi riprende quella del faggio. L'intera foresta è costruita sulla ripetizione di un unico disegno di albero. Lo scenario è costituito da un susseguirsi infinito di alberi stilizzati, senza via di fuga per il fruitore. L'impressione di disorientamento si fa più accentuata nella seconda versione del 1993 dove il visitatore stesso, seduto su una sedia composta di joystick, si fa diretto controllore del proprio vagare tra gli alberi, volando all'interno della foresta, scegliendo la direzione. La componente visiva è accompagnata in entrambe le

Versioni da quella sonora, altrettanto fondamentale. Grazie all'audio infatti il fruitore scopre di essere su un treno in compagnia di un altro passeggero, una donna che canta una ninna nanna. La colonna sonora può quindi aprire nuove chiavi di lettura, e allora circolare nella foresta-madre può diventare meno opprimente o generare sensazioni di inquietudine a seconda dello stato d'animo dello spettatore.

5. THE TREE OF KNOWLEDGE_BILL VIOLA

Alla fine di un corridoio buio, percorribile da una persona alla volta, compare l'immagine di un albero realizzata in computer grafica. Il fruitore camminando in questo spazio, determina con i suoi movimenti l'evoluzione della pianta: se avanza, la pianta cresce, passando dallo stato di germoglio a quello di albero adulto, fino all'appassimento e alla morte. Se indietreggia l'albero ringiovanisce. Prodotta nel 1997. Il limite di questa immagine di sintesi sta proprio nella ripetitività delle forme, cosa

che non accade nella natura reale. Viola pone l'uomo al centro della sua opera. Può stabilirne la sorte, la rende viva. Il nome prende spunto dall'Antico Testamento. Così infatti è definito l'albero dal quale Adamo ed Eva colgono il frutto che li rende m
Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
7 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche della comunicazione di massa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Sociali Prof.